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PROPAGAZIONE CLONALE
L’attività di numerosi fattori di trascrizione (FT) è
coinvolta nella riprogrammazione della totipotenza necessaria
per indurre eventi di organogenesi e/o embriogenesi somatica
(Clark et al.,1996).
Tra questi rientrano di distinte tre classi geniche:
i) Alla prima classe, che regola la fase morfogenetica,
appartengono geni quali WUSCHEL (WUS), SHOOT
MERISTEMLESS (STM), SHORT-ROOT e SCARECROW che
sono essenziali per la formazione dei meristemi apicali sia
radicale sia caulinare;
ii) La seconda classe comprende fra gli altri, i geni
ABSCISIC ACID INSENSITIVE3 (ABI3), ABI4 e ABI5, che
agiscono sulla maturazione del seme.
iii) Altri geni, LEAFY COTYLEDON1 (LEC1), LEAFY
COTYLEDON1-LIKE (L1L), LEC2 e FUSCA3, raggruppati in un
terzo gruppo, controllano soprattutto gli eventi di
embriogenesi somatica (Vernoux et Traas.,2000 et
Fleming.,2005).
In Arabidopsis durante lo sviluppo embriogenetico il
gene WUS si esprime prima dello stabilirsi della nicchia di
cellule staminali nell’apice caulinare.
Il gene STM è un gene KNOX associato all’attività
meristematica del domo apicale insieme ai geni KNAT1 e
KNAT2. STM agisce in un meccanismo d’inibizione
dell’espressione di ASYMMETRIC LEAVES 1; ASI1 si esprime
nei primordi fogliari, dove reprime l’espressione di KNAT1 e
KNAT2 (Howell.,1998.)
I geni WOX svolgono ruoli importanti nelle prime fasi
dell’embriogenesi somatica. WOX2 e WOX9 sono quelli più
espressi, sono definiti geni d’identità embrionale.
In Arabidopsis WOX5 and WUS si esprimono prima dei geni
d’identità embrionale (Frlim et al.,2003 et Di Lauro et
al.,2008). Lo sviluppo del seme nelle piante dicotiledoni può
essere suddiviso in tre fasi principali:
i) La morfogenesi, che va dalla fecondazione al termine
della fase di crescita per divisione cellulare;
ii) La fase di maturazione, in cui sono sintetizzati le
sostanze di riserva, quali amido, lipidi e proteine;
iii) L’embriogenesi tardiva, che è caratterizzata dalla
disidratazione del seme, l’inibizione della germinazione
prematura e la dormienza.
Nella fase morfogenetica i geni LEC sono richiesti per
il mantenimento dell’identità cellulare del sospensore e dei
cotiledoni. I mutanti LEC, presentano un sospensore in grado
di andare in contro a una serie di divisioni cellulari, originando
un’anomala struttura a più strati cellulari invece della classica
fila a sei-otto cellule normalmente presente in Arabidopsi.
Tale anomalia nella divisione cellulare dà origine a embrioni
secondari che possono presentare sulla superficie adassiale
delle foglie dei tricomi che, in Arabidopsis, sono
caratteristici delle foglie adulte. Si assiste quindi alla
comparsa di un’anatomia dei cotiledoni intermedia tra quella
di una foglia embrionale ed una foglia adulta. I geni LEC sono
pertanto richiesti per la specificazione dell’identità degli
organi (Fleming.,2005).
L’espressione ectopica di LEC1 è sufficiente ad indurre la
formazione di embrioni somatici sulla superficie adassiale
delle foglie (Savona et al.,2012).
Tali osservazioni suggeriscono che quando nelle cellule
somatiche si riattiva l’espressione di geni che codificano per
proteine di tipo LEAFY COTYLEDON, è possibile ottenere una
drastica riprogrammazione del destino cellulare che culmina
nell’induzione di embrioni somatici (Koltunow et al.,2003).
Quindi, la capacità di LEC1 di indurre sia la fase
morfogenetica sia la fase di maturazione e di sopprimere lo
sviluppo vegetativo fa supporre che esso stabilisca un
ambiente cellulare idoneo allo sviluppo dell’embrione.
Lo sviluppo embrionale è controllato oltre che dai geni della
classe LEC (LEC1, LEC2 e FUS3) anche dagli ormoni. Infatti,
durante lo sviluppo embrionale l’incremento dei livelli endogeni
di acido abscissico inibisce la germinazione precoce, mentre
l’incremento della concentrazione delle gibberelline (GA)
interrompe la dormienza indotta dall’ABA.
A livello molecolare le GA e l’ABA influenzano l’espressione di
molti geni.
Per esempio i fattori di trascrizione LEC interagiscono
direttamente con geni coinvolti nella risposta all’ABA. In
particolare FUS3 può coordinare l’azione ABA/GA
nell’embriogenesi e, con un meccanismo a feedback, questi due
ormoni regolano la stabilità della proteina FUS3 (Koltunow et
al.,2003). CAPITOLO 5
GLI ORMONI VEGETALI
Gli ormoni vegetali sono coinvolti nei processi di
differenziamento e morfogenesi, quindi nel caso delle colture
in vitro la loro presenza è fondamentale. Sono definiti
messaggeri chimici e, prodotti in una specifica cellula o
tessuto, modulano i processi cellulari di un'altra cellula
interagendo con proteine specifiche definite recettori.
Gli ormoni vegetali sono molecole organiche a basso
peso molecolare, attive a concentrazioni micromolari. Possono
essere prodotte in organi differenti della stessa pianta ed
agire anche nello stesso sito di produzione. I fitormoni sono
composti capaci di regolare lo sviluppo e la differenziazione
nelle piante sia in vivo sia in vitro, svolgendo funzioni di
stimolatori e/o inibitori, a seconda del tessuto o organo
bersaglio.
