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Il linguaggio verbale è costituito da un insieme di capacità.

Le capacità che fanno parte di tale linguaggio possono essere suddivise approssimativamente in due categorie:

capacità che si vedono e si percepiscono bene e capacità che si percepiscono meno.

1) Capacità facili da percepire:

- capacità di riprodurre parole e frasi appropriate oralmente o per iscritto

(produzione orale: monologo; produzione scritta: la versione più tradizionale è la composizione; descrizione, relazione

su eventi, narrazione, lettera formale e non, testo regolativo o definizione sintetica, ecc..)

- capacità di conversare, rispondendo in modo esplicito

- capacità di leggere ad alta voce (lettura: abilità di interazione, è un insieme tra ricezione e produzione)

2) Capacità difficili da percepire:

- capacità di dare un senso alle parole o alle frasi udite e lette

- capacità di trascrivere ed analizzare interiormente le parole in varie situazioni

- capacità di ampliare il proprio patrimonio linguistico con espressioni nuove

Il carattere della abilità linguistiche fa riferimento alla pluralità

4 TESI

Pedagogia linguistica: studio delle teoria e dei metodi comunicativi

Disciplina che si avvale dello studio della lingua straniera per giungere alla migliore formazione culturale,

intellettuale e morale dell’apprendente.

Contrariamente alla glottodidattica che ha come fine l’apprendimento della lingua straniera come possibilità

comunicativa, la pedagogia linguistica considera lo studio di una lingua, propria o straniera che sia, un mezzo

didattico e non fine primario del suo insegnamento.

Tale disciplina deve porre attenzione a quanto delineato nelle tre tesi precedenti:

- importanza decisiva del linguaggio verbale (1 tesi)

- sviluppo fisico affettivo sociale ed intellettuale dell’individuo (2 tesi)

- sviluppo delle capacità linguistiche nel loro insieme (3 tesi)

La pedagogia per essere efficace deve essere democratica. Si può spiegare tale affermazione tramite la costituzione.

Costituzione: la Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale elle Repubblica Italiana, ovvero il

vertice nella gerarchia delle fonti di diritto dello Stato Italiano.

Nella Costituzione della Repubblica Italiana emerge un articolo relativo ai diritti linguistici.

Articolo 3 della Costituzione:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sessi, di razza, di

lingua (riferimento Articolo 6: la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche), di religione, di

opzioni politiche, di condizioni personali e sociali”

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e

l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i

lavoratori e all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Questo articolo è di fondamentale importanza per capire qual è il traguardo della Repubblica intesa come forma di

governo in cui la sovranità risiede nel popolo ed il potere esecutivo viene esercitato da cittadini eletti per un periodo di

tempo determinato.

In relazione a questi principi è possibile fare riferimento alla scuola, un ente pubblico chiamato dalla Costituzione ad

individuare e perseguire i compiti di un’educazione linguistica efficacemente democratica.

Compito della scuola: rispetto e tutela di tutte le varietà linguistiche a patto che nessuno dei cittadini si senta vittima di

una gabbia di discriminazione. Da ciò si può comprendere che si tratta di una scuola profondamente rinnovata e

socializzata intesa come una cellula viva del tessuto sociale, che ha come obiettivo oltre alla tutela e al rispetto anche lo

studio della società in generale, inerente a :

- legami biologici, psicologici, culturali, sociali che intercorrono nel linguaggio verbale

- il legame tra il linguaggio verbale ed altre forme espressive

- i legami tra il linguaggio verbale e la dimensione spaziale, temporale, e sociale, le quali sono in continua evoluzione

- la complessità stessa del linguaggio verbale

Non è solo la scuola chiamata al compito di garantire un’attivazione paritaria (offre condizioni di parità) delle capacità

linguistiche, ma è affiancata da numerosi enti quali: i centri di pubblica lettura, i centri di recupero, con lo scopo di

attivare una vita culturale di massa (sotto il profilo della cultura e dell’informazione) e con la conseguente attivazione

delle capacità verbali.

Nonostante ci sia uno sforzo coordinato da parte di diversi enti, è dalla scuola che può avvenire una spinta di

rinnovamento anche per le altre istituzioni di massa, poiché è proprio all’interno della scuola che maturano esigenze

collettive e capacità intellettuali che portano una nuova gestione democratica di tutte le istituzioni culturali.

5 TESI → caratteri della pedagogia linguistica tradizionale

La pedagogia linguistica tradizionale è rimasta molto indietro rispetto a quanto teorizzato sulle tesi precedenti, le quali

delineano i principi generali di cui ogni docente di lingua e d’altro dovrebbe uniformarsi.

