Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ABSTRACT IN INGLESE
Speaking of the nurse-patient means to analyze a dynamic process with clearly defined
characteristics. It is definitely a "helping relationship" as it occurs in a contact between two
people (report) of which one, the nurse has a support and facilitation (help) each other.
The nurse is a person who has chosen "professionally" to provide support that can help
the patient.
From the interaction of these two systems emerge factors that determine the one hand the
total or partial resolution of the problem of the patient, the other the satisfaction of the
nurse in their work.
Within this report, appropriate attitudes or less can cause positive or negative
consequences for those involved in the report.
Properly identify and assess the resources, needs, social and psychological and physical
problems to the patient, plan and provide the necessary assistance to the individual; run
responsibly and according to his competence therapeutic measures; be able to create a
climate therapeutic work with various members of the team, continue their education:
these are just some of the elements that identify the nursing profession.
The nurse must inevitably come to terms with the pain, whether physical or psychological,
with death, with their own powerlessness, the need to prop up a professional image often
far from reality in which it operates: it must confront the their emotions and how these
determine its actions in both the professional and private life.
Anger, fear, pain, anxiety, insomnia, fatigue, dissatisfaction, etc.. are responses to this
constant stress and create a vicious cycle that feeds on itself becoming increasingly strong
and flowing into what is called "Burnout Syndrome". This mechanism means that the
nurses are unwittingly creating a shield that if one side is defending it from attack from the
other greatly restricts the movements. 4
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE
Nei grandi cambiamenti che hanno investito e che stanno ancora investendo il mondo del
lavoro, l‟area sanità non solo condivide con una pluralità di altri settori occupazionali la
presenza di rischi diversi ma, questi rischi, hanno ricadute di portata maggiore su alcuni
operatori e utenti rispetto ad altri appartenenti ad ambiti occupazionali meno connessi alle
dimensioni fondanti la vita umana.
L‟esposizione al rischio è diversa a seconda delle aree: certamente è più evidente ed
identificabile in settori quali l‟emergenza, il pronto soccorso, le unità di psichiatria,
l‟oncologia ecc. ma certamente non assente anche in ambiti ritenuti più tranquilli vuoi per
la tipologia dei pazienti ma anche per la generale esigenza di lavorare in squadra pur in
assenza di aspetti di urgenza.
La gestione delle emozioni sul posto di lavoro rappresenta uno dei punti cruciali
riguardante lo sviluppo della professione lavorativa dell‟infermiere.
La manipolazione dei confini emotivi, ai fini di creare una distanza emotiva o un
collegamento con i pazienti e le relative famiglie, è emersa essere una strategia per la
dell‟emozione.
gestione anticipata (e in continua evoluzione)
L‟infermiere come professionista è stato indubbiamente preparato, più all‟azione che alla
riflessione. l‟infermiere
Molti sono i percorsi formativi che si occupano di aiutare ad affrontare il
paziente in condizioni critiche e la sua famiglia, ma poco o nulla si è fatto per preparare gli
operatori ad affrontare i propri disagi emotivi. La vita emotiva degli operatori è stata presa
in considerazione solo negli anni Ottanta, quando apparvero in Italia le prime ricerche sul
evidenziando così il “rischio” emotivo delle professioni sanitarie.
burn-out,
Con l‟apparire del termine “burn-out” si è configurata una condizione di stress lavorativo
riscontrabile con maggior frequenza tra i soggetti impegnati in attività assistenziali: si tratta
l‟area
di una patologia professionale particolarmente rilevante per socio-sanitaria.
in un lavoro emozionale ma si è ancora un po‟ “analfabeti”
Gli infermieri sono coinvolti
rispetto al linguaggio delle emozioni.
Nel suo lavoro sono presenti molti attori: il paziente, i familiari e i colleghi, ognuno con il
suo bagaglio di problemi, aspettative ed esigenze. Il professionista della salute si sente
spesso solo di fronte a tante sollecitazioni, tende a richiudersi in un isolamento emozionale 5
che inevitabilmente si ripercuote su ciò che lo circonda, ma in particolare su se stesso.
portati all‟interno dei rapporti
Cosa ancor più preoccupante è che, spesso, tali vissuti sono
personali (come gli affetti e le amicizie), che invece di rappresentare un momento di
distacco e di evasione, diventano l‟occasione di sfogo dei disagi acquisiti durante la
giornata.
Lo scopo della mia tesi è quindi quello di indagare il coinvolgimento emotivo degli
infermieri nella relazione di cura.
