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SOCIALE
4.1 L’inserimento nel mondo del lavoro
Spesso la parola disabile viene associata all’idea di “impossibilità”: di
studiare, di condurre una vita sociale e ancor più di lavorare. L’impossibilità
di fare qualcosa, però, è strettamente legata all’ambiente e ai fattori esterni del
contesto nel quale ci troviamo a vivere. Una disabilità, di per se stessa in
molti casi non impedisce di lavorare, basta saper mettere in campo le idonee
risorse per permettere al lavoratore disabile di svolgere al meglio il proprio
ruolo. Una prima attenzione va rivolta alla giusta collocazione, in base sia alla
preparazione scolastica della persona, alle sue problematicità, ma soprattutto
alle sue potenzialità. Bisogna evitare l’atteggiamento di chi reputa un disabile
“meno capace” e quindi nonostante il ruolo assegnatogli, tende ad attribuirgli
compiti sottoqualificati o di non permettergli affatto di contribuire al lavoro.
Inoltre sarebbe una buona prassi informare i colleghi delle giuste modalità di
relazione interpersonale da mettere in campo per superare una specifica
disabilità. Sarebbe quindi corretto, nel caso di lavoratori sordi, spiegare ai
59
colleghi le idonee modalità comunicative, le semplici attenzioni per facilitare
il lavoro e le relazioni.
Naturalmente la scelta lavorativa è strettamente connessa col percorso
di studi che si è scelto di seguire. Poiché solo l’11,1% dei disabili con
36
difficoltà di vista, udito e parola, hanno un diploma superiore o una laurea ,
la maggior parte dei ruoli assegnati ai lavoratori sordi sono di tipo non
qualificato. In passato nelle scuole speciali, ai ragazzi sordi veniva insegnato
un mestiere in laboratori artigianali ed avevano quindi occupazioni
primariamente manuali. Con la chiusura delle scuole speciali, si è voluto dare
ai giovani la possibilità di accedere a ruoli più qualificati. Purtroppo anche in
questi casi i sordi sono stati vittime di quei pregiudizi che vengono associati
alle disabilità, maggiormente se sensoriali: oltre ad essere sottoutilizzati e
sottovalutati, gli è stata preclusa la possibilità di carriera a causa delle barriere
comunicative ed anche l’opportunità di aggiornarsi per la mancanza di corsi
adeguatamente strutturati.
Limitazioni maggiori, naturalmente, vengono incontrate dai lavoratori
che padroneggiano poco la lingua orale e che prediligono la lingua dei segni
per comunicare. Difficilmente in un contesto lavorativo comune, infatti, si
incontrano persone che conoscano la LIS. Un’efficace educazione oralista, in
36 ISTAT (a cura di), Istruzione e integrazione scolastica (2004-2005), [in rete] www.handicapincifre.it. 60
questi casi, mostra tutti i suoi vantaggi: nonostante le difficoltà, il soggetto
portatore di svantaggio può contare su una competenza comunicativa
maggiore rispetto a coloro che conoscono esclusivamente la lingua dei segni o
che hanno ricevuto un’educazione orale insufficiente.
La prima Legge a tutela dei sordi in ambito lavorativo fu approvata nel
1958 e si occupava delle assunzioni obbligatorie esclusivamente per la
categoria dei disabili uditivi. Era la Legge n.308 del 13 marzo 1958, dal titolo
“Norme per l’assunzione obbligatoria al lavoro dei sordomuti” e fu la prima
legge ad occuparsi dell’obbligo di assunzione di lavoratori sordi in
determinate categorie di aziende ed amministrazioni, prevedendo una
percentuale di posti di lavoro loro riservati. Nel 1968 confluì nella Legge
37
n.482 del 2 aprile assieme alle tutele lavorative delle altre categorie di
38
disabili. Successivamente, con la Legge n.68 del 12 marzo del 1999 , la
categoria dei sordi perse la percentuale dei posti riservati essendo tutelata allo
stesso modo delle altre categorie di disabili attraverso il “collocamento
mirato”. Questo tipo di inserimento lavorativo avviene tramite interventi e
azioni volte a realizzare percorsi occupazionali studiati sulla base delle
capacità lavorative della persona, al fine di attuare un collocamento lavorativo
37 Legge 2 aprile 1968, n. 482 “Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche
amministrazioni e le aziende private”.
38 Legge 12 marzo 1999, n.68 “Norma per il diritto al lavoro dei disabili”. 61
mirato del disabile nella specifica realtà aziendale. Lo scopo ultimo di questo
tipo di intervento è l’efficace inserimento del disabile e la migliore
soddisfazione delle esigenze produttive aziendali.
Nonostante questa lunga tradizione di interventi per l’inserimento
lavorativo dei soggetti con disabilità uditiva, la situazione occupazionale per
queste persone rimane comunque limitata. La percentuale di occupati in Italia,
infatti, sul totale di persone con disabilità di vista, udito e parola, è solo del
39
6,4%, mentre l’1,7 % è in cerca di occupazione .
4.2 L’integrazione sociale
Naturalmente, i problemi con cui i sordi giornalmente devono fare i
conti non sono soltanto legati all’istruzione o al lavoro. La vita quotidiana, le
normali attività assumo caratteristiche diverse alla luce del deficit uditivo.
Risolvere problemi di tipo legale, amministrativo o semplicemente fare la
spesa diventa problematico senza l’aiuto di una persona normoudente che
possa comunicare in modo diretto con l’impiegato o il commerciante.
