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Estratto del documento

ACRONIMO DENOMINAZIONE PAESI PARTECPANTI

AFTA ASEAN Free Trade Area Brunei Darussalam

Cambodia Indonesia Laos

Malaysia Myanmar

Philippines Singapore

Thailand Vietnam

Association of South East Brunei Darussalam

ASEAN Asian Nations Cambodia Indonesia Laos

Malaysia Myanmar

Philippines Singapore

Thailand Vietnam

BAFTA Baltic Free-Trade Area Estonia Latvia Lithuania

BANGKOK Bangkok Agreement Bangladesh China India

Republic of Korea Laos Sri

Lanka

Andean Community Bolivia Colombia Ecuador

CAN 16 Peru Venezuela

Caribbean Community and Antigua & Barbuda

CARICOM Common Market Bahamas Barbados Belize

Dominica Grenada Guyana

Haiti Jamaica Monserrat

Trinidad & Tobago St. Kitts

& Nevis St. Lucia St.

Vincent & the Grenandines

Surinam

CACM Central American Common Costa Rica El Salvador

Market Guatemala Honduras

Nicaragua

Central European Free Bulgaria Czech Republic

CEFTA Trade Agreement Hungary Poland Romania

Slovak Republic Slovenia

CEMAC Economic and Monetary Cameroon Central African

Community of Central Africa Republic Chad Congo

Equatorial Guinea Gabon

Closer Trade Relations Australia New Zeland

CER Trade Agreement

CIS Commonwelth of Azerbaijan Armenia Belarus

Independent States Georgia Moldova

Kazakhstan Russian

Federation Ukraine

Uzbekistan Tajikistan

Kyrgyz Republic

Common Market for Eastern Angola Burundi Comoros

COMESA and Southern Africa Democratic Republic of

Conga Djibouti Egypt

Eritrea Ethiopia Kenya

Madagascar Malawi

Mauritius Namibia Rwanda

Seychelles Sudan

Swaziland Uganda Zambia

Zimbabwe

EAC East African Cooperation Kenya Tanzania Uganda

EAEC Eurasian Economic Belarus Kazakhstan Kyrgyz

Community Republic Russian

17 Federation Tajikistan

European Communities Austria Belgium Denmark

EC Finland France Germany

Greece Ireland Italy

Luxembourg Netherlands

Portugal Spain Sweden

United Kingdom

ECO Economic Cooperation Afghanistan Azerbaijan Iran

Organization Kazakhstan Kyrgyz

Republic Pakistan Tajikistan

Turkey Turkmenistan

Uzbekistan

European Economic Area EC Iceland Lichtenstein

EEA Norway

EFTA European Free Trade Iceland Liechtenstein

Association Norway Switzerland

Gulf Cooperation Council Bahrain Kuwait Oman Qatar

GCC Saudi Arabia United Arab

Emirates

GSTP General System of Trade Algeria Angola Argentina

Preferences among Bangladesh Benin Bolivia

Developing Countries Brazil Cameroon Chile

Colombia Cuba Democratic

People’s Republic of Korea

Ecuador Egypt Ghana

Guinea Guyana Haiti India

Indonesia Islamic Republic

of Iran Iraq Libya Malaysia

Mexico Morocco

Mozambique Nicaragua

Nigeria Pakistan Peru

Philippines Qatar Republic

of Korea Romania

Singapore Sri Lanka Sudan

Thailand Trinidad and

Tobago Tunisia United

Republic of Tanzania

Uruguay Venezuela

Vietnam Yugoslavia Zaire

Zimbabwe

18

LAIA Latin American Integration Argentina Bolivia Brazil

Association Chile Colombia Cuba

Ecuador Mexico Paraguay

Peru Uruguay Venezuela

Southern Common Market Argentina Brazil Paraguay

MERCOSUR Uruguay

MSG Melanesian Spearhead Fiji Papua New Guinea

Solomon Islands Vanuatu

North American Free Trade Canada Mexico United

NAFTA Agreement States

Fonte dati: WTO, Rapporto Annuale 2003 (tabella costruita con Word).

Organizzazioni economiche regionali.

19

Fonte: Treccani, Globalizzazione e regionalizzazione (Saggi, sezione geopolitica),

2012. Le cause del Nuovo Regionalismo.

3.1.

L’aumento del livello di liberalizzazione multilaterale comporta che:

Ad un minor numero di partecipanti alle negoziazioni

- commerciali corrisponde una maggiore facilità di raggiungere un

accordo;

Minore è il numero di partecipanti alle negoziazioni commerciali

- e maggiore è il numero degli aspetti sui quali è possibile arrivare

ad un accordo.

La liberalizzazione promuove la regionalizzazione:

Le ricerche empiriche dimostrano che il volume di commercio tra

- due Paesi è correlato positivamente al loro PNL e

negativamente alla loro distanza economica ;

13

La liberalizzazione non discriminatoria, rendendo la distanza

- geografica più importante relativamente alle barriere

commerciali, può diventare la causa della regionalizzazione del

commercio.

Per distanza economica si intende la distanza geografica più le barriere

13

commerciali. 20

L’impegno a sostenere le riforme economiche implica che:

Maggiore è il grado di liberalizzazione multilaterale, maggiori

- saranno i benefici che possono derivare dall’essere parte del

sistema multilaterale;

Quanto più è probabile che l’uscita da un accordo esterno possa

- provocare ritorsioni, più credibile è l’impegno a sostenere le

riforme;

Quanto più le riforme specifiche sono incorporate in un impegno

- esterno, più probabile è l’impegno a sostenere le riforme.

