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LEGAMENTOSE DEL GINOCCHIO
Il ginocchio è un articolazione complessa, dotata di notevole mobilità, ma di una
stabilità molto scarsa. Per questi motivi il complesso capsulo-legamentoso assume
molta importanza.
Le strutture capsulo legamentose vengono distinte in centrali e periferiche.
Il nodo centrale è rappresentato dai due legamenti crociati anteriore e posteriore. Le
strutture periferiche sono rappresentate dalla capsula e da alcuni elementi di rinforzo
quali i legamenti collaterali laterale e mediale.
Le lesioni legamentose del ginocchio sono prodotte da traumi distorsivi e sono quasi
sempre monolaterali, e in base alle caratteristiche dell’evento traumatico la loro rottura
può essere totale o parziale, isolata o associata.
La causa è un trauma indiretto che provoca una trazione sovramassimale a livello
delle fibre capsulari e legamentose, provocandone una lesione più o meno grave.
Tali lesioni possono essere spiegate in modo semplice paragonando il legamento a
una fune. Fina ad un certo punto, si può tendere la fune provocandone un
allungamento che diviene reversibile con la sospensione della trazione. Oltre un
certo limite la fune, pur senza rompersi, non ritorna più alla lunghezza primitiva
ma rimane allungata. Se la trazione supera le resistenze specifiche della fune,
questa si spezza. Analogamente, un trauma distorsivo agisce su uno o più
legamenti o porzioni capsulari.
3.1 DEFINIZIONE DI DISTORSIONE
Una distorsione è definita come una lesione delle strutture capsulo-legamentose
secondarie a un trauma indiretto che sollecita l’articolazione oltre i limiti fisiologici,
modificando temporaneamente i reciproci rapporti dei capi articolari.
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3.2 CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI
Le distorsioni sono classificate in tre gradi di gravità:
• I grado: distorsioni lievi che corrispondono ad una lesione di poche fibre del
legamento(solo stiramento) la cui evoluzione è favorevole; clinicamente si ha
tumefazione locale senza lassità.
• II grado: distorsioni di media gravità legate ad una lesione di più fibre dei
legamenti con maggiore perdita di funzione con poca o modica instabilità.
• III grado: distorsione grave definita da una lesione completa con importante
instabilità di uno o più legamenti. 21
3.3 CLASSIFICAZIONI DELLE DISTORSIONE DEL GINOCCHIO
TIPOLOGIE distorsione di 3°grado con rottura
distorsione di 1°grado distorsione di 2°grado completa dei legamenti collaterali
lesione complessa-triade
rottura legamento crociato anteriore (rottura legamento collaterale tibiale-crociato
anteriore-menisco mediale)
- Lesioni del pivot centrale: LCA, LCP.
- Lesioni periferiche: LCM, LCL.
- Lesioni associate: LCM, disinserzione o lesione menisco interno, rottura LCA o
LCP; esempio “triade sfortunata ” del compartimento mediale.
3.4 MECCANISMI TRAUMATICI
Possiamo ricordare quattro meccanismi traumatici che conducono alla lesione
dell’apparato capsulo-legamentoso del ginocchio:
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1. trauma in valgismo rotazione esterna del femore sulla tibia: Con questo trauma
si lede dapprima il legamento collaterale mediale ed in particolar modo il fascio
superficiale, seguito dalla lesione a carico del legamento posteriore obliquo
all’inserzione femorale. Successivamente, in relazione alla gravità della lesione,
è interessato il legamento crociato anteriore, oppure nei casi più gravi il
legamento crociato posteriore.
2. trauma in varismo rotazione interna del femore sulla tibia: In tal caso la prima
struttura ad essere interessata è il LCL, e in base all’entità del trauma uno o
entrambi il LCA e il LCP.
3. trauma in iperestensione: si osserva raramente, si verifica nel momento in cui il
pilota, il quale appoggia i piedi sulle pedane della moto dopo un salto o un
terreno sconnesso si trova ad estendere bruscamente l’arto inferiore
determinando così il trauma. Solitamente si lede il LCA e se la forza continua o
è importante può provocare una lacerazione della capsula posteriore e del LCP.
4. trauma diretto in senso antero-posteriore applicate alla tibia o di quello
anteriore a seconda della direzione dello spostamento della tibia. Si tratta per lo
più di traumi da strada piuttosto che di pertinenza sportiva: in tal caso si assiste
ad una rottura del legamento crociato posteriore.
3.5 QUADRO CLINICO
Si distinguono sintomi della fase acuta e sintomi della fase cronica:
Fase acuta
1. “Pop”: il paziente nel cadere avverte spesso un rumore come “pop” dal
legamento che si lacera seguito da intenso dolore e sensazione di ginocchio
lasso, con impossibilità a proseguire l’attività sportiva.
2. Versamento intra-articolare (di solito entro due ore): nelle ore successive può
formarsi un versamento all’interno dell’articolazione, di solito ematico per la
lacerazione del legamento se la tumefazione compare dopo una notte è
solitamente indicativa di una sinovite traumatica acuta.
Fase cronica 23
1. Cedimento articolare: Viene riferita una sensazione spiacevole e spesso dolorosa
di insufficienza articolare, a volte associata a una nuova distorsione o caduta.
2. Versamento: costituito quasi sempre da liquido sinoviale (di color giallastro). Il
versamento compare spesso dopo un episodio di cedimento articolare. Può
diventare persistente per l’instaurarsi di un processo infiammatorio cronico.
