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CAPITOLO SESTO
6.1 il modello Orizzontale ( o per Processi)
Un recente approccio all’organizzazione è costituito dalla struttura
orizzontale, attraverso una metodologia di “reengineering”, che “consiste
nel riprogettare un’organizzazione verticale lungo il flusso dei suoi processi
13
orizzontali”. Un processo è un insieme di compiti o attività impiegati
nella trasformazione degli input in output che creano valore per i clienti.
Questo tipo di struttura elimina la gerarchia verticale e i confini tra unità
organizzative, in risposta ai profondi cambiamenti dell’ambiente di lavoro e
del luogo economico negli ultimi vent’anni, primo fra tutti il progresso
tecnologico e informatico; in questa struttura ci si focalizza sempre sul
cliente, si capiscono le esigenze del consumatore e si crea un prodotto
adatto, si arriva al testing o all’acquisto da parte del cliente. Quando
un’azienda viene riprogettata secondo questo tipo di struttura, tutti i
dipendenti che lavorano in un determinato processo (come la gestione degli
indennizzi o l’evasione degli ordini) “sono raggruppati in modo da poter
14
facilmente comunicare tra loro e coordinare i propri sforzi”. Questo
modello organizzativo ci aiuta a captare al meglio un fenomeno di recente
13 Daft, R.L. Organizzazione Aziendale, Milano, Apogeo, 2010.
14 Ibidem 38
espansione. Esso può avere natura autonoma ma in diversi casi è utile ad
integrare altri modelli già esistenti (come quello funzionale) con l’aggiunta
di un soggetto fondamentale per questo sistema: il process owner. Questa
figura, appartenente all’organizzazione, detiene il difficile e delicato
compito di affiancare il cliente nelle sue scelte e seguirlo passo dopo passo
durante le decisioni salienti. Tramite questa procedura applicativa è stata
creata, all’interno di questo modello, la possibilità di personificare l’intera
organizzazione, avendo quindi rapporti con una sola entità che rappresenta
l’intero gruppo. Il process owner ha competenze generaliste pur essendo
dotato di grande preparazione, non deve rapportarsi a nessuna autorità (è
completamente indipendente e autonomo pur essendo legato
all’organizzazione), e costituisce la figura di coordinatore operativo
orizzontale. In questo modello quindi, non esistono livelli gerarchici,
essendoci una totale assenza di potere accentrato; infatti è qui presente
soltanto il soggetto giuridico d’impresa (previsto per legge) e spesso
vengono costituiti team permanenti o task force temporanee per coadiuvare
il lavoro dell’intero sistema. Anche se in forma attenuata, il modello
orizzontale o per processi è a volte applicato anche agli ospedali, tramite
l’istituzione di una persona a diretto contatto con il paziente richiedente di
assistenza sanitaria. Oltre a promuovere il lavoro di gruppo, questa
39
modalità di organizzazione aziendale permette di attribuire alle imprese che
la adottano una malleabilità capace di renderle rapidamente compatibili con
i nuovi bisogni richiesti dai clienti, e la mancanza di potere gerarchico
superiore qui la fa da padrona, essendo collocati tutti sullo stesso livello,
orizzontalmente appunto. Questi vantaggi ne hanno permesso la rapida
diffusione. Tra i contro troviamo sicuramente il rischio di dover
continuamente modificare i propri valori, le proprie culture e la propria
filosofia di agire per stare al passo di ciò che viene richiesto. 40
6.2 le gang di Los Angeles
Questo è quello che accade ad esempio tra le gang di Los Angeles. Non
esistendo capi si è via via andato a costituire un sistema di continue e
cruente faide tra numerosissime fazioni, spesso lontane tra loro pochi
isolati di distanza. La situazione è ormai sfuggita di mano alle autorità
perché si parla di vere e proprie guerre all’ordine del giorno. Il dato
impressionante è che la maggior parte dei membri di queste organizzazioni
sono ragazzi con età inferiore ai vent’anni. Essi vivono allo sbando, senza
fare riferimento a qualcuno che li guidi nei loro intenti criminali. Affamati
di successo e inculcati da una cultura controproducente del “sogno
americano” questi clan hanno dato vita ad una delle situazioni peggiori al
mondo, in luoghi dove regna il caos totale e dove si contano morti
innocenti ogni giorno. Anche se temporaneamente il prevalere di un gruppo
su altri porta momenti di tregua, questa non risulta stabile a causa di
assenza di forti capi, e così si entra in un circolo vizioso senza fine. In
questi casi il contatto diretto produttore-consumatore è palese, così i clienti
vengono involontariamente trasportati all’interno del sistema criminale, e
ciò è molto pericoloso per la stabilità del modello stesso. Una
testimonianza importante è quella della Mara Salvatrucha (quelli della
tredicesima strada di Los Angeles) un'organizzazione transnazionale di
41
bande criminali associate, che ha avuto origine a Los Angeles e si è
successivamente diffusa in altre regioni degli Stati Uniti, in Canada, in
Messico, nel Nord dell'America centrale (Guatemala, El Salvador,
Honduras) e in Spagna. Perennemente in lotta con i rivali storici dell’18th
Street gang cioè “banda della 18ª strada” (si può notare la distanza di soli
cinque isolati), questo clan è nato inizialmente senza destare nessuna
preoccupazione per la mancanza di capi, ma successivamente la diffusione
dei valori esaltati dai suoi attori ha creato un sistema orizzontale ormai
difficile da cicatrizzare. La consapevolezza di aver sottovalutato queste
situazioni demoralizza ormai le popolazioni dei quartieri affetti da questo
“virus” che oggi sono completamente in balìa del destino, e vivono in
luoghi tenebrosi dove sembra non esistere Dio alcuno. È come nascere già
morti, e questo è molto triste se si considera la giovane età dei protagonisti
in negativo. Un’altra rivalità importante è quella tra i ragazzi
dell’ottantottesima e quelli della novantatreesima strada di Los Angeles.
