EAUJEAN ENSON
Spearman and Thurstone on Intelligence Test Score Interpretation. Applied
Measurement in Education, 2019., p. 200.
23 B , T. J., Genes, evolution and intelligence, Behavior Genetics, Springer,
OUCHARD
2014, pp. 549-577. 17
denunciato il concetto di g, considerandolo come supporto di una
24
visione non realistica dell’intelligenza umana. Burt e Vernon, inoltre,
ritenendo il fattore g importante ma non sufficiente per spiegare
l’intelligenza, elaborarono una serie di modelli e metodi finalizzati a
rilevare oltre che il suddetto fattore anche altre abilità e capacità, che
sarebbero allo stesso modo coinvolte nella valutazione
25
dell’intelligenza. Tuttavia, nonostante questi contributi, il vero dibattito
26
“uno vs molti” ha inizio con il lavoro di Louise Leon Thurstone.
1.5 Le teorie multifattoriali dell’intelligenza
Alla fine degli anni Venti del secolo scorso cominciò ad essere
messa in discussione la concezione sostenuta dalle teorie
monofattoriali che considerano l’intelligenza come una qualità unitaria.
Emergono, diversamente, concezioni multifattoriali dell’intelligenza che
riconoscono quest’ ultima come risultato dell’interazione tra più fattori
indipendenti tra loro, senza la considerazione di un fattore g a monte
27
(M. Franco, L. Tappatà, 2007).
1.5.1 La teoria multifattoriale di Thurstone
L. L. Thurstone (1887-1995) fu considerato, alla pari di Charles
Spearman, un pioniere nel campo delle ricerche riguardanti
l’intelligenza, autore non solo di metodologie atte a valutarla, ma anche
24 G S. J., The Mismeasur of Man, New York, Norton W. W. & Company, 1981.
OULD
25 B , C. L., Experimental Tests of General Intelligence, British Journal of
URT
Psychology, op. cit., 94-177.
26 B A.A., B N. F., The One and the Many: Enduring Legacies of
EAUJEAN ENSON
Spearman and Thurstone on Intelligence Test Score Interpretation. Applied
Measurement in Education, 2019., op.cit., p. 200.
27 Franco M., Tappatà L., Intelligenza socio-emotiva. Cos’è, come si misura, come
svilupparla., Roma, Carocci, 2007. 18
di teorie sulla sua struttura e funzione. In principio, si pensava che tra i
due autori vi fossero differenze relative in particolare agli approcci
metodologici, ma fu, in seguito, dimostrato come questi ultimi fossero,
28
in realtà, abbastanza simili (Bartholomew, 1995) . Le differenze di
metodo riscontrabili risultavano sostanzialmente da filosofie e da
approcci all’intelligenza notevolmente diversi. Posto in confronto con
quello di Spearman, il modello di intelligenza delineato da Thurstone
negli anni ’30 evidenziava una concezione completamente diversa di
importanti fattori cognitivi. Egli propose, avvalendosi di un particolare
metodo di analisi fattoriale, una teoria multifattoriale dell’intelligenza,
secondo cui la prestazione a un test dipende da un certo numero di
abilità primarie (fattori di gruppo) che, interagendo tra loro e
influenzandosi a vicenda, generano le più disparate attività di pensiero.
Somministrando ben cinquantasei test ad un campione
composto da duecentoquaranta studenti universitari Thurstone
individua sette abilità mentali primarie, tra loro indipendenti e dunque
29
non riconducibili ad un’unica dimensione d’insieme. Differenziandosi
anche in questo caso da Spearman, egli non prevede una struttura
gerarchica dei fattori individuati, ma una disposizione disordinata, dove
ogni dimensione gode della stessa importanza. Tali fattori o abilità sono:
● la visualizzazione spaziale (S), misurata da prove che
richiedono il riconoscimento di figure geometriche in
diverse posizioni dello spazio;
● l’attitudine matematica (N), misurata da prove che
valutano la rapidità nel calcolo numerico;
● la rapidità nella percezione dei dettagli (P), misurata da
prove che richiedono un rapido riconoscimento di simboli;
28 B D. J., Spearman and the origin and development of factor analysis,
ARTHOLOMEW
British Journal of Mathematical and Statistical Psychology, 1995, 48, op. cit. 211-220.
29 G A., M S., S G., L’intelligenza. Teorie e modelli, op. cit., p. 24.
ANGEMI ICELI PRINI 19
● la capacità di cogliere idee e significati (V),
● la fluidità verbale (W), misurata da prove che richiedono
un’ampia produzione verbale;
● la memoria (M), misurata da test che valutano la
riproduzione mnemonica di parole, lettere, numeri;
● l’abilità intuitiva (I), indagata da prove che misurano il
ragionamento induttivo (serie da completare, ecc.).
Thurstone spostò dunque l’attenzione proprio su quelle
componenti specifiche che Spearman considerava essere sottese ad
un fattore generale, definendo l’intelligenza come risultante dalle
suddette abilità mentali.
Durante il suo percorso da ricercatore Thurstone sviluppa,
insieme alla moglie Thelma, uno strumento basato sulla teoria della
PMA (Primary Mental Abilities), il Tests of Primary Mental Abilities. In
base all’età del campione a cui viene somministrato si distinguono
versioni diverse dello strumento: il PMA K-1 (somministrato dalla fine
della scuola materna alla prima elementare), il PMA 2-4 (dalla fine della
prima alla terza elementare), il PMA 4-6 (dalla terza elementare alla
prima media), il PMA intermedia (somministrato dagli undici ai
diciassette anni).
