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3. I DRONI E IL LORO UTILIZZO
3.1. Che cosa sono i droni?
Un aeromobile a pilotaggio remoto o APR, comunemente noto come drone, è un velivolo
caratterizzato dall'assenza del pilota umano a bordo. Il suo volo è controllato dal
computer a bordo del velivolo, sotto il controllo remoto di un navigatore o pilota, sul
terreno o in un altro veicolo. Il loro utilizzo è ormai consolidato per usi militari e
crescente anche per applicazioni civili, ad esempio in operazioni di prevenzione e
intervento in emergenza incendi, per usi di sicurezza non militari, per sorveglianza di
oleodotti, con finalità di telerilevamento e ricerca e, più in generale, in tutti i casi in cui
tali sistemi possano consentire l'esecuzione di missioni "noiose, sporche e pericolose"
(dull, dirty and dangerous) spesso con costi minori rispetto ai velivoli tradizionali.
Sono noti anche attraverso altri acronimi, molti dei quali di derivazione anglosassone:
oltre a RPA (Remotely piloted aircraft) possono essere indicati come UAV (Unmanned
aerial vehicle), RPV (Remotely piloted vehicle), ROA (Remotely operated aircraft) o
UVS (Unmanned vehicle system), ecc. A seguito del rapido progresso tecnologico
registrato nel corso degli anni duemila e grazie alla loro versatilità, gli APR hanno
cominciato ad essere utilizzati anche in ambito civile, dove sono impiegati nella
sorveglianza aerea delle coltivazioni, in aerofotogrammetria, per effettuare riprese aeree
cinematografiche, in operazioni di ricerca e salvataggio, nel controllo di linee elettriche e
condutture petrolifere e nel monitoraggio della fauna selvatica.
Dal punto di vista tecnologico, i droni sono, in prima analisi, classificabili in base al
carico trasportabile e alla quota raggiungibile: i dispositivi destinati all’impiego nel
contesto agricolo sono definiti Micro/Mini UAS e sono in grado di sopportare un carico
compreso tra 0,1 e 30 kg e di raggiungere una quota massima di 300 m.
3.2. Regolamenti e normative
Il panorama normativo inerente alla materia è eterogeneo ed è composto dalla normativa
internazionale, da quella comunitaria e da quella nazionale. Il rapporto tra queste fonti è
di tipo gerarchico quindi quanto disposto da una fonte normativa inferiore soccombe in
presenza di disposizioni normative di una fonte superiore. L'ICAO riconosce molte
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categorie di aeromobili con pilota a bordo (manned) o senza (unmanned), dando a tutte lo
status di “aeromobile”. Anche un APR è quindi un aeromobile e i concetti normativi non
subiscono alterazioni di principio circa il velivolo, il pilota e l'operatore (valgono le stesse
responsabilità e certificazioni, come certificato di immatricolazione, certificato di
aeronavigabilità, licenza di pilota, licenza di operatore). In particolare esiste un quadro
normativo generale applicabile, tuttavia un insieme di norme implementative adeguate è
in fase di definizione. Gli APR di peso inferiore ai 150 kg sono di pertinenza delle singole
autorità aeronautiche nazionali, l'ENAC in Italia, come stabilito nei regolamenti europei.
3.3. Applicazioni nel contesto agricolo
In una azienda, che applica i principi dell’agricoltura di precisione, è necessaria, per un
corretto utilizzo dei droni, l’interazione tra le diverse figure professionali coinvolte
(società di servizi, agronomi, agromeccanici), ricordando che il drone può essere un
eccellente vettore di dati, ma che è indispensabile la competenza tecnica dell’esperto per
analizzarli correttamente e mettere in pratica le giuste strategie per ottenere colture
sempre più sostenibili dal punto di vista qualitativo, ambientale ed economico.
In Italia, con lo scopo di esplorare le potenzialità addizionali nel campo dei servizi a
supporto all'agricoltura di precisione offerte dall'utilizzo di dati ad elevata risoluzione
ripresi da piattaforma SAPR, è stata fatta, presso un’azienda agricola del mantovano, su
una superfice di 40 ettari, tutti coltivati a mais, una sperimentazione che mirava a mettere
a confronto dati rilevati da piattaforme satellitari e da piattaforme aeree, ed in particolare
un modello di drone che ha il nome di “SwingletCAM”. Sono state realizzate le seguenti
elaborazioni: mappa di vigore, mappa dei suoli, mappa delle altezze relative del piano
campagna e mappa delle altezze relative della biomassa rispetto al piano campagna.
Queste sono state utili al fine di dimostrare la perfetta compatibilità, interscambiabilità e
congruenza tra mappe di vigore derivate da dati da satellite e mappe di vigore derivate da
drone; dimostrare la significatività delle mappe dei suoli realizzabili da dati ripresi da
drone mediante il confronto con dati di analisi chimico-fisiche dei terreni ed analisi
fogliari corrispondenti a campioni aventi specifica collocazione spaziale; dimostrare come
l'utilizzo di dati multitemporali rilevati da drone permettano di integrare in modo efficace
le più semplici analisi monotemporali (mappe dei suoli e mappe di vigore) al fine di
rendere ancor più efficaci le tecniche di agricoltura di precisione in campo. Dall'analisi
comparata di tutti i dati disponibili (mappe da drone, mappe da satellite, mappa di
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produzione, analisi dei terreni ed analisi fogliari) sono state formulate alcune
considerazioni: la produzione puntuale in campo, come visibile nella mappa di
produzione è ben rappresentata dalla mappa di vigore (rilevata dal drone); quest'ultima,
inoltre, risulta assai più idonea della mappa di produzione stessa quale input per attività di
rateo variabile in campo grazie all'assenza di disturbi ed in generale di rumore e di
distorsioni sistematiche che appaiono invece in modo evidente nella mappa di
produzione.
Figura 1 - Mappa di Vigore (sx); mappa di produzione (dx)
La significatività della mappa dei suoli e la sua capacità di discernere tra suoli con
caratteristiche radicalmente differenti risulta confermata sia dai dati delle analisi dei
terreni, sia dai dati delle analisi fogliari; anche tale mappa risulta quindi idonea quale
input per attività di rateo variabile, specialmente quelle in grado di correggere in modo
mirato le dotazioni minerali dei diversi terreni (concimazione a rateo variabile); la mappa
delle altezze relative del piano campagna, se confrontata alle altre mappe disponibili,
evidenzia in modo chiaro dove possa risultare opportuno intervenire mediante drenaggi al
fine di migliorare le potenzialità dei terreni; la mappa delle altezze relative della biomassa
rispetto al piano campagna svela - grazie al tipico andamento a fasce - vecchi reticoli
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idrici e sottili differenze pedologiche contenute anche in ambiti molto ristretti, e mostra
quindi in modo chiaro la presenza di forti differenze in termini di disponibilità idrica
strutturale tra le diverse aree; tale dato, opportunamente incrociato con la mappa dei suoli,
mostra che la medesima striscia contraddistinta da una altezza del mais sopra la media
(ove quindi l'acqua non costituisce un fattore limitante) produce alte rese e mais nelle
migliori condizioni vegetative in corrispondenza delle zone di terreno di tipo C (nessun
fattore limitante presente), mentre non si concretizza in un'alta resa né in condizioni
vegetative prive di stress in corrispondenza delle zone di terreno di tipo A (in queste
situazioni la dotazione minerale del terreno costituisce fattore limitante, pur in presenza di
una buona dotazione idrica).
Figura 2 - Mappa delle altezze relative del piano campagna; mappa delle altezze relative
della biomassa rispetto al piano campagna; mappa dei suoli.
Con questa sperimentazione si è stabilito che, nonostante i rilievi satellitari mirati alla
produzione di mappe di vigore continuino a rivestire un ruolo fondamentale nella
definizione di strategie di agricoltura di precisione mediante tecnologie a rateo variabile,
la disponibilità di piattaforme di rilievo, quali i sistemi SAPR ad ala fissa, permette di
poter integrare l'usuale metodica di monitoraggio delle superfici agricole tramite mappe di
vigore vegetativo con rilevamenti multitemporali caratterizzati da estrema flessibilità,
versatilità ed economicità. Un rilievo multitemporale (2 passaggi) una-tantum può quindi
risultare il miglior sistema per l'implementazione sin dall'inizio di corrette pratiche di
agricoltura di precisione, che possono poi essere seguite e modulate correttamente nel
corso degli anni anche mediante metodiche di rilievo più routinarie.
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Sempre nel territorio lombardo, dal 2008 si sono condotte sperimentazioni, questa
volta, nell’ambito della lotta biologica ad uno dei più temibili parassiti del mais, ovvero il
lepidottero “Ostrinia nubilalis” (in figura 3), volgarmente conosciuto con il nome di
Piralide del mais. Questo insetto, che nei paesi al di fuori dell’UE è controllato con
l’utilizzo di piante di mais transgeniche (mais BT), in Italia è il fitofago chiave della
coltura di mais e fino a qualche anno fa prevedeva una lotta obbligatoria; per essere
controllato, oltre ai classici metodi agronomici e chimici, si utilizza un antagonista
naturale, il “Trichogramma brassicae” (in figura 3), cioè un imenottero parassitoide,
oofago, che neutralizza le uova delle piralide.
Figura 3 - Piralide del mais (sx); trichogramma brassicae (dx)
Ma come funziona e come si applica questo metodo? Le uova di Trichogramma brassicae
vengono confezionate dentro sfere di cellulosa biodegradabili, facilmente distribuibili
attraverso distributore automatizzato montato su di un drone. Con un volo radente l’apice
della pianta, viene rilasciata la capsula dalla quale, nel giro di 15-20 giorni, uscirà il
parassitoide che permette il controllo del fitofago. All’inizio della sperimentazione
l’inoculazione delle capsule avveniva a mano, ma è bastato poco per capire che la cosa
non sarebbe stata attuabile su vasta scala, perciò si è passati all’utilizzo dei droni. Il drone
utilizzato ha una dimensione di 1m x 1m ed ha una velocità di crociera di 20\30 km\h;
definito “tecnologia autentica”, perché non dà emissioni di CO , è alimentato a batteria, è
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ricaricabile, ed ha una durata in grado di coprire 5 ettari. Il costo del drone si aggira
intorno ai quaranta mila euro, ma i prezzi sono in discesa rapida. I risultati, però, sono
equiparabili ai trattamenti chimici, ma a impatto zero sul versante ambientale.
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Prendendo per un attimo le distanze dall’agricoltura di precisione, è importante
ricordare un ulteriore utilizzo dei droni, in questo caso contro la deforestazione. E’ noto
che i cambiamenti climatici e l’incessante sfruttamento delle risorse terrestri hanno
portato negli anni alla riduzione delle più grandi fo