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PICCOLO PORTO

La comunità educativa Murialdo, denominata "Il Piccolo Porto", è un servizio educativo assistenziale situato in provincia di Treviso che accoglie minori a rischio psicosociale qualora il nucleo familiare sia impossibilitato o incapace di assolvere al proprio ruolo; quindi, fornisce anche un supporto alla genitorialità o alle figure che si prendono cura dei ragazzi e bambini. Gli obiettivi che il servizio persegue riguardano la promozione e lo sviluppo del benessere che viene a mancare in quanto i ragazzi vivono situazioni di disagio familiare, marginalità e devianza legate alla condizione sociale e personale della famiglia.

Per questo è importante il sostegno nella crescita del minore al fine di garantire un adattamento socioculturale adeguato e prevenire l'insorgere di situazioni di marginalità sociale promuovendo l'integrazione all'interno della comunità di appartenenza. Gli obiettivi da

perseguire sono contenuti nel PEI di ogni minore che viene steso entro 90 giorni dal suo ingresso prendendo in considerazione i bisogni, le caratteristiche personali, il contesto familiare e sociale di provenienza, i risultati che si vogliono ottenere, le capacità operative dell'ente e l'eventuale ricorso ai servizi della rete territoriale. Della stesura del progetto si occupa l'educatore di riferimento per il minore, il quale indica i tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, pianifica gli interventi per raggiungerli e prevede delle attività di verifica del PEI. Questo documento è la declinazione concreta del Progetto Quadro realizzato dai servizi invianti. Oltre agli obiettivi rivolti ai minori, si coinvolgono la famiglia, la scuola e il territorio che si trovano in relazione con il minore.

La famiglia viene stimolata a partecipare al percorso di crescita del figlio; infatti, viene condiviso il progetto al fine di garantire la corresponsabilità progettuale. Il coinvolgimento del nucleo familiare ha una funzione importante in quanto si promuove, si media e si consolida la relazione genitori e figlio. Per quanto riguarda il territorio, il servizio si occupa di far conoscere e inserire il minore al suo interno attraverso delle uscite e incontri con altre realtà simili a quelle della CED (comunità educativa diurna).

Il servizio ha frequenti contatti con le scuole in cui sono inseriti i ragazzi con le quali cooperano per la progettazione e la stesura di un PEI il cui responsabile è l'educatore di riferimento per ogni minore; oltre al coinvolgimento diretto della scuola viene coinvolta la rete sociale, se presente, in cui è inserito il bambino o ragazzo in riferimento.

3.1 Azioni rivolte al minore

All'interno del PEI vengono fissati degli

Obiettivi a breve e medio termine con lo scopo di creare un ambiente di relazione protetto nel quale il minore possa raggiungere una progressiva autonomia nella gestione delle relazioni interpersonali. Vengono stimolati l'incontro e l'accettazione dell'altro prima all'interno del servizio e successivamente anche negli ambienti quotidiani di vita, con l'obiettivo di creare dei rapporti d'amicizia da cui trarre sostegno reciproco e rispetto.

Per raggiungere gradualmente l'autonomia e l'indipendenza vengono fissati e concordati dei piccoli incarichi che ciascuno deve portare a termine nel corso della giornata, come il riordino e la pulizia degli spazi, la preparazione della merenda pomeridiana, la gestione e la consapevolezza del valore materiale del denaro utilizzato per la spesa mensile.

Importante è stimolare il minore al raggiungimento del successo scolastico attraverso l'affiancamento degli educatori nel momento dei compiti e di studio.

assistito.25Non mancano i momenti ludico-ricreativi come tornei di calcetto, ping pong e giochi datavolo, ma anche laboratori di cucina, giardinaggio e bricolage. L'obiettivo è di stimolarela creatività e acquisire e potenziare le abilità richieste da ogni attività. Vengono organizzati degli incontri periodici con il minore, la sua famiglia,l'educatore di rifermento del PEI, i servizi invianti e la scuola per fare il punto dellasituazione del progetto e valutare eventuali modifiche. Questo momento permette albambino e/o ragazzo di sentirsi parte di un ambiente protetto che lo stimola alla crescitapersonale per l'acquisizione dell'autonomia e dell'indipendenza.

