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Morton Deutsch e l'interdipendenza
Morton Deutsch ha ampliato il ragionamento circa l'interdipendenza, concentrandosi sul comportamento dei gruppi di persone nel raggiungimento di uno scopo. Ha analizzato come le persone agiscono quando vogliono raggiungere un obiettivo.
Deutsch è stato il primo a sottolineare il valore della cooperazione e della competizione in ambito scolastico. Ha sostenuto che il punto cruciale delle differenze tra cooperazione e competizione si trova nella natura di come sono vincolati gli obiettivi dei partecipanti in ciascuna delle situazioni.
In una situazione cooperativa, gli obiettivi sono vincolati in maniera tale che tutti affondano o nuotano insieme (interdipendenza positiva), mentre nella situazione competitiva, se uno nuota, l'altro può anche annegare (interdipendenza negativa).
È importante fare riferimento alla metacognizione riguardante le strategie di lavoro e le modalità di interazione con gli altri. La metacognizione ha individuato due dimensioni: conoscenze metacognitive e abilità metacognitive.
La prima dimensione è ben rappresentata dal modello di John H. Flavell, il quale metteva in evidenza la necessità, per l'individuo, di padroneggiare quattro tipologie principali di informazioni per sviluppare una conoscenza metacognitiva: - sugli attributi personali; - sulle caratteristiche del compito; - sulle strategie impiegabili per affrontarlo; - sulle condizioni nelle quali deve essere effettuato il compito. Le conoscenze relative alle strategie sono più specifiche e riguardano le modalità con cui affrontare concretamente i compiti: quali operazioni bisogna svolgere, in quale sequenza, quali alternative sono possibili, ecc. Inoltre le informazioni che riguardano le condizioni di applicazione di determinate strategie, in relazione al tempo, al grado di difficoltà, alla situazione ambientale, ecc. Il modello di Flavell aveva il limite di non spiegare come le persone collegassero le diverse conoscenze metacognitive. Vengono considerati quattroComponenti in grado di favorire il controllo dei compiti cognitivi:
- Le mete cognitive ovvero gli obiettivi che ci si pone nell'agire, siano questi espliciti o impliciti
- Le conoscenze metacognitive
- Le esperienze metacognitive (il vissuto emozionale, le sensazioni legate all'esperienza di apprendimento)
- Gli atti cognitivi (le funzioni e le strategie specifiche in gioco nell'azione particolare che si intraprende)
La conoscenza metacognitiva è di natura dichiarativa mentre la dimensione delle abilità metacognitive è di natura procedurale.
Diversamente da Flavell, Ann L. Brown intende la metacognizione proprio come il controllo dei processi e propone una precisa analisi di questi meccanismi. Indica i seguenti aspetti come influenzanti per il controllo metacognitivo:
- La comprensione di un problema
- Rendersi conto dell'esistenza
- Saper predire la propria prestazione
- Pianificare l'attività cognitiva
- Registrare e guidare l'attività
In primo luogo, quindi, vi è la capacità di problematizzare le situazioni, di rendersi conto, ad esempio, della necessità di intervenire o di trovare una soluzione e successivamente entra in gioco il secondo aspetto del controllo, che consiste nella predizione, cioè nella capacità di riconoscere le proprie caratteristiche per poter anticipare possibili difficoltà. Infine abbiamo poi la capacità di pianificare la propria azione, organizzando le informazioni e le previsioni.
Infine, l'aspetto ultimo in relazione al tipo di compito e alle strategie utilizzabili del controllo è rappresentato dalla capacità di effettuare un monitoraggio, di cogliere i feedback della prestazione e dell'ambiente (compagni, insegnanti, genitori, ecc.), di saper adattare il proprio comportamento a seconda dell'andamento dell'esecuzione e dei fini ai quali si intende pervenire.
Anastasia W.
