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Le tre vigenti sottoclassi di crediti deteriorati

Le tre vigenti sottoclassi di crediti deteriorati sono: le "sofferenze", che sono esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; "le inadempienze probabili", che sono invece esposizioni, diverse dalle sofferenze, per le quali la banca valuta improbabile che il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni contrattuali senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie; le "esposizioni scadute e/o sconfinanti", infine, sono esposizioni scadute o che eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni e oltre una predefinita soglia di rilevanza, cui si affianca la nuova categoria delle esposizioni oggetto di concessione (forborne exposures), ovvero esposizioni che, a causa di una difficoltà finanziaria attraversata dal debitore, sono state oggetto di un'azione di concessione.

oggetto di ristrutturazione/rinegoziazione del piano di rientro o di altre concessioni da parte della banca. L'elevato stock di crediti deteriorati ha effetti negativi sui conti economici, in quanto tende a comprimere i ricavi lordi e a innalzare il costo della raccolta. Le cause principali del fenomeno dei crediti deteriorati sono da ricercarsi nella recessione e nella lentezza delle procedure di recupero; ma anche politiche creditizie imprudenti, pratiche di tolleranza eccessiva nei confronti dei debitori inadempienti, erogazioni in conflitto di interessi o apertamente fraudolente costituiscono altrettante aggravanti, che spiegano la differenza tra le banche più "virtuose" e quelle meno "virtuose". Tra il 2007 e il 2016 il tasso di incremento delle sofferenze registrato dagli intermediari è stato, in media, superiore al 500 per cento ed è risultato particolarmente elevato anche tra gli intermediari più virtuosi. Con riferimento al caso italiano,numerose sono le ragioni di un così elevato livello distock di npl: in primis, la crescita delle nuove sofferenze nei lunghi anni della crisi inragione del progressivo peggioramento della capacità reddituale e patrimoniale dei debitori. Va poi segnalata la stabilità dei tassi di estinzione che risente dell’elevata durata media (circa 7 anni) delle procedure di recupero crediti, sia per via giudiziaria sia stragiudiziale, a sua volta strettamente connessa con le ben note lentezze del sistema giudiziario italiano. Se l’Italia avesse potuto godere di tempi di recupero in linea con quanto osservato nei principali paesi europei, il rapporto tra le sofferenze e i prestiti sarebbe oggi pari a circa la metà di quello effettivamente registrato, non discostandosi molto dalla media europea. È stato cercato di intervenire attraverso nuove normative concernenti un miglioramento delle procedure di recupero.vendita anche attraverso l'informatizzazione delle aste giudiziali, nonché consistenti investimenti in digitalizzazione. Evidenzia l'esistenza di una netta correlazione inversa tra andamento del PIL e incidenza delle sofferenze. All'inizio della crisi, le banche meno deboli (con un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale degli impieghi inferiori alla media) registravano dati compresi tra 2 e 3 punti percentuali; quelle più deboli (con un rapporto superiore alla media) erano attestate intorno ai 7 punti percentuali. Per le prime questo rapporto ha toccato il culmine tra il 2014 e il 2015, attestandosi al 15-17 per cento; per le seconde ha superato il 35 per cento negli anni 2015-2016. Figura 2: Correlazione PIL sofferenze Fonte: www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2017/Barbagallo_CISL_06062017.pdf In un sistema finanziario, come quello italiano, in cui il

Il credito bancario rappresenta la principale fonte di finanziamento dell'economia e l'accesso diretto al mercato da parte delle imprese è ancora molto limitato, non sorprende che le difficoltà delle imprese dovute alla forte recessione si siano pesantemente riflesse sulla qualità degli attivi bancari. Un elevato stock dei crediti deteriorati ha indubbiamente effetti indesiderati. Si tratta, infatti, di attivi di difficile valutazione; ciò contribuisce a innalzare il premio per il rischio che le banche devono pagare per raccogliere capitale e liquidità sul mercato. L'obiettivo, dunque, è di cercare di ridurre quanto più possibile i npl in portafoglio con il fine di ottenere un oggettivo abbassamento dei rischi e un rafforzamento patrimoniale, ma anche nella prospettiva di riportare gli intermediari su un piano di equilibrio indispensabile per la

Carmelo Barbagallo Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia, Roma 6 giugno 2017

La ripresa di una normale operatività e di una fisiologica erogazione di credito.

Lo strumento cui più di frequente si fa ricorso per realizzare l'alleggerimento dei portafogli bancari è rappresentato da un veicolo societario appositamente costituito denominato Asset Management Company (AMC), o, più comunemente, bad bank.