In merito alla concorrenza per gli investimenti diretti esteri:

I Paesi in transizione vedono l’abilità ad attrarre investimenti

- esteri come la chiave per entrare con successo nel sistema

multilaterale;

La concorrenza tra Paesi in transizione per attrarre investimenti

- esteri è probabilmente intensa.

Un piccolo vantaggio nazionale permette di attrarre un grande

ammontare di investimenti esteri in quanto:

Nella concorrenza tra Paesi simili, piccoli vantaggi potrebbero

- essere decisivi;

Gli investimenti diretti sono indivisibili quindi l’azienda deve

- essere localizzata in un solo posto;

21

I vantaggi principali legati agli investimenti diretti implicano le

-

esternalità e queste rendono il paese attraente per ulteriori

investimenti diretti.

I pericoli e i vantaggi del regionalismo contro i problemi

3.2. del multilateralismo.

La teoria dell’integrazione economica regionale non offre nessuna

dimostrazione sul fatto che vi sia qualcosa di dannoso o lesivo nella

formazione di aree di libero scambio o di unioni doganali. Se esse

hanno come risultato la creazione netta di commercio, allora

l’effetto sul benessere dell’economia mondiale è positivo. In effetti

l’articolo XXIV questo fa pensare. Infatti, mentre non è preclusa la

14

possibilità che una unione doganale o un’area di libero scambio

possa finire in una diversione del commercio, la richiesta che il

livello medio delle tariffe esterne precedenti alla formazione

dell’unione doganale o dell’area di libero scambio debba essere

non più elevato del livello precedente, incrementa la probabilità che

L’articolo XXIV del GATT stabilisce che le Unioni Doganali e le Aree di Libero

14

Scambio sono ammesse a certe condizioni: 1) devono avere come risultato

l’eliminazione delle tariffe e altre restrizioni per una parte sostanziale di tutto il

commercio tra i Paesi partner; 2) il livello di restrizione esterna non deve eccedere

il livello medio delle tariffe che esistevano prima. L’obiettivo è di assicurare che

l’eliminazione delle tariffe interne non sia accompagnata da un aumento del livello

delle tariffe esterne; 3) se la formazione di una UD/ALS può avere come risultato

una perdita commerciale per un altro Paese membro dell’ OMC, allora l’articolo

XXIV dà diritto a quel Paese ad un risarcimento. La formula originale dell’articolo

XXIV consente il controllo e il monitoraggio delle UD/ALS da parte del GATT. Se

una parte contraente sbaglia nell’applicazione di queste regole, allora le può

essere chiesto di smantellare ogni accordo in vigore. Tuttavia, ciò non è mai

successo, in quanto le regole spesso sono state violate senza che nessuno

provvedimento sia stato preso. 22

il risultato sia la creazione di commercio. Inoltre, l’esperienza

storica dimostra che la maggior parte dei blocchi commerciali

regionali formati tra i Paesi sviluppati si risolvono nella creazione di

commercio. Anche se precedenti tentativi verso un’integrazione

regionale tra i Paesi meno sviluppati hanno avuto meno successo e

possono aver dato luogo a distorsioni commerciali, tuttavia l’effetto

sul benessere economico globale è stato marginale. I blocchi

commerciali regionali, in realtà, possono accelerare il processo di

liberalizzazione del commercio mondiale. Infatti, la liberalizzazione

del commercio mondiale attraverso negoziati commerciali

multilaterali deve tener conto di numerosi problemi.

Un primo problema è quello del free rider. Dal momento che l’OMC

è basato sul principio della non condizionalità della clausola della

nazione più favorita, un Paese sarà sempre tentato ad accordare

minori concessioni possibili, sapendo che riceverà

automaticamente qualsiasi riduzione delle tariffe che gli altri Paesi

hanno negoziato tra loro. Dunque, a partire da questo problema

l’Accordo Generale impone ai membri la reciprocità delle

concessioni commerciali, in modo da evitare che uno o più membri

si limitino a godere delle concessioni offerte dagli altri e non siano

disposti a farne a loro volta. Anche quando i Paesi sono disposti ad

agire reciprocamente, possono essere trattenuti dal fare

concessioni importanti se ritengono che altri Paesi stiano cercando

di agire secondo la logica del free rider. Questo porta ad un altro

problema, ossia al convoy problem, cioè che il ritmo dei negoziati

per la liberalizzazione sia imposto dal Paese meno disposto a fare

23

concessioni. Il regionalismo può offrire una via alternativa per

ovviare a questo problema. I Paesi che hanno maggiore

disponibilità a fare importanti riduzioni delle loro barriere

commerciali, possono farlo senza il bisogno di estenderle a tutti i

partner commerciali. Un ulteriore problema degli accordi

multilaterali è che possono richiedere molto tempo per concludere

un negoziato, sia a causa del numero di Paesi coinvolti, sia a causa

della complessità degli accordi da raggiungere. Tuttavia, i temi

oggetto dei negoziati regionali sono spesso più numerosi e

complessi di quelli dei negoziati multilaterali. Sono pochi quegli

accordi regionali che vertono soltanto sull’abbassamento delle

tariffe sul commercio dei beni perché la maggior parte di essi cerca

anche di affrontare barriere non tariffarie e può estendere le

trattative anche ad altri temi come investimenti, libertà di

circolazione dei lavoratori, ecc.

Un altro problema è quello del sequencing, cioè quando un Paese

ha già stipulato un accordo regionale con un altro Paese, il

negoziato di un nuovo accordo con un terzo P

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
45 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher salamalecu97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e cooperazione degli scambi internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Scienze economiche Prof.