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DONNE

3.1 Auto-oggettivazione e Bellezza in serie

La presenza sempre più pervasiva dei media all’interno della società ha portato

a un’alta diffusione degli stereotipi estetici femminili, promuovendo attraverso le

immagini mediatiche una bellezza irreale. Il corpo ideale magro e sodo appare

socialmente come l’unico standard di bellezza.

Uno studio del 2015 dal titolo The Mediating Role of Appearance Comparisons in

the Relationship Between Media Usage and Self-Objectification in Young

13

Women , ha analizzato il rapporto tra l’immagine che la donna ha del proprio

13 Phillippa C. Diedrichs, Lenny R. Vartanian & Emma Halliwell, 2015, The Mediating Role of

Appearance Comparisons in the Relationship Between Media Usage and Self-Objectification in

Young Women” di Jasmine Fardouly. Young Women-Psychology of Women Qarterly.

19

corpo e l’uso dei vari tipi di media (Facebook, Internet, Televisione, Riviste).

Gli autori si sono concentrati molto sul fenomeno dell’auto-oggettivazione del

corpo femminile, ripreso dalla “Teoria dell’oggettivazione sessuale” di

14

Frederickson e Roberts . Le due professoresse sostengono che lo sguardo non è

sempre quello altrui, ma può essere interiorizzato. Questa condizione psicologica

spesso porta ad una costante cura del proprio aspetto e viene detta Auto-

oggettivazione di Stato quando si innesca a partire da specifiche circostanze,

proprio come il guardare determinate immagini. Essa è dunque associata

all’assimilazione dei prototipi veicolati dai media e di conseguenza ad una

maggiore disponibilità ad avvalersi della chirurgia. Questa medicina estetica, nata

per risolvere problemi più gravi, viene ora utilizzata per eliminare la discordanza

fra le caratteristiche del proprio fisico e quello dei modelli dominanti di bellezza.

Il bello sociale pervade, in maniera sempre diversa, la vita quotidiana di ogni

individuo e, in questa prospettiva, gli attori sociali contemporanei sono spinti a

ricorrere la chirurgia estetica al fine di corrispondere a un ideale prestabilito di

bellezza fisica, diffuso in maniera massiccia dall’azione mediatica.

Due adolescenti su 10, spiega il presidente dell’Osservatorio Nazionale

Adolescenza, ricorrerebbero alla chirurgia plastica per essere “più belli” ed il

79,5% di questi sono femmine. Un adolescente su 10, inoltre, ha già fatto

trattamenti estetici, dimagranti e anticellulite mentre il 13% ha seguito una dieta

per piacersi di più nei selfie. Si tratta dunque di una smania di rendere il proprio

corpo adeguato e aderente al ‘bello sociale’ proposto.

Benjamin, nel 1936, aveva teorizzato ne “L’Opera d’arte nell’epoca della sua

riproducibilità tecnica” che tutto ciò che possiede caratteri di unicità e

irripetibilità aveva come attributo fondamentale l’aura. Essa, secondo il pensatore

tedesco, era una sorta di sensazione suscitata nello spettatore dalla presenza fisica

di un’opera d’arte originale. Egli concepiva l’opera d’arte come qualcosa senza

14 Frederickson, B. L., & Roberts, T. A., 1997, “Objectification Theory: Toward understanding

woman’s lived experience and mental health risks”, in Psychology of Women Quarterly, 21,173-

206. 20

eguali, frutto della tecnica usata dall’artista quasi impossibile da imitare.

Benjamin, focalizzando l’analisi sulla perdita d’aura da parte della’arte e sulle

conseguenze derivanti dalla diffusione di immagini e contenuti di ogni tipo, arriva

alla conclusione che la riproduzione di un’opera fa venir meno il suo contenuto, il

quale spesso finisce per essere alterato.

Nella società contemporanea, anche la bellezza fisica rischia di diventare una

“bellezza in serie” e a perdere quell’aura che dovrebbe contraddistinguerla,

essendo continuamente riprodotta per la messa in scena. Nei media i corpi

femminili sono sempre più chirurgicamente uguali fra loro ed esibiti come oggetti;

il corpo naturale sembra essere passato di moda lasciando il posto ad un corpo

manipolato, costruito su canoni prestabiliti perché l’ ”essere belli” è un imperativo

morale e, di conseguenza, la conquista della bellezza diventa necessaria.

3.2 Magrezza e psicopatologie

Il neurologo e psicanalista austriaco Paul Schilder coniò l’espressione “Body

15

Image” nel suo libro The Image and Appearance of the Human Body . Tale

espressione, la cui traduzione in italiano corrisponderebbe ad Immagine Corporea,

indica la percezione che una persona ha dell’estetica o dell'attrattiva sessuale del

proprio corpo, e implica il modo in cui una persona vede se stessa rispetto agli

standard stabiliti dalla società.

Gli aspetti che riguardano l'immagine del corpo possono essere problematici

quando consistono in una visione distorta della propria forma; per cui ci si può

sentire impacciati o provare vergogna nel pensare che gli altri siano più attraenti.

Una bassa autostima può sfociare in una ossessione relativa all’alterare le proprie

apparenze fisiche. Questo comportamento, a lungo termine, potrebbe quindi

portare a rischi di disturbi alimentari, isolamento e patologie psichiche come il

16

disturbo dismorfico del corpo.

15 Schilder Paul Ferdinand, 1935, The Image and Appearance of the Human Body: studies in the

constructive energies of the psiche, International Universities Press, Madison (Connecticut).

