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Estratto del documento

MIUR-MURST

- ISTAT

- CNVSU

- ALMA LAUREA.

-

Quasi tutti questi organismi svolgono quasi con cadenza annuale studi

sull’istruzione terziaria, in particolare nell’ultimo decennio si sono molto

focalizzate sul grado di attuazione delle riforme e sugli effetti positivi/negativi che

ne sono generati. 51

Il MIUR è il Ministero dell’Università e della Ricerca, MIUR-MURST, si

- occupa della rilevazione, analisi e pubblicazione dei dati riguardanti il

mondo dell'Università e del diritto allo studio. In particolare, l’ufficio di

statistica del MIUR-MURST svolge in materia di istruzione terziaria, con

20

cadenza annuale dal 1999 , “l’indagine sull’istruzione terziaria”, con

l’obiettivo di fornire informazioni utili per la valutazione del sistema

universitario sia a livello nazionale sia per la comparazione a livello

comunitario.

Visto i continui cambiamenti che si sono verificati e, che hanno portato ad

una maggiore complessità del sistema, nel corso degli anni l’indagine è

stata ampliata nei contenuti informativi; in particolare, si concentra sui

valori quantitativi che compongono i vari atenei (numero di immatricolati,

laureati, ecc.).

Rientrano in questo campo d’indagine tutte le università legalmente

riconosciute sul nostro territorio che fanno parte del sistema universitario

nazionale.

L’acquisizione dei dati avviene tramite un sistema informatico di raccolta,

che serve a diminuire i costi dell’indagine poiché i dati vengono inviati

direttamente dalle università; di solito per certificare la validità delle

informazioni inviate viene richiesta la firma del rettore su copia cartacea.

20 Dal 1936 al 1998 questa indagine è stata svolta dall’ISTAT.

52

Come ogni indagine inserita all’interno del Programma Statistico

Nazionale (PSN) vi è l’obbligo di risposta da parte degli atenei;

L’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica è un ente di ricerca pubblico,

- presente nel Paese dal 1926, e costituisce il principale produttore di

statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici.

In materia di istruzione terziaria ha svolto dal 1936 “l’Indagine

sull’istruzione terziaria”, passata poi nel 1999 al MIUR. Tuttavia, questo

ente, quasi con cadenza annuale, oltre a svolgere indagini in vari settori di

interesse nazionale, continua ad interessarsi all’istruzione. Tra le tante

indagini che svolge si ricordano quelle inerenti “all’inserimento

professionale dei laureati”, che, insieme a quella dei percorsi di studio e di

lavoro dei diplomati di scuola secondaria, fa parte del sistema di

rilevazione campionaria sulla transizione “istruzione-lavoro”;

Il CNVSU è l’importante Comitato Nazionale per la Valutazione del

- Sistema Universitario previsto dall’art. 2 della legge 370/99. Svolge un

importante ruolo consultivo per il Ministero e, in particolare, si occupa di

fissare i criteri generali per la valutazione delle attività universitarie,

promuovere la sperimentazione e la diffusione delle metodologie e

pratiche di valutazione e ha un ruolo centrale per quanto riguarda la

ripartizione del fondo per il finanziamento ordinario delle università; in

ultimo, effettua le valutazioni tecniche sulle proposte di nuovi istituti

21

universitari ;

21 In particolare ha proposto dei “requisiti minimi” che rappresentano degli standard di base di

risorse che una istituzione universitaria deve possedere per attivare corsi di studio nelle diverse

53

Il CNVSU ha fornito con i suoi rapporti annuali importanti strumenti di

valutazione del sistema universitario dopo il processo di Bologna

prestando attenzione all’efficacia degli interventi normativi;

Il Consorzio Interuniversitario Alma Laurea è nato nel 1994 per iniziativa

- dell’Università di Bologna e, ad oggi, è composto da 53 atenei italiani.

Le finalità del Consorzio sono essenzialmente due:

Raccogliere, per conto degli atenei, informazioni e valutazioni dei

1. laureati così da conoscerne il percorso universitario e la condizione

occupazionale. I risultati che ne derivano rispondono alle richieste

avanzate dal MIUR relative ai requisiti di trasparenza (DM n.

544/2007);

Rendere disponibili online i curricula dei laureati per agevolare

2. l'incontro fra domanda e offerta di lavoro.

La informazioni raccolte sono frutto della combinazione di dati

provenienti dagli stessi atenei (informazioni sulla carriera del laureato e

sui suoi dati anagrafici), dal laureando (che alla vigilia della laurea

compila il questionario Alma Laurea, esprimendo giudizi e valutazioni

sull’esperienza appena terminata, descrivendo esperienze di studio

all’estero e di lavoro durante gli studi, fornendo autovalutazioni sulle

proprie conoscenze linguistiche e informatiche, ecc.) e dal laureato che nel

tempo, può aggiornare e arricchire il proprio curriculum online con nuove

esperienze lavorative e formative.

classi dei corsi di laurea. 54

Capitolo III

I numeri dell’università italiana

55

L’istruzione terziaria ha subito nel tempo notevoli cambiamenti legati, in

particolare, al suo significato di fondo, passato dalla semplice istruzione

universitaria ad una visione molto più allargata che comprende anche le attività

post laurea. In questo capitolo verrà trattato; in una visione quantitativa,

l’istruzione terziaria del paese Italia, evidenziando, in particolare, l’evoluzione

dell’università, che nel tempo ha dovuto far fronte a nuove esigenze organizzative

legate a svariati cambiamenti (aumento delle immatricolazioni, riforme nazionali

che comunitarie, ecc.) e, in ultima analisi, un approfondimento sulle attività

post-laurea (master, dottorati, inserimento nel mondo del lavoro).

