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DOCG;

Visita al Castello e all’enoteca Regionale dei Vini d’Irpinia;

Visita al Parco Archeologico di Aeclanum. 46

Itinerario 4:

Luogo: Montella e Cassano Irpino

Interesse: Fede – Natura

Distanza: 18,4 km – 5,5 km (Tot. 23,9 km)

Cosa vedere:

Visita ai ruderi del castello di Montella e al Convento di San Francesco a Folloni;

Visita in un’azienda locale della castagna IGP;

Visita al borgo medievale di Cassano Irpino e alle Sorgenti della Polentina.

Itinerario 5:

Luogo: Ospedaletto D’Alpinolo e Summonte

Interesse: Fede – Natura – Borghi

Distanza: 26,2 km – 1,2 km (Tot. 27,4 km)

Cosa vedere:

Visita al Santuario di Montevergine raggiungibile con la funicolare da Summonte

D’Alpinolo;

Visita al borgo di Summonte, da poco entrato a far parte dell’associazione Borghi

15

più belli d’Italia ;

Visita alla Torre Angioina e al museo civico di Summonte.

Itinerario 6:

Luogo: Nusco e Bagnoli Irpino

Interesse: Borghi – Natura

Distanza: 17,2 km – 11,5 km (Tot. 28,7 km)

Cosa vedere:

Visita al borgo di Nusco, alla Cattedrale e al museo Diocesano;

Visita al centro storico di Bagnoli Irpino;

Escursione naturalistica sull’altopiano del Laceno.

15 Entrato a far parte dell’associazione il giorno 11 novembre 2017.

(Fonte: http://borghipiubelliditalia.it/) 47

1.3. Cosa vedere: Monumenti e Chiese

Fatte delle considerazioni circa il contesto in cui il Comune è situato e circa i

possibili itinerari, si è passati ad analizzare il territorio di Castelvetere sul Calore

dal punto di vista storico-urbanistico:

1. Chiesa di S. Maria Assunta

Figure 17 – Chiesa S. Maria Assunta

Nel punto più alto del paese si ergono il campanile e la chiesa di Santa Maria

Assunta, risalenti al XII secolo. Dell’antica struttura, ad oggi, resta il campanile,

originariamente torre di avvistamento dell’antico castello. Un'incisione in latino,

datata 1808 e situata sopra al portale d'ingresso in pietra, parla del restauro,

dell’ampliamento e del miglioramento della struttura. Il pavimento della chiesa si

trova ad una quota più alta rispetto a quella stradale, pertanto l’accesso all’edificio

è stato ricavato lungo la parete laterale, mediante una scalinata di raccordo in

pietra calcarea.

La chiesa, al suo interno, presenta un’architettura e un arredo di stampo

ottocentesco. La pianta, di forma rettangolare, è caratterizzata da tre differenti

navate, con pilastri e collegamenti voltati (tre a sinistra e due a destra), essendo il

primo ordine interamente occupato dalla torre campanaria. Quest’ultima si

sviluppa su quattro livelli ed è caratterizzata da monofore archivoltate. Sulla

sommità è, inoltre, collocato l’orologio civico. 48

2. Chiesa di Santa Marie delle Grazie

Figure 18 – Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Il suo impianto originario risale al XV secolo. Fu ristrutturata prima nel 1614 e,

successivamente, nel 1992, anno in cui venne elevata a Santuario Diocesano di

Santa Maria delle Grazie. L’artistica facciata a capanna, con le lesene

architettoniche in stucco, conserva tuttora il portale quattrocentesco, scolpito in

pietra. All’interno è presente una sola navata con l’altare maggiore in marmo.

Sono, inoltre, conservati un dipinto della "Madonna delle anime purganti" ed il

trittico della "Madonna e i Santi Giovanni Battista ed Evangelista".

