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IL GIORNALISMO SPECIALIZZATO
INTRODUZIONE E PANORAMICA
Ormai da molto tempo a questa parte troviamo in edicola, accanto
ai soliti giornali quotidiani, le cosiddette riviste specializzate, ovvero
prodotti dedicati ad uno specifico campo di informazione, come ad
esempio Quattroruote per il mondo delle auto, Nautica per il mondo
delle barche o il Gambero Rosso per tutto ciò che riguarda la
gastronomia.
Ma chiariamo meglio il concetto: per rivista si intende una
pubblicazione periodica che tratta, in maniera più o meno
esauriente, argomenti dedicati ad uno specifico settore di studio o
interesse, con lo scopo perlopiù di approfondire e aggiornare il
pubblico appassionato. Si distinguono per vari fattori, ovvero la
periodicità, che le suddivide in settimanali, mensili, annuali e cosi via;
l'argomento, che può essere scientifico, letterario, politico,
economico, tecnico e via dicendo; il mezzo di comunicazione, che
può essere a stampa e online; e infine la diffusione, che comprende
la vendita a pagamento in edicola o in abbonamento.
Secondo una ricostruzione storica generale possiamo dire che il
primo periodico della storia che più somiglia alle odierne riviste fu La
Gazette, che informava delle discussioni acculturate che si
svolgevano presso la corte del medico francese Renaudot, ed il cui
primo numero risale al 30 Maggio 1631.
Guardando invece all'Italia, la nostra più antica rivista fu Gli Atti
dell'Accademia del Cimento, del 1667, contenente notizie circa i
progressi fatti dalle scienze.
Detto questo cercherò, appoggiandomi anche a interviste fatte ai
rispettivi direttori o chi per loro, di capire la storia di queste riviste, il
loro rapporto col pubblico e la loro strategia commerciale,
evidenziando le differenze che le contraddistinguono in tutti questi
aspetti.
Ovviamente ne esistono molte per ogni campo che ho citato, e
quindi ho cercato di selezionare le più importanti.
Più precisamente, attraverso lo sviluppo di questa tesi, ho cercato di
pormi una domanda specifica: capire se queste riviste sono solo
prodotti dell'industria, e quindi esistono soltanto per un fine
economico e di mercato, oppure contribuiscono anche
attivamente e positivamente a risolvere i problemi del settore che
pubblicizzano, e sono inoltre utili a orientare i lettori-consumatori
verso il miglior acquisto e gli addetti ai lavori alla pubblicizzazione
dei propri prodotti; capire insomma, qual è la loro posizione e
funzione specifica sul mercato e quali sono le differenze tra loro.
Per fare un esempio concreto, nel caso di una rivista turistica è
interessante vedere e capire se essa è solo un mero prodotto di
pubblicizzazione di luoghi turistici o alberghi, o invece se ( e quanto)
tutela anche i proprietari degli alberghi e i turisti, e chi dei due.
Indagare cioè sulla funzione che ognuna di queste riviste ha
all'interno del proprio mercato di riferimento ( quello turistico per le
riviste turistiche, quello dell'automobile per quelle di auto), e cercare
di capire se contribuiscono a cambiarlo impegnandosi anche
politicamente, cioè a risolvere i problemi che vi si presentano ( ad
esempio una domanda potrebbe essere come si pone Quattroruote
difronte alla crisi del mercato automobilistico), o se se ne chiamano
fuori, scegliendo altre strategie di mercato e puntando su altri
obiettivi.
Il mio intento è quello dunque di fornire uno “scorcio” di questo tipo
particolare di giornalismo, che è appunto quello specializzato, e,
come si suol dire, “di nicchia”; un giornalismo che si rivolge alle riviste
specializzate periodiche ( rappresentate dall'ANES, associazione
nazionale editoria periodica specializzata sorta nel 1995 per iniziativa
di un gruppo di editori di stampa specializzata). Queste riviste
interessano infatti soltanto i veri appassionati, tra i quali possiamo
pero distinguere due diverse categorie: quella dei veri e propri diretti
interessati e addetti ai lavori, cioè di persone che operano nello
stesso campo( ad esempio un rivenditore di auto che usa
Quattroruote per pubblicizzare il proprio punto vendita appartiene a
questa categoria), e quella dei semplici amatori che magari non
vanno oltre la passione o l’interesse per quel campo; ebbene,
queste riviste devono soddisfare le esigenze di entrambe queste
categorie, devono cioè essere né troppo specifiche da risultare
noiose per il pubblico degli amatori, e né troppo superficiali da
risultare inutili per i veri e propri appassionati e interessati. Quindi
devono creare un tipo di linguaggio giornalistico che è una via di
mezzo tra il vero e proprio manuale specializzato e la semplice rivista
di intrattenimento, un linguaggio cioè che non risulti mai troppo
astruso e incomprensibile, troppo specifico.
C’è da precisare che non ho selezionato a caso queste riviste, bensì
nello sceglierle ho fatto bene attenzione alle differenze che ci sono
tra loro, in modo da far capire meglio lo scopo di questa tesi, che è
appunto quello di vedere come esistano diversi modi di porsi sul
mercato da parte di questo tipo di riviste, e che ognuna ha il suo
metodo, la sua strategia; c’è ad esempio quella impegnata in
politica, e quella che invece se ne chiama fuori, puntando di più a
capire e anticipare le tendenze di mercato, quella che si focalizza
su nuovi stili di vita e quella nata per soddisfare sempre le esigenze
dei consumatori, attenta a dare loro ciò che chiedono in quel
preciso momento dal mercato.
