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IL TRONO DI SPADE

Nonostante il lungo lavoro in televisione, Martin non era avvezzo a vedere le sue opere adattate a quel medium; un'eccezione è rappresentata da Sandkings, racconto edito nel 1979 sulla rivista di genere fantascientifico Omni e tradotto in Italia con il titolo di Re della Sabbia nell'omonima raccolta, il quale nel 1995 divenne l'ispirazione per il primo episodio della serie televisiva Oltre i limiti. Conoscendo il mondo della televisione e i limiti da essa richiesti, Martin aveva spesso osteggiato l'idea di una trasposizione della sua saga principale, sebbene fosse stato molto più refrattario nei confronti di un adattamento cinematografico. Infine, dopo l'uscita di A Clash for Kings e la sua acclamazione come bestseller, l'autore decise che un'operazione di trasposizione in campo televisivo poteva essere compiuta, a patto che lui fosse coinvolto nell'operazione e che a occuparsene fosse stata la HBO.

1. GAME OF

THRONES

Purtroppo prima di allora la HBO non aveva mai sviluppato serie televisive fantasy, ma Martin confidava nella competenza di coloro che lavoravano all'interno di quel canale televisivo. Il motto della HBO, infatti, recita "It's not tv, it's HBO", una frase che riassume lo scopo del canale, fin dal suo concepimento, di fare una televisione di qualità, che non fosse subordinata alle richieste del pubblico, bensì producesse e trasmettesse opere ritenute di ottimo pregio. Kramer, a tale proposito, definirà lo stile HBO "un esempio lampante di come la televisione americana e inglese sia diventata, negli ultimi quindici anni, migliore".

G.R.R. Martin, Sandkings, in "Omni", 1979.

G.R.R. Martin, I re di sabbia, Mondadori, Milano, 2008.

I signori della sabbia (The Sandkings), ep. n. 1 della prima stagione di Oltre i limiti (The Outer Limits), USA, 1995.

B. Cogman, Inside HBO's Game of Thrones: Season 1 & 2.

Chronicle Books, San Francisco, 2012, p. 5.
212 Westeros. Il trono di spade dal romanzo alla realtà, MaBED, 2015.
F. Cannata, 97213 del cinema.
Nata l'otto novembre 1972, la HBO ha sempre posto la qualità prima di ogni altro aspetto, mantenendo così in onda serie televisive che su altri canali sarebbero state cancellate dopo i primi episodi; infatti, portando all'attenzione del pubblico solo prodotti ritenuti di alto livello, ha creato una vera e propria "brandizzazione dei programmi" grazie inoltre alle spese di cui si è fatta carico per consentire una loro ottima riuscita. È dunque chiaro l'entusiasmo dimostrato da Martin per un progetto che in passato gli aveva dato molti dubbi: - grazie alla HBO, la sua saga poteva vantare un budget tanto elevato circa - 215 cinque milioni a episodio, a eccezione del primo che ne costò quasi dieci per permettergli di girare in stati diversi, tra cui l'Irlanda del Nord.

La Croazia e la Spagna, e di avere un casting numeroso, tra personaggi principali, secondari e 216 comparse. Il successo della trasposizione de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco non è stato però garantito solo dalla partecipazione attiva della HBO, ma dalla presenza di due abili collaboratori, che insieme a Martin sceneggiatore e story editor della serie televisiva si misero a capo del progetto: David Benioff, già sceneggiatore de La 25ª ora, Troy e della trasposizione cinematografica del romanzo Il cacciatore di aquiloni, e Daniel Brett Weiss (in arte D.B. Weiss), scrittore e a sua volta sceneggiatore. Martin temeva che la vastità dei contenuti e dei personaggi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco potesse spaventare Benioff e Weiss, che al contrario si dissero soddisfatti della sfida che li attendeva. Oltre all'aiuto in termini economici, la HBO si dimostrò capace di promuovere la nuova serie televisiva con una mirata campagna pubblicitaria,

partendo prima di tutto dalla definizione "I Soprano della Terra di Mezzo", che accomunava un valente prodotto della rete al più elogiato fantasy del Novecento. Mike Hopper, direttore degli Affari Societari della HBO, ha elencato i quattro passaggi in cui la sua rete sviluppa la campagna promozionale di una serie televisiva: la Dichiarazione di P. Kramer in M. Jancovich, J. Lyons (a cura di), Quality Popular television, PFI, Londra, 2003, p. 1. 214
F. Cannata, op. cit. 215
C. Poli, Il mondo de Il Trono di Spade, Sperling & Kupfer, Milano, 2015, p. 223. 216
F. Cannata, op. cit. 217
Ibidem. 98
socializzazione attraverso premiére e party, la partecipazione agli eventi, la flessibilità che unisce eventi diversi tra loro e la grande considerazione data a ciascuno di essi, per quanto piccolo possa essere. Il lavoro della HBO fu inoltre affiancato dalla Campfire Production, che nel 2010 organizzò la sua campagna pubblicitaria invitando i futuri

spettatori a fare esperienza di Westeros"in prima persona, consentendogli di accedere ad informazioni segrete,219anticipando l'esperienza del prodotto televisivo." Un ruolo fondamentale èstato svolto anche dai trailer, in particolare modo da Iron Throne, un video di unsolo minuto che presenta i personaggi principali della prima stagione (Ned,Daenerys, Jon, Robert, Jaime, Cersei, Ditocorto) seduti sul Trono di Spade eaccompagnati dalle citazioni che nel giro di pochi mesi sarebbero entrare nella220storia della televisione, oltre a caratterizzare alla perfezione ciascuno di loro :–emblematica è la frase finale pronunciata da Jaime «I'll kill the whole bloody–lot of them until you and I are the only people left in this world» e profetica–quella che Ned rivolge a Jon «You may not have my name, but you have my–blood» che assume un nuovo significato dopo la rivelazione, avvenuta nelcorso della sesta stagione,