3. Chiesa di San Lorenzo

Figure 19 – Chiesa di San Lorenzo

La chiesa di S. Lorenzo, situata nella piazza centrale del paese, fu edificata nel

1526, come si legge su una lapide posta sul muro perimetrale destro. La chiesa fu

quasi interamente ricostruita ed ampliata nel 1925, e pochi anni dopo (nel 1931)

49

fu rifatta la facciata principale, in pieno stile neo-gotico. L’interno della chiesa è

ad un'unica navata ed il soffitto è ligneo a cassettoni. Sempre all’interno è

conservato un dipinto del 1923 del Barchiese, raffigurante “L’Apparizione della

madonna di Castelvetere”.

4. Cappella di Tommaso De Nargi

Appena fuori dal centro abitato sorge un’antica cappella, in tipico stile

neoclassico, fondata nel 1794 dal sacerdote Tommaso De Nargi:

Figure 20 – Cappella di Tommaso De Nargi (1794)

La cappella, sotto il governo del Re Ferdinando IV di Borbone, fu trasformata in

16

un vero e proprio cimitero, molto prima dell’editto di Saint-Cloud . Castelvetere,

infatti, è noto per essere stato uno dei paesi precursori nell'edificazione dei

cimiteri fuori dal centro urbano. Ciò è testimoniato dalla seguente lapide in cui si

legge: “CON IL PERMESSO DI FERDINANDO IV,

RE DELLE SICILIE, PER GRAZIA DI DIO,

IL POPOLO DECISE,FONDÒ,ERESSE,ED EDIFICÒ

NELL'ANNO DELLA RECUPERATA

SALUTE, QUESTA SACRA DIMORA

MORTUARIA,

FINO AL GIORNO DEL GIUDIZIO DEL

SACERDOTE TOMMASO DE NARGI A

MEMORIA SUA E DEI SUOI SUCCESSORI.

1794”

16 Editto, emanato da Napoleone a Saint-Cloud il 12 giugno 1804, stabilva che le tombe venissero

poste al di fuori delle mura cittadine. 50

5. Fontane Figure 21 – La fontana dello zoppo

Nella piazza all'ingresso del paese, dove in antichità si svolgevano le fiere annuali,

si trova la Fontana dello zoppo, alimentata da copiose acque sorgive. Tale

Fontana, un tempo, era utilizzata come lavatoio pubblico (come si può evincere

dalla fotografia riportata sulla destra). Una lapide informa i passanti che la nuova

fontana di acqua perenne venne costruita a pubbliche spese nell'anno 1882,

quando il Sindaco era Antonino D'Agostino.

6. Monumento ai Caduti

Figure 22 – Monumento ai caduti

L'immagine sulla sinistra mostra il monumento ai Caduti della Prima Guerra

Mondiale, che si trova nel centro del paese, lungo il percorso che conduce al

borgo medioevale. L'immagine sulla destra mostra, invece, parte del moderno

monumento ai Caduti, che si trova all'ingresso di Castelvetere sul Calore, sotto il

livello stradale rappresentato dal viale alberato che conduce al centro del paese. 51

1.4. Il Borgo Fortificato di Castelvetere sul Calore: Cenni Storici

La storia di Castelvetere sul Calore è legata a quella della regione che

storicamente fu territorio degli antichi Irpini. Il toponimo Castelvetere è composto

dal sostantivo latino “Castellum” (fortezza) e dall’aggettivo “vetus, veteris”

(vecchio).

Figure 23 – Veduta del borgo fortificato di Castelvetere sul Calore, schizzo di M. Sullo (Fonte:

Archivio Comunale di Castelvetere)

Incerte, ma sicuramente molto antiche, sono le origini di Castelvetere: a questo

paese è certamente legata la figura di Cornelio Lucio Scipione Barbato che, fra le

sue numerose campagne militari, conquistò il monte Civitella, area strategica dal

punto di vista militare. E’ proprio su questa montagna che sono stati, infatti,

trovati ruderi risalienti all’età romana. I ritrovamenti archeologici in prossimità di

Castelvetere, unitamente al rilevamento nella cartografia delle tracce di

suddivisione agricola e fondiaria di passo modulare multiplo del piede romano,

supportano l’ipotesi della presenza di un’area edificata, risalente a questo periodo.

