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I reattori RBMK sono moderati a grafite e refrigerati ad acqua leggera
bollente, incanalata in un sistema di tubi in pressione entro cui sono collocati gli
elementi di combustibile e in alcuni casi anche le barre di controllo. Tubi e
recipienti collettori distribuiscono l’acqua in pressione all’ingresso dei singoli
canali e, all’uscita degli stessi, raccolgono la miscela bifase da cui viene
separato il vapore surriscaldato, il quale sarà poi inviato direttamente
all’espansione in turbina. A valle del condensatore e delle pompe, l’acqua è
nuovamente convogliata nel circuito primario del reattore attraverso
scambiatori rigenerativi e pompe di alimento. Il reattore è circondato da
schermi biologici in cemento e sabbia ed anche la parte superiore è chiusa da
una spessa lastra di cemento. Il reattore RBMK è considerato insicuro, in quanto
è molto difficile rendere stabile il flusso neutronico e poiché è praticamente
assente un vero sistema di contenimento.
I reattori VVER, invece, sono refrigerati e moderati ad acqua leggera in
pressione. Essi hanno un sistema primario con sei circuiti di refrigerazione,
ognuno con valvole di isolamento, pompa di circolazione e generatore di
vapore. Il turbo gruppo di ogni reattore è costituito da due turbine e il
pressurizzatore è collegato alla gamba calda di uno dei sei circuiti ed è fornito
di due valvole di sicurezza. Gli elementi di combustibile hanno sezione
esagonale e le barre di controllo sono sostanzialmente identiche a quelle di
combustibile. Anche questi tipi di reattore però, presentano delle carenze
progettuali importanti, quindi sono considerati anch’essi poco sicuri.
4.3.Reattori di ricerca
I reattori da ricerca vengono utilizzati per numerosi scopi tecnici e
scientifici nel campo delle prove tecnologiche, della fisica, per l’addestramento
del personale e anche per studiare le condizioni di funzionamento di una
determinata categoria di reattori. Essi in genere richiedono alti flussi di neutroni
termici o veloci, ampio spazio disponibile per le sperimentazioni, mentre non è
importante la temperatura di uscita del fluido refrigerante, in quanto il calore
viene dissipato nell’ambiente. Fra le ricerche fisiche si possono citare gli studi
57
sulla riflessione, rifrazione e polarizzazione dei neutroni, l’influenza della
temperatura sulla cinetica dei reattori o le misure di energia dei neutroni. Altre
importanti ricerche scientifiche si possono compiere in chimica, medicina o
biologia, sia direttamente sul reattore sia utilizzando gli isotopi radioattivi che
esso consente di produrre. L’ingegneria nucleare si vale dei reattori da ricerca
ad esempio per lo studio della purezza dei materiali, per lo studio della
resistenza alla corrosione, per il danneggiamento del combustibile ed il suo
consumo massimo e infine per lo studio dei dispositivi di protezione. Questa
varietà di compiti mostra come siano necessari diversi tipi di reattori e questo
rende difficile un’accurata classificazione. I più importanti sono il reattore
omogeneo acquoso, dotato di molti fori che consentono di far uscire neutroni e
di introdurre materiali da irraggiare, il reattore a piscina, costituito da una vasca
ripiena d’acqua che funge da refrigerante e moderatore e un nocciolo disposto
in una scatola metallica fissata in alto e infine il reattore MTR, formato da un
serbatoio principale entro il quale si trovano gli elementi di combustibile, dal
quale l’acqua di raffreddamento viene fatta circolare attraverso un sistema di
pompe in serbatoi ausiliari e in un evaporatore.
4.4.Reattori convertitori e autofertilizzanti
Il fenomeno della conversione, ossia della produzione di materiali fissili a
partire da elementi fertili, si verifica in qualsiasi reattore: esso infatti dipende
dall’assorbimento dei neutroni da parte dell’uranio. Tuttavia generalmente tale
fenomeno è molto limitato e non ha grande importanza pratica, però vi sono
dei reattori particolarmente progettati in modo da esaltare questa reazione così
da ottenere quantità non trascurabili di nuovo materiale fissile.
I reattori del tipo FBR o reattori veloci autofertilizzanti, utilizzando
materiale fertile, producono più fissile di quanto se ne consumi: presentano cioè
un fattore di conversione maggiore di uno. Si definisce tempo di raddoppio
(generalmente 15 o 20 anni) il tempo in cui il reattore produce una quantità di
combustibile doppia rispetto a quella originaria. Nei reattori FBR non esistono
moderatori e le fissioni sono provocate da neutroni veloci, non rallentati; inoltre
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occorre che l’arricchimento del combustibile sia elevato. Per il raffreddamento
del nocciolo si predilige utilizzare del sodio liquido, che consente di ottenere in
uno scambiatore di calore, vapore ad alta pressione e temperatura. Si adottano
tre circuiti idraulici per il trasferimento di potenza alla turbina: nel primario il
sodio asporta calore al nocciolo e lo trasferisce al sodio del circuito secondario,
il quale trasferisce ulteriormente energia al generatore di vapore del circuito
terziario che comprende la turbina a vapore. Il nocciolo infine è caratterizzato
da una parte centrale in cui avvengono le reazioni di fissione e da un mantello
radiale periferico in cui hanno luogo le reazioni di fertilizzazione.