3. Riduzione della massa muscolare: l’instabilità del ginocchio altera la funzione
dell’arto e provoca una riduzione della massa muscolare della coscia, in
particolare del quadricipite il quale va in contro a una atrofia riflessa dopo un
trauma importante del ginocchio.
3.6 DIAGNOSI CLINICA
È necessaria una attenta visita specialistica. L’esame clinico è essenziale per stabilire la
gravità della lesione. Esso va eseguito al più presto per iniziare tempestivamente il
trattamento adeguato. Lo specialista, valuterà la modalità del trauma e verificherà
attraverso un attento esame obiettivo la presenza di punti dolorosi e il grado di
instabilità articolare mediante l’esecuzione di specifici test(a meno che non vi sia una
contrattura antalgica dell’articolazione); la presenza di un eventuale versamento
(ematico o sinoviale, eseguendo eventualmente un’artrocentesi)e segni di eventuali
lesioni meniscali associate.
3.7 DIAGNOSI STRUMENTALE
Gli esami strumentali che possono essere utili per confermare la diagnosi sono:
- Radiografie standard del ginocchio in proiezione AP + LL possono evidenziare
eventuali fratture (eventualmente proiezioni oblique) a lesioni dell’eminenza
intercondiloidea.
- TC che consente di studiare eventuali lesioni ossee evidenziate alla
radiografia(es. frattura del piatto tibiale, distacco delle spine intercondiloidali).
- RMN che permette di evidenziare lesioni meniscali, legamentose e cartilaginee.
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Lesione LCA alla RM Lesione LCP alla RM
nelle scansioni sagittali nelle scansioni sagittali
3.8 TEST SPECIFICI PER LA DIAGNOSI DI ROTTURA DEI LEGAMENTI
L’esame obiettivo di una lesione legamentosa è affidata a specifici test. I test per la
valutazione dei legamenti crociati sono:
- Test di Lachman: viene eseguito con il ginocchio a 20°- 30° di flessione con
paziente in posizione supina. È un test specifico per il LCA, con il quale viene
valutato il movimento di dislocazione anteriore della tibia e il punto d’arresto
confrontandolo con il ginocchio contro laterale.
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Test di Lachman
- test del cassetto anteriore e posteriore: il ginocchio è posizionato in flessione a
90° in posizione supina; viene sollecitata la traslazione della tibia in avanti
rispetto al femore per valutare l’integrità dell’LCA(cassetto anteriore) e in dietro
per verificare l’esistenza di una lesione dell’LCP(cassetto posteriore). Il test
viene eseguito con il piede in posizione neutra, ed extrarotazione ed in
intrarotazione per valutare rispettivamente la lassità antero-mediali e antero-
laterali. 26
Cassetto anteriore
Cassetto posteriore
- test del pivot-shift: sono un gruppo di manovre cliniche che vengono utilizzate
per la diagnosi di lesione dei legamenti crociati. Questi test provocano una
sublussazione anteriore e una rotazione interna della tibia in lieve flessione in
presenza di rottura del legamento crociato anteriore. Il test di MacIntosh viene
eseguito a paziente supino, applicando una pressione posterolaterale e una
sollecitazione in valgo a ginocchio flesso; il piede viene lievemente intraruotato.
Se il test è positivo, intorno ai 30° di flessione si apprezza uno scatto(shift) della
tibia sul femore, che indica l’avvenuta riduzione della tibia.
- test di sollecitazione in abduzione (valgo) e adduzione (varo): sono manovre
eseguite sia a ginocchio esteso che flesso a 30°, per valutare la rottura del
legamento collaterale mediale(abduzione), e del collaterale laterale(adduzione).
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3.9 TRATTAMENTO
Una lesione legamentosa del ginocchio può essere trattata conservativamente o
chirurgicamente
L’indicazione dello specialista si baserà su alcuni fattori:
• Gravità della lesione capsulo-legamentosa;
• Età del paziente;
• Livello di attività sportiva o lavorativa;
• Motivazione del paziente.
3.9.1 TRATTAMENTO DELLE LESIONI LEGAMENTOSE PERIFERICHE
La terapia delle lesioni legamentose acute isolate di 1° e 2° grado consiste in un
trattamento conservativo immobilizzando il ginocchio in lieve flessione (30°) per 3-4
settimane. Il trattamento di scelta nelle rotture isolate dei legamenti collaterali (lesione
de 3°) è quello conservativo con ginocchiera a 30° di flessione per sei settimane. La
chirurgia del legamento collaterale mediale può essere intrapresa durante la
ricostruzione combinata di una lesione del legamento crociato anteriore e di una grave
lesione dell’LCM. Le lesione gravi del collaterale laterale si associano alla rottura di
uno o di entrambi i legamenti crociati per cui generalmente è richiesto un trattamento
chirurgico.
3.9.2 TRATTAMENTO DELLE LESIONI LEGAMENTOSE DEL PIVOT
CENTRALE
Un trattamento di tipo conservativo, seguito da un intenso programma di potenziamento
muscolare, è indicato nel caso di lesioni isolate, e non complete dei legamenti crociati in
pazienti con livello di attività normale e di età media avanzata.
Nei pazienti giovani con un elevato livello di attività che non vuole modificare il suo
stile di vita e in presenza di lesioni capsulo legamentose associate e lesioni periferiche
di 3° è indicato il trattamento chirurgico. Per il trattamento chirurgico