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LO SVILUPPO UMANO NEL
MEDITERRANEO
I divari di sviluppo dei paesi che interessano l’area del Mediterraneo
riguardano non soltanto la dimensione economica dello sviluppo, ma
“qualitativa”.
anche, e talvolta soprattutto, quella
Il concetto di sviluppo si presta, infatti, a una pluralità di definizioni ed
interpretazioni, e tra queste, assume certamente un forte rilievo il
63
“sviluppo umano”
concetto di . Nella definizione data dalle Nazioni
“un processo
Unite, lo sviluppo umano è considerato come che consente
di ampliare le possibilità di scelta degli individui”, vale ampliare le c.d.
“social capabilities”, concetto questo che è stato sottolineato anche da
altri economisti, quali, ed in primo luogo, da Amartya Sen e Mahbub ul
64
Haq . Da ciò si comprende come tale definizione si fondi
principalmente su una dimensione dello sviluppo non più soltanto
“quantitativa”, “qualitativa”.
ma anche
63 “La vera ricchezza di una nazione è data dalle
Citando il Rapporto sullo sviluppo umano del 1995:
–
persone uomini e donne. Lo scopo dello sviluppo è quello di creare un ambiente idoneo per le
persone, affinché possano godere di una vita lunga, salutare, e creativa.” UNITED NATIONS
DEVELOPMENT PROGRAM (UNDP), Human Development Report, Oxford University Press,
New York 1995, pag. 11.
64 Cfr. A. SEN, Il tenore di vita. Tra benessere e libertà; MAHBUB UL HAQ, Reflections on Human
Development. 85
2.1 Misurare lo sviluppo umano
Uno dei principali indici ai quali è possibile ricorrere per misurare lo
l’Human
sviluppo umano è Development Index (indice di sviluppo
umano, o più brevemente Isu), utilizzato a partire dal 1990 dalle Nazioni
Unite. L’Isu è un indicatore che a sua volta è composto da tre ulteriori
peso dell’indice
indici, ciascuno dei quali rappresentante un terzo del
complessivo. Tali indici abbracciano quelle che possono essere
considerate le tre principali dimensioni fondamentali dello sviluppo
umano nel suo complesso, ovvero:
- 1. Condizioni generali di salute, misurate dalla speranza di vita
alla nascita;
- 2. Accesso alla conoscenza, un indice ponderato per due terzi per
il tasso di alfabetizzazione della popolazione, e per il restante
terzo per il tasso lordo delle iscrizioni ai livelli d’istruzioni
primario, secondario e terziario;
- 3. Tenore medio di vita della popolazione, misurato, al solito, dal
Pil pro-capite espresso in dollari statunitensi Ppa.
La media geometrica standardizzata di questi tre indici permette di
calcolare a sua volta l’Indice di sviluppo umano, ottenendo così un
valore compreso tra 0 e 1. La formula risulta essere la seguente:
Più i valori ottenuti tramite l’Isu saranno prossimi ad 1, e più ciò risulta
essere associato ad un elevato livello di sviluppo, mentre ragionamento
opposto vale nel caso in cui l’indice si avvicini progressivamente allo 0.
86
all’utilizzo di tale indicatore
In merito è bene precisare che, spesso, gli
economisti sono soliti ricorrere nelle analisi internazionali tra diversi
all’utilizzo esclusivo del Pil pro-capite
paesi, come indicatore sintetico
dello sviluppo. E ciò in virtù del fatto che tra Pil pro capite e Isu sussiste
una correlazione abbastanza robusta da rendere il Pil pro capite una
65
dell’Isu
buona approssimazione . Infatti, e in termini generali, nei paesi
in cui il reddito è relativamente più elevato anche l’aspettativa di vita e i
livelli di istruzione tendono ad essere anch’essi abbastanza elevati, e
viceversa nel caso contrario. Il legame tra i due indicatori può essere così
da un lato, un’economia con un elevato reddito può destinare
spiegato:
maggiori risorse a servizi educativi e di cura, rendendoli accessibili a una
dall’altro, una popolazione mediamente
più ampia platea di individui;
più sana e istruita (e quindi dotata di una maggior dotazione di capitale
umano), aumenta la sua produttività, e ciò determina una sorta di circolo
virtuoso che determina ulteriori effettivi positivi sul reddito
dell’economia.
Tuttavia, sebbene a elevati livelli di sviluppo economico corrispondano
“di regola” elevati livelli di sviluppo umano, tale aspetto non risulta
essere generalizzabile in termini assoluti.
Infatti, nel caso specifico delle economie del Mediterraneo è possibile
osservare come per molti paesi le posizioni nelle rispettive graduatorie di
sviluppo economico e sviluppo umano non coincidono esattamente, pur
essendo per certi versi abbastanza simili. Allo stesso tempo, si nota come
ampliando l’analisi dello sviluppo dei paesi mediterranei anche alla
dimensione qualitativa dello sviluppo umano, gli ampi divari riscontrati
65 Cfr. DANIELE V., La crescita delle Nazioni, Fatti e teorie, La crescita economica, pag. 40
87
per molti paesi (specie tra quelli della sponda Nord e Sud) tendono ad
essere di gran lunga inferiori rispetto a quelli riscontrati nella graduatoria
del reddito. Ad esempio, qui la nazione più sviluppata dal punto di vista
umano non è la Francia, come visto in precedenza, la quale cede di fatto
il primato mediterraneo ad Israele, con un Isu che quasi il 102 per cento
rispetto a quello dell’Italia. Seguono a sua volta nella graduatoria la
Slovenia e i Paesi della sponda Nord del Mediterraneo, riconfermandosi
nei posti più elevati anche per quanto riguarda l’indice di sviluppo
umano. Rilevante, poi, è il caso della Giordania che, rispetto alla
graduatoria fondata sui divari di reddito nella quale risulta essere una
delle ultime, guadagna diverse posizioni collocandosi addirittura
nell’area mediana delle stime effettuate.
