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Antenati del libro elettronico

Tra gli antenati del libro elettronico bisogna citare anche il RAC AVCO Corporation sviluppato nel 1964 dalla destinato alle riproduzioni microfotografiche di migliaia di pagine di libri, ma non fu mai commercializzato, causa dell'incapacità di visualizzazione. VERAC, però, non fu pensato solo per questo, ma anche per l'uso in biblioteca, doveva essere grande più o meno quanto un televisore, e poté immagazzinare tra i 3 e i 5.000 libri. Il VERAC, comunque, non può essere ovviamente considerato un sistema per la lettura di libri elettronici, dato che i testi che dovevano essere immagazzinati non erano in formato digitale.

Fra i lavori pionieristici che costituirono importanti tappe di avvicinamento all'idea di libro elettronico dobbiamo citare anche il Douglas Engelbart, quale ideò l'interfaccia basata sulla compresenza di più finestre sullo stesso schermo e la prima implementazione di un sistema ipertestuale, di videoscrittura.

La condivisione dello schermo nelle videoconferenze, ecc. Verso gli anni '60, Engelbart lavorò sul sistema di archiviazione e documenti elettronici, riassumendo tutte le sue sperimentazioni nell'"Augmenting Human Intellect: A Conceptual Framework" del 1962 in un suo scritto intitolato. In questo lavoro Engelbart affermò con sicurezza la possibilità di superare, attraverso l'uso di modalità non lineari di organizzazione dell'informazione (banche dati testuali e ipertesti) che in quegli anni era seriale e lineare nei confronti della forma libro. Spiegò, inoltre, che una volta che tale processo di superamento fu avviato, raramente si tornava al libro nella sua forma originaria (lineare): è come essere passati da una versione bidimensionale a una tridimensionale. Engelbart scrisse le sue considerazioni a tal proposito ancor prima dello sviluppo di internet e nascita del web, di conseguenza, è bene cogliere il.

passaggio31 321.5 All'inizio degli anni '70 in America, ci furono due personalità influenti nel campo dell'informatica che diedero il loro massimo contributo nello sviluppo pratico del libro elettronico: Alan Key e Michael Hart.

Entrambi, all'inizio degli anni '70, mossero i primi passi verso due settori chiave: lo studio delle interfacce di lettura e il lavoro di digitalizzazione e codifica dei testi. In realtà quella di Key, fu una riflessione che risalì alla fine degli anni '60, periodo nel quale i computer furono ancora degli enormi mainframe costosissimi, il cui uso fu ovviamente limitato a poche persone specializzate nel campo. Kay in questo periodo aprì infatti ai computer come "personal and dynamic media" e diede vita a quello che sarebbe diventato il "personal computer", visto come estensione degli strumenti di uso quotidiano come carta oppure.

il libro, talmente facile da utilizzare da considerarlo "roba da bambini", uno strumento davvero capace di aiutare i bambini nell'apprendimento. Partendo da questa premessa, nel 1968, Kay iniziò a lavorare all'idea del Dynabook, un computer pensato per essere insieme strumento di lettura e scrittura ed apprendimento. Il Dynabook, del quale Kay realizzò anche uno schizzo grafico e un modello di legno, prevedeva una tastiera e uno schermo facilmente leggibile, con addirittura la capacità di collegarsi senza fili ad altri computer. Diversamente dai portatili attuali, tastiera e schermo non furono disposti a libretto ma su un unico dispositivo rigido a forma di tavoletta: un design decisamente scarso per la scrittura ma comodo per la lettura. Ovviamente la tecnologia per realizzare un dispositivo di questo tipo non fu tuttavia disponibile all'epoca, così i progetti di Kay rimasero solo sulla carta, anche se ebbero un ruolo nello sviluppo dei computer portatili moderni.

Sviluppo di uno dei primissimi computer palmari (Apple Newton). Anche se non realizzato, quello di Key, restò comunque un progetto interessante anche dal punto di vista teorico, lui definì il suo Dynabook un "personal computer portatile e interattivo, con la stessa accessibilità di un libro", eppure "non deve essere considerato come un simulatore di libra stampa, dato che si tratta di un nuovo medium con nuove proprietà".

Bisogna inoltre precisare che uno degli obiettivi del design del Dynabook fu chiaramente quello di "non essere peggiore della carta". Una caratteristica distintiva del Dynabook, come in nessun aspetto proposto da Kay, fu appunto "l'interrelazione fra la capacità di assorbire la cultura del libro e di permettere la fruizione di testi dalla struttura tradizionale da un lato, e la capacità di sfruttare al meglio le potenzialità multimediali e ipertestuali del nuovo medium digitale".

dall'altro": "Quando ho cominciato a riflettere sul Dynabook, l'ho pensato dal punto divista della letteratura. Come sarà, questa nuova letteratura? Ebbene, la nuova lettera- Fig.4. Sito web ufficiale del Progetto Gutenberg tura sarà tantissime cose, ma dovrà includere la vecchia letteratura. [...] I libri che sono nati a stampa dovranno avere sostanzialmente lo stesso aspetto sul Dynabook."