Sulle vere origini del ragazzo. Così, il diciassette aprile 2011, la rete americana HBO trasmette il primo episodio di Game of Thrones, dal titolo Winter is coming, motto della famiglia Stark, protagonista della saga. Al momento sono state messe in onda sette delle otto stagioni previste, contenti dieci episodi ciascuno per evitare di superare il budget ottenuto sebbene siano stati annunciate tra le sei e le sette puntate per le ultime due stagioni permettendo dunque alla serie televisiva di superare l'arco narrativo presentato nella saga cartacea di Martin. Benioff e Weiss hanno cercato di rimanere fedeli all'originale, soprattutto nella realizzazione della prima e della seconda stagione, ma l'ampiezza dei libri di Martin li ha costretti a posticipare avvenimenti che nei libri erano accaduti contemporaneamente.

Martin (a cura di), Lacostruzione dell'immaginario seriale contemporaneo. Eterotopie, personaggi, mondi, Mimesis, Milano, 2013, p. 30.

Game of Thrones "Iron Throne" Preview (HBO)

F. Cannata, op. cit. 99altri: è così che, mentre le prime due stagioni si riferiscono agli eventi narrati in A Game of Thrones e A Clash of Kings, la terza mostra circa due terzi della tramadi A Storm of Sword, che riprende nella quarta stagione con il matrimonio e la morte di Joffrey, permettendo in tal modo al nono episodio della stagione–precedente tradizionalmente quello in cui avviene, nelle stagioni dispari, uno–dei momenti più sconvolgenti per il pubblico di culminare con le Nozze Rosse; dal momento che gran parte di A Feast for Crows e A Dance with Dragons avvengono nello stesso lasso di tempo, la quarta stagione mette insieme episodi degli ultimi tre libri pubblicati, la quinta aggiunge eventi che nella saga

cartaceanon sono ancora avvenuti e la sesta e la settimana, infine, ne inventanocompletamente di nuovi. La scelta di continuare con la messa in onda della serie,anticipando rivelazioni e situazioni cruciali degli ultimi due volumi de LeCronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha infastidito una grossa parte dei fan dellasaga di Martin, tuttavia la HBO non disponeva di alternative, poiché èimpensabile ipotizzare di rimandare di anni la messa in onda delle stagioni finali.Il Trono di Spade, quindi, rappresentando una moltitudine di linee narrativeprincipali, personaggi e luoghi si denota come una messa in scena di altissimo222livello, che ha bisogno di un cambio registico costante per rappresentare almeglio ogni evento e il development di ciascun personaggio. L'epica, che untempo denotava soltanto un genere letterario (da Omero a Tasso), passaattraverso il cinema e giunge quindi alla televisione per indicare un prodotto223sviluppato attraverso grandi mezzi , tra appunto il

Il numero di comparse e il budget utilizzato caratterizzano appieno la serie televisiva tratta dai libri di Martin. Il successo de Il Trono di Spade è immediato.

In Italia i primi due episodi vennero trasmessi in anteprima al Telefilm Festival di Milano il 29 giugno 2011, dopodiché a occuparsi dell'intera stagione è stato Sky Cinema, che ha messo in onda la serie, in data 11 novembre dello stesso anno, con il titolo Il Trono di Spade; il direttore di Rai 4 Carlo Freccero l'acquistò in prima visione sulla televisione pubblica il 2 maggio 2013. C'è una netta distinzione tra gli obiettivi della HBO e di Rai 4: la prima rete cerca di conquistare un pubblico intellettuale, proponendo prodotti di alta qualità, mentre la seconda vuole catturare l'attenzione di.

Fonti:

  1. L. Bandirali, E. Terrone., Filosofia delle serie tv: dalla scena del crimine al Trono di Spade, Mimesis, Milano, 2013, p. 210.
  2. M. Boni, in S. Martin (a cura di), op. cit., p. 27.

Quella fetta di spettatori che le prime tre reti non sono riuscite a coinvolgere. Entrambe, però, mirano ad avvicinarsi agli utenti che interagiscono sul web, e ciò è evidente sia nella citata dichiarazione di Freccero che nella nascita di HBO GO, un sito che offre contenuti streaming in HD, derivati dalla programmazione originale HBO e non solo.

C'è però una grossa differenza tra la programmazione de Il Trono di Spade sulle reti HBO, Sky Cinema e Rai 4: in questo ultimo caso, il programma venne trasmesso in prima serata solo dopo averne apportato numerose censure, relative in particolare modo alle scene di sesso, per essere poi riproposta senza tagli in seconda serata. Nonostante questa decisione, l'AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione) ha richiesto...

Dettagli
A.A. 2016-2017
328 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilmondohacolori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e analisi del linguaggio cine-televisivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Valentini Paola.