Estratto del documento

L’interazione con l’animale si caratterizza per la sua immediatezza e autenticità: l’animale

non giudica, accoglie e risponde in modo semplice e coerente, creando così un ambiente

sicuro e accogliente che facilita la comunicazione e la partecipazione. Già negli anni ’60

Levinson aveva osservato come la presenza di un animale potesse facilitare la

comunicazione nei bambini con difficoltà relazionali e affettive, portandolo a definire

l’animale come un “co-terapeuta” (Levinson, Mallon & Cavedon, 2019). In ambito

educativo, questa funzione si traduce nella possibilità di creare un ponte tra il bambino e

l’adulto, migliorando il clima relazionale e rendendo più fluide le interazioni. Gli animali

possono agire come mediatori relazionali, aiutando i bambini a superare paure, a sviluppare

fiducia e a sperimentare modalità comunicative più aperte e spontanee.

Secondo Mugnai e Julius (2014), il legame uomo–animale può essere interpretato attraverso

la teoria dell’attaccamento: la relazione con l’animale può fornire al bambino una base

sicura da cui esplorare l’ambiente e costruire nuove competenze sociali ed emotive. Questo

è particolarmente rilevante nei servizi educativi per la prima infanzia, dove i bambini stanno

consolidando le loro prime esperienze di separazione e autonomia. L’animale diventa così

una presenza stabile e rassicurante che supporta il benessere emotivo e favorisce

l’integrazione nel gruppo.

Infine, le Linee guida nazionali sugli Interventi Assistiti con gli Animali (Ministero della

Salute, 2015) sottolineano l’importanza della pet therapy come strumento educativo e di

prevenzione, oltre che terapeutico. Le linee guida raccomandano una progettazione integrata

e multidisciplinare degli interventi, evidenziando il valore educativo nella promozione di

competenze sociali, nella riduzione dello stress e nel miglioramento del clima scolastico.

PRIMO PARAGRAFO:

- Che cos’è la pet therapy: Il termine pet therapy viene comunemente utilizzato per indicare

un insieme di pratiche che prevedono il coinvolgimento di animali all’interno di percorsi

con finalità educative, terapeutiche o riabilitative. Secondo Cirulli e Borgi (2018), la pet

therapy si fonda sull’interazione tra l’essere umano e l’animale, con l’obiettivo di favorire il

benessere psicofisico e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte. In Italia, per

evitare l’ambiguità del termine inglese, si utilizza l’espressione Interventi Assistiti con gli

Animali (IAA), che comprende tre tipologie principali:

➢ Attività Assistite con gli Animali (AAA): interventi di tipo ludico-ricreativo e

relazionale, spesso svolti in contesti educativi e sociali, con finalità di miglioramento

del benessere generale;

➢ Educazione Assistita con gli Animali (EAA): interventi con obiettivi educativi

specifici, mirati a promuovere lo sviluppo di competenze cognitive, relazionali e

sociali;

➢ Terapia Assistita con gli Animali (TAA): interventi a carattere sanitario e terapeutico,

integrati in percorsi clinici e condotti da équipe multidisciplinari (Ministero della

Salute, 2015).

Gli animali coinvolti sono selezionati e formati per rispondere in modo adeguato alle diverse

situazioni e per garantire sia la sicurezza dei partecipanti sia il loro stesso benessere. Come

sottolineano Levinson, Mallon e Cavedon (2019), la presenza dell’animale può facilitare la

comunicazione, creare un ambiente accogliente e stimolare processi emotivi e cognitivi

difficilmente raggiungibili attraverso i soli strumenti educativi tradizionali. Inoltre, secondo Mugnai

e Julius (2014), la relazione uomo–animale rappresenta un legame significativo e profondo, che può

essere utilizzato in modo intenzionale e progettato per favorire lo sviluppo personale e sociale. In

sintesi, la pet therapy può essere definita come un intervento strutturato che utilizza la relazione con

l’animale per raggiungere obiettivi educativi, terapeutici o riabilitativi, attraverso un approccio

interdisciplinare e basato sul rispetto reciproco tra uomo e animale.

- 1.1 Normativa italiana: In Italia, il riferimento normativo principale in materia di pet

therapy è costituito dalle Linee guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali

(IAA), approvate con l’Accordo Stato–Regioni del 25 marzo 2015 e pubblicate dal

Ministero della Salute. Queste linee guida hanno lo scopo di uniformare a livello nazionale

le modalità di progettazione e realizzazione degli interventi con animali, garantendo

standard di qualità, sicurezza e benessere per tutti i soggetti coinvolti, sia umani sia animali.

Le Linee guida introducono l’uso ufficiale del termine Interventi Assistiti con gli Animali,

che comprende tre diverse tipologie:

❖ Attività Assistite con gli Animali (AAA): interventi a carattere ludico-ricreativo e

relazionale, finalizzati a migliorare la qualità della vita e il benessere generale, svolti

da operatori formati ma senza la necessità di una prescrizione sanitaria;

❖ Educazione Assistita con gli Animali (EAA): interventi con obiettivi educativi

specifici, realizzati in contesti scolastici, educativi o sociali, progettati e condotti da

un’équipe multidisciplinare;

❖ Terapia Assistita con gli Animali (TAA): interventi di tipo sanitario, prescritti dal

medico e integrati in percorsi terapeutici individualizzati.