Il test ha subito più revisioni evolvendosi da una batteria di
ricerca a un vero e proprio test di intelligenza. Benchè lo strumento,
spesso criticato per alcune inadeguatezze tecniche (Anastasi, Berdie,
30
Carroll, Courtis e Vernon, 1953) , non abbia riscosso la stessa
popolarità di altri strumenti di misurazione dell’intelligenza, la vera
innovazione consiste nell'essere stato il primo strumento progettato
specificatamente per misurare un ampio spettro di capacità intellettive
30 A , A., B , R. F., C , J. B., C , S. A., & V , P. E. (1953).
NASTASI ERDIE ARROLL OURTIS ERNON
Test reviews of SRA primary mental abilities. In O. K. Buros (Ed.), The fourth mental
measurements yearbook (pp.698-717). Highland Park, NJ: The Gryphon Press. 20
31
invece che un’abilità generale. Thurstone evidenzia quest’aspetto
quando si discute di una prima versione dello strumento: “Nessuno sa
quante abilità mentali primarie ci possano essere. Si spera che i futuri
studi fattoriali riveleranno molte altre importanti abilità primarie, in modo
che i profili mentali degli studenti possano eventualmente essere
adeguatamente valutati ai fini di evidenziare le potenzialità educative e
professionali. I presenti studi rappresentano solo il punto di partenza del
passaggio da una descrizione del mentale ridotta ad un singolo fattore
ad una descrizione della dotazione mentale caratterizzata da un
32
insieme di tratti fondamentali” (Thurstone, 1941).
La teoria dell'intelligenza di Thurstone fu presto sostituita da altri
modelli. In effetti, l'interesse moderno per quest’ultima è in gran parte
solo di natura storica. Tuttavia, la sua importanza non può e non
dovrebbe essere sottovalutata. Il modello di Thurstone non fornì
solamente una critica empirica di g, ma delineò anche una valida
alternativa che non richiedeva il fattore g, dando vita inoltre ad altre
teorie che, nell’indagine del costrutto intellettivo, continuarono a
concentrarsi su un ampio spettro di capacità invece che su una singola
abilità generale, (Guilford, 1967) e Gf-Gc (Brown, 2016; Cattell, 1943;
33
Horn & Blankson, 2005).
1.5.2 Il modello di intelligenza di Cattell
Il modello più popolare di abilità multiple applicato allo sviluppo e
all'interpretazione dei test di intelligenza per gli esseri umani è
31 B A.A., B N. F., The One and the Many: Enduring Legacies of
EAUJEAN ENSON
Spearman and Thurstone on Intelligence Test Score Interpretation. Applied
Measurement in Education, 2019., op. cit. p. 201.
32 T , T., Primary mental abilities of children. Educational and
HURSTONE
Psychological Measurement, 1, 103–115. U.S. Department of Education, 2004.
33 B A.A., B N. F., The One and the Many: Enduring Legacies of
EAUJEAN ENSON
Spearman and Thurstone on Intelligence Test Score Interpretation. Applied
Measurement in Education, 2019., op. cit., p. 201. 21
rappresentato dalla teoria di Cattell – Horn – Carroll (CHC), che prende
34
avvio con il lavoro di Raymond B. Cattell (1941, 1963).
Secondo la teoria di Cattell l’intelligenza sarebbe il prodotto di
due componenti, una genetica ed una derivante dall’interazione
dell’individuo con l’ambiente. Egli suddivise il fattore g in due tipologie di
fattori distinti: Fluid Intelligence (Gf), Crystallized Intelligence (Gc). Il
primo fattore rappresenta la capacità biologica di base
dell’apprendimento (inclusa la capacità di acquisire nuove abilità), il
secondo si riferisce invece ai prodotti dell’istruzione o alle conoscenze
35
acquisite in passato (Kausler, 1991) .
Nell’individuo questi due tipi di intelligenza sembrerebbero
seguire percorsi di sviluppo differenti (Horn & Cattel, 1966):
l’intelligenza fluida (che raggiungerebbe il suo picco massimo intorno ai
14 anni per poi iniziare a declinare dopo i 20 anni) rappresenta la
capacità biologica di base dell’ individuo, una sorta di pura potenzialità
cognitiva, dunque geneticamente determinata ed ereditaria;
l’intelligenza cristallizzata, direttamente influenzata dall’ educazione e
dall’istruzione ricevuta, aumenterebbe tra i 20 e i 30 anni rimanendo
36
poi stabile per il resto della vita . Secondo R. B. Cattel i due suddetti
tipi di intelligenza non sono da considerarsi indipendenti, ma correlati
tra loro. Nel dettaglio egli ipotizza una tipologia di influenza
unidirezionale: gf, ovvero l’intelligenza fluida, può influenzare gc,
l’intelligenza cristallizzata, non ritenendo invece possibile il contrario.
Partendo dalle differenti tipologie di intelligenza da lui delineate, Cattell
propone una distinzione tra due tipologie diverse di prove finalizzate a
misurarle: test verbali e test percettivi. I test di tipo verbale,
34 K A. B., R R. R., K A. S., The Structure of Ape
AUFMAN EYNOLDS AUFMAN
(Hominoidea) Intelligence, Journal of Comparative Psychology, 2019 vol. 133 No. 1,
92–105, p. 93.
35 nd
K , D. H., Experimental psychology, cognition, and human aging (2 ed.)
AUSLER
New York, Springer- Verlag, 1991.
36 S , R. J. E P , J. S. The development of intelligence. In J. H. Flavell
TERNBERG OWELL
e E. M.
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