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UVC
Media ± e.s. 0.209 ± 0.002 0.208 ± 0.002 1.172 1,22 0.254
n 23 23
BGC
Media ± e.s. 0.473 ± 0.002 0.473 ± 0.002 -0.007 1,22 0.995
n 23 23
Rifl. Media (%)
Media ± e.s. 56.6 ± 1.4 56.8 ± 1.7 -0.346 1,22 0.732
n 23 23
Tab. 4.4. Valori medi di UVC, BGC e riflettenza media delle covate pulite manualmente,
prima e dopo la pulizia, e il relativo test per campioni appaiati.
Le femmine, invece, sono rimaste nel nido mediamente per lo stesso
tempo nei tre gruppi sperimentali (F = 0.375, p = 0.689), mentre restano
2,79
fuori dal nido mediamente più a lungo nella seconda covata (time guarding
= 365 s ± 69 e.s., n 46 osservazioni) rispetto alla prima covata (time guarding
= 115 s ± 36 e.s., n 23 osservazioni) e alla covata di rimpiazzo (time guarding
= 127 s ± 32 e.s., n 28 osservazioni), anche se il tempo trascorso nei pressi
del nido (dentro o attorno) non varia (Tab. 4.1).
A causa del differente tempo medio di presenza della coppia nel nido nelle
covate trattate rispetto alle covate di controllo e a quelle pulite, sono stati
considerati solo i nidi di controllo e quelli puliti per analizzare il tempo
medio di presenza del maschio nel nido sulla base dei valori medi di BGC,
UVC e riflettanza media (Fig. 4.4).
Le femmine hanno speso più tempo nelle covate con valori medi più alti di
BGC e più bassi di UVC, mentre non è stata osservata alcuna correlazione
con i valori di riflettanza media. Il tempo medio di presenza del maschio
nel nido, invece, non è risultato correlato con alcun parametro di colore
delle uova. 42
(a)
(b) 43
(c)
Fig. 4.4. Tempo medio di presenza di maschio (puntini neri) e femmina (puntini rossi) nel
nido rispetto ai valori medi di BGC (a), UVC (b) e riflettenza media (c) (n = 19 nidi).
4.3 Analisi del feeding rate della coppia
È stato rilevato che il maschio non ha effettuato visite nel corso di intere
osservazioni sia nei nidi trattati (50% delle osservazioni, n = 14 covate) che
nei nidi di controllo (61% delle osservazioni, n = 14 covate), senza una
differenza significativa tra i due gruppi sperimentali (test U di Mann-
Whitney, p = 0.952).
Non è stata rilevata una differenza significativa nella frequenza media di
imbeccata della coppia tra covate trattate e di controllo (FR maschio, F =
1,82
1.784, p = 0.185; FR femmina, F = 1.264, p = 0.264).
1,82
Considerando anche i 5 nidi in cui le uova sono state pulite manualmente,
non è risultato esservi una differenza significativa nella frequenza media
di imbeccata dei maschi (FR maschio, F = 1.449, p = 0.240; Fig. 4.5) e
2,97
delle femmine (FR femmina, F = 1.251, p = 0.291) tra i tre gruppi
2,97
sperimentali. 44
Fig. 4.5. Feeding rate del maschio nelle covate di controllo (n = 55 osservazioni), trattate (n
= 55 osservazioni) e pulite manualmente (n = 20 osservazioni) (media ± e.s.).
Poiché non è stata riscontrata differenza nel feeding rate della coppia tra
gruppi sperimentali, sono state raggruppate tutte le covate per valutare la
correlazione tra i valori medi di BGC, UVC e riflettanza media delle covate
e il feeding rate della coppia (Fig. 4.6).
Analogamente a quanto osservato per il tempo medio di presenza nel
nido, il feeding rate dei maschi non è risultato correlato ad alcun parametro
di colore della covata, anche se è stata osservata una correlazione positiva
quasi significativa per la riflettanza media (p = 0.062). Allo stesso modo le
femmine hanno imbeccato i pulcini mediamente con la stessa frequenza
per qualsiasi valore medio di BGC, UVC e riflettanza. 45
(a)
(b) 46
(c)
Fig. 4.6. Feeding rate di maschio (puntini neri) e femmina (puntini rossi) in relazione ai
valori medi di BGC (a), UVC (b) e riflettenza media (c) (n = 33 nidi). 47
5 DISCUSSIONE
I maschi nidificanti in cassette nido prive di parassiti hanno investito più
tempo nella cova rispetto ai maschi nidificanti nei nidi di controllo. Il
tempo trascorso nel nido dai maschi delle covate pulite manualmente è
risultato in media uguale a quello delle covate di controllo, mentre è stato
mediamente inferiore a quello delle covate trattate con l’antiparassitario.
Questo risultato suggerisce che il carico parassitario del nido durante la
cova è un segnale per il maschio, mentre la punteggiatura delle uova non
sembra avere un ruolo fondamentale nell’investimento del maschio.