1.1. Perché si sceglie il lavoro di cura
Vanna Iori (2003) ha ipotizzato che la scelta del lavoro di cura racchiuda in sé motivazioni
di stampo sadomasochistico, contenenti elementi predatori, mascherati da motivazioni
ideali. Può apparire come una frase forte, che però crea spunti di riflessione piuttosto
acuti. Tutti hanno la necessità vitale di ricevere e di
avere cura, perché l‟esistenza nella sua
essenza è cura di esistere: “Senza relazioni di
cura la vita umana cesserebbe di fiorire. Senza
relazioni di cura nutrite con attenzione, la vita
umana non potrebbe realizzarsi nella sua
pienezza”. La cura in ambito sanitario, in
particolare nella nursing prende il termine più
appropriato di relazione d‟aiuto e Carl Rogers definisce la relazione d‟aiuto: “Una relazione
in cui una dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la
(…); una
maturità e il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato
situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire, in una o ambedue le parti, una
valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto e una maggiore possibilità di
espressione”.
relazione professionale d‟aiuto è un rapporto dinamico che si basa sull‟interazione tra
La
due o più persone delle quali una delle due si trova in una situazione di difficoltà. Chi
porge aiuto racchiude in sé interessi e competenze che per entrambe le persone coinvolte
un‟adeguata preparazione
hanno anche degli sviluppi emozionali. Chi aiuta ha bisogno di
sia dal punto di vista tecnico-cognitivo sia psicologico relazionale. 6
Non è mai per caso che si valuta l‟idea di lavoro di cura, c‟è sempre una
scegliere un
motivazione che ci spinge. Sappiamo bene di avere delle risorse, dell‟energia, dei
sentimenti da investire in un rapporto d‟aiuto, oltre ovviamente alle capacità fisiche di
offrire le nostre prestazioni.
CAPITOLO 2 - LE EMOZIONI E I SENTIMENTI
e sentimenti sono parte integrante della vita dell‟uomo come essere sociale.
Emozioni
Inevitabilmente, all‟interno di una relazione tra
due o più persone, emergono emozioni e si
sviluppano sentimenti. E quale situazione è più
idonea per collocare le emozioni se non quella
rappresentata dalle relazioni d‟aiuto? In questo
contesto che vede coinvolte diverse figure,
l‟infermiera, il paziente, i suoi familiari e l‟equipe‟
è naturale emergano situazioni dal forte impatto
emozionale. Le dinamiche in esso contenute
molteplici e consentono in modo inequivocabile l‟instaurarsi di situazioni ricche di
sono
emozioni coinvolgenti e spesso destabilizzanti.
1.1. La storia delle emozioni
Le emozioni sono una caratteristica presente in tutti gli esseri viventi che implica una
reazione cognitiva e fisica, prevalentemente improvvisa, ad uno stimolo. Vengono, quindi,
intese come uno stato affettivo di tipo fuggevole.
I primi studi sulle emozioni sono stati fatti da filosofi o naturalisti. Già Cartesio, nel 1649,
distinse altre qualità umane contrapposte alla razionalità, e cominciò a parlare di emozioni,
“ Le emozioni hanno la funzione di incitare l’anima a volere le cose cui esse
predispongono il corpo; (…) esistono sei passioni primitive, le altre emozioni sono una
queste”. Tuttavia, solo nell‟Ottocento,
mistura di con Charles Darwin, le emozioni
acquistano un rilievo scientifico delineando un modo nuovo di interpretare il cosiddetto
rapporto mente-corpo.
Darwin sostenne che le emozioni rappresentano la prima risposta di un individuo
circostante, permettendo una pronta ed efficace risposta dell‟organismo in
all‟ambiente 7
circostanze critiche e assumendo quindi un‟importante significato “adattivo” (concetto
utilizzato in campo evoluzionistico) legato alla sopravvivenza. Ritenne che molte delle
“adattivo”, utile
espressioni facciali avessero un significato a esprimere, senza bisogno di
parole, lo stato d‟animo del soggetto: ad esempio, mostrandosi impaurito, poteva
segnalare delle situazioni di pericolo, utile alla tutela di se stesso e del clan di
appartenenza. Darwin, grazie ad alcuni studi, arrivò alla conclusione che esisteva una
base comune nelle espressioni caratteristiche di ogni emozione nei vari popoli e che
pertanto bisognava ritenere innata questa capacità. Con le sue intuizioni è stato il primo a
un‟interpretazione
creare le basi del concetto di emozioni, a dar loro un significato e in
termini di utilità e di comunicazione.
A suffragare gli studi di Darwin ci fu anche lo psicologo canadese Paul Ekman che, nel
1972, insieme a Friesen ed Ellswort si prefissero di studiare: felicità, rabbia, paura,
tristezza e sorpresa, in particolare su alcune popolazioni della Papua Nuova Guinea.
Insieme scoprirono che una caratteristica importante delle emozioni primarie è data dal
fatto che sono espresse da ogni essere umano in ogni luogo, di qualsiasi cultura ed etnia,
attraverso modalità simili. Da ciò possiamo notare l‟importanza che ha il linguaggio non
verbale, che generalmente ha una valenza maggiore di quello verbale, rafforza la
comunicazione, ed è in grado di anticipare quello verbale.
Altri ricercatori si sono occupati di emozioni. James, nel 1884, facendo riferimento ai
processi neurofisiologici, ha definito l‟emozione come “il sentire” elaborando la “Teoria
periferica”, secondo cui un evento emotivamente coinvolgente darebbe origine a una serie
di reazioni viscerali e neurovegetative che percepite dal soggetto sarebbero all‟origine
dell‟esperienza emotiva.
Al contrario James e Lange producono una “teoria somatica”, secondo cui “ i cambiamenti
corporei seguono direttamente la percezione del fatto eccitatorio, e che il sentimento d