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DELL’ AMBIENTE MARINO
3.1 Organizzazione marittima internazionale (IMO)
L’Organizzazione marittima internazionale, IMO (International Maritime
Organization), è un istituto specializzato delle Nazioni Unite incaricato di
sviluppare i principi e le tecniche della navigazione marittima internazionale
al fine di promuovere la cooperazione, progettazione e sviluppo del trasporto
marittimo internazionale rendendolo più sicuro ed ordinato; quindi garantire
la sicurezza della navigazione, la protezione dell’ambiente marino e la
42
prevenzione dell’inquinamento marino e atmosferico causato dalle navi.
L’IMO sostiene gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite . I
43
suoi obiettivi sono espressi al meglio dal suo slogan: “Navigazione sicura,
affidabile ed efficiente in oceani puliti”. In sostanza, l’IMO stabilisce la
politica per il trasporto marittimo internazionale, impedendo ai caricatori di
42 DICA Com Iocp Imo | www.governo.it
43 Organizzazione marittima internazionale 48
scendere a compromessi sulla sicurezza e la protezione ambientale per
risolvere problemi finanziari e incoraggiando l’innovazione e l’efficienza.
L’IMO è stato uno dei primi organismi specializzati delle Nazioni Unite a
sviluppare convenzioni multilaterali, che sono diventate la base della
legislazione marittima internazionale. Tali convenzioni sono state firmate da
tutti gli Stati membri e sono obbligatorie per tutti i membri. Fin dalla sua
creazione, l’IMO ha come obiettivo principale lo sviluppo di trattati
internazionali e convenzioni che promuovano la sicurezza marittima, la
prevenzione dell’inquinamento marino da navi e la protezione dell’ambiente
marino . È stato sempre riconosciuto che il modo migliore per migliorare la
44
sicurezza in mare è quello di sviluppare regolamenti internazionali che siano
seguiti da tutte le nazioni marittime; infatti, dalla metà del XIX secolo in poi
sono stati adottati un certo numero di trattati di questo tipo. Diversi paesi
hanno proposto l'istituzione di un organismo internazionale permanente per
promuovere più efficacemente la sicurezza marittima, ma solo con
l'istituzione delle Nazioni Unite che queste speranze si sono realizzate. Nel
1948 una conferenza internazionale a Ginevra adottò una convenzione che
istituiva formalmente l'IMO (il nome originale era Organizzazione Consultiva
Marittima Intergovernativa, o IMCO, ma il nome fu cambiato nel 1982 in
IMO). La Convenzione IMO45 è entrata in vigore nel 1958 e la nuova
44 L’IMO e la lotta all’inquinamento ambientale nei mari - NAVIMEDIA
45 Convenzione sull'Organizzazione marittima internazionale 49
Organizzazione si è riunita per la prima volta l'anno successivo. Attualmente
ad essa aderiscono 176 Paesi membri ed ha sede a Londra. L’IMO è articolata
in una Assemblea che si riunisce a cadenza biennale (ultima sessione nel
2023), un Segretariato (composto da circa 300 unità), un Consiglio (40 Stati
membri), cinque Comitati principali e nove Sottocomitati. L’Italia è membro
del Consiglio ed è inclusa nel ristretto gruppo dei dieci principali Paesi che
forniscono maggiore impulso allo sviluppo e alla sicurezza del trasporto
marittimo. Tale riconoscimento deriva dal fatto che il nostro è tra i Paesi che
hanno ratificato il maggior numero di Trattati attualmente in vigore e che
possiede una flotta ampiamente rinnovata e tecnologicamente avanzata, che è
garanzia di sviluppo e sicurezza della navigazione e di tutela dell’eco-sistema
marino. L’istituzione dell’IMO nasce dall’esigenza di regolare con standard
internazionali il trasporto marittimo, un settore che copre il 90% del
commercio internazionale. L’Organizzazione vigila sull’applicazione
dell’originaria Convenzione e dei suoi aggiornamenti ed elabora nuovi atti
internazionali che fanno stato ed accompagnano l’evoluzione che il trasporto
marittimo, l’industria cantieristica, le rotte e la tecnologia, hanno conosciuto
a partire dalla seconda metà del ventesimo secolo. Le principali tematiche in
cui si declina l’attività dell’Organizzazione sono trattati dai seguenti
comitati: Maritime Safety Committee (MSC), Marine Environment
Protection Committee (MEPC), Legal Committee, Technical Co-operation
Committee e Facilitation Committee. In ambito IMO è stato, inoltre, istituito 50
l’insieme dei Fondi IOPC che consentono un pronto indennizzo dei danni
economici ed ambientali dovuti sia ad incidenti marittimi sia allo sversamento
accidentale di idrocarburi e materie inquinanti nelle acque, basandosi sul
principio della “responsabilità oggettiva” a carico dell’armatore della nave
che determina il danno, del proprietario e del destinatario del carico. L’Italia
è tra i principali contribuenti ai Fondi. L’Italia, uno dei principali Paesi per la
consistenza della flotta mercantile e contribuisce al funzionamento dell’IMO
con una quota del 2% circa del bilancio dell’Organizzazione . Scopi
46
dell'Organizzazione sono "fornire un meccanismo per la cooperazione tra i
governi nel campo della regolamentazione governativa e delle pratiche
relative a questioni tecniche di ogni tipo che interessano le navi impegnate nel