Situazioni che sembrano ormai non volgere al termine e a durare per
sempre. La “corsa sfrenata al guadagno facile” tramite qualsiasi tipo di
reato da parte di questi piccoli clan statunitensi, anche se molto spietata,
risulta ampiamente ridimensionata se paragonata a ciò che accade nel
centro e sudamerica, dove molti studiosi del fenomeno hanno ormai
42
15
attribuito addirittura il termine “Narcocrazìa” per indicare il disordine
politico delle terre latine, problema che risulta ormai irreversibile.
15 Cusano Pina e Innocenti Piero, “Le organizzazioni criminali nel mondo”, Editori Riuniti, Roma, 1996,
p.152. 43
6.3 i cartelli del narcotraffico di Messico e Colombia: un male
incurabile
Arriviamo ora ad un caso, che ricollegato al modello orizzontale, mostra al
meglio il suo funzionamento: quello dei cartelli messicani e colombiani. Un
problema nato molti anni fa che purtroppo oggi è su tutti i media e ricopre
un ruolo di attualità incredibile. Solo per citare qualche dato che ci aiuta a
comprendere la gravità della situazione, in ognuno di questi due Paesi, basti
pensare che l’attività terroristica di rapimenti, uccisioni, tutte finalizzate
allo spaccio di sostanze stupefacenti frutta alle casse dei criminali un
guadagno che si aggira attorno “ad un patrimonio occulto stimato tra i 700
16
e i 1000 miliardi di dollari” . Se solo si fa riferimento, a titolo di esempio,
all’intero Pil della Turchia che è di circa 150 miliardi di dollari, ci si può
rendere conto della drammaticità di ciò che si sta esponendo. Numeri che
fanno rabbrividire e che testimoniano l’orrore che si vive quotidianamente
in questi luoghi. Nessun’altra organizzazione criminale può essere
paragonata a questi casi perché “l’America Latina è più accogliente per la
criminalità a causa del sottosviluppo e della debolezza delle istituzioni che
17
impediscono di controllare efficacemente il territorio e l’economia”.
16 Innocenti Piero, Le mafie delle droghe, Newton e Compton Editori, Roma, 2003, p.16
17 Ibidem 44
Qui “il traffico delle droghe e quello delle armi sono ai primi posti nel
redditometro mondiale; altrettanto lucroso è quello che riguarda gli esseri
umani più sfortunati per le loro condizioni sociali… costretti a servire
l’organizzazione come schiavi; i bambini e le donne, materia per l’industria
del sesso quando non sono utilizzati per estrarre pezzi di ricambio per i
18
corpi di malati facoltosi”. L’espressione “perché ci sono strade in cui ti
19
puoi perdere” in questi posti sembra ricoprire un ruolo marginale, a volte
si è davvero costretti con la forza. Attività che causano oltre trentamila
omicidi l’anno su di una popolazione di circa trentasette milioni di abitanti
con un rapporto di ottanta omicidi per centomila abitanti e tremila sequestri
di persona denunciati alle autorità. I cartelli di Messico e Colombia sono
molto simili nel loro modo di operare, entrambi dispongono infatti di una
sorta di diversi “process owner” che seguono le vittime e i clienti in
maniera graduale fino a portarli al raggiungimento del loro intento. La
presenza di queste figure su tutto il territorio latinoamericano può essere
così classificata: troviamo i cosìddetti "Los Halcones" (I falchi), che
controllano le zone sotto il dominio della banda e comunicano via radio
eventuali intrusioni, "Las Ventanas" (le finestre), ragazzi giovani che in
18 Innocenti P., Narcostati in America Latina. Le guerre perdute contro i trafficanti di droghe, Berti, 2010
19 Bempensante Andrea, le guide de Le Iene, Droga, Milano, Fivestore, 2013 45
bicicletta o a piedi comunicano ai superiori eventuali movimenti sospetti
attorno alle aree di spaccio, "Los Mañosos" (i furbi) si occupano del
commercio di armi, "Los Leopardos" (Leopardi), prostitute e travestiti che
recuperano informazioni dai loro clienti, e infine la "Dirección" (la
direzione) composta da circa 20 membri esperti di telecomunicazioni che
conoscono le informazioni più importanti e partecipano a volte a rapimenti
ed omicidi. La struttura dei cartelli è in genere una struttura a cellula, fatta
per garantire che nessuno della direzione sappia tutto quello che succede, in
modo da non poter rivelare le informazioni più importanti anche in caso di
arresto o tortura. Ci troviamo di fronte a clan in completa parità t