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F
Controlli
Manageriali informazioni
Valutazione Valutazione
e controllo dirigenti
strategico apicali
È utile ai vertici politici
Fornisce
informazioni informazioni
Controllo di Valutazione
dirigenti
gestione non apicali
È utile ai vertici dirigenziali
Controlli
Burocratici Controlli di regolarità
amministrativa e contabile
86
Capitolo Terzo
La programmazione e i controlli aziendali nelle
amministrazioni pubbliche dopo il d.lgs. n. 286/1999.
3.1 La direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri nella XIII legislatura;
3.2 Il primo rapporto a cura del Comitato tecnico scientifico; 3.3 Le direttive
–
Berlusconi Frattini; 3.4 I rapporti del Comitato tecnico scientifico (gennaio
2003 - aprile 2004); 3.5.La direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del
27 dicembre 2004; 3.6 Conclusioni.
3.1 La direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri nella XIII legislatura.
La prima direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri risale al 12 dicembre
del 2000, quando a capo del governo vi era Giuliano Amato e al Ministero per la
Funzione pubblica, Franco Bassanini (d’ora in poi Amato/Bassanini).
La direttiva Amato/Bassanini è stata fortemente condizionata dalla situazione di
partenza in cui è stata promossa, infatti, proprio nel corso della XIII legislatura
“Riforma
sarebbero entrate in vigore le modifiche previste dal D.lgs. n. 300/1999
dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997,
n. 59” “Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
e dal D.lgs. n. 303/1999
Ministri, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”.
Il primo dei due decreti, prevede una radicale riduzione del numero dei
138 e l’introduzione di una nuova struttura organizzativa, suddivisa in
Ministeri
dipartimenti e direzioni generali, all’interno degli stessi.
138 In particolare l’art. 1, primo comma del decreto 300 stabilisce che: “Il presente decreto
legislativo, in attuazione della delega disposta con l’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59,
modificato dall’articolo 1 della legge 16 giugno 1998, n. 191 e dall’articolo 9 della legge 8 marzo
1999, n. 50, detta le norme per la razionalizzazione, il riordino, la soppressione e la fusione di
ministeri, l’istituzione di agenzie il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato”.
In particolare l’art. 2 dispone che: “ a decorrere dalla prossima legislatura, i ministeri sono i
seguenti: 1.Ministero degli affari esteri; 2.Ministero dell’interno; 3.Ministero della giustizia; 4.
Ministero della difesa; 5.Miniatero dell’economia e delle finanze; 6.Ministero delle attività
produttive; 7.Ministero delle politiche agricole e forestali; 8.Ministero dell’ambiente e della
87
Mentre con il secondo, viene disciplinato l’ordinamento, l’organizzazione e le
della cui attività il Presidente si avvale per l’esercizio
funzioni della Presidenza,
delle autonome funzioni di impulso, indirizzo e coordinamento attribuitegli dalla
Costituzione e dalle leggi della Repubblica.
È proprio sulla base di questi cambiamenti che la direttiva Amato/Bassanini pone
come obiettivo primo delle direttive dei singoli Ministeri la “ridefinizione delle
missioni istituzionali in armonia con la ridefinizione legislativa delle funzioni
ministeriali e identificazione degli obiettivi da raggiungere anche in dimensione
139 ”
pluriennale.
Quindi il primo punto evidenzia la necessità che i ministeri si adeguino alle
riforme in corso di attuazione, permettendo in tal modo di instaurare un legame tra
le riforme amministrative e il sistema dei controlli disciplinato dal D.lgs. n.
286/99.
Altro aspetto rilevante della direttiva Amato/Bassanini sta nell’aver sottolineato la
distinzione tra i progetti disposti a livello governativo, e la precisazione degli
obiettivi assegnati ad ogni singolo centro di responsabilità.
Questa distinzione spiega come non sia possibile definire modalità uniformi di
valutazione e controllo sia nella definizione degli obiettivi perseguiti dai CRA,
140
rientranti nella tipologia di obiettivi definiti di routine , sia nel caso di progetti
che si caratterizzano per la loro non routinarietà, volti al perseguimento di
obiettivi straordinari.
Infine, la direttiva in esame, si è soffermata sul ruolo e le funzioni svolte dai
SECIN, invitando i Ministri di ogni singolo dicastero a dedicare a quest’organo la
direttiva ministeriale attraverso la quale “definire con precisione ruolo e
prima
funzioni del Servizio nei confronti delle Unità Organizzative del Ministero”
tutela del territorio; 9.Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; 10.Ministero del lavoro, della
salute e delle politiche sociali; 11.Ministero dell’istruzione, dell’università e delle ricerca;
12.Ministero per i beni e le attività culturali.
139
E. D’Amico., L’evoluzione della programmazione e dei controlli manageriali nelle
amministrazioni centrali dello Stato, CEDAM, Padova,2009, pag. 115.
140
Gli obiettivi di routine si caratterizzano per un’azione continuativa all’interno delle
amministrazioni. Gli stessi sono definiti dall’economia aziendale come “obiettivi ordinari”.
