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MOMENTO PROMOTORE
Il soggetto promotore sceglie la pubblicità come strumento di
comunicazione; tale scelta deve derivare da una valutazione
di opportunità in termini economici e/o di efficacia.
MOMENTO AMMINISTRATIVO
Il soggetto promotore destina una certa quantità di risorse allo
sviluppo della pubblicità. Tale quantità di risorse viene
chiamata “stanziamento pubblicitario” o più comunemente
“budget”. Nella definizione dello stanziamento pubblicitario
è opportuno considerare la “soglia di visibilità”, cioè quel
valore di investimento sui media al di sotto del quale il
messaggio pubblicitario rischia di non raggiungere il target.
Infatti, se frequenza e pressione pubblicitarie sono scarse, la
pubblicità non raggiungerà l’obbiettivo prefissato e sarà
quindi inefficace.
MOMENTO ORGANIZZATIVO
Il soggetto promotore organizza le risorse destinate allo
sviluppo della pubblicità. A tal proposito può ricorrere a tre
differenti soluzioni: produzione in economia (il soggetto
promotore utilizza le proprie professionalità per gli aspetti
creativi e organizzativi, ricorre invece a realtà esterne per gli
aspetti produttivi e dei media); produzione esterna senza
capocommessa (il soggetto promotore affida l’intero processo
a realtà esterne, ma si occupa del suo coordinamento);
produzione esterna con capocommessa (il soggetto promotore
affida l’intero processo ad un’agenzia di pubblicità esterna
che si occupa anche del suo coordinamento).
MOMENTO STRATEGICO GENERALE
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Il soggetto promotore definisce tutti i dettagli della
pubblicità. Tali dettagli vengono scritti in un documento
chiamato “brief sociale” e comunicati dal soggetto promotore
all’agenzia di pubblicità o alle realtà esterne coinvolte nel
processo durante un incontro chiamato “briefing”. L’agenzia
di pubblicità o le realtà esterne coinvolte nel processo
studiano il brief sociale e definiscono una strategia di
comunicazione adatta a quanto indicato nel brief sociale. Il
brief sociale indica i seguenti elementi:
1. CONTESTO: coincide con le caratteristiche del
soggetto promotore e del tema da trattare. Per quanto
riguarda il soggetto promotore, vengono indicati: la sua
immagine, la sua reputazione, il suo vocabolario
espressivo, tutto ciò che può influire sulla comunicazione.
Per quanto riguarda il tema da trattare, viene invece
indicato: chi riguarda,
atteggiamenti/abitudini/comportamenti ad esso legati, le
sue dimensioni, le possibili soluzioni, le variabili
psicologiche dei soggetti coinvolti, come è trattato dai
media.
2. OBIETTIVI: possiamo individuare due tipologie di
obiettivi: obiettivi generici e obiettivi specifici.
Gli obbiettivi generici riguardano il tipo di comunicazione
che si vuole attuare. Distinguiamo tra:
-APPELLI AL PUBBLICO: si tratta di messaggi che
sollecitano il destinatario ad apportare volontariamente
denaro, beni o prestazioni di varia natura per risolvere
problemi di interesse generale o sociale. I soggetti
coinvolti sono tre: il comunicatore, cioè colui che lancia
l’appello; il destinatario, cioè colui a cui l’appello viene
lanciato; il beneficiario, cioè colui per cui l’appello viene
lanciato. Il comunicatore funge da intermediario tra
destinatario e beneficiario. Infatti il destinatario devolve il
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proprio apporto al comunicatore che successivamente lo
devolverà al beneficiario.
-COMUNICAZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE: si tratta
di messaggi che vogliono sensibilizzare il destinatario su
tematiche di solidarietà e difesa dei più deboli affinché
egli assuma comportamenti positivi nei confronti di
persone, animali o beni riconosciuti come valore comune.
I soggetti coinvolti sono tre: il comunicatore, cioè colui
che lancia la comunicazione di sensibilizzazione; il
destinatario, cioè colui a cui viene lanciata la
comunicazione di sensibilizzazione; il beneficiario, cioè
colui per cui viene lanciata la comunicazione di
sensibilizzazione. Il comunicatore non funge da
intermediario tra destinatario e beneficiario. Infatti la
sensibilizzazione del destinatario si riflette direttamente
sul beneficiario.
-COMUNICAZIONE DI EDUCAZIONE: si tratta di
messaggi che vogliono educare il destinatario affinché egli
assuma comportamenti positivi ed eviti comportamenti
dannosi sia per sé stesso che per gli altri. I soggetti
coinvolti sono due: il comunicatore, cioè colui che lancia
la comunicazione di educazione, il
destinatario/beneficiario. In questo caso colui a cui e colui
per cui viene lanciata la comunicazione di educazione
coincidono.
Gli obiettivi specifici sono il fine ultimo degli obiettivi
generici. Coincidono con ciò che il comunicatore vuole
che il destinatario pensi dopo aver recepito il messaggio.
3.TARGET: il target non coincide con un singolo
individuo, ma con un pubblico molto vasto ed eterogeneo
in termini di abitudini, gusti, valori e atteggiamenti. Per
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poter accontentare tutti il messaggio dovrà essere
generico. Questo determina: un vantaggio in termini
economici, poiché si sostiene una sola spesa per la
realizzazione di un’unica pubblicità destinata ad un
pubblico molto vasto, ma anche uno svantaggio in termini
di efficacia, poiché un messaggio generico è poco
convincente in quanto privo di argomenti forti e motivanti.
