L
35 a Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale sollevata dai
ricorrenti a riguardo degli artt. 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143 bis e 231 del Codice civile italiano.
36 BIANCA C. M., Diritto civile, 2.1 la famiglia, settima edizione, Milano, 2023, p. 332
37 Non è prevista la procura.
38 Secondo l’ISTAT nel 2016, anno di efficacia della Legge che riconosce le coppie omosessuali, sono state
costituite 2.336 unioni civili. Nel 2023 le unioni civili sono state 3.019. 24
I diritti e doveri dei contraenti di un’unione civile riflettono, per larga misura, quelli previsti
per i coniugi nel matrimonio. Tra i principali, infatti, si possono trovare:
- Il dovere di coabitazione, per cui i partner si impegnano a vivere nella stessa dimora,
condividendo a tutti gli effetti la propria vita quotidiana;
- Il dovere di assistenza morale e materiale, implica che entrambi i partner siano
obbligati a sostenersi reciprocamente, non solo sotto il profilo affettivo ma anche
sotto quello economico;
- Il diritto di essere informati sulle condizioni di salute del partner e di poter prendere
decisioni sanitarie in sua vece, in caso di incapacità;
- L’obbligo di contribuire alle spese e alle necessità comuni in proporzione alle proprie
sostanze, disponibilità economiche e capacità di lavoro;
- Il diritto ad ereditare i beni del partner defunto, in assenza di testamento, e di godere
della pensione di reversibilità;
- La possibilità per un partner di assumere il cognome dell’altro, qualora richiesto
durante l’atto dell’unione.
Tuttavia, nonostante la tutela assicurata tramite la L. 76/2016, le unioni civili non vengono
equiparate completamente al matrimonio, sussistendo infatti diverse distinzioni tra le due
forme giuridiche:
- Non è prevista la possibilità di adozione congiunta del figlio del partner;
- Non sussiste l’obbligo di fedeltà tipico del matrimonio, tuttavia la legge richiama i
doveri di assistenza morale e materiale, di coabitazione e di contribuzione ai bisogni
comuni, ma esclude la fedeltà, che pertanto non è colonna portante dell’unione civile
tanto quanto lo rappresenta invece per il matrimonio;
- Lo scioglimento dell’unione civile segue un percorso semplificato rispetto alla
procedura di separazione e successivo divorzio che contraddistingue il matrimonio.
Infatti, per sciogliere un’unione civile, è sufficiente una dichiarazione unilaterale o
congiunta effettuata di fronte all’ufficiale di stato civile. Inoltre, il termine di riflessione
è di soli tre mesi. 25
5. Filiazione
5.1 Filiazione legittima
Viene considerato figlio legittimo colui che è nato da genitori sposati, anche
successivamente la dichiarazione di cessazione o nullità del matrimonio. Inoltre, rientra nella
definizione di figlio legittimo chi nasce dopo la celebrazione del matrimonio, anche se il
concepimento è avvenuto in precedenza.
Il Codice civile considera concepito durante il matrimonio il figlio nato entro centottanta
giorni dalla celebrazione dello stesso, oppure entro trecento giorni dallo scioglimento o
annullamento del matrimonio, dalla pronuncia di separazione giudiziale oppure
dall’omologazione della separazione legale.
39
Il matrimonio determina in automatico l’attribuzione dello status di figlio dei coniugi in
relazione all’obbligo di fedeltà e, pertanto, dell’esclusività della loro relazione sessuale che
permette al legislatore di determinare la presunzione di paternità, in forza della quale non è
necessaria alcuna dichiarazione da parte del marito, né una dimostrazione dell’effettiva
paternità in quanto basta solo la fattispecie del matrimonio. Se la madre non viene nominata
nell’atto di nascita del figlio, non vi può essere la presunzione di paternità in capo al marito
che, volendo può riconoscere il figlio come non matrimoniale cioè, concepito da una donna
che non permette di essere nominata.
40
La prova della filiazione legittima si ha con la trascrizione dell’atto di nascita nei registri dello
stato civile ma, se questa manca, basta il possesso continuo dello status di figlio legittimo
41
che deriva da fatti costitutivi, che determinano un indice importante della relazione familiare,
come:
- Il genitore deve aver trattato la persona come un figlio;
- Il genitore deve aver adempiuto in questa qualità agli obblighi di mantenimento,
educazione e collocamento del figlio;
- Il figlio deve essere stato costantemente considerato nei rapporti sociali.
42
39 Art. 232, Codice civile
40 SESTA M., Manuale di diritto di famiglia, decima edizione con schemi riassuntivi, Milano, 2023, p. 261
41 Art. 236, Codice civile
42 Art. 237, Codice civile 26
Può essere cancellato lo stato di figlio legittimo con:
- Disconoscimento della paternità (art. 235 del Codice civile.). L’azione di
disconoscimento di paternità mira a rimuovere lo stato di figlio che contrasta con la
presunzione legale di paternità. Questa azione è ammessa nei casi di mancata
coabitazione, impotenza del marito, adulterio della moglie o occultamento della
gravidanza o della nascita del figlio;
- Contestazione della legittimità (art. 248, Codice civile). Con tale azione si vuole negare
l’appartenenza del nato alla famiglia (ad esempio, per falsità dell’atto, per
supposizione di parto o per sostituzione di neonato).
