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POTENZIALITÀ E LIMITI. IL CASO AFGHANO

Tesi di Laurea di:

Rebecca Nicolosi

N. Matricola: 5006781

Anno accademico 2022/2023

“Un diritto non è che l'altro aspetto di un dovere.”

J.P. Sartre

1

INDICE ............................................................................................................................................. 3

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1: LA RESPONSABILITA DI PROTEGGERE: L’ORIGINE, LE CARATTERISTICHE

............................................................................................... 4

E LE SUE APPLICAZIONI NELLA PRASSI ............................................. 4

1. Origine ed evoluzione storico-giuridica della responsabilità di proteggere

L’efficacia delle misure giuridiche presenti nel Diritto Internazionale per reagire alle violazioni della pace

1.3 ...................................................................................................................................... 7

o gli atti di aggressione. 8

1.4 La necessità di maggiore protezione: una nuova interpretazione della sovranità statale...............................

2. Il rapporto “The Responsibility to Protect” della Commissione Internazionale sull’Intervento e sulla

......................................................................................................................................... 9

Sovranità dello Stato ............................................................................................ 10

2.1 I tre pilastri della responsabilità di proteggere

Le condizioni e le modalità operative per l’applicazione della prassi ......................................................... 11

2.2 ......................................................................... 13

2.3 Il ruolo del Consiglio di sicurezza ed eventuali alternative

........................................................................... 17

3. I primi casi di applicazione nella prassi: Darfur, Libia

......................................................................................................................................... 17

3.1 La crisi in Darfur

............................................................................................................................................... 19

3.2 La crisi libica ............................................................................. 21

4. Prospettive future della Responsabilità di proteggere

............................................................................................. 21

4.1 Una norma emergente con limiti e ambiguità

Possibilità di miglioramento dell’implementazione della responsabilità di proteggere .............................. 22

4.2 UN CASO CRITICO: L’ATTUALE CRISI AFGHANA ................................................. 24

CAPITOLO 2:

1. La storia dell’Afghanistan: un paese attraversato da conflitti ................................................................ 24

L’intervento militare statunitense e le ragioni del ritiro .............................................................................. 26

1.2 ................. 28

1.3 Il regime talebano e le violazioni dei diritti umani compiute ai sensi del diritto internazionale

............................................................... 30

1.4 Abusi e violazioni dei diritti delle donne: un apartheid di genere .................................. 32

2. Le azioni della comunità internazionale per proteggere la popolazione afghana

2.1 La reazione delle Nazioni Unite ai crimini commessi: le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sulla

.................................................................................................................................. 32

situazione in Afghanistan ............................ 34

2.2 Il contributo di UNAMA (Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan)

La risposta dell’Unione Europea alla crisi afghana ..................................................................................... 34

2.3 .............................................................................................................................................. 38

CONCLUSIONI ............................................................................................................................................. 40

BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................................................... 42

RINGRAZIAMENTI 2

INTRODUZIONE

La responsabilità di proteggere è una dottrina di recente sviluppo che mira ad una più efficiente

protezione dei diritti umani fondamentali da gravi e sistematiche violazioni. Si è affermata nel

Diritto Internazionale a partire dagli anni ’90 in seguito all’aumento dei conflitti

quadro del

interni agli Stati che hanno portato ad una nuova concezione della sovranità statale. La sua

prima formulazione ufficiale risale al rapporto “The responsibility to protect” della

Commissione Internazionale sull’Intervento e sulla Sovranità dello Stato pubblicato nel 2001.

A partire da questo primo approccio alla dottrina, si è giunti a comprendere che esiste una

responsabilità a carico della comunità internazionale verso la protezione delle popolazioni da

abusi e brutalità, qualora i singoli Stati si mostrino indisposti o incompetenti a farlo. In questo

elaborato si intende, in primo luogo, analizzare la dottrina della responsabilità di proteggere

fornendo un quadro generale concernente la sua origine, i suoi connotati essenziali e le modalità

di implementazione nella prassi. Inoltre, dopo aver illustrato brevemente alcuni esempi concreti

di applicazione, si riflette sulle potenzialità, ma anche sulle ambiguità che la responsabilità di

proteggere presenta. In secondo luogo, si vuole applicare questo studio alla recente crisi

afghana, scoppiata nel 2021 in seguito al ritiro delle forze statunitensi dal paese. A questo fine,

si ripercorre la storia e i conflitti che hanno attraversato il paese negli ultimi decenni con

un’attenzione particolare verso le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani commesse a

partire dal ritorno del regime talebano. Infine, si osservano gli interventi della comunità

internazionale nel caso in questione, ipotizzando la possibilità futura di applicazione della

responsabilità di proteggere, sempre con una corretta considerazione della difficoltà del

contesto e dei limiti di una norma ancora emergente.