39 ISTAT (a cura di), Lavoro e occupazione (2004-2005), [in rete] www.handicapincifre.it. 62
4.2.1 Le nuove tecnologie per l’integrazione sociale
Una grande facilitazione per la gestione e la partecipazione quotidiana
dei sordi alla vita sociale, è rappresentato oggi dai nuovi dispositivi
tecnologici che, creati per utenti generici, trovano ottime applicazioni ed
utilità anche per i disabili uditivi.
Ci sono fondamentalmente tre mezzi di comunicazione che negli ultimi
decenni si sono sviluppati in maniera travolgente: il telefono, la televisione ed
Internet. Non è certo degli ultimi anni la loro invenzione, ma è solo
recentemente che hanno invaso la nostra vita quotidiana. Anche,
naturalmente, quella delle persone sorde. Infatti queste tecnologie, benché
basate oggigiorno su sistemi multimediali che comprendono sia video che
audio, possono, grazie ad ulteriori innovazioni tecnologiche, essere modellate
secondo i bisogni specifici della fascia di utenza dei disabili uditivi.
Ad esempio, nell’ambito della televisione, importantissimo mezzo di
diffusione di informazioni e di notizie, i contenuti diventano accessibili agli
utenti sordi grazie alle sottotitolazioni o alla presenza dell’interprete LIS in
alcune fasce orarie di trasmissione dei notiziari. Purtroppo l’obiettivo di una
sottotitolazione completa è ancora lontano, ma esistono vari accordi su questo
servizio, stipulati tra l’ente pubblico RAI e le associazioni dei sordi. Quello
che, attualmente, le associazioni stanno facendo, è battersi affinché i principi
63
di non discriminazione vengano rispettati e che quindi sia offerto un servizio
completo di sottotitolazione e interpretariato, dai notiziari ai documentari, dai
film ai programmi di attualità, ma soprattutto l’impegno a migliorarne la
qualità.
Anche il telefono che potrebbe sembrare un mezzo inutilizzabile per i
sordi è invece un ottimo ausilio alla comunicazione. Basta pensare che il
telefono, mobile ma anche fisso da qualche anno, non serve più solo per
telefonare: SMS, MMS o videochiamate sono diventati servizi di primaria
importanza. E com’è facile immaginare possono essere facilmente usati anche
dai sordi. Già nel 1985 era stato creato un apposito telefono, chiamato text-
telephone o DTS, che permetteva, grazie ad una tastiera e ad un display, di
collegarsi tramite la linea telefonica e parlare semplicemente scrivendo
messaggi visualizzati in tempo reale dall’altro utilizzatore. Solo
successivamente, però, questo ausilio ha trovato maggiore diffusione grazie al
suo inserimento tra l’elenco delle protesi fornite gratuitamente ai minorati
uditivi. Il limite del DTS è, però, la limitata diffusione nel mondo degli udenti
e quindi viene utilizzato solo per la comunicazione a distanza tra i sordi.
Per ovviare anche a questo inconveniente, sei regioni italiane con
l’ausilio dell’Ente Nazionale Sordi, hanno dato vita ad un servizio che
permette di abbattere le barriere comunicative tra sordi ed udenti. Questo
64
servizio è denominato “Servizio ponte telefonico per sordi” ed è presente in
Lombardia, in Liguria, in Veneto, nel Lazio, in Campania e in Puglia.
Sfruttando il DTS, le e-mail, i fax o il servizio di messaggistica
istantanea Messenger, questo servizio permette di contattare un operatore al
quale si fornisce il numero della persona con cui si vuole parlare. L’operatore
attraverso un normale telefono compone il numero richiesto e inizia la
conversazione leggendo all’udente ciò che la persona sorda scrive e,
viceversa, scrivendo le risposte vocali dell’interlocutore (Figura 4).
Figura 4 – Come funziona il Servizio Ponte (numero verde della Regione Lazio).
1) L’operatore riceve il
messaggio con il
numero da contattare
2) L’operatore contatta la
persona udente al
numero ricevuto
3) L’operatore fa da
intermediario tra la
persona sorda e quella
udente
Fonte: [In rete] www.mondoens.it. 65
Il terzo ed ultimo servizio, ossia Internet, non necessita di un’ampia
trattazione, in quanto le potenzialità del World Wide Web sono sotto gli occhi
di tutti. Anche i sordi come gli udenti possono sfruttare le immense possibilità
che il Web ci offre, per acquisire nuove conoscenze, per essere informati sulle
notizie di attualità, ma soprattutto per dire ciò che pensano e sfruttare al
massimo l’opportunità di comunicare attraverso questo canale privilegiato.
4.2.2 Disegni di Legge per la piena partecipazione dei sordi
alla vita sociale
Analizzando l’attuale situazione in Italia, il livello di integrazione
sociale dei disabili sembra essersi arrestato alla Legge 104/92 ed alle sue
incomplete applicazioni. Questa legge ha rappresentato indubbiamente il
caposaldo dell’integrazione, ma oggi, a più di quindici anni di distanza, si
avverte la necessità di una specifica attenzione alle problematiche legate alle
diverse disabilità ed alla ricerca di una loro soluzione. Il miglioramento
dell’integrazione sociale, allora, risulta strettamente legato ad una nuovo ed
ulteriore riconoscimento formale di questo diritto, affinché vi possa essere
una maggiore spinta ed una legittimazione alle richieste di que