L’investimento dei genitori durante la crescita dei pulcini non è risultato
differente tra covate trattate, di controllo e pulite manualmente, quindi le
manipolazioni sperimentali non hanno avuto alcun effetto sul
comportamento dei genitori durante l’accrescimento dei pulcini. La
coppia, infatti, ha imbeccato mediamente con la stessa frequenza i pulcini
di nidi con parassiti, provenienti da covate con e senza punteggiatura sulle
uova, e i pulcini di nidi senza parassiti (provenienti da covate senza
punteggiatura sulle uova) per cui non pare esserci un legame tra la
condizione della covata e il comportamento dei genitori dopo la nascita
dei pulcini. Questo risultato è in disaccordo con quanto osservato sullo
Storno nero Sturnus unicolor (Avilés et al. 2009). In quel lavoro, il feeding
rate del maschio, ottenuto attraverso l’osservazione del nido per un’ora al
quarto giorno di vita dei pulcini (media = 3.7 gg ± 1.0 DS), è risultato
maggiore nelle covate che sono state pulite manualmente il secondo e
l’ottavo giorno dopo il completamento della deposizione rispetto alle
covate di controllo, senza aver modificato sperimentalmente il carico
parassitario dei nidi. Il numero di nidi considerati da Avilés et al. (n = 24) è
simile a quello del presente lavoro (n = 35), per cui non si ritiene che la
differenza tra i due risultati possa essere imputata al diverso potere
statistico delle analisi. La discordanza tra i due risultati potrebbe invece
essere legata alle differenze metodologiche dei due studi per quanto
riguarda le osservazioni fatte ai nidi. Infatti, il feeding rate del presente
studio è stato ricavato utilizzando la media di quattro osservazioni di 50
minuti effettuate in giorni diversi durante il periodo di accrescimento dei
pulcini, mentre Avilés et al. hanno considerato una sola osservazione di
un’ora al quarto giorno di vita dei pulcini, in corrispondenza del picco di
investimento del maschio di Storno nero in termini di frequenza di
imbeccata (Soler et al. 2008). Tuttavia, nel presente studio vi sono interi
periodi di osservazione in cui il maschio non ha mai visitato il nido (50%
delle osservazioni nei nidi trattati e 61% delle osservazioni nei nidi di
controllo). Inoltre, in ogni nido non è stata ottenuta una differenza
significativa nel feeding rate del maschio tra le diverse osservazioni (F =
3,126
0.781, p = 0.507). Alla luce di tali considerazioni sarebbe stato comunque
48
prevedibile ottenere un risultato analogo a quello di Avilés et al.,
trattandosi di specie congeneri. D’altra parte gi| in altri lavori su specie
congeneri (Balia nera Ficedula hypoleuca e Balia dal collare Ficedula albicollis)
relativi all’investimento del maschio rispetto alla colorazione delle uova
sono stati ottenuti risultati contrastanti (Moreno et al. 2004; Krist & Grim
2007). Nella Balia nera (Moreno et al. 2004) è stata osservata una
correlazione tra l’intensit| del colore medio delle uova e il feeding rate del
maschio, mentre nella Balia dal collare (Krist & Grim 2007) non è stato
osservato un aumento dell’investimento del maschio nell’accrescimento
dei pulcini nelle covate con valori di BGC mediamente più alti.
Pertanto si può ipotizzare che l’investimento del maschio durante
l’accrescimento dei pulcini possa essere influenzato da altri segnali come,
ad esempio, la richiesta di cibo da parte dei nidiacei (begging).
Infatti si tratta di un segnale della reale necessità di cibo da parte dei
pulcini (Godfray 1991; Godfray 1995; Johnstone 1999), ed è presumibile
che sia stato simile in tutte le covate e aver quindi influenzato i maschi a
portare le imbeccate mediamente con la stessa frequenza in tutti i gruppi
sperimentali. La richiesta di cibo dei nidiacei è un segnale onesto, quindi
prevede un costo da parte dei pulcini in termini di aumento del rischio di
predazione (Leech & Leonard 1997; Briskie et al. 1999), del dispendio
energetico (Harper 1986; Verhulst & Wiersma 1997; Weathers et al. 1997;
ma vedi Bachman & Chappell 1998; Rodríguez-Gironés et al. 2001) e un
rallentamento della crescita (Kilner 2001; Rodríguez-Gironés et al. 2001).
Nel presente studio ci si sarebbe aspettati che i nidiacei delle covate prive
di parassiti, che si suppongono di miglior qualità, chiedessero il cibo con
più intensità rispetto ai nidiacei delle covate di controllo, inducendo di
conseguenza una maggior frequenza di imbeccata dei loro genitori. In
realtà ciò non è stato osservato, in quanto non è stata rilevata una
differenza nel feeding rate tra i gruppi sperimentali. Questo può suggerire
che la presenza dei parassiti nel nido non sia un fattore limitante per i
pulcini, i quali nel corso dell’evoluzione possono aver selezionato misure
compensative atte a sopportare vari fattori di stress, tra i quali anche il
carico parassitario nel nido. Ad esempio, nel Passero comune Passer
domesticus è stato dimostrato che la frequenza con cui i nidiacei chiedono
l’imbeccata aumenta se gli viene somministrato il corticosterone, un
ormone prodotto dall’organismo sotto stress (Loiseau et al. 2008). Il fatto
che l’investimento dei genitori durante l’accrescimento dei pulcini sia stato
mediamente uguale nei tre gruppi sperimentali viene confermato anche
dal rapporto tra il numero di pulcini involati rispetto al numero di pulcini
nati (tasso di involo), che non è risultato differente tra covate trattate e di
controllo. Sarà possibile verificare se la presenza dei parassiti nel nido
abbia provocato effetti negativi sui pulcini tramite le analisi sul loro
49
accrescimento nei diversi gruppi sperimentali.
L’analisi correlativa tra l’investimento della coppia e il colore delle uova
(BGC, UVC e riflettanza media) ha evidenziato come la femmina in
condizioni naturali (nidi con parassiti) investa di più nell’incubazione in
quelle covate che hanno valori medi più alti di BGC e valori medi più bassi
di UVC. Questo risultato suggerisce un possibile legame tra il colore delle
uova e l’investimento della femmina. D’altra parte, il maschio investe nella
riproduzione allo stesso modo qualunque siano i valori medi di BGC,
UVC e riflettanza media, per cui non