Dati retrospettivi

3.1

L’università italiana ha subito nel secolo scorso una forte crescita al suo

interno, legata, in particolar modo, all’aumento esponenziale che del numero di

iscritti. Questo fenomeno ha obbligato ad un’evoluzione del sistema

organizzativo, che aveva il compito di adattarsi alle nuove esigenze cercando di

migliorare i propri servizi. Questo è stato reso possibile anche agli svariati

cambiamenti legislativi a cui è stato sottoposto il sistema di istruzione nel tempo.

Il sistema universitario italiano del dopoguerra registrava ancora un forte legame

al rigido sistema fascista che non permetteva la possibilità di poter migliorare in

termini organizzativi, e non permetteva un’apertura alle esperienze culturali in

ambito internazionale. Un vero mutamento nel sistema organizzativo universitario

si è avuto nel momento in cui l’Italia entrò a far parte della Comunità Europea e,

56

precisamente quando la stessa Unione Europea comprese che avere una politica di

istruzione terziaria comune (anche istruzione primaria e secondaria) avrebbe

permesso il raggiungimento di una maggiore competitività sul mercato in termini

qualitativi.

I dati retrospettivi, che di seguito verranno esposti, derivano da dall’indagine

nell’istruzione universitaria, una indagine condotta dall’Istat durante quasi tutto il

secolo scorso, svolta successivamente dal MIUR. Questa indagine aveva

l’obiettivo di cercare di inquadrare la realtà del sistema universitario italiano

dando utili informazioni agli enti nazionali, e fornire loro la possibilità di

programmare interventi legislativi di aggiustamento. I dati retrospettivi di cui si

parla sono relativi a 60 anni accademici; partono, infatti, dal 1936-37 e arrivano al

1998-99. Per facilitare l’esposizione dei dati, gli anni accademici sono stati

raggruppati per quinquenni e si riferiscono al numero di studenti iscritti

all’università (nella tabella n. 3.1 sono riportati in valori assoluti e rapporti

percentuali i dati sugli studenti iscritti all’università raggruppati per genere).

57

Tabella n. 3.1 – Variazione delle iscrizioni universitarie dal 1945 al 1996.

Fonte: ISTAT, 1996.

Si nota subito che, nel corso di mezzo secolo, la popolazione studentesca è

aumentata di circa sette volte, passando da 236.442 del quinquennio 45-46 a

1.685.403 del biennio 95-96, e che il vero punto di passaggio da una università di

elite ad una università di massa si è verificato nel quinquennio 1960-65, periodo

in cui si è registrato un incremento del numero degli iscritti pari al 33,4% Questo

aumento è giustificabile dal fatto che l’Italia attraversava un periodo di prosperità

che permise un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie in termini

economici; come conseguenza si verificò l’aumento delle persone che avevano la

possibilità di continuare gli studi. In ultimo, si nota come le università abbiano

registrato un aumento progressivo e costante del processo di “femminilizzazione”;

infatti, le donne, che rappresentavano nel ’45 solo il 24,2% della popolazione

studentesca, sono passate nel ’96 ad essere di numero superiore rispetto ai

colleghi maschi rappresentando il 52,6% della popolazione studentesca.

Un aspetto interessante da approfondire è come si sono suddivise negli anni le

iscrizioni tra i vari corsi di laurea ( tabella n. 3.2). I corsi di studio sono

raggruppati in otto gruppi (ovviamente, in questa suddivisione non sono presenti i

corsi di laurea nati dopo la riforma del 1999): scientifico, medico, ingegneria,

agrario, economico, politico-sociale, giuridico e letterario.

58 Tab

ella n. 3.2 – Distribuzione degli studenti universitari tra le varie aree per gruppi di

laurea ( valori assoluti e percentuali).

Fonte: ISTAT, 1996.

Come si può notare il gruppo che ha registrato il maggior incremento è stato

quello Politico-sociale; c’è da notare che il gruppo Medico ha registrato una

diminuzione di quasi un terzo nei 20 anni che intercorrono tra il 76-77 e il 95-96.

L’università italiana contemporanea

3.2 59

Dopo il processo di Bologna l’università italiana ha conosciuto un

miglioramento, che ha portato a una migliore organizzazione della didattica e dei

corsi di studio; più in generale le università sono riuscite, almeno in parte, a

gestire le risorse limitate messe a loro disposizione per un numero di studenti

sempre più crescente.

Grazie al miglioramento negli anni, oltre al passaggio graduale a una università di

massa, oggi si può vedere che nel nostro paese le persone che hanno un titolo di

tipo universitario è aumentato. Infatti, il 17.3% degli italiani compresi tra i 25 ed i

34 anni possiede un titolo di diploma universitar

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
95 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/01 Statistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bobbue di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Statistica per l'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Napoli - Parthenope o del prof Castellano Rosalia.