Questo ci fa capire come il giornalismo specializzato si possa
esprimere in molti modi diversi, andando incontro cosi a tanti tipi di
pubblico e tanti tipi di richieste; non c’è uno stesso modo di
affrontare l’argomento, che si ripete sempre uguale in ogni tipo di
rivista. Il giornalismo specializzato potrebbe infatti dare l ‘idea di
articoli difficili da capire, con un linguaggio astruso e specialistico,
che affrontano temi ancora più complicati, e che sono sempre
uguali qualsiasi sia l’argomento trattato. Invece, come torno a
ribadire, non è cosi, poiché dalle riviste prese da me in
considerazione ben emergono le differenze con cui ognuna affronta
gli argomenti e si pone verso il suo pubblico.
Nel corso del tempo queste riviste sono ovviamente cambiate, sino
a dotarsi, da un po' di anni a questa parte, di un sito internet.
Ebbene, comincerò la mia indagine fornendo una sintesi storica di
alcune riviste da me selezionate, ovvero Nautica, Gambero Rosso ,
Quattroruote e Dove, per poi proseguire con la parte dedicata alle
interviste. CAPITOLO PRIMO
IL SETTORE TURISTICO
Immagine 12 : Copertina di Dove del Marzo 2012
Siamo giunti ora all'analisi dell'ultima rivista mensile da me presa in
considerazione, quella di viaggi Dove, edita da Rizzoli e diretta da
Carlo Montanaro. ( immagine 12) . Rivista giovane, si occupa anche
di cultura, tempo libero e stili di vita. Fin dall'anno della sua
fondazione, nel 1990, si è imposta sempre più come riferimento per
tutti coloro che desiderano mettersi in viaggio, e quindi confrontare
prezzi per trovare l'offerta più conveniente e trovare informazioni su
mete tipiche e particolari come alberghi o centri benessere.
Inoltre Dove offre all'interno del suo mensile rubriche utili e facili da
consultare, con elenchi per trovare ristoranti, agriturismi e ostelli,
corredati da utili ed esperti consigli per i lettori. Ma troviamo anche
interessanti sezioni dedicate a segnalare eventi culturali di rilevo o
individuare tendenze.
Questo è l'aspetto pregnante che è infatti emerso dall'intervista che
ho fatto al Vicedirettore di Dove Mariella Grossi, la quale è stata
particolarmente attenta a spiegarmi come Dove non sia una
semplice rivista di viaggi, bensì una pubblicazione dedita soprattutto
al riconoscimento di nuove tendenze di vita e lifestyle, selezionate
attraverso la consultazione dei quotidiani e l'aiuto di collaboratori
sparsi in tutto il territorio. Come esempio la vicedirettrice mi ha
portato il fatto di tendenza che consiste nel mangiare in macelleria,
che si sta diffondendo da poco: consiste nel fatto che i clienti della
suddetta macelleria acquistano la carne e la consumano seduta
stante, nelle macelleria stessa, senza portarla a casa per cucinarla;
ebbene, il compito di Dove, individuata questa tendenza, è quello
di suggerire i luoghi ( in questo caso le macellerie) dove si attua
questa tendenza, corredando ovviamente gli articoli con prove sul
posto fatte dai suoi stessi inviati.
Ma un altro esempio che la vicedirettrice Grossi mi ha fatto è quello
interessante del biologico: tutti al giorno d'oggi parlano di biologico,
e i collaboratori di Dove hanno individuato in Alto Adige dei progetti
di bioarchitetture, che rappresentano chiaramente una nuova
tendenza, pronta così ad essere conosciuta grazie agli articoli di
questa rivista.
Questa rivista si pone dunque in modo atipico, rispetto ad altre
riviste, nei confronti del pubblico; da questa intervista ho potuto
infatti capire che Dove non pubblicizza soltanto località turistiche,
ma parte da nascenti tendenze, fenomeni di costume e stili di vita
per poi arrivare ai luoghi dove queste tendenze si sviluppano.
Ho posto poi alla vicedirettrice la domanda circa la posizione della
rivista nei confronti di una possibile crisi del settore turistico, e la
risposta è stata secca: Dove non si occupa di questo genere di
problemi. Non si rivolge infatti agli addetti ai lavori, come gli
albergatori, ma bensì soltanto al pubblico di turisti e viaggiatori in
cerca di mete particolari e nuove.
Circa la questione dell'esportazione del marchio italiano all'estero,
qui inteso come bellezze paesaggistiche nostrane, la Vicedirettrice
mi ha risposto che senza dubbio la rivista svolge in questo senso un
ruolo molto attivo, rimanendo attenta a fare spesso servizi su località
italiane.
Qui ci potremmo ricollegare per esempio alla rivista Gambero Rosso,
che svolge anch'essa una promozione davvero efficace del nostro
marchio all'estero; d'altra parte queste due riviste, insieme a
Quattroruote si occupano di settori in cui il nostro paese ha
un'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, ed il loro compito è,
come ripeto, anche quello di mantenere questa eccellenza. Senza
queste riviste, non ci sarebbe un approfondimento adeguato, e di
conseguenza neanche tutta la fama di cui godono oggi le nostre
eccellenze, che non sarebbero tali. Quindi, gioco-forza, queste
riviste svolgono un ruolo di pubblicizzazione non indifferente, ognuna
ovviamente riguardo il suo settore di interesse, ruolo che accomuna
u