commercio internazionale; incoraggiare e facilitare l'adozione generale delle
norme più rigorose possibili in materia di sicurezza marittima, efficienza della
navigazione e prevenzione e controllo dell'inquinamento marino provocato
dalle navi". L'Organizzazione ha inoltre il potere di occuparsi di questioni
amministrative e legali relative a tali scopi. Il primo compito dell'IMO è stato
quello di adottare una nuova versione della Convenzione internazionale per
la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS47), il più importante di tutti
i trattati che si occupano di sicurezza marittima. Questo obiettivo è stato
46 IMO – Organizzazione Marittima Internazionale – Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale
47 In Italia è stata ratificata con Legge n. 313 del 1980. 51
raggiunto nel 1960 e l'IMO ha poi rivolto la sua attenzione a questioni quali
la facilitazione del traffico marittimo internazionale, le linee di carico e il
trasporto di merci pericolose, mentre il sistema di misurazione del
tonnellaggio delle navi è stato rivisto. Sebbene la sicurezza fosse e rimanga
la responsabilità più importante dell'IMO, un nuovo problema ha iniziato a
emergere: l'inquinamento. L'aumento della quantità di petrolio trasportato via
mare e delle dimensioni delle petroliere era particolarmente preoccupante e il
disastro del Torrey Canyon del 1967, in cui furono sversate 120.000 tonnellate
di petrolio, dimostrò l'entità del problema. Negli anni successivi l'IMO
introdusse una serie di misure volte a prevenire gli incidenti delle petroliere e
a minimizzarne le conseguenze. Ha inoltre affrontato la minaccia ambientale
causata da operazioni di routine come la pulizia dei serbatoi di carico del
petrolio e lo smaltimento dei rifiuti della sala macchine, una minaccia più
grande dell'inquinamento accidentale in termini di tonnellaggio. La più
importante di tutte queste misure è stata la Convenzione internazionale per la
prevenzione dell'inquinamento causato da navi del 1973, modificata dal
relativo protocollo del 1978 (MARPOL 73/78). Copre non solo
l'inquinamento accidentale e operativo da idrocarburi, ma anche
l'inquinamento da sostanze chimiche, merci in forma imballata, acque reflue,
rifiuti e inquinamento atmosferico. All'IMO è stato anche affidato il compito
di istituire un sistema di indennizzo per coloro che hanno sofferto
economicamente a causa dell'inquinamento. Sono stati adottati due trattati, 52
nel 1969 e nel 1971, che hanno permesso alle vittime dell'inquinamento da
idrocarburi di ottenere un risarcimento in modo molto più semplice e rapido
di quanto fosse possibile in precedenza. Entrambi i trattati sono stati
modificati nel 1992 e nel 2000 per aumentare i limiti di indennizzo da pagare
alle vittime dell'inquinamento. Da allora sono state sviluppate numerose altre
convenzioni giuridiche, la maggior parte delle quali riguarda questioni di
responsabilità e risarcimento. Sempre negli anni '70 è stato avviato un sistema
globale di ricerca e salvataggio, con l'istituzione dell'Organizzazione
internazionale dei satelliti mobili (IMSO), che ha notevolmente migliorato la
fornitura di messaggi radio e di altro tipo alle navi. Il Global Maritime
Distress and Safety System (GMDSS) è stato adottato nel 1988 e ha iniziato
ad essere introdotto gradualmente a partire dal 1992. Nel febbraio 1999, il
GMDSS è diventato pienamente operativo, in modo che ora una nave che si
trova in pericolo in qualsiasi parte del mondo possa avere praticamente la
garanzia di assistenza, anche se l'equipaggio della nave non ha il tempo di
chiedere aiuto via radio, poiché il messaggio verrà trasmesso
automaticamente. Due iniziative degli anni '90 sono particolarmente
importanti nella misura in cui riguardano l'elemento umano nel trasporto
marittimo. Il 1° luglio 1998 è entrato in vigore il codice internazionale di
gestione della sicurezza, che è diventato applicabile alle navi passeggeri, alle
petroliere e alle chimichiere, alle navi portarinfuse, alle gasiere e alle unità
veloci da carico di stazza lorda pari o superiore a 500 tonnellate. Dal 1° luglio 53
2002 è diventato applicabile ad altre navi da carico e unità mobili di
perforazione offshore di stazza lorda pari o superiore a 500 tonnellate. Il 1°
febbraio 1997 sono entrate in vigore le modifiche del 1995 alla Convenzione
internazionale del 1978 sulle norme relative alla formazione della gente di
mare, al rilascio dei brevetti e alla guardia. Esse migliorano notevolmente gli
standard dei marittimi e, per la prima volta, conferiscono all'IMO il potere di
controllare le azioni del governo con le Parti tenute a presentare informazioni
all'IMO in merito alla loro conformità alla Convenzione. Nel 2010 è stata
completata un'importante revisione della convenzione e del codice STCW
con l'adozione delle "modifiche di Manila alla convenzione e al codice
STCW". Negli anni 2000 sono state adottate nuove convenzioni relative
all'ambiente marino, tra cui una sui sistemi antivegetativi (AFS 2001), un'altra
sulla gestione delle acque di zavorra per prevenire l'invasione di specie
esotiche (BWM 2004) e un'altra sul riciclaggio delle navi (Convenzione
internazionale di Hong Kong per il riciclaggio sicuro e compatibile