Essi agiscono nella dormienza e germinazione dei semi,
nell’accrescimento, nella lignificazione, nella fioritura nella
fruttificazione (Taiz et al.,1996).
I regolatori di crescita più utilizzati nelle colture in
vitro sono le auxine e le citochinine, mentre meno usati sono
le gibberelline e l’acido abscissico.
Le auxine promuovono la formazione degli apici radicali
(rizogenesi),stimolano l’embriogenesi somatica e inibiscono lo
sviluppo delle gemme laterali.
Le citochinine invece, stimolano la divisione cellulare, lo
sviluppo delle gemme laterali, inducono la caulogenesi e
inibiscono la rizogenesi.
Le citochinine naturali più impiegate nelle colture in vitro
includono la zeatina e la 2-isopenteniladenina (2iP), spesso,
comunque si ricorre a citochinine sintetiche quali la BAP (6-
benzilaminopurina) e la chinetina per i costi più contenuti e la
loro maggiore stabilità.
5.1 AUXINA: L’ormone della crescita
L’Auxina è stata la prima molecola ormonale ad essere
scoperta e la forma di auxina più comune è l’acido indol-3-
acetico (IAA), sintetizzato nei meristemi apicali dei germogli
e nelle giovani foglie. Essa è sintetizzata dall’amminoacido
triptofano, attraverso tre principali vie metaboliche:
i) La via TAM detta anche via della triptammina è presente
in molte specie vegetali compresa Arabidopsis. Essa inizia con
la decarbossilazione del triptofano per formare TAM; una
serie di reazioni enzimatiche converte la triptammina in indol-
3-acetaldeide (IAAId) che quindi è ossidata da una specifica
deidrogenasi in IAA.
ii) La via IPA, via dell’acido 3-indol piruvico nella quale il
triptofano è dapprima deamminato per formare IPA e poi
decarbossilato per formare IAAId.
iii) La via IAN, via del 3-indolacetonitrile, il triptofano è
prima convertito in indol 3-acetaldossima (IAOx) e poi in
IAN, dopo di che l’enzima nitrilasi converte il composto IAN
in IAA. In Arabidopsis sono stati identificati quattro geni che
codificano per l’enzima nitilasi, dal NIT1 al NIT4 (Taiz et
al.,1996).
Per quanto riguarda la localizzazione cito-istologica,
circa un terzo dell’IAA è presente nel cloroplasto mentre il
resto è localizzato nel citosol.
Nelle piante l’auxina si muove dal luogo di sintesi verso
l’apparato radicale attraverso un trasporto polare, portando
così alla formazione di un gradiente di auxina. Il trasporto
polare avviene in cellula parenchimatiche associate al tessuto
vascolare nella radice e nel fusto, anche se un altro trasporto
basipeto si trova nei tessuti epidermici e corticali della
radice.
Il trasporto dell’auxina avviene secondo due modalità:
l’assorbimento/influsso e l’eflusso. Secondo il modello
chemiosmotico, proposto da Jacobs e Gilbert (1983) la forza
protonica motrice (ΔE+ΔpH) attraverso la membrana
plasmatica è responsabile dell'ingresso di auxina nella cellula,
mentre il suo efflusso dipende solo dal potenziale di
membrana, ΔE.
La caratteristica principale del modello di trasporto polare è
che i carriers responsabili dell'efflusso dell’ormone sono
localizzati solo nella parte basale delle cellule della guaina del
fascio. L'auxina è l'ormone coinvolto nella risposta fototropica
e gravitropica delle piante oltre che nella crescita per
distensione delle cellule.
Essa regola anche la dominanza apicale, la fillotassi, lo
sviluppo del meristema fiorale e la formazione delle radici
laterali ed avventizie.
(Abel.,1996 et Aducci et al.,1995 et Ottenschlager et
al.,2003).
5.2 GIBBERELLINE: regolatori dell’altezza delle piante e della
germinazione del seme
Le Gibberelline (GA) sono composti terpenici prodotti
dai funghi e dalle piante superiori e rappresentano una grande
famiglia che conta più di 125 molecole (MecMillan.,2002 et
Olszewski et al.,2002).
I composti terpenici sono formati da unità isopreniche a
cinque atomi di carbonio, uniti con legami testa-coda. Le GA
sono terpenoidi formati da quattro unità isopreniche. La loro
biosintetica può essere suddivisa in tre stadi, ognuno
presente in un comparto cellulare differente:
i) Nello stadio 1, che avviene nei plastidi, 4unità isopreniche
si assemblano per formare una molecola lineare a 20 atomi di
carbonio, il geranilgeranil difosfato che poi è convertito in
ent-kaurene.
ii) Nello stadio 2, che avviene nella membrana plastidiale e
nel reticolo endoplasmatico l’ent-kaurene è convertito in
GA12.
iii) Nello stadio 3, che avviene nel citosol, la GA12 e
convertita in GA1. Nelle piante superiori le GA sono prodotte
nei meristemi apicali e laterali del fusto, nelle giovani
foglioline, negli embrioni e nel seme. Le gibberelline
esercitano la loro azione su una grande varietà di processi di
sviluppo, oltre all'allungamento del fusto, possono stimolare
l'accrescimento del fusto delle piante nane. Sono coinvolte
nella transizione dalla fase giovanile a quella adulta e nella
formazione dei fiori (Hedden et al.,2000 et
Rademacher.,2000)
5.3 CITOCHININE: regolatore della divisione cellulare
Le Citochinine sono state scoperte durante la ricerca di
fattori che stimolassero la divisione delle cellule vegetali in
vitro. Fin da quando sono state scoperte, hanno dimostrato di
avere effetto su molti