Un'alternativa di fondo è quella tra AMC centralizzate e AMC decentralizzate, a seconda che i veicoli si rendano acquirenti di npl sul piano sistemico rivolgendosi a tutti gli intermediari presenti su un determinato mercato oppure si presentino come organismi specializzati su singole banche. Ciascuna soluzione presenta vantaggi e svantaggi: da un lato la soluzione sistemica consente innegabili economie di scala per l'asset gestiti e può contribuire alla definizione

di prassi standardizzate;

soluzione decentralizzata può vantare maggiore specializzazione, focalizzandosi su particolari contesti aziendali, nonché avere maggiori e più dettagliate informazioni sui debitori, favorendo più rapidi processi di selezione e trattamento dei crediti deteriorati.

Inoltre quest'ultima è oggettivamente meno esposta ai rischi di pressioni o condizionamenti politici che possono indirizzare l'attività verso criteri di minore efficienza. Ad ogni modo, nell'ambito di tutti i modelli utilizzati rimane la costante presenza degli Stati in qualità di garanti degli interventi, che può a sua volta scegliere strade diverse: dalla partecipazione diretta negli AMC, al semplice sostegno finanziario oppure alla concessione di garanzie sui titoli da questa emessi.

L'esigenza di ottenere risultati monetizzabili nel breve periodo può condurre a situazioni di sovraccarico delle strutture interne preposte.

alla gestione dei crediti deteriorati, rendendo più difficile un processo di recupero monitorato ed efficiente. Per questo molte banche valutano se ovviare alle carenze di capacità produttiva attraverso la cessione prodi npl (anche mediante cartolarizzazioni) e/o l'esternalizzazione dei processi di soluto 32 recupero.

Il valore netto di crediti deteriorati ammontava a fine 2015 a circa 200 miliardi. Tale valore, però, include per oltre un terzo anche prestiti relativi a debitori in situazione di temporanea difficoltà. I prestiti relativi a debitori in stato di crisi irreversibile, le cosiddette sofferenze, erano pari a poco meno di 90 miliardi.

Con la ripresa, seppur modesta, dell'economia, il processo di deterioramento della qualità del credito si sta riducendo; nel secondo trimestre del 2016 il flusso dei nuovi crediti 32 CESARINI F., op.cit. 22 deteriorati per l'intero sistema bancario è sceso al 3,0 per cento del totale dei

testo fornito utilizzando tag html.

Presiti, attestandosi sui valori più bassi dal 2008. L’incontro tra domanda e offerta sul mercato dei crediti deteriorati è stato difficile in questi ultimi anni, perché il prezzo proposto per questi attivi dai potenziali investitori si discostava, anche significativamente, dal loro valore in bilancio. Recentemente, però, sono state assunte diverse iniziative per ridimensionare questo differenziale e facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati. Nel 2015 e nel 2016 sono state apportate modifiche alle procedure fallimentari, al fine di accrescerne l’efficacia e di ridurre i tempi di recupero dei crediti. Anche i fondi privati Atlante e Atlante 2, come è noto, hanno contribuito allo sviluppo del mercato degli attivi deteriorati con investimenti nelle tranche più rischiose delle cartolarizzazioni di sofferenze. È notizia degli ultimi giorni, in cui si sta scrivendo, che le banche stiano accelerando il processo di pulizia del

  1. Portafoglio crediti: nel complesso, i dieci maggiori istituti hanno messo in conto di ridurre l'incertezza dei crediti deteriorati di circa 60 miliardi entro tre anni sugli oltre 200 in portafoglio.
  2. Cause delle situazioni di crisi: endogene ed esogene

In dottrina si è soliti distinguere le cause delle situazioni di crisi in due macro-categorie: cause interne (c.d. endogene o di natura gestionale) e cause esterne (c.d. esogene).

Le prime dipendono da fattori interni dell'azienda, dunque sono più controllabili, ad esempio cambiamento organizzativo, cambio del vertice o della strategia, crisi di risorse, scelte sbagliate di mercato... In particolare, primaria importanza assumono le strategie economico-finanziarie (nel caso specifico si fa riferimento alle dinamiche connesse agli istituti bancari, nonché all'incapacità della gestione delle obbligazioni di breve periodo). Si sono poi registrate situazioni di crisi in corrispondenza di politiche...

diespansione errate, non solo scelte relative a mercati esteri, ma anche scelte di ingresso innuovi settori o in nuovi mercati.

BARBAGALLO C., Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Banche33e Vigilanza in Europa: il quadro attuale e le prossime sfide, Roma 20 settembre 2016

34 Il Sole 24 ore, 11 novembre 2017 23seconde, invece, dipendono da fattori esterni all’azienda,Le dunque sono menoprevedibili, ad es. variazione del quadro normativo, operazioni societarie, rischi di mercato… Tra i fattori esogeni la principale causa di dissesto è rappresentata dal calo delladomanda globale o dal declino del settore di riferimento. Significativa è anche la frequenzadi eventi straordinari, quali calamità naturali, piuttosto che eventi traumatici come furti oincendi. Di residuale importanza sono poi i fattori di crisi riconducili a dinamicheconcorrenziali.

Nella maggior parte dei casi, la causa del dissesto v

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A.A. 2019-2020
86 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valen_92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Cerrone Rosaria.