Estratto del documento

Le osservazioni dirette effettuate sul campo, integrate con analisi visive e fotografie ad alta

risoluzione, hanno permesso di evidenziare alcuni effetti immediati e a lungo termine dei rifiuti

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galleggianti sull’ambiente marino e sulle specie viventi. In particolare, sono stati riscontrati i seguenti

impatti:

▪ La presenza di fauna marina intrappolata o ferita da rifiuti abbandonati o dispersivi, come

meduse, pesci e invertebrati, che spesso rimangono impigliati nelle reti o ingeriscono

frammenti di plastica, con conseguenze spesso fatali.

▪ Danni diretti alle aree di nidificazione di alcune specie di uccelli marini, che trovano rifugio

tra i rifiuti galleggianti e si impigliano o ingeriscono materiali nocivi, compromettendo la loro

sopravvivenza e la riproduzione.

▪ La proