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C’è
la possibilità di riflettere, la libertà, la necessità di scegliere. un certo
tipo di teatro che ti porta a confermarti per quello che sei. C’è poi
l’ambizione di un altro tipo di teatro che ti indica altre strade, che ti
porta a mettere in discussione te stesso e il mondo. Tutto nasce da una
un’analisi 84
critica, da della società in cui vivi, degli esseri umani.»
Nel capitolo precedente si è parlato diffusamente del pubblico integrato
all'interno di un meccanismo di partecipazione; questo meccanismo è
finalizzato all'annichilimento della passività spettatoriale, nonché a una
sempre maggior apertura degli orizzonti culturali concernenti alle
differenti realtà teatrali e performative.
Alla base di questa volontà di far partecipare gli spettatori alla
performance (grazie a delle tecniche messe a punto da animatori
teatrali o mediante degli stimoli sonori emessi nello spazio teatrale) e
anche della buona riuscita dei meccanismi di partecipazione sta,
innanzitutto, l'essenza stessa del singolo spettatore che esso sia
bambino, adolescente e adulto.
Nel momento in cui il pubblico viene stimolato e indotto alla
partecipazione, vi è la possibilità di trovarsi dinnanzi a svariate reazioni
da parte di questo. È possibile differenziare e spiegare nel dettaglio le
84 Intervista ad Armando Punzo
V. Tarantino, , Volterra, Carte Blanche, 22 Febbraio 2007 95
reazioni che vengono a crearsi nel momento in cui si svolge una
performance che induce alla partecipazione; il pubblico può essere:
• Attivo: i singoli spettatori sono propensi all'intervento, al porre
quesiti inerenti alla performance, all'espressione di opinioni e di
pareri , al confronto col palco e ad affrontare di buon grado un
dibattito costruttivo;
• Passivo: gli spettatori possono apparire sia come attenti sia come
svogliati e apatici, tuttavia in entrambe le situazioni essi prediligono
un atteggiamento convenzionalmente sottomesso alla performance,
ascoltando, apprendendo e immagazzinando informazioni ed
eventuali emozioni, senza intervenire in alcun modo e rinunciando
all’interazione con la 85
scena;
• Spontaneo: gli spettatori interagiscono e partecipano in modo
completamente spontaneo alla performance, non occorre quindi
l'impiego di stimoli finalizzato alla partecipazione concreta, poiché il
loro stimolo è l'evento teatrale stesso, che suscita in loro sufficienti
interrogativi, suggestioni e sensazioni che li inducono a una naturale
volontà di intervento;
85 Il pubblico nelle tue mani. Tecniche e abilità per tenere con successo discorsi e presentazioni
L. Balguini, , Milano, Franco Angeli edizioni,
2004, pag 32 96
• Non spontaneo: ogni spettatore si riduce a partecipare per la sola
convinzione che sia giusto e opportuno farlo, senza provare un
86
interesse reale a intervenire all'evento.
Queste quattro caratteristiche proprie del pubblico possono entrare in
contatto e generare altre quattro sottocategorie di pubblico, ossia un
pubblico attivo e spontaneo, un pubblico attivo e non spontaneo, un
pubblico passivo e spontaneo e, infine, un pubblico passivo e non
spontaneo:
• Pubblico attivo e spontaneo: l'interazione con questo risulta
assai facilitata poiché gli spettatori si trovano ben disposti a una
partecipazione attiva alla performance;
• Pubblico attivo e non spontaneo: esiste una situazione in cui vi è
il rischio di attuare un'interazione che allontani palco e platea, e
quindi di allontanare performance e spettatori da un dialogo
costruttivo ed efficiente;
86 Il pubblico nelle tue mani. Tecniche e abilità per tenere con successo discorsi e presentazioni
L. Balguini, , Milano, Franco Angeli edizioni,
2004,, pag. 33 97
• Pubblico passivo e spontaneo: l'interazione con questo tipo di
pubblico risulta ardua e complicata, ma nel momento in cui la si
ottiene essa risulta funzionale e ideale al raggiungimento di una
soddisfacente comunicazione;
• Pubblico passivo e non spontaneo: in questo caso, ci si trova
nella situazione più complessa e infelice, poiché il rapporto
comunicativo può risultare assai difficile da ottenere, inoltre la
stessa comunicazione è poco funzionale, poiché gli spettatori
risultano difficilmente soggetti a stimoli e sempre più sottomessi
alla scena stessa.
Conoscere le diverse tipologie di pubblico si rivela di fondamentale
importanza al fine di una migliore riuscita del meccanismo
comunicativo. Ancora più importante per i performer è riuscire a capire
quanto prima che tipo di pubblico si ha davanti al palcoscenico: nel
momento in cui si comprendono l'atteggiamento e la predisposizione
degli spettatori, viene deciso quale tipo di stimoli sono da impiegare per
dell’audience
un coinvolgimento il più soddisfacente possibile.
Questo studio a proposito delle reazioni e degli interventi del pubblico
dinnanzi a stimoli diversificati da parte dell'evento teatrale ha portato a
esiti variegati e numerosissimi, tra loro assai differenti; il pubblico 98
adulto risulta perlopiù legato a delle convenzioni che l'abitudine, l'etica,
il dogmatismo comportamentale e i costumi hanno reso solide nel
panorama spettacolare delle masse. Discorso ovviamente differente
esiste per i bambini e i ragazzi, i quali, come già detto sono suscettibili
a qualunque tipo di stimolo e provocazione, cosicché risultano il
bersaglio preferito delle performance.