È opportuno precisare che l’analisi effettuata nel secondo capitolo (“Un caso critico: la crisi

afghana) non è stata esente da difficoltà a causa della vicinanza temporale del caso e della sua

continua evoluzione nel contesto attuale. 3

CAPITOLO 1: LA RESPONSABILITA DI PROTEGGERE: L’ORIGINE, LE

CARATTERISTICHE E LE SUE APPLICAZIONI NELLA PRASSI

1. Origine ed evoluzione storico-giuridica della responsabilità di proteggere

La dottrina della responsabilità di proteggere si inserisce nel quadro della protezione dei diritti

umani, che iniziò a delinearsi nel 1948 con la Convenzione per la prevenzione e repressione del

delitto di genocidio e nel 1949 con le quattro Convenzioni di Ginevra. Il principio assunse

che seguono gli anni ’90, a causa di nuovi conflitti che si verificarono

centralità nei dibattiti

all’interno degli Stati. Successivamente, la sua prima formulazione ufficiale emerse nel 2001

nel rapporto “The Responsibility to Protect” della Commissione Internazionale sull’Intervento

e sulla Sovranità dello Stato (International Commission on Intervention and State Sovereignty,

ICISS) istituita dal governo canadese.

Il concetto della responsabilità di proteggere si ispira ad una nuova visione di sovranità statale

elaborata nel secolo scorso dall’ambasciatore sudanese Francis Deng nel suo libro Sovereignty

In quest’opera, si

1

as Responsibility: Conflict Management in Africa. descrive la sovranità come

responsabilità, diffondendo l’idea che lo Stato è responsabile di violazioni sia domestiche che

esterne rispetto alle quali deve esercitare protezione nei confronti delle vittime. In particolare,

si tratta di una responsabilità che qualsiasi Stato ha di proteggere i suoi cittadini dalle più gravi

violazioni dei diritti umani, ma che si estende in maniera residuale all’intera Comunità

internazionale nel caso in cui lo Stato in questione sia palesemente restio o incapace di

tale protezione, o sia esso stesso l’autore di crimini o atrocità 2

assicurare . Per comprendere

come si è giunti all’elaborazione di tale dottrina è necessario percorrere gli eventi che si sono

susseguiti negli anni precedenti al rapporto della commissione canadese.

Come menzionato sopra, negli anni ’90, vennero commesse atrocità che la Comunità

internazionale non è stata in grado di prevenire, in particolare dei crimini commessi nei Balcani

e in Ruanda (rispettivamente durante le guerre jugoslave e lo sterminio dei Tutsi). In più,

l’intervento militare della NATO in Kosovo venne criticato da molti considerandolo come una

violazione del divieto dell’uso della forza. Di fronte a queste situazioni precarie, la Comunità

internazionale si è trovata ad affrontare un dibattito sulla più giuridicamente corretta, ma

altrettanto efficace reazione dinanzi a gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani.

1 F.M. DENG, Sovereignty as Responsibility: Conflict Management in Africa, Washington, 1996

2 United Nations, Office on Genocide Prevention and The Responsibility to Protect, in www.un.org 4

In relazione a ciò, già nel 1999 l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,

(2000) su “Il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo”,

nel Millennium Report invitò

l’Assemblea Generale ad una riflessione sulla risposta che gli Stati erano tenuti a dare di fronte

a brutalità tali da sfidare il puro senso di umanità; purché si mantenesse il rispetto della sovranità

statale di ciascuno evitando ingerenze che sarebbero indubitabilmente state oggetto di critica

il governo del Canada accolse prontamente l’invito istituendo, nel

comune. Poco dopo,

settembre del 2000, la International Commission on Intervention and State Sovereignty (ICISS)

alla quale si deve l’elaborazione del rapporto “The Responsability to Protect” che formula il

concetto fino ad allora solo enunciato più astrattamente. Il rapporto fornisce una definizione

della responsabilità di proteggere che si considera costituita da tre pilastri: la responsabilità di

3

prevenire, la responsabilità di reagire e la responsabilità di ricostruire . Inoltre, grazie

all’opera

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Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebnicolosi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Santini Andrea.
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