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INDICE
- Introduzione:
Culture a confronto: una nuova società........................... 5
L’operatore sociale nel panorama multiculturale............7
- Parte I:
La libertà religiosa e l’ordinamento costituzionale........10
Esercitare la libertà religiosa.........................................16
- Parte II:
Libertà religiosa e obiezione di coscienza....................21
Obiezione di coscienza: professioni a confronto.........23
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INTRODUZIONE
CULTURE A CONFRONTO: UNA NUOVA SOCIETÀ
La società contemporanea ha costruito le sue fondamenta sulla base
dell’importanza che alcuni fenomeni hanno avuto nel corso degli anni, tra
cui la globalizzazione delle relazioni economiche, di mercati tecnologici e
culturali, che, intrecciandosi con il fenomeno migratorio (il quale ha
coinvolto in maniera non indifferente la maggiorparte degli Stati
appartenenti all’Unione Europea) ha contribuito alla creazione di una nuova
società, multiculturale, multietnica e multireligiosa.
A partire dagli anni Sessanta l'Europa è diventata un continente di
immigrazione. I precedenti flussi migratori si sono invertiti e si sono diretti
verso l'Italia, la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l'Irlanda, tradizionali paesi di
emigrazione, i quali, tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, sono diventati
approdo di consistenti comunità di immigrati, in prevalenza non europei.
Le differenze culturali tendono così ad aumentare anziché a diminuire o a
scomparire. La complessità di una società nei suoi vari aspetti è quindi
dovuta alla coesistenza di diverse realtà sul territorio che interagiscono, si
confrontano, rivendicano i propri diritti reclamando rispetto e
riconoscimento per la propria specificità.
L’importanza dunque di mantenere saldi i principi propri di una cultura si
rende necessaria al fine di ricostruire, o evitare che venga meno, il nucleo
centrale che caratterizza l’identità di una comunità, unica e differente dalle
altre.
Il problema dell’identità, intorno agli anni Novanta, ha acquisito una valenza
fondamentale nella nuova società multiculturale, incanalando l’attività dei
5
gruppi e comunità locali verso la tutela dei singoli patrimoni, nel rispetto
delle differenze a cui l’ordinamento deve attribuire la medesima importanza.
La religione è un fattore importante per recuperare il senso di stabilità e di
identità del singolo, dei gruppi o della comunità. Sebbene la religione venga
associata a un fatto privato o di coscienza in un’ordinamento che privilegia
la separazione della sfera religiosa e della sfera pubblica, la stessa ha assunto
un rilievo pubblico e dominante nella società, per cui lo Stato ha dovuto
mobilitare le proprie risorse per dare risposte ai diversi interrogativi che
hanno visto il singolo individuo e l’ordinamento interagire quotidianamente.
Alcuni esempi concreti possono mostrare come il fenomeno religioso non
può essere ignorato poiché condiziona il comportamento di un individuo nei
confronti di se stesso e degli altri:
- La bioetica ha un ruolo importante nelle scelte del’individuo trattando
temi personali, quali la vita e la salute, che toccano le convinzioni
morali e religiose di ciascuno;
- L’adolescente nato e cresciuto in Italia, appartenente a una famiglia
islamica la cui cultura deriva dall’interrelazione di aspetti religiosi e
sociali, risultato dell’assimilazione di valori diversi, o anche
contrastanti, che possono generare nell’individuo un senso di paura e
disorientamento;
- Le festività e celebrazioni religiose rispettate e condivise all’interno di
una scuola pubblica, in cui sono presenti diverse minoranze;
- L’importanza che ha il simbolo religioso nel costruire la coscienza di
ogni individuo in maniera differente.
È quindi necessario, da parte dell’ordinamento, predisporre un approccio
fondato sull’interculturalità e sul rispetto delle differenze, per poter far
6
fronte ai bisogni dei singoli e delle comunità non in modo repressivo ma in
maniera positiva, finalizzata ad evitare i conflitti tra culture diverse.
L’OPERATORE SOCIALE NEL PANORAMA MULTICULTURALE
Il nuovo contesto multiculturale ha modificato profondamente la struttura
sociale della popolazione sul territorio, con una conseguente evoluzione dei
bisogni e delle richieste nei confronti dei servizi, i quali devono adeguarsi e
svilupparsi in direzione di un corretto sostegno nei confronti del cittadino.
I servizi devono quindi rendersi disponibili a tener presente l’evolversi
dell’utenza ed a sviluppare adeguati strumenti per far fronte alle nuove
esigenze: si parla infatti, non solo di deprivazione materiale ( la quale è un
fattore fondamentale nel determinare lo stile di vita di ciascuno), ma anche
deprivazione morale e sociale: spesso, le richieste di aiuto riguardano
principalmente la difficoltà di svolgere normali attività della vita quotidiana
a causa della mancanza di una rete sociale di supporto efficace.