Il teatro e la percezione di questo da parte di spettatori sia adulti sia
bambini possono portare su diverse strade e percorsi di idee: l'evento
teatrale può risultare una conferma delle proprie esperienze, del proprio
ego, delle proprie convinzioni, divenendo così un mezzo di ulteriore
verità per il singolo; esistono invece circostanze grazie alle quali il teatro
può svelare delle realtà del tutto differenti da quelle radicate nel nostro
immaginario, turbando ma, allo stesso tempo, dando allo spettatore
delucidazioni e risposte chiare a domande che, consciamente, non si
era posto; il teatro può rivelarsi inoltre un ottimo espediente per un
incremento dell'apertura mentale del singolo, riuscendo a far superare
allo spettatore limiti ideologici mai valicati fino a quel momento.
La domanda che parecchi studiosi sono arrivati a porsi nel corso degli
studi avanzati riguardo alla ricezione da parte del pubblico è se esista o
meno uno specifico spettatore teatrale o se questo possa essere
comparato allo spettatore cinematografico e televisivo, al lettore di
un'opera letteraria o a uno spettatore di un concerto musicale. 99
Le
A questo proposito è stato scritto un saggio da Jacques Ranciére,
87
spectateur emancipé : questo scritto, dopo aver affermato che lo
spettatore non potrà mai essere passivo poiché compie l’atto di
guardare lo spettacolo, annulla anche la differenziazione tra i diversi tipi
di spettatori, il che ha suscitato una forte polemica e intensi attacchi a
questo saggio, dal momento che si ritiene unanimemente che la
spettatorialità possieda numerose sfaccettature.
Nello studio della fruizione da parte dello spettatore e dell’atto
comunicativo tra palco e platea, possiamo vedere come l'analisi si sia
articolata in tre direzioni, che vanno progressivamente a intrecciarsi:
L’analisi del pubblico in base all’evento teatrale a cui prende
1. parte: viene considerato il rapporto che lo spettatore durante la
performance instaura con gli attori, con la scena e con gli altri
spettatori in platea;
L’analisi del pubblico, prima e dopo la performance, in base al
2. in cui si inserisce l’evento teatrale;
contesto sociale
3. Un'analisi in base al contesto storico, che considera il pubblico
all'interno di un iter evolutivo dovuto a cambiamenti di tipo
sociale; si va a considerare l'insieme dei mutamenti in campo
87 Le spectateur émancipé,
J. Ranciére, Parigi, La Fabrique, 2008 100
tecnologico, delle comunicazioni e dei media che hanno portato
e portano tuttora alla nascita di altre tipologie di spettatori.
Esiste inoltre una asimmetria tra i due poli della relazione comunicativa
tra palcoscenico e pubblico, essa si rende concreta in una polarità di
azione/fruizione che contrappone scena e spettatori: tale differenza è
resa più chiara dal fatto che l'azione dell'attore è stata preparata in un
arco di tempo più o meno lungo , l'agire dello spettatore è invece
spontaneo e immediato.
Occorre anche dire che tra gli spettatori vi è una discrasia a livello
informativo, poiché alcuni di loro sono consapevoli di ciò a cui stanno
per assistere, altri invece si stanno gettando a capofitto in una nuova
esperienza di ricezione, come fosse una sorta di atto di fede.
La performance teatrale può arrivare a diventare per lo spettatore
un’esperienza di tipo liminale: questo è quanto ribadisce lo studioso di
88
teatro e cinema Didier Plassard . Questi analizzò il comportamento del
pubblico durante lo svolgimento di diversi generi di spettacoli, così da
poter elaborare la sua teoria della liminalità su due diversi livelli:
un’esperienza
1. Lo spettatore vive che gli permette di varcare un
limen rispetto alla percezione o alla consapevolezza della sua
–
88 The Theatre of Death The Uncanny in Mimesis: Tadeusz Kantor, Aby Warburg, and an Iconology of the Actor,
M. Twitchin, Milano,
Springer, 2016, pag. 100 101
stessa essenza di individuo umano all’interno della società:
l’individuo che va al di là di questo limen , ossia lo spettatore,
riesce a oltrepassare una barriera in qualche modo spirituale
mediante il rito della performance;
2. Lo spettacolo va a toccare delle corde emotive nascoste,
esplorando le diverse possibilità di superare questo limite tra
realtà e finzione, tra ciò che ci appartiene nella quotidianità e ciò
che è altro dalla nostra natura.
Abbiamo già parzialmente accennato quale sia l'importanza
dell'architettura teatrale in virtù di una felice nascita di una comunità
89
pubblico. Pensare allo spazio teatrale non è tuttavia una prerogativa
squisitamente architettonica e urbanistica, bensì si rivela una
preoccupazione anche del professionismo teatrale. Lo spazio in cui si
svolge e si assiste alla performance diviene un luogo di identificazione
collettiva per tutti gli spettatori in primis, e degli spettatori con gli attori
nel momento in cui la performance viene