Efklides attraverso i suoi studi ha aggiunto accanto alle due dimensioni citate una terza dimensione, quella delle esperienze metacognitive (il vissuto emozionale, le sensazioni legate all'esperienza di apprendimento). Le esperienze metacognitive sono costituite da: sentimenti metacognitivi (ad esempio il sentimento di fiducia nell'efficacia di una strategia di lavoro scelta) e giudizi metacognitivi (ad esempio valutazione circa quanto un compito è difficile, quanto tempo e sforzo richiederà, se il risultato prodotto è corretto). Il contributo della ricerca nel campo della metacognizione al Cooperative Learning appare molto rilevante. Le conoscenze metacognitive possono presentarsi come una sorta di mappa per insegnanti e studenti per affrontare efficacemente le situazioni di studio. Capitolo II: Una risposta possibile alle sfide educative del XXI sec.: il Cooperative Learning 2.1 Le differenze tra lavoro di gruppo e Cooperative Learning Non basta dire agruppi di apprendimento cooperativo sono: - La cooperazione: nel Cooperative Learning, gli studenti lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune, condividendo le risorse e le competenze. Nei gruppi tradizionali, invece, gli studenti lavorano individualmente o in modo competitivo. - La responsabilità individuale: contrariamente alla credenza comune, il lavoro di gruppo nel Cooperative Learning non annulla la responsabilità individuale. Al contrario, è fondamentale che ogni studente si assuma la responsabilità del proprio lavoro e contribuisca al successo del gruppo. - L'impegno individuale: nel Cooperative Learning, ogni studente è chiamato a dare il proprio contributo e a sostenere gli sforzi degli altri membri del gruppo. Questo favorisce un maggiore impegno individuale rispetto ai gruppi tradizionali. In sintesi, il Cooperative Learning si basa sulla cooperazione, sulla responsabilità individuale e sull'impegno reciproco tra gli studenti. Questo metodo favorisce un apprendimento più efficace e stimola lo sviluppo di competenze sociali e collaborative.gruppidi Cooperative Learning sono le seguenti: - nei gruppi di Cooperative Learning l'interdipendenza positiva è alta, negli altri èinesistente o quasi; - i gruppi di Cooperative Learning sono formati con il criterio dell'eterogeneità dicompetenze, quelli tradizionali sono omogenei; - nei gruppi di Cooperative Learning la leadership è condivisa e distribuita, in quellitradizionali il leader è uno; - nei gruppi cooperativi si perseguono obiettivi rivolti al compito da svolgere e,contemporaneamente, alla relazione da creare, in quelli tradizionali l'attenzione èrivolta esclusivamente al compito; - nei gruppi cooperativi le competenze sociali sono sviluppate consapevolmente, inquelli tradizionali sono date per scontate; - nei gruppi cooperativi oltre ad una valutazione di gruppo è prevista una valutazioneindividuale per ciascun membro; in questo modo ciascuno è responsabile del proprio lavoro, in quelli tradizionali lavalutazione è solo globale. Gli elementi riconosciuti da molti autori come caratterizzanti l'apprendimento cooperativo sono: l'interdipendenza positiva, la responsabilità individuale e di gruppo, l'interazione promozionale faccia a faccia, l'interazione costruttiva, la valutazione di gruppo, la revisione e il controllo del comportamento del gruppo.
L'interdipendenza positiva
L'interdipendenza positiva è considerata il "cuore del Cooperative Learning". È fondamentale l'attenzione nella strutturazione dell'interdipendenza positiva, ossia la percezione di essere collegati con altri in un modo tale che il singolo non può avere successo senza fare gruppo (e viceversa il gruppo non può avere successo senza il singolo).
Per strutturare l'interdipendenza positiva in una classe, Johnson & Johnson precisano due fasi necessarie: si struttura l'interdipendenza
degli obiettivi;- si integra e si rafforza l'interdipendenza degli obiettivi aggiungendo quella a livello
- interdipendenza di obiettivi: obiettivi comuni;
- interdipendenza di competenze: le competenze che appartengono ad ogni membro del gruppo;
- interdipendenza di ruoli: assegnazione agli studenti di ruoli differenti;
- interdipendenza di materiali: divisione di materiali, risorse o informazioni fra i membri del gruppo;