Le caratteristiche di tale disciplina tradizionale orientate nei seguenti ambiti:

- rapido apprendimento da parte dei più dotati di:

grafismo (modo personale di tracciare i segni)

norme di ortografia italiana (ortografia: insieme delle regole su come scrivere correttamente nel sistema di scrittura di

una data lingua)

- scarsa motivazione nella produzione scritta, causata dalla stesura di “pensierini”

- classificazione morfologica delle parti delle frasi (analisi grammaticale)

- apprendimento a memoria di paradigmi verbali

- verbalizzare oralmente o per iscritti apprezzamenti di testi letterari, di solito estremamente tradizionali

Tutto questo è estremamente inefficace, soprattutto nel mondo in cui confronta con i bisogni e le esigenze degli allievi

6 TESI → inefficacia della pedagogia linguistica tradizionale

La pedagogia linguistica tradizionale può essere ricordata principalmente per la sua grande inefficacia

Le cause di tale inefficacia sono molte e ciò è stato possibile dedurlo dai risultati riguardanti le competenze

dell’intera popolazione italiana:

- la pedagogia linguistica tradizionale infatti pure dedicando il suo interesse all’ortografia non ha raggiunto buoni

risultati, anzi tutt’altro e ciò viene dimostrato dal fatto che ad oggi un cittadino italiano su tre si trova in una

condizione di semianalfabetismo (errori ricorrenti anche nella scrittura di persone colte che non sono dei lapsuss, ma

delle deviazioni radicate e sistematiche (sviluppate fin dai primi anni di insegnamento)

- la pedagogia linguistica tradizionale non ha ottenuto un buon risultato nemmeno nel campo della produzione scritta

Produzione scritta → caratterizzata da un linguaggio non chiaro (non è intenzionale) e soprattutto dalla presenza di

periodi estremamente complicati che portano ad una grande oscurità

Oltre che essere inefficace, si dimostra poco coerente in quanto non riesce ad analizzare nemmeno gli scopi

che si era prefissata.

7 TESI → limiti della pedagogia linguistica tradizionale

La quinta, la sesta e la settima tesi trattano una critica estremamente radicale della pedagogia linguistica e dopo aver

delineato i suoi punti più deboli non si poteva fare a meno di presentare un quadro riassuntivo dei più grani limiti

amputati a quest’ultima.

L’attacco della pedagogia tradizionale è portato avanti nella settima tesi, ferma nel condannare l’inefficacia di un

insegnamento eccessivamente normativo ed arroccato su regole cristallizzate di fatto inutili.

Le caratteristiche generali della pedagogia linguistica tradizionale, scrive Tullio de Mauro, sono da ricercare nel fatto

che era imitativa, prescrittiva ed esclusiva tanto che afferma “devi dire sempre e solo così, poiché il resto è un errore”.

Vi era infatti una vera e propria ossessione degli sbagli, che si sviluppò fin da primo trimestre della prima elementare,

prolungandosi per tutti gli anni di scuola (riferimento alla tesi 6)

Fra i principali limiti della pedagogia linguistica tradizionale si può far riferimento:

1) Pretendere di operare in modo settoriale:

Tale disciplina è in grado di ignorare la portata generale dei processi di maturazione linguistica, i quali sono finalizzati

allo sviluppo delle capacità linguistiche.

Tale sviluppo non si verificherà mai a pieno in quanto la pedagogia linguistica tradizionale operando settorialmente,

tiene in considerazione soltanto le capacità produttive scritte (la composizione), le quali sono anche scarsamente

morivate da necessità reali. Vengono infatti completamente ignorate le capacità ricettive (lettura ed ascolto).

2) Da importanza solo alle capacità di produzione scritta tralasciando le capacità di produzione orale:

Un esempio di tale asserzione è dato dall’interrogazione, dove l’attenzione è focalizzata soltanto sui contenuti della

risposta e non sulla capacitò di organizzare un discorso orale.

La capacità di produzione orale vengono meno e ciò ha riflessi negativi oltre che nel complesso della capacità

linguistico-comunicative dell’individuo, anche sull’apprendimento dell’ortografia.

(aspetto comunque tralasciato dalla pedagogia linguistica tradizionale, come spiegato nella tesi 6)

3) Tendenza a sviluppare la capacità di parlare a lungo:

Trattare a lungo di uno stesso argomento non è produttivo, anzi risulta essere poco proficuo per lo sviluppo delle

capacità linguistiche poiché si tende a dare sempre meno rilevanza alle competenze di trasformazione dei testi, quali:

prendere buoni appunti, schematizzare, sintetizzare, avere la capacità di scegliere un determinato tipo di vocabolario

piuttosto che un altro a seconda delle situazioni in cui si svolge l’evento comunicativo.

4) L’importanza della grammatica:

La pedagogia linguistica tradizionale ha avuto come obiettivo, quello di dare grande importanza alla competenza

grammaticale(“devi dire sempre e solo così poiché il resto è un errore”:vi era una vera e propria ossessione degli sbagli)

Le principali attività erano quelle di insegnare l’analisi grammaticale e logica e le regole sintattiche

(parte della linguistica che studia le regole per la combinazione delle parole nelle frasi del periodo)

Anche in relazione a questo punto sono state mosse diverse critiche, soprattutto da parte di quei studiosi che si erano

occupati del problema dell’educazione linguistica.

Critiche all’insegnamento grammaticale della pedagogia linguistica t

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A.A. 2018-2019
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mi.na.23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof De Renzo Francesco.