88
Come sappiamo, in seguito ad una esplicita richiesta del Presidente del Consiglio
dei Ministri, il CTS ha compiuto una riflessione metodologica sulle funzioni delle
direttive generali dei Ministri, la quale, dopo esser stata sottoposta all’attenzione
del Presidente del Consiglio, è stata recepita nella direttiva del 12 dicembre del
2000.
Oltre a questa funzione di sopporto fornita al Presidente del Consiglio dei Ministri
il CTS si è espresso su quanto concretamente realizzato all’interno dei Ministeri,
sulla base della disciplina introdotta dal D.lgs. n. 286/99, attraverso la redazione
del suo “primo rapporto” nel maggio del 2001.
3.2 Il primo rapporto a cura del Comitato tecnico scientifico
Il primo capitolo del “rapporto” in questione prende in esame il controllo
strategico, quindi il livello di realizzazione all’interno delle amministrazioni
centrali dello Stato.
Considerando che, gli uffici preposti alla valutazione e al controllo strategico
nell’ambito delle varie amministrazioni sono i servizi di controllo interno
(SECIN), di cui ai commi II e III dell’articolo 6 del decreto legislativo 286/1999
141 , il CTS ha concentrato la sua analisi su alcuni aspetti caratterizzanti i SECIN:
a) la composizione dei collegi;
b) le risorse umane dedicate agli uffici di supporto; 142
il coinvolgimento nell’elaborazione delle direttive del 2000
c) .
Per ciò che concerne la composizione dei collegi, osserviamo come circa la metà
dei collegi era presieduta da un dirigente interno all’amministrazione, mentre
l’altra metà venne affidata ad un magistrato amministrativo, del tutto residuale
risulta invece l’attribuzione della presidenza ad un docente universitario.
141 E. D’Amico., L’evoluzione della programmazione e dei controlli manageriali nelle
amministrazioni centrali dello Stato, CEDAM, Padova,2009, pag. 134.
142 Presidenza del Consiglio dei Ministri Controlli interni nei ministeri 2001.
89
Primo elemento di criticità viene quindi riscontrato nello scarso utilizzo di
professionalità esterne, con competenze economico aziendali da affiancare al
personale interno, spesso in possesso di una formazione giuridico amministrativa.
Ed infatti, in quei pochi casi in cui si è usufruito di competenze di elevata
professionalità, esterne alle amministrazioni, si è ottenuto un livello più elevato
delle performance amministrative.
La trasformazione prevista dal D.lgs. 286/1999 è avvenuta, quindi, in maniera del
tutto parziale, incontrando non poche difficoltà nell’affermarsi.
Il secondo aspetto affrontato dal CTS è rappresentato dalla dotazione di risorse
umane dedicate al servizio.
In estrema sintesi, il “rapporto” ci mostra come, il numero di personale
predisposto per il supporto dei SECIN è piuttosto elevato, aggirandosi intorno alle
250 unità su le 17 amministrazioni centrali sottoposte ad esame, e in particolar
modo, viene rilevato come causa principale di inefficienza, il persistente turn over
che caratterizza gli uffici in esame.
Infine, l’ultimo dei fattori considerati all’interno di questo rapporto, è il
coinvolgimento dei SECIN nell’elaborazione della direttiva del 2000.
Il comitato rileva come nel 41% dei casi (7 Ministeri su 17) il servizio di controllo
interno, a differenza di quanto previsto dall’articolo 8, comma 1 del decreto
143
legislativo 286/99 non è coinvolto nell’elaborazione della direttiva ministeriale.
Per concludere, riprendendo quanto sostenuto dal CTS con riferimento al
controllo strategico, si affermava che “il quadro complessivo è composto da poche
luci e molte ombre”.
La stessa severità di giudizio venne espressa dal CTS, riguardo alla valutazione
della dirigenza ed al controllo di regolarità amministrativa contabile, ma non
essendo questi ultimi aspetti centrali del lavoro in esame non entreremo nel merito
della trattazione.
143
E. D’Amico., L’evoluzione della programmazione e dei controlli manageriali nelle
amministrazioni centrali dello Stato, CEDAM, Padova, 2009, pag. 135.
90
3.3 Le Direttive Berlusconi - Frattini
La vittoria del centro destra italiano alle elezioni tenutesi il 13 maggio del 2001
l’inizio della XIV legislatura, che vede il ritorno di Silvio Berlusconi alla
segna
Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Franco Frattini al Ministero della
Funzione Pubblica.
Il 15 novembre del 2001 viene emanata la direttiva “Berlusconi/Frattini”, la quale,
dopo aver preso coscienza delle criticità espresse dal “primo rapporto” del CTS, si
adopera per garantire il funzionamento del nuovo modello di amministrazione,
venuto fuori dal d.lgs. 286/1999.
All’interno della stessa, viene subito ribadito il ruolo fondamentale della direttiva
“sede
generale annuale del Ministro descritta come la naturale per definire e
comunicare le priorità e gli obiettivi di ogni singolo dicastero, nonché del
Governo nella sua interezza, sia alle pubbliche amministrazioni, sia, nella
logica di trasparenza che caratterizza l'azione di governo, alla cittadinanza e
all'elettorato”.
L’insieme delle direttive dei dicasteri, andrà quindi a definire gli impegni
prioritari assunti dal Governo nei confronti dell’elettorato.
Per ciò che concer