Le osservazioni dirette effettuate sul campo, integrate con analisi visive e fotografie ad alta
risoluzione, hanno permesso di evidenziare alcuni effetti immediati e a lungo termine dei rifiuti
19
galleggianti sull’ambiente marino e sulle specie viventi. In particolare, sono stati riscontrati i seguenti
impatti:
▪ La presenza di fauna marina intrappolata o ferita da rifiuti abbandonati o dispersivi, come
meduse, pesci e invertebrati, che spesso rimangono impigliati nelle reti o ingeriscono
frammenti di plastica, con conseguenze spesso fatali.
▪ Danni diretti alle aree di nidificazione di alcune specie di uccelli marini, che trovano rifugio
tra i rifiuti galleggianti e si impigliano o ingeriscono materiali nocivi, compromettendo la loro
sopravvivenza e la riproduzione.
▪ La proliferazione di colonie di microalghe, batteri e altri organismi microbici sulle superfici
di plastica e altri materiali, che può alterare gli equilibri ecologici locali, favorendo la
formazione di zone di anossia o di squilibrio biologico. Questo processo può influenzare
anche la catena alimentare marina, con effetti a catena sulla biodiversità e sulla salute degli
ecosistemi. 20
5. Discussione
5.1 Interpretazione dei risultati
L’analisi approfondita condotta durante questa indagine ha fornito numerose conferme riguardo alla
distribuzione e alle caratteristiche dei rifiuti galleggianti presenti nelle aree di studio. In particolare,
è emerso con chiarezza che le zone che presentano i maggiori livelli di accumulo di rifiuti sono
strettamente correlate a quelle di maggiore attività umana e di intenso traffico marittimo, come porti
commerciali, zone turistiche frequentate e aree di attracco di imbarcazioni da diporto. La presenza
predominante di materiali plastici, come bottiglie di plastica, sacchetti, contenitori e altri oggetti di
consumo quotidiano, evidenzia una problematica di vasta portata legata alla gestione dei rifiuti urbani
e alle pratiche di smaltimento dei materiali di plastica, spesso insufficienti o mal gestite. Questo dato
sottolinea l’importanza di interventi di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolti sia alle
comunità locali che ai visitatori, per promuovere comportamenti più responsabili e sostenibili.
Le analisi delle rotte di trasporto marine hanno ulteriormente chiarito come i rifiuti di origine lontana
possano essere trasportati dalle correnti oceaniche e atmosferiche, arrivando a concentrarsi in
specifici hotspot di accumulo. Queste aree rappresentano punti di raccolta naturale per i rifiuti
galleggianti, che vengono trasportati e concentrati nel tempo, creando zone di grande criticità
ecologica e ambientale. Le correnti marittime, insieme alle condizioni climatiche stagionali, giocano
un ruolo fondamentale nel determinare la distribuzione spaziale di questi rifiuti, influenzando le
strategie di monitoraggio e di intervento. La conoscenza di tali rotte permette di prevedere con
maggiore precisione le aree di futura concentrazione e di pianificare interventi di bonifica più efficaci
ed efficienti, riducendo l’impatto sulla biodiversità marina e sulle attività umane.
5.2 Implicazioni ambientali e di gestione
La presenza significativa di rifiuti di plastica e di reti da pesca abbandonate o perdute rappresenta una
minaccia concreta e crescente per la salute degli ecosistemi marini e per le attività umane che
dipendono da questi ambienti. La plastica, per la sua durabilità e per la sua capacità di dispersione,
21
entra nella catena alimentare marina attraverso l’ingestione da parte di pesci, molluschi e altri
organismi, causando danni diretti alla fauna e potenzialmente anche all’uomo attraverso la catena
alimentare. Le collisioni tra grandi imbarcazioni e reti abbandonate possono provocare danni alle
attrezzature di pesca, mentre le reti da pesca perdute o abbandonate possono continuare a catturare e
uccidere in modo non intenzionale numerosi organismi marini, contribuendo così al fenomeno
chiamato "pesca fantasma".
L’accumulo di rifiuti di plastica e reti può anche alterare gli habitat costieri e subacquei,
compromettendo la biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi. La presenza di grandi quantità di
rifiuti galleggianti può alterare i processi naturali di sedimentazione e di filtrazione dell’acqua, oltre
a rappresentare un ostacolo alle attività di pesca e di turismo, che costituiscono fonti di sostentamento
e di benessere per le comunità locali.
Per affrontare efficacemente queste problematiche, è necessario adottare strategie di gestione
integrate e multidisciplinari che coinvolgano enti pubblici, associazioni di settore, comunità locali e
stakeholder di vario genere. Tra le azioni prioritarie si annoverano:
▪ Il miglioramento e l’ampliamento dei sistemi di raccolta differenziata e di riciclo dei rifiuti
urbani, con particolare attenzione alla plastica e ai materiali più frequentemente rinvenuti in
mare;
▪ La creazione di aree di sbarco dedicate e di depositi temporanei per i rifiuti galleggianti, in
modo da facilitare la raccolta e lo smaltimento efficiente di grandi volumi di materiali;
▪ La promozione di campagne di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolte alle
comunità di pescatori, alle attività turistiche e ai cittadini, affinché adottino pratiche più
sostenibili e responsabili;
▪ L’implementazione di sistemi di monitoraggio continuo e di intervento rapido, attraverso
l’utilizzo di tecnologie di rilevamento come i droni, i sensori satellitari e le piattaforme
digitali, per individuare tempestivamente le zone di maggiore criticità e pianificare interventi
di bonifica mirati e tempestivi.
