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Ministero dell'Economia e delle Finanze sull'evasione fiscale e contributiva - anno 2019

(art. 10-bis.1 c. 3 Legge 31 dicembre 2009, n. 196)

71 Ibidem

72 Ibidem

73 Ibidem

74 Ibidem 27

75 derivante dalla riduzione del compliance gap e del policy gap. In definitiva l'efficienza del sistema fiscale viene espressa come:

Efficienza = (1- policy gap)*(1- compliance gap)

dell'aumento

Essendo (1- policy gap) il coefficiente di gettito derivante dalla riduzione dell'aumento delle spese fiscali e (1- compliance gap) il coefficiente di gettito derivante dalla riduzione dell'evasione, volontaria o non, la loro moltiplicazione definisce l'efficienza del mercato. Si può notare a questo punto come una riduzione dell'evasione delle spese fiscali ed una riduzione comportino un aumento dell'efficienza. Nello specifico ponendo entrambi i coefficienti pari ad 1, quindi nel caso di totale assenza di spese fiscali e totale assenza di evasioni, si

determina un'efficienza piena del sistema tributario. A parità di gettito fiscale, la maggior parte dei proventi deve essere destinata ad un fondo per la riduzione della pressione fiscale. A tal proposito con il Decreto del 24 settembre 2015, n°160 le risorse derivanti da tali proventi fiscali verranno restituite ai contribuenti con le modalità previste dal Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Nonostante sia stato espresso il concetto di efficienza del sistema tributario come prodotto tra indici di policy gap e indici di compliance gap, per la stima del tax gap d'ora in avanti si procederà utilizzando solo la compliance gap dell'evasione per definire ed a quantificare il fenomeno in Italia e quanto l'erosione rappresenta fiscale, verrà quantificato. Metodi di stima del Tax Gap che d'ora in avanti

gap, verrà definita come tax gap, sono di tipo Top Down e Bottom Up.

Il metodo Top Down, utilizzato principalmente per la stima del gap delle imposte indirette, si basa sulla discrepanza tra dati fiscali ed un corrispondente aggregato economico. All'interno di quest'ultimo, che di solito viene rappresentato dai flussi di contabilità Nazionale, deve rientrare anche un'esauriente stima dell'economia non osservata per andare a creare una base imponibile onnicomprensiva che, rapportata alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, va a stimare l'evasione fiscale.

Il metodo Bottom Up invece basa la propria analisi sulle informazioni già in possesso dell'Amministrazione come le indagini statistiche o gli accertamenti.

casualipossesso dall'Amministrazione,(random audit). Le informazioni possedute utilizzate inmaniera funzionale alla necessità di quantificare ed individuare situazioni di evasioneaiutare le stesse a verificare l'accuratezza delle dichiarazioni deifiscale, possonocontribuenti e delineare i profili di rischio degli stessi potendo quindi individuare aposteriori e tenere sotto controllo a priori eventuali operazioni evasive. Il metodoBottom Up, a differenza di quello Top Down, risulta più robusto per quanto riguardala stima delle imposte dirette anche se maggiormente costoso da attuare. La scelta delLegislatore italiano, definita attraverso l'art. 10-bis 1, del 31 Dicembre 2009 n 196, èdi misurare l'evasione fiscale per i principali tributi e contributi attraverso ilquellaconfronto tra dati della contabilità nazionale e quelli acquisiti dall'anagrafe tributariae dall'INPS. In definitiva quindi la scelta è quella del

calcolo dell'evasione fiscale attraverso il metodo Top Down. Viene sempre fatta salva la possibilità di utilizzare, per determinate categorie di tributi (imposte dirette), le metodologie di tipo Bottom Up. Ovviamente, come spesso accade non solo in materia tributaria, l'utilizzo di entrambe le metodologie potrebbe portare ad una quantificazione dell'evasione più precisa in quanto si andrebbero ad analizzare dati in un più ampio spettro di azioni considerando non solo quelli derivanti dalla contabilità nazionale ma anche quelli delle singole amministrazioni e quindi dei singoli contribuenti.

Il sopracitato articolo 10-bis 1, del 31 dicembre 2009 n 196 dispone che ai fini del calcolo dell'evasione fiscale, quindi della differenza tra quanto i contribuenti hanno effettivamente versato tra imposte e contributi e quanto avrebbero dovuto versare in regime di perfetto adempimento, si debbano, in maniera distinta e tenendo fuori il calcolo delle

spese fiscali (policy gap), calcolare i seguenti fattori:

  • i mancati gettiti derivanti da errori dei contribuenti in sede di dichiarazione;
  • ‘E “Relazione sull’economia77 M F , non osservata eINISTERO DELL CONOMIA E DELLE INANZEsull’evasione 2019”fiscale e contributiva - anno (art. 10-bis.1 c. 3 Legge 31 dicembre 2009, n. 196)78 Ibidem 29
  • gli omessi versamenti rispetto a quanto dichiarato;
  • il divario tra le basi fiscali e contributive dichiarate e quelle teorichedesumibili dagli aggregati di contabilità nazionale, distinguendo tra la partedi tale divario ascrivibile alle spese fiscali e la parte residua, che vieneall’occultamento di basi imponibili;
  • le mancate entrate fiscali e contributive ascrivibili al divario tra le imposte e icontributi effettivamente versati e le imposte e i contributi che si sarebberoanch’essodovuti versare i n un regime di perfetto adempimento, al netto deglidell’erosione 79effetti
fiscale. Per quanto concerne la stima dell'evasione contributiva, le misure si basano sui dati emergenti dalla contabilità nazionale relative al lavoro irregolare e le ore da essi lavorati. Partendo dalla misurazione delle retribuzioni relative al lavoro irregolare dell'ammontare viene definito un intervallo di possibili stime di evasione contributiva che riguarda sia la parte a carico del datore di lavoro, che entra nel costo del lavoro, sia la parte a carico del lavoratore, inclusa nelle retribuzioni lorde per i lavoratori regolari.

Ora, avendo delineato tutte le caratteristiche dei differenti metodi di calcolo di stima, passare all'analisi dei risultati portati alla luce dalla Relazione del tax gap, si può sull'economia sull'evasione non osservata e fiscale e contributiva - anno 2019 (art. 10-bis.1 c. 3 Legge 31 dicembre 2009, n. 196).

Quantificazione del Tax Gap in Italia

Come già anticipato, la quantificazione del tax gap delle imposte viene

effettuataL'analisi, tramite il metodo top down. dettagliata nella tabella 1.C.1, delinea il tax gap per le principali imposte, dirette ed indirette, per lo specifico anno di riferimento. Per capire al meglio i risultati riportati in tabella è necessaria una rapida spiegazione delle differenze evidenziate. Più precisamente, limitandosi al triennio 2014-2016, il tax gap è "Relazione sull'economia fiscale e contributiva - anno 2019" non osservata e derivante dell'evasione complessivo italiano risulta essere pari a 109,68 miliardi di euro di cui 98,3 miliardi derivanti dall'evasione tributaria e 11,3 miliardi derivanti dall'evasione contributiva. Dal 2014 al 2017 viene registrata una diminuzione del tax gap tributaria di circa 5 miliardi passando da 95.414 milioni a 90.778 milioni. Tale riduzione può essereprincipalmente imputata alla diminuzione del tax gap derivante dall'IRPEF. Per quanto riguarda invece l'IVA si nota, tra il 2016 ed il 2017, un aumento del gap di 1,1 miliardi che può essere principalmente imputato all'ampliamento dello split payment introdotto nel 2017 che ha mutato il comportamento dichiarativo dei contribuenti che hanno rinviato i crediti all'anno successivo omettendo così il versamento dell'imposta indiretta nello stesso anno, riducendo il gettito derivante dall'IVA. Per quanto concerne invece le altre tipologie di imposte si può notare tuttavia un aumento della compliance che comporta una diminuzione del tax gap. È doveroso sottolineare come la maggior parte del tax gap deriva dall'evasione dell'IVA e dell'IRPEF. In quest'ultimo caso si va a distinguere l'IRPEF da lavoro dipendente (irregolare) e quella da lavoro autonomo e d'impresa dell'IRPEF d'impresa notando.che il tax gap da lavoratore autonomo è di gran lunga superiore a quello da lavoro dipendente. La relazione sull'evasione fiscale e contributiva - anno 2019, pubblicata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, evidenzia che il tax gap può derivare dall'omessa dichiarazione dell'imposta dovuta, errori nella dichiarazione o dal mancato versamento delle imposte dichiarate. Nella tabella successiva sono riportate le differenze relative alle imposte, ovvero la differenza tra quanto il contribuente avrebbe dovuto pagare e quanto effettivamente ha pagato, e la differenza tra quanto il contribuente ha dichiarato e quanto ha effettivamente versato. Considerando il dato aggregato, si può notare una riduzione del tax gap senza distinguere tra quello derivante da errori o dal mancato versamento e quello derivante dalla mancata dichiarazione.totale che passa da poco più di 88 miliardi nel 2012 a circa 84 miliardi nel 2017. Dato significativo però è la riduzione, da 75 miliardi a 68 miliardi, di tale gap inteso come differenza tra quanto il consumatore avrebbe dovuto versare e quanto ha effettivamente versato, quindi un aumento di compliance; contrariamente, il gap derivante dagli errori e dai mancati versamenti da parte dei contribuenti, ha subito un aumento, sempre nel quadriennio 2012-2017, passando da 13 miliardi a 15 miliardi. Analizzando invece i risultati per singola imposte si può nota
Dettagli
A.A. 2023-2024
108 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher revolverocelot di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Taormina Carlo.