5.2 Filiazione naturale
I figli di persone non unite fra di loro in matrimonio sono detti figli naturali o, secondo una
terminologia desueta, figli illegittimi o nati fuori dal matrimonio.
43
La posizione giuridica del figlio naturale è stata definita per diverso tempo una posizione
inferiore a confronto del figlio nato da genitori uniti in matrimonio, sia sul piano sociale sia
su quello dei rapporti personali, giuridici e patrimoniali.
È solo successivamente, con l’introduzione della Costituzione , che nell’ordinamento viene
44
stabilito che non può derivare alcuna diversità di trattamento giuridico dallo stato delle
persone e viene assicurata ai figli che sono nati da genitori non uniti in matrimonio ogni
tutela sociale e giuridica, in linea con quelli che sono i diritti dei membri della famiglia
legittima. La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha attuato il precetto costituzionale
45
dell’articolo 30.
Si acquista lo status di figlio naturale con il riconoscimento (dichiarazione di volontà che
produce effetti) da parte del genitore o dei genitori, congiuntamente o separatamente. La
dichiarazione deve essere fatta nell’atto di nascita, oppure in un atto pubblico avanti a un
43 GUARNIERI A., Il diritto privato in breve, Città di Castello, 2004, p. 288
44 Art. 30, Costituzione
45 Importanti previsioni sono richiamate dagli obblighi sovranazionali previsti dall'art. 21 della Carta di Nizza e
dagli artt. 8 e 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, nonché i principi sanciti dagli
artt. 2, 3 e 30 della Costituzione. 27
ufficiale di stato civile o al giudice tutelare. Trattandosi di un atto personale, non può essere
compiuto da un rappresentante del genitore o dai suoi eredi.
46
Il riconoscimento, quindi, è un atto spontaneo e volontario, il quale conferisce lo status di
figlio naturale riconosciuto, altrimenti inesistente.
Si viene a riconoscere che l’acquisizione dello stato di figlio naturale non è lasciata alla libertà
assoluta di chi dichiara la volontà di assumere la funzione di genitore, ma è subordinata
all’accettazione del destinatario o alla sussistenza di un reale interesse.
L’ordinamento, ancora una volta, ribadisce il diritto fondamentale del figlio di crescere in un
ambiente familiare che possa garantire ciò che gli è necessario per il suo sviluppo.
Se il presunto genitore naturale non riconosce il figlio spontaneamente, il figlio può rivolgersi
al tribunale per chiedere la pronuncia di una sentenza dichiarativa di paternità o maternità
naturale, con prove a supporto della richiesta. In tali casi si parla di riconoscimento coattivo
perché è contro la volontà del genitore che ha omesso il riconoscimento spontaneo.
47
Lo status di figlio naturale può essere perso:
- Dopo aver acquisito lo stato di figlio legittimo;
- Successivamente all’adozione;
- Per impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità.
Il richiamo all’unicità dello status si riferisce alla dimensione sociale della famiglia, intesa
come un ambiente dove si instaurano delle relazioni interpersonali che assumono un valore
specifico nell’interesse del minore.
48
5.3 I figli non riconoscibili
Nel 1942, anno in cui entrò in vigore il Codice civile, erano considerati figli non riconoscibili
quelli adulterini, cioè concepiti al di fuori dal matrimonio con una persona diversa dal
coniuge, e quelli incestuosi, ossia nati da genitori legati da un vincolo parentale in linea retta
all’infinito o in linea collaterale fino al secondo grado, oppure da un vincolo di affinità in linea
46 MORO A. C., Manuale di diritto minorile, III edizione, Bologna, 2002, p. 144 ss.
47 GUARNIERI A., Il diritto privato in breve, Città di Castello, 2004, p. 290
48 ZAMBRANO V., Tra principio di eguaglianza e responsabilità: diversi itinerari di tutela del minore, in Revista
de Direito Brasileira, n. 9, 2019, p. 395 28
retta, salvo che i genitori ignorassero tale vincolo al momento del concepimento o che il
matrimonio che ha creato l’affinità fosse stato dichiarato nullo.
Oggi la categoria dei figli non riconoscibili ha perso gran parte della sua rilevanza poiché il
divieto di riconoscimento è stato superato: per i figli adulterini, con la riforma del diritto di
famiglia del 1975, e per quelli incestuosi con la Legge 10 dicembre 2012, n. 219.
Il figlio può essere riconosciuto sia dal padre che dalla madre, anche se erano sposati con
un’altra persona al momento del concepimento. Grazie alla riforma del 2012, è ora sempre
possibile il riconoscimento dei figli nati da genitori legati da vincolo di parentela, previo
l’ottenimento dell’autorizzazione del giudice.
Tuttavia, la categoria dei figli non riconoscibili non è del tutto scomparsa: possono ancora
rientrarvi, ad esempio, i figli nati da un rapporto incestuoso, in assenza di autorizzazione del
giudice al riconoscimento, considerato l'interesse del minore e la necessità di evitare allo
stesso eventuali pregiudizi , oppure quelli nati da genitori non ancora sedicenni, salvo che il
49
giudice li autorizzi.
Nel caso in cui il figlio, pur potendo essere riconosciuto o dic
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