Per ottenere un buon compromesso tra economia ed
efficacia si ricorre alla segmentazione. Il pubblico viene
cioè suddiviso in gruppi omogenei sulla base di diversi
parametri: geografici (area geografica, popolazione,
clima); socio-demografici (età, sesso, reddito,
occupazione, titolo di studio, livello di istruzione, nucleo
famigliare di appartenenza, religione); psicografici (classe
sociale, stile di vita, personalità); comportamentali
(atteggiamento, vantaggi ricercati,
consapevolezza/informazione, fedeltà). In pubblicità, la
segmentazione più utilizzata è quella proposta dall’istituto
di ricerche di mercato Gfk Eurisko chiamata “sinottica
5
Eurisko”. Tale segmentazione si serve di una mappa
sinottica che presenta due dimensioni principali: la prima
va dall’alto verso il basso e coincide con i tratti morbidi o
femminili, la seconda va da destra verso sinistra e coincide
con i tratti duri o maschili. I tratti morbidi o femminili
sono quelli legati a moderazione, misura, equilibrio,
relazione con gli altri, dimensione del pensiero e della
cultura. I tratti duri o maschili sono quelli legati a
5 Il Gruppo Gfk è una fonte affidabile di informazioni su
consumatori e mercati, sia locali che globale. Esperti di mercato
raccolgono dati ed elaborano informazioni che impiegano per
supportare i propri clienti nelle decisioni strategiche di mercato. Il
Gruppo Gfk è presente anche in Italia attraverso due differenti
ragioni sociali: Gfk Eurisko e Gfk Retail and Technology. Le
aziende hanno funzioni complementari e integrate, che consentono
al Gruppo Gfk Italia di fornire ai propri clienti informazioni e
consulenze accreditate e di alta qualità. Gfk Eurisko si concentra
sulla Consumer Experience: attua infatti indagini di mercato per
analizzare attitudini, comportamenti, motivazioni e modalità di
acquisto dei consumatori. 11
confronto sociale, affermazione, protagonismo, centratura
su sé stessi, dimensione del successo e dell’azione.
Maggiore è il livello sia di tratti morbidi che di tratti duri
(in alto a destra della mappa), maggiore è l’inclusione
sociale e commerciale. Minore è il livello sia di tratti
morbidi che di tratti duri (in basso a sinistra della mappa),
minore sarà l’inclusione sociale e commerciale. I profili
che hanno sia elevati tratti morbidi, in particolare la
cultura, che elevati tratti duri, in particolare la dimensione
dell’azione, sono un target più attraente per la pubblicità,
poiché istruzione e reddito elevati li rendono più aperti
all’innovazione e all’intraprendenza. Grazie alla
segmentazione è possibile creare delle campagne
pubblicitarie flessibili e in grado di adattarsi alle
caratteristiche dei vari gruppi di interesse.
4. INSIGHT: attività di ricerca che mira alla conoscenza
dei bisogni, delle aspettative, dei comportamenti del target
di riferimento. Tale attività di ricerca consiste nello studio
del contesto sociale, politico, culturale del target di
riferimento e avviene attraverso l’impiego di differenti
mezzi e tecniche, tra cui ricerche quantitative, ricerche
qualitative, focus group, consultazioni. Grazie ai risultati
di queste ricerche sarà possibile realizzare una campagna
pubblicitaria in grado di generare nel target di riferimento
una reazione di questo tipo: “E’ vero, hai proprio ragione.
Non avevo mai analizzato la questione sotto questa
prospettiva. Hai davvero colto il significato intrinseco del
problema”. L’insight è quindi fondamentale per portare il
target di riferimento ad un atteggiamento di adesione.
5. MESSAGGIO: coincide con la principale
argomentazione utilizzata nella campagna pubblicitaria. Il
messaggio deve essere uno, chiaro, distinguibile e di
impatto. Se nella pubblicità commerciale si tratta di un
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messaggio razionale e informativo, nella pubblicità sociale
si tratta di un messaggio irrazionale e in grado di colpire al
cuore. Prendiamo ad esempio una campagna pubblicitaria
contro il fumo. Possibili argomentazioni a sostegno del
non fumare potrebbero essere: contrazione del cancro,
fastidio provocato agli altri, invecchiamento precoce,
ingiallimento dei denti, alito cattivo.
6. REASON WHY: coincide con una o più argomentazioni
razionali che supportano e rendono credibile il messaggio.
Torniamo all’esempio della campagna pubblicitaria contro
il fumo. Se il messaggio coincide con il fastidio provocato
agli altri, la reason why potrebbe essere “tu non te ne
accorgi, ma chi ti sta affianco respira e sente l’odore del
tuo fumo”.
7. TONE OF VOICE: coincide con il tono utilizzato nella
campagna pubblicitaria, sia in riferimento agli aspetti
verbali che in riferimento agli aspetti iconici. Il tono
utilizzato è fondamentale sia per l’efficacia del messaggio
che per l’immagine stessa del comunicatore. Ad esempio,
le campagne pubblicitarie sociali che adoperano un tono
paternalistico saranno inefficaci sul pubblico dei più
giovani. Nella scelta del tono da ut