Nel periodo dell’insediamento dei Longobardi, nel Ducato di Benevento, il borgo

appare menzionato in un atto notarile del 991, nel quale si legge che Siconolfo,

conte di Conza, donò al monastero Salernitano di San Benedetto delle proprietà

situate in “Castello Vetere”. 52

Nell’alto Medioevo, infatti, Castro Veteris fu centro fortificato di notevole

importanza, le cui abitazioni si svilupparono intorno all’antico castello edificato

dai Longobardi. Il castello iniziò a decadere a partire dal XII secolo, quando la

contea di Avellino, dopo la sconfitta dai Normanni, perse terre e castelli, tra cui

l’intera diocesi di Montemarano, nella cui giurisdizione era compreso anche

Castelvetere. Il feudo fu dunque donato all’Abbazia di Montevergine e,

successivamente, durante la dominazione angioina, fu inglobato tra i feudi delle

famiglie Del Balzo e Della Leonessa. Nel 1240, come riportato in un documento

rinvenuto, Castelvetere, insieme ad altri paesi, doveva ricorrere alle “riparazioni”

del castello. Acquistato nel 1373 da Giacomo Filangieri, passò successivamente

alla potente casata dei Caracciolo (1426) e poi, in seguito al complotto dei Baroni,

il feudo fu alienato da Ferdinando D’Aragona e venduto a Luigi Gesualdo (1478).

Quest’ultimo ne rimase in possesso fino al 1626, quando ne acquisì i diritti Nicolò

Ludovisi. Il feudo fu, infine, venduto nel 1675 ai baroni De Beaumont, ai quali

appartenne fino all’abolizione dei diritti feudali.

Figure 24 – Il vecchio castello, schizzo di F. Fiorelli (Fonte: L. Nargi, Pagine di Storia, 1998) 53

Durante il 1800, a ridosso del castello, si formò progressivamente, con sviluppo

concentrico, il primitivo borgo. Tale sviluppo urbanistico comportò

l’addossamento di nuove abitazioni alla struttura difensiva.

Il castello ha, dunque, subito nei secoli numerose modifiche che ne hanno alterato

l’aspetto originario e la destinazione d’uso, trasformandolo da fortezza a residenza

signorile. Diverse parti del castello sono state inglobate all’interno di edifici civili

e religiosi, come ad esempio la torre, divenuta parte integrante di abitazioni

private.

Dell’impianto planimetrico originario del castello sono sopravvissute solo le

strutture murarie, in buona parte perimetrali.

Figure 25 – Posizione originaria del castello, planimetria catastale del 1962 (Fonte: Archivio di Stato di

Avellino)

Attualmente l’edificio è raggiungibile da piazza Municipio e da via Castello

mediante una lunga strada alla cui sommità è presente la torre campanaria della

chiesa parrocchiale. Superato sulla destra un breve androne voltato a botte, si

giunge in uno spazio cortivo ubicato nell’area dell’antico corpo difensivo. 54

Sul cortile si aprono una serie di ambienti, che, ristrutturati in passato per uso

abitativo, hanno alterato completamente il primo piano del maniero, al di sotto del

quale sono presenti, ancora oggi, i sotterranei che, un tempo, erano adibiti a

deposito di derrate e cantine.

Figure 26 – Castelvetere sul Calore: Il Castello

L’edificio attuale, a pianta irregolare a U, è disposto sull’asse Nord-Est, Sud-

Ovest. Presenta due piani superiori che ricevono luce da una serie di finestre e

balconi, sorretti da mensoloni in pietra, aggiunti posteriormente, i quali si aprono

nelle pareti est ed ovest soprattutto in corrispondenza delle piano nobile.

Le murature

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
117 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/10 Architettura tecnica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maverick_7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Architettura tecnica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Sicignano Enrico.