L’operatore sociale, in particolare, si trova a collaborare con l’utenza e con
l’ente di riferimento in situazioni in cui, a problemi di ordine economico e
abitativo, si affiancano problematiche di emarginazione sociale, scarsa
integrazione, isolamento.
In questo campo, protagonista dell’intervento diventa sempre di più lo
straniero che ha difficoltà ad integrarsi, così come a mantenere le proprie
origini e la propria cultura di riferimento, in una società in cui i concetti di
spazio e tempo si affievoliscono. La persona prova, in questo caso, un forte
senso di paura e disorientamento, in un territorio in cui proverà a sviluppare
la sua persona. 7
L’operatore sociale deve essere in grado di accogliere i bisogni e le difficoltà
della persona tenendo conto che i suoi schemi di riferimento possono
essere, e molto probabilmente lo saranno, diversi dai propri. È necessario
quindi instaurare un rapporto basato su una comunicazione efficace dei
propri modi di intraprendere un percorso di aiuto.
L’operatore dovrà quindi, lavorare su se stesso, in quanto strumento
principale della propria professione, aggiornare continuamente la propria
formazione sia sulla base della teoria ma anche sulla base della pratica
stessa, necessaria per porre delle riflessioni e dei confronti con altri
operatori sociali, psicologi, mediatori culturali: questi ultimi infatti sono
alleati necessari del professionista, lo sostengono e gli indicano gli schemi di
lettura più adeguati per poter comprendere un determinato
comportamento.
Questo percorso può rendere il rapporto di aiuto sempre più collaborativo,
circondato da meno stereotipi e pregiudizi nei confronti dello straniero.
Lo stesso infatti deve essere messo nella condizione di potersi integrare nella
società in cui si trova, mantenendo saldi i principi della propria cultura,
religione o storia personale. Dare la possiblità all’individuo di poter
esercitare liberamente la propria religione, di sentirsi protagonista di un
intervento con tutte le sue sfaccettature o di poter comunicare agli altri
l’importanza della propria cultura, può migliorare le condizioni di vita in un
contesto globale multiculturale, in cui ognuno è diverso dall’altro, ma di
uguale importanza. 8
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PARTE I
LA LIBERTÀ RELIGIOSA E L’ORDINAMENTO COSTITUZIONALE
Pierluigi Chiassoni afferma che la libertà religiosa “designa il complesso dei
diritti ( pretese, immunità, libertà ecc.) riconosciuti e garantiti a coloro che
abbiano una qualche fede religiosa: figurano tra questi il diritto di
manifestare, propagandare, insegnare la propria credenza religiosa, nonché
di praticarne ed osservarne i riti. La libertà religiosa, o libertà di religione,
1
include pertanto la libertà di culto”.
La libertà religiosa è un fattore determinante in un contesto multiculturale a
cui gli ordinamenti devono far riferimento per intraprendere un rapporto
costruttivo con il singolo individuo, nel rispetto delle differenze delle
confessioni religiose. L’ordinamento italiano ha posto, alla base del suo
ordinamento costituzionale, la libertà religiosa in quanto diritto
fondamentale riconosciuto all’articolo 19 della Costituzione:
“Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in
qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di
esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti
contrari al buon costume.”
L’ordinamento italiano trova, nell’art. 19 della Costituzione insieme agli artt.
2
3 e 8 Cost. , applicazione al principio di laicità positiva di cui si fa portavoce,
1 Pierluigi Chiassoni, “Libertà e obiezione di coscienza nello Stato Costituzionale”, vol. 9/2009 –
monografia 2, Rivista Online “Diritto & Questioni Pubbliche”, pagine 9-10.
2 Art 3 Cost. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali
e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
10
alla cui base la libertà religiosa, tutelata e garantita dallo Stato, è
caratteristica fodamentale della società attuale.
In particolare, l’art. 3 Cost. riprende alcuni concetti fondamentali che
circondano il nucleo essenziale della libertà religiosa: il primo comma
sancisce il divieto di discriminazioni basate sulla religione ( “senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione...”) andando a rimuovere, come
sancito dal secondo comma, gli ostacoli volti alla realizzazione della persona
umana, poiché la religione è un fattore determinante nello sviluppo
dell’individuo, delle sue concezioni morali e delle sue azioni quotidiane. È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli finalizzati alla realizzazione
della persona, sottolineando in tal modo l’interazione tra sfera pubblica e
sfera privata. La libertà di religione acquisisce così rilievo pubblico
nell’ordinamento: diventa oggetto del dialogo tra Stato e individuo, sia che
si tratti di singolo che di formazioni sociali.
Di conseguenza, è necessaro specificare che la libertà di religione viene
considerata come un diritto pubblico, soggettivo e unive