16 21

Nel corso della storia, è stato estremamente difficile vivere secondo gli standard

della società basati sul corpo ideale. Demonizzare i centimetri di grasso sul corpo

oggi è un imperativo categorico, poiché la maggior parte delle donne ambiscono

ad un fisico longilineo. Ciò, come abbiamo già detto, scaturisce da un canone

imposto e diventato ormai collettivo. Essere belle significa essere magre, esili,

slanciate.

La forza dei media contribuisce in misura significativa a generare modelli di

riferimento sbagliati e irrefrenabili bisogni di adeguamento al gusto estetico

imperante, al fine di ottenere apprezzamento sociale. Moda, televisione e

pubblicità sono state talvolta accusate di esaltare canoni estetici sottopeso e quindi

di essere tra le cause della diffusa sensazione di inadeguatezza tra le donne.

L’ideale di bellezza che glorifica la perfezione fisica appiattita, cioè priva di

massa grassa, costringe le donne ad un continuo controllo del proprio fisico

attraverso diete rigorose e un’eccessiva attività fisica. Specialmente tra le

adolescenti la preoccupazione per il proprio aspetto e l’incapacità di valutare in

modo oggettivo la propria fisicità le spinge a ricercare soluzioni drastiche. Nei

casi più estremi malattie come anoressia, bulimia e depressione possono derivare

da questo tipo di mortificazione. 17

Il rapporto tra media e i DCA (Disturbi di Comportamento Alimentare) è molto

importante e delicato, in quanto altamente pericoloso. La cronaca riporta a questo

proposito la morte per anoressia di giovani modelle, tra cui Isabelle Caro.

Nel 2007, dopo essere caduta nel tunnel della malattia, la modella francese ha

deciso di accettare il ruolo di testimonial della campagna pubblicitaria sul dramma

dell’anoressia proposto dall’azienda di abbigliamento veneta Nolita.

“Il disturbo da dimorfismo corporeo è la preoccupazione cronica e immotivata di un presunto

difetto fisico”.

S. Bellino, E. Paradiso, M. Zizza, C. Zanon, M. Fulcheri & F. Bogetto, 2004, “ Il disturbo da

dismorfismo corporeo: revisione critica della letteratura”, in Journal of Psichopathology,

http://www.jpsychopathol.it/article/il-disturbo-da-dismorfismo-corporeo-revisione-critica-della-

letteratura/, consultato il 5 marzo 2019.

17 “Persistenti disturbi del comportamento alimentare e/o di comportamenti finalizzati al controllo

del peso corporeo, non secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta, che

danneggiano la salute fisica e il funzionamento psicologico” (C. Fairburn, 2003).

22

Isabella viene infatti ricordata per lo scatto drammatico, del fotografo milanese

Oliviero Toscani, messo al centro di grandi manifesti (Figura 8). L’immagine, dal

forte impatto emotivo, mostrava il corpo spaventosamente magro di Isabella: 31

chili di ossa, occhi privi di espressione, volto scavato, costole sporgenti.

La campagna, rivolta in particolare alle giovani donne, generò allarme nei riguardi

di una tragedia che si stava diffondendo a macchia d’olio dagli inizi del III

millennio, soprattutto nel mondo della moda, accusato di diffondere falsi miti di

18

bellezza e la cosiddetta Thinspiration . Una Thinspo non è altro che l’ispirazione

che le ragazze anoressiche traggono dalle modelle eccessivamente magre per

raggiungere il loro obiettivo e motivare la perdita di peso.

Anche la bulimia proviene da una preoccupazione per il peso e le forme del corpo.

Essa si differenzia dall’anoressia nel suo essere caratterizzata da abbuffate

ricorrenti, seguite da condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso. Il

mezzo più usato è il vomito autoindotto e l’uso di lassativi o diuretici.

(Figura 8)

18 Definizione di Thinspiration secondo l’Urban Dictionary : è l’unione di due parole col fine di

creare un significato simile ma differente, ovvero Thin (magro) e Inspiration (motivo ispiratore).

23

Nel 2017, sul web, si è mossa una campagna di sensibilizzazione del fashion

system sulla piaga dell’anoressia in passerella, soprattutto dopo le critiche rivolte

alle maison d’alta moda, le quali si contendevano una delle nuove “top super

skinny”, l’olandese Marjan Jonhman (22 anni). In tale ambito, esempio di grande

coraggio è da considerare la top model francese Victoire Dauxere che, nello stesso

anno, pubblicò il libro “Sempre più magre” in cui denunciò la richiesta delle

agenzie di moda di inseguire il dimagrimento al fine di farti diventare “una

gruccia”.

Negli ultimi cinquanta anni si è assistito ad un notevole incremento della presenza

di DCA; un periodo in cui il canone sociale di bellezza è stato ancorato alla

magrezza eccessiva e l’importanza attribuita all’aspetto fisico è cresciuta

notevolmente. Il cercare di conformarsi all’ideale estetico proposto dai mass

media pone le donne, ma anche gli uomini, di fronte al rischio delle

psicopatologie sopracitate. L’esposizione della popolazione alla forte pressione

riguardo diete restrittive, cosmesi ed quant’altro, coniugata a casi sempre più

incidenti di derisioni e discriminazioni legate al corpo, giocano un ruolo molto

importante ne

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
36 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucreziacino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Bruno Angelo Giuseppe.