3.2 Gli strumenti operativi

Gli strumenti di cui si avvale la comunità educativa diurna sono:

a) Protocollo d'Intervento Comunità Educativa: costituito dalla richiesta di ingresso,permanenza e dimissioni in comunità. La richiesta d'ingresso

è inviata dal Servizio Sociale di riferimento, successivamente il coordinatore del progetto comunica la disponibilità o meno ad accogliere il minore. Se l’esito è positivo l’inserimento viene formalizzato con diverse modalità: in Unità di Valutazione Multidimensionale, attraverso un tavolo tecnico o un incontro con l’assistente sociale referente e il coordinatore del progetto. Nel caso in cui non siano presenti posti disponibili si crea una “lista d’attesa” che non assume le caratteristiche di una graduatoria per la CED. Il periodo di permanenza è soggetto a monitoraggio costante, entro novanta giorni dall’ingresso gli educatori stendono il PEI e monitorano e verificano il percorso attraverso colloqui telefonici con il servizio inviante. Inoltre, è quotidiano il contatto con la famiglia e la scuola. Infine, le dimissioni del minore dal servizio avvengono per conclusione del progetto, per volontà

della famiglia del minore, per volontà motivata del minore e valutata dall'équipe, per decisione del servizio inviante nel caso in cui la CED non sia più adatto a rispondere ai bisogni del minore.

b) Progetto Quadro

c) Scheda di rilevazione multidimensionale: dopo un periodo di osservazione, l'educatore di riferimento assieme a uno psicologo compila questa scheda che comprende l'aspetto personale, sociale, operativo, culturale, cognitivo, psicologico, relazionale e affettivo. Viene compilata nuovamente dopo alcuni mesi per valutare l'evoluzione.

d) PEI: è steso sulla base dei bisogni del minore, delle caratteristiche personali, del contesto familiare e sociale nel quale è inserito e dei risultati attesi. Il documento comprende l'individuazione dell'educatore di riferimento, la scheda di valutazione multidimensionale, l'informazione e il coinvolgimento del minore, della famiglia ed del Servizio inviante.

  • Individuazione degli obiettivi d'intervento
  • Tempi previsti
  • Pianificazione degli interventi
  • Verifica periodica del documento
  • Relazione finale con indicatori di verifica per ogni minore
  • Cartella personale del minore
  • Scheda di rilevazione delle presenze dei minori
  • Relazioni delle attività della CED
  • Registro verbali dell'équipe
  • Registro verbali degli incontri con i ragazzi
  • Schede di soddisfazione del minore, della famiglia e dei servizi
  • Formazione degli educatori
  • Schede delle attività e delle uscite individuali e di gruppo
  • Scheda di rilevazione Follow-up

le relazioni sociali e si approfondisce l'esperienza avuta nella comunità educativa.

  1. Divisione dei compiti e dei reparti dei ragazzi
  2. Formazione dei ragazzi
  3. Supervisione dell'équipe
  4. Report finale
  5. Procedura per la gestione delle emergenze

Carta del servizio CED Il Piccolo Porto 2020.pdf 273.3

Il mio ruolo e considerazioni personali

Inizialmente non è stato facile relazionarmi con i ragazzi dato che ero una persona nuova che entrava a fare parte della loro routine in comunità. Mi sentivo osservata e in alcuni momenti a disagio, mi venivano poste molte domande talvolta anche personali alle quali mi sentivo sempre di dare una risposta. Con il passare del tempo ho imparato a mettere un "confine" personale, rispondendo solo a ciò che ritenevo necessario e facendo capire che alcuni argomenti sono personali e riservati.

Si è creato un legame più solido con il gruppo delle elementari con cui trascorrevo più tempo.

Mi sentivo un punto di riferimento e cercata da loro. Qualsiasi mansione mi veniva affidata cercavo di portarla a termine più autonomamente possibile, alcune volte mi confrontavo con le educatrici per capire se ciò che stavo facendo avrebbe dato dei risultati positivi o sarebbe stato controproducente. Verso la fine del tirocinio mi sono state date delle responsabilità maggiori. Alcuni pomeriggi seguivo da sola il gruppo delle elementari nelle attività del pomeriggio che prevedevano il gioco libero dopo pranzo seguito dai compiti. Non è stata semplice la gestione di questi due momenti in quanto erano frequenti i litigi durante il momento del gioco che dovevano essere risolti non abbandonando il gruppo, ma mettendo a confronto i bambini coinvolti. Nel momento dei compiti le richieste erano molteplici in quanto chi era più autonomo chiedeva solo delle conferme sulla correttezza o meno di ciò che stavano facendo, altri invece necessitavano di un

costante affiancamento data la scarsa autonomia e la difficoltà di comprensione delle consegne. Nella maggior parte dei casi i bambini avevano delle problematiche legate all'apprendimento o avevano dei BES. Anche in questo caso la gestione non era semplice perché ognuno aveva delle richieste e delle modalità di affrontare le difficoltà diverse, chi con lo sconforto e con la rassegnazione, altri invece si impegnavano maggiormente. Nel primo caso il mio compito era quello di fare comprendere che il comportamento che stavano avendo in quel momento era controproducente allo svolgimento dei compiti e recuperare la loro attenzione e concentrazione.

La scelta di trattare l'argomento dell'educazione interculturale è partita proprio da questa esperienza che mi ha permesso di incontrare minori con provenienza geografica differente dalla mia e con un bagaglio culturale ricco di esperienze. Mi sono focalizzata anche sull'aspetto delle

difficoltà di apprendimento scolastico di questi bambini in quanto
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
35 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lisaborsato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mirandola Chiara.