Queste strategie devono essere accompagnate da politiche di lungo termine che favoriscano la
riduzione complessiva della produzione di rifiuti plastici, incentivino il riutilizzo e il riciclo dei
22
materiali e promuovano l’adozione di tecnologie innovative per il trattamento e lo smaltimento
sostenibile dei rifiuti marini. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile
arginare efficacemente il fenomeno e tutelare gli ecosistemi marini per le generazioni future.
5.3 Validità e limiti dello studio
I risultati ottenuti nell’ambito di questa ricerca sono coerenti con quanto riscontrato in studi
precedenti condotti in altre aree geografiche e rappresentano un valido contributo alla comprensione
del fenomeno dell’inquinamento da rifiuti galleggianti. La metodologia adottata, basata su tecniche
di rilevamento visivo e sull’analisi delle rotte marine, si è dimostrata efficace nel rilevare e mappare
le zone di maggiore concentrazione di rifiuti, offrendo dati affidabili e utili per la pianificazione di
interventi di bonifica e prevenzione.
Tuttavia, alcune limitazioni devono essere riconosciute e considerate per una corretta interpretazione
dei risultati. Innanzitutto, la copertura temporale del monitoraggio è stata limitata a un periodo
specifico dell’anno, che potrebbe non rappresentare tutte le variazioni stagionali nella distribuzione
dei rifiuti e nei flussi di trasporto. La stagionalità, infatti, può influenzare significativamente le
quantità di rifiuti in mare, così come le condizioni meteorologiche e le correnti marine, che possono
alterare le rotte di trasporto e di accumulo.
Inoltre, la distinzione tra rifiuti di origine locale e quelli trasportati da altre aree rappresenta un
ulteriore elemento di complessità. Non sempre è possibile attribuire con certezza la provenienza di
ogni singolo oggetto rinvenuto, a causa della mancanza di marcature identificative e delle dinamiche
di dispersione dei materiali nel mare. Questo può portare a una sovrastima o a una sotto-stima della
reale origine dei rifiuti.
Un altro limite riguarda la possibilità di errori di rilevamento dovuti alle condizioni meteorologiche
avverse, come mareggiate o forti venti, che possono ostacolare la visibilità e la precisione delle
operazioni di rilievo visivo. Per ovviare a queste limitazioni, si suggerisce di estendere nel tempo il
periodo di monitoraggio, includendo più stagioni e condizioni climatiche diverse, e di integrare le
23
tecnologie di rilevamento remoto, come i sensori satellitari e i droni, per ottenere dati più completi e
affidabili.
Infine, la complessità del fenomeno richiede un continuo aggiornamento delle metodologie di studio,
anche attraverso l’impiego di modelli predittivi e di sistemi di simulazione che possano migliorare la
comprensione dei flussi di rifiuti e delle dinamiche di accumulo, contribuendo così a una gestione più
efficace e sostenibile del problema. 24
6. Conclusioni
6.1 Sintesi dei principali risultati
L’indagine approfondita e dettagliata condotta nel corso di questo studio ha fornito una panoramica
esaustiva e complessa delle attuali condizioni relative alla presenza di rifiuti galleggianti nelle aree
costiere e portuali di interesse. Dai dati raccolti e analizzati emerge chiaramente come queste zone
rappresentino i principali hotspot di accumulo di materiali di scarto di origine antropica, in particolare
di plastica, che si concentrano in modo significativo in prossimità di porti, insediamenti umani costieri
e zone di forte attività turistica e commerciale. La predominanza di materiali plastici, come bottiglie,
sacchetti, imballaggi e reti da pesca abbandonate o smaltite in modo scorretto, evidenzia una delle
maggiori problematiche ambientali che affliggono gli ecosistemi marini e le coste.
Un altro aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda il ruolo cruciale delle rotte di trasporto marine,
che si sono rivelate come vettori principali nel trasferimento di rifiuti provenienti da aree lontane,
spesso di altri Paesi o regioni, verso le zone di accumulo. Le correnti oceaniche e i venti giocano un
ruolo fondamentale nel distribuire e concentrare i rifiuti lungo determinate traiettorie, creando delle
vere e proprie “zone di accumulo” che richiedono un intervento tempestivo e mirato. La varietà e
l’origine dei rifiuti rinvenuti sottolineano la complessità del problema, evidenziando come siano
necessari approcci multidisciplinari e collaborativi per affrontarlo in modo efficace.
Inoltre, l’analisi ha mostrato che la tipologia di rifiuti varia notevolmente, con una maggioranza di
plastiche di piccole e medie dimensioni, reti da pesca abbandonate, oggetti di uso quotidiano e
materiali di imballaggio. Questa diversità rende ancora più complessa la gestione e la bonifica delle
aree interessate, poiché ogni tipologia richiede strategie specifiche di intervento. La presenza di rifiuti
di origine locale, ma anche di quelli trasportati da lunghe distanze, evidenzia come il problema sia di
natura globale, richiedendo accordi e politiche condivise a livello internazionale
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Tesi di laurea magistrale
-
Tesi - Autismo
-
Tesi di laurea - Sicurezza nei luoghi di lavoro
-
Tesi triennale