"Un'altra esperienza di digitalizzazione dei testi di grande rilievo fu av- cio alla vita, fu: Michael Hartviata da (8 marzo 1947 – Urbana, 6 settembre 2011): in-formatico, scrittore e attivista statunitense. Tutto iniziò quando a Hart "Le persone ragionevoli si adattano al mondo. Le persone irragionevoli tentano di adattare il mondo a se stesse.

“Tutti i progressi, quindi, dipendono dalle persone irragionevoli” con largo anticipo, l’avvento delle biblioteche digitali, dei dispositivi portatili in grado di portare con sé migliaia di ebook, infatti il suo più grande sogno fu quello di dar vita ad una biblioteca digitale di accesso libero e gratuito sulla rete, così nel 1971 diede vita al progetto “Gutenberg” (tutt’ora attivo: http://www.gutenberg.org/), molto spesso il progetto fu messo in evidenza come una delle migliori risorse basate su Internet. Questo fu l’inizio, la digitalizzazione e la distribuzione della letteratura diventò l’opera della vita di Hart, che durò più di 40 anni. All’epoca Hart aveva un’idea assolutamente rivoluzionaria, tanto che si rese conto che in futuro “il valore più grande creato dai computer non consisterà nella computazione, ma nell’archiviazione, nel recupero e nella ricerca di informazioni”.

ciò che è conservato nelle biblioteche digitali. Michael Hart, cercò di mettere la letteratura a disposizione di tutte le nostre biblioteche. A costituire questo valore, contribuì quella che Hart chiamò la possibilità di riprodurre qualsiasi contenuto digitale una volta che esso fu creato in maniera illimitata e a costi bassissimi. Hart lasciò un segno importante nel mondo, e l'invenzione degli ebook non fu semplicemente un'innovazione tecnologica o un precursore del moderno ambiente di informazione, sarebbe più corretto dire che gli ebook furono un modo efficiente ed efficace di diffondere libri digitali a bassissimo costo e perfino gratuitamente. Una citazione di George Bernard Shaw che caratterizzò il suo approccio alla lettura, era la chiave di tutti i suoi sforzi e sperimentazioni: "L'apprendimento ricavato dalla lettura, era la chiave di tutti i suoi sforzi e sperimentazioni".distribuzionegratuita illimitata della letteratura. L'accesso agli ebook potrà quindi offrire opportunità per una maggiore alfabetizzazione, perché l'alfabetizzazione e le idee contenute nella letteratura, creano opportunità. Hart dopo la sua prima digitalizzazione, ogni anno digitalizzò sempre più testi fino ad arrivare al millesimo nel 1997 e diecimila nel 2006, fino a raggiungere oltre 60.000 ebook nel 2019. La scelta dei primi formati di codifica consistette nell'adattare il formato "solo testo", infatti tabelle di codifica più ampie del formato ASCII sono state utilizzate dal progetto Gutenberg per i testi in lingua straniera, e da alcuni anni infatti, il sito fornisce anche un meccanismo di generazione automatica di file HTML ed altri principali formati, partendo dal formato ePub. A partire dalla fine degli anni '90, i volontari del progetto cominciarono a chiamare "ebook" anziché (che

Staper "testi elettronici"). Hart comunque fu convinto del fatto che parlare di libro elettronico significava riferirsi esclusivamente al suo contenuto indipendentemente dal formato e vari strumenti di fruizione utilizzati. Ad ogni modo, la scelta del termine per coniare il nuovo testo elettronico non fu il frutto di una decisione esplicita, gli esponenti del Gutenberg semplicemente affermarono che il termine ebook fu famoso causa la sua larga diffusione42 371.6 Nel corso degli anni '80, mentre il progetto Gutenberg si arricchì dei primi testi digitali, vi furono tre importanti novità che contribuirono in questo periodo a creare le condizioni per un primo allargamento dell'attrazione verso il tema della letteratura in ambiente digitale. La prima novità, fu sicuramente legata alla diffusione di home e personal computer, infatti questo sviluppo consentì una rapida crescita degli utenti consapevoli della testualità.

elettronica in grado di produrre, visualizzare, manipolare e conservare testi elettronici.
di e-book reader In secondo luogo, la progressiva diffusione delle reti telematiche
e in particolare di Arpanet Internet che fu visto come uno strumento possibile di distribuzione e accesso a ῾biblioteche᾿ di testi elettronici.
Cominciò, infatti, a farsi strada proprio questa idea di dispositivi informatici portatili che potevano essere utilizzati anche per la lettura di verie propri libri elettronici, non a caso proprio in questi anni si cominciòa parlare di libro elettronico. Nel 1981 a Burlington nel New Jersey
nacque un’azienda, la Franklin computer Corporation. Inizialmente, la Franklin produsse cloni dei primi computer Apple, ma la causa legale che la vide contrapposta all’azienda di Steve Jobs, la indusse a spostare l’attività su un settore nuovo, quello dei dispositivi elettronici portatili.
I primi dispo
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
70 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sabina.riggi1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di grafica e design per la comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Lo Curzio Marco.