4.5.Reattori nucleari a fusione
La fusione nucleare controllata appare come la futura fonte ottimale,
sotto vari punti di vista, per la produzione di energia elettrica. Nonostante gli
innumerevoli sforzi economici e scientifici, attualmente non si è ancora
individuata un’unica strada sicura che porti alla possibilità di sfruttare
industrialmente questo processo che avviene in natura nelle stelle; per questa
ragione la fusione è ancora in una fase di ricerca e sviluppo. La fusione è una
fonte energetica basata sulla formazione di nuclei ottenuti facendo reagire tra
loro nuclei più leggeri all’interno di un gas ionizzato detto plasma, ma sono
necessarie altissime temperature. Se l’energia prodotta da fusione divenisse
una sorgente sufficientemente economica avrebbe sicuramente un numero
significativo di aspetti positivi rispetto a forme più tradizionali di produzione. I
vantaggi più universalmente riconosciuti sarebbero l’abbondanza di
combustibile, l’assenza di rischi di incidente nucleare, di inquinamento dell’aria,
di rifiuti nucleari e di proliferazione per armamenti nucleari. Infatti il deuterio
può essere estratto direttamente dall’acqua, il trizio si può generare facendo
interagire il litio con i neutroni prodotti dalla reazione stessa, l’unico tipo di
scoria sarebbe l’elio, materiale non radioattivo e le centrali a fusione non
produrrebbero energia tramite combustibili fossili perciò non inquinerebbero
l’ambiente e l’atmosfera. Per gli impianti a fusione sono in corso principalmente
due programmi, l’ICF o energia da fusione inerziale e l’MFE o energia da fusione
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magnetica, ma in entrambi i casi il funzionamento avviene analogamente: una
miscela di deuterio-trizio viene immessa nella camera a vuoto del reattore e
portata alle condizioni di fusione; successivamente i neutroni, grazie alla loro
energia, vengono assorbiti in un mantello circostante costituito da un
moderatore e raffreddato da un metallo liquido come il litio. L’energia dei
neutroni viene dissipata attraverso molte collisioni con i nuclei del mantello,
creando così grandi quantità di calore che viene rimosso da un refrigerante, il
quale lo trasporta ad uno scambiatore di calore e quindi ad un impianto che
genera energia elettrica con l’uso di turbine a vapore. Inoltre i neutroni
interagiscono con il litio per generare trizio, il quale viene separato per essere
reimmesso nel reattore sottoforma di combustibile. La fusione nucleare dunque
è una fonte energetica alternativa a quelle attuali e con potenziali vantaggi in
termini di emissioni, sicurezza e disponibilità di combustibile, ma per
raggiungere la maturità e poter dimostrare la sua competitività anche in termini
economici richiede lo sviluppo di tecnologie innovative in molti settori, con un
approccio multidisciplinare che ha già portato a progressi e risultati in questo
campo. 60
CAPITOLO 5
Sicurezza nucleare
5.1.Obiettivi ed elementi di sicurezza nucleare
La sicurezza è una priorità essenziale nella progettazione, nello sviluppo,
nella disattivazione e nell’esercizio delle installazioni nucleari. Gli obiettivi di
sicurezza per i reattori nucleari consistono nell’assicurare condizioni tali da
soddisfare principi di protezione multipli, diversificati e ridondanti. Durante le
normali operazioni gli impianti devono garantire margini di sicurezza adeguati
per prevenire incidenti e consentire alla popolazione e ai lavoratori di non
ricevere radiazioni superiori ai limiti stabiliti, evitando così conseguenza
negative sulla salute delle persone e sull’ambiente. Nel corso del tempo si sono
create delle reti internazionali di scambio di informazioni ed esperienza inerenti
il tema della sicurezza nucleare: degli esempi sono il WANO (World Association
of Nuclear Operators), grazie al quale anche gli operatori meno esperti nella
gestione di impianti nucleari possono seguire l’esempio e le pratiche messe a
punto da altri esercenti più esperti, oppure il WENRA (Western European
Nuclear Regulators Association), il quale oltre allo scambio di informazioni ha
come scopo l’armonizzazione dei criteri di sicurezza e protezione dei paesi
aderenti.
Sin dai primi tempi del nucleare si è cercato di adottare dei principi
generali di sicurezza per aumentare l’affidabilità della tecnologia nucleare: si
cerca di individuare gli incidenti con metodi statistici deterministici o
probabilistici per una maggiore prevenzione, si adotta la garanzia della qualità
che consente progressi verso l’ottenimento di prodotti più conformi alle
specifiche richieste, si rafforza la difesa in profondità (creazione di vari livelli di
difesa indipendenti l’uno dall’altro) e la cultura di sicurezza e infine in alcuni casi
si preferisce l’uso di sistemi semplici piuttosto che complessi.
61
In ogni paese è istituita l’Autorità di Sicurezza Nazionale (ASN),
un’agenzia statale indipendente che svolge la funzione di regolamentazione e
controllo delle attività connesse con l’uso pacifico dell’energia nucleare. Al fine
di svolgere il proprio ruolo l’ASN definisce indirizzi, obiettivi, criteri di sicurezza
e svolge attività di valutazione e controllo, definendo regolamentazioni e guide
tecniche, imponendo limiti e condizioni per l’esercizio, effettuando ispezioni e<