Un aspetto centrale della normativa è la multidisciplinarietà: ogni progetto deve essere portato

avanti da un’équipe composta almeno da un responsabile di progetto, un referente di intervento, un

coadiutore dell’animale, un veterinario e, nel caso degli interventi terapeutici, da un medico. È

inoltre prevista una formazione specifica per tutte le figure coinvolte, regolamentata dalle stesse

linee guida, per garantire competenze tecniche, relazionali e conoscenze etologiche adeguate.Le

linee guida pongono grande attenzione anche al benessere animale, stabilendo criteri per la

selezione, la gestione e la tutela degli animali impiegati negli interventi. Vengono definite procedure

per il monitoraggio della salute fisica e psicologica dell’animale, la durata delle sedute e i tempi di

recupero, al fine di evitare situazioni di stress. In sintesi, la normativa italiana riconosce

ufficialmente la pet therapy come una pratica strutturata e regolamentata, ponendo al centro la

progettazione integrata, la formazione degli operatori e il rispetto dell’animale. Questo quadro

normativo consente di garantire la qualità e la sicurezza degli interventi, promuovendo la diffusione

della pet therapy in ambiti educativi, sociali e sanitari in modo serio e professionale.

PARAGRAFO 2: Benefici della pet therapy nella relazione uomo-animale

Il rapporto tra uomo e animale è considerato una relazione significativa e bidirezionale, che

coinvolge dimensioni emotive, cognitive e sociali. Secondo Mugnai e Julius (2014), la relazione

con l’animale può essere interpretata attraverso la prospettiva dell’attaccamento: l’animale diventa

una figura con cui instaurare un legame affettivo stabile, fornendo al bambino una base sicura da

cui esplorare l’ambiente circostante e sviluppare autonomie e competenze sociali.

Cirulli e Borgi (2018) sottolineano come l’interazione uomo-animale favorisca il benessere

emotivo, riducendo stress e ansia, e stimoli comportamenti prosociali. L’animale è percepito come

un interlocutore non giudicante, coerente nelle risposte e affidabile, caratteristiche che lo rendono

un mediato relazionale privilegiato, soprattutto per i bambini e per le persone con difficoltà

comunicative o sociali. Per Levinson, Mallon e Cavedon (2019), la presenza dell’animale nelle

terapie o negli interventi educativi permette di creare un ponte emotivo tra bambino e adulto,

facilitando la comunicazione e la partecipazione attiva. L’animale può così svolgere una funzione di

“co-terapeuta”, supportando il processo di apprendimento, la regolazione emotiva e l’esplorazione

dell’ambiente.

Dal punto di vista psicologico ed evolutivo, questo rapporto è anche multisensoriale e interattivo: il

contatto fisico, il gioco, l’osservazione dei comportamenti dell’animale stimolano percezioni,

attenzione e capacità di interpretare segnali sociali ed emotivi. Come evidenziano Grazzani (2014) e

Cavioni & Grazzani (2023), tali esperienze aiutano i bambini a sviluppare empatia, consapevolezza

emotiva e competenze relazionali, fornendo un terreno sicuro per l’apprendimento sociale ed

emotivo.

In sintesi, il rapporto uomo-animale nella pet therapy e nei contesti educativi è:

- Affettivo: l’animale diventa una presenza rassicurante, simile a un oggetto di attaccamento;

- Cognitivo e relazionale: stimola comunicazione, attenzione, gioco e apprendimento sociale;

- Bidirezionale: la relazione produce benefici sia nell’uomo che nell’animale, quando il

benessere di entrambi è tutelato secondo le linee guida nazionali (Ministero della Salute,

2015).

benefici cognitivi della pet therapy nella primissima infanzia

2.1 1. Stimolazione dell’attenzione e della concentrazione

○ Come sottolineano Cirulli e Borgi (2018), la presenza di un animale cattura in modo

naturale l’interesse del bambino, facilitando la concentrazione su un’attività

specifica.

○ L’interazione con l’animale favorisce il mantenimento dell’attenzione in attività

strutturate e ludico-educative, costituendo un supporto allo sviluppo cognitivo.

2. Sviluppo di competenze linguistiche e comunicative

○ Secondo Levinson, Mallon e Cavedon (2019), il contatto con l’animale stimola la

comunicazione verbale e non verbale. I bambini tendono a verbalizzare bisogni,

emozioni e osservazioni, sperimentando i primi scambi comunicativi e aumentando

il vocabolario.

3. Potenzialità di apprendimento esperienziale e senso-logico

○ L’interazione guidata con l’animale permette ai bambini di osservare e comprendere

relazioni di causa-effetto, sequenze di comportamento e regole sociali implicite

(Mugnai & Julius, 2014).

○ Secondo Harris (2023) e Cavioni & Grazzani (2023), le esperienze sensoriali e

pratiche, come accarezzare o dare da mangiare all’animale, favoriscono

l’apprendimento attraverso il fare, fondamentale nei primi anni di vita.

2.2 Benefici emotivo-affettivi della pet therapy nella primissima infanzia

1. Regolazione delle emozioni e riduzione dello stress

○ L’animale funge da presenza rassicurante, favorendo stati emotivi positivi e

contribuendo a diminuire ansia e frustrazione nei bambini (Cirulli & Borgi, 2018;

Grazzani, 2014).

○ L’interazione favorisce l’auto-regolazione emotiva, grazie a stimoli piacevoli e

prevedibili.

2. Sviluppo dell’empatia e dell

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Tortellinooo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Grazzani Gavazzi Ilaria.
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