All’estremo opposto i paesi della sponda Sud del Mediterraneo, e in
particolare il Marocco (con un Isu del 70% rispetto a quello italiano) si
riconfermano nelle ultime posizioni della graduatoria seppur, come già
detto, con un minor divario rispetto ai paesi più avanzati. In particolare,
pari a circa l’80 per cento
tenendo presente che la media mondiale è
rispetto all’Isu dell’Italia, si collocano al di sotto di tale media Palestina,
Egitto, Sira, e per ultimo (come già osservato), il Marocco (Fig. 21)
88
ISU in percentuale dell'Italia
0 20 40 60 80 100 120
101.83
Israele 101.73
Francia 102.46
Slovenia 100.00
Italia 99.66
Spagna 97.82
Grecia 96.90
Cipro 95.07
Malta 94.27
Portogallo 93.12
Croazia 90.48
Montenegro 89.91
Libia 87.04
Turchia 85.44
Giordania 85.44
Serbia 83.94
Macedonia 83.83
Bosnia-Erzegovina 82.68
Tunisia 82.22
Algeria 82.11
Albania 78.67
Palestina 78.21
Egitto 75.46
Siria 70.76
Marocco Figura 21 I divari nell'Indice di Sviluppo Umano (Italia=100)
Fonte: Elaborazione su dati UNDP, Human Development Reports, 2014
2.2. Dinamica dello sviluppo umano dal 1980 al 2013
Ovviamente, al fine di giungere a una valutazione complessiva, è
necessario guardare non soltanto all’ordine delle attuali graduatorie dello
89
sviluppo che interessano tali paesi ma, è anche necessario effettuare
un’analisi comparata su diversi periodi. A tal proposito, è possibile
riscontrare che i paesi del Mediterraneo hanno visto, nel trentennio 1980-
2013, un’evoluzione assai diversa sia per quanto riguarda l’Isu nel suo
complesso, e sia per quanto riguarda le singole componenti che lo
costituiscono.
Nella Tab. 6, sono stati suddivisi i paesi del Mediterraneo in base al più
o meno elevato livello di sviluppo umano calcolato nel 2013, comparato
a sua volta su base decennale a partire dal 1980. A tal proposito,
nell’ultima riga è stato inserito il trend della media dello sviluppo umano
66
mondiale dal 1980 al 2013 che, come è possibile osservare, si attesta
per il 2013 attorno ad un livello complessivamente elevato pari a 0,70.
L’ultima colonna, infine, indica il tasso di crescita medio annuo delle
economie considerate, sempre nell’intervallo temporale 1980-2013. Ad
esempio, il tasso di crescita medio annuo dell’economia mondiale si
attesta, per il trentennio considerato, attorno lo 0,71 per cento. Inoltre,
per comodità d’analisi, i paesi mediterraneo sono stati suddivisi questa
volta in tre aree, rispettivamente rappresentate dal Mediterraneo europeo,
67
il Medio Oriente, ed il Nord Africa , e per ciascuna di esse è stata
calcolata il livello medio di sviluppo umano, e il relativo tasso di crescita
medio annuo.
Dai dati è possibile trarre alcune importanti osservazioni di carattere
generale.
66 Prima del 1980 non sono disponibili dati con i quali sia possibile effettuare un’analisi comparata di
estensione temporale maggiore.
67 Il Mediterraneo europeo così come considerato comprende tutta l’area latina, la conca adriatica ed
infine l’area anatolico-balcanica; il Medio-oriente comprende: Palestina, Egitto, Siria, Israele,
Cipro, e Turchia; il Nord-Africa: Tunisia, Libia, Algeria, e Marocco.
90
Innanzitutto, si nota che lo sviluppo umano del Mediterraneo sia stato in
media, sempre superiore rispetto a quello mondiale. Tuttavia è solo a
partire dagli anni 2000 che tutte e tre le aree considerate hanno un Isu
maggiore, o quanto meno uguale, rispetto a quello dato dalla media
mondiale. Ma, soprattutto, è a partire dal 2000 che la variabilità dei
divari tra le aree considerate tende a ridursi progressivamente, e in
maniera ancora più pronunciata nel decennio successivo, proseguendo
sino al 2013. 91
Tabella 6. Indice di Sviluppo Umano. Trend 1980-2012
1980 1990 2000 2010 2013 Crescita 1980-2013
Sviluppo umano "molto elevato"
Israele 0.53
0.89
0.75 0.79 0.85 0.88
Francia 0.63
0.88
0.72 0.78 0.85 0.88
Slovenia 0.87
0.77 0.82 0.87
Italia 0.61
0.87
0.72 0.76 0.83 0.87
Spagna 0.67
0.87
0.70 0.76 0.83 0.86
Grecia 0.56
0.85
0.71 0.75 0.80 0.86
Cipro 0.77
0.85
0.66 0.73 0.80 0.85
Malta 0.51
0.83
0.70 0.73 0.77 0.82
Portogallo 0.77
0.82
0.64 0.71 0.78 0.82
Croazia 0.81
0.69 0.75 0.81
Sviluppo umano "elevato"
Montenegro 0.79
0.78
Libia 0.63
0.78
0.64 0.68 0.75 0.80
Turchia 1.33
0.76
0.50 0.58 0.65 0.74
Giordania 0.74
0.75
0.59 0.62 0.71 0.74
Serbia 0.75
0.73 0.71 0.74
Macedonia 0.73
0.73
Bosnia-Erzegovina 0.73
0.73
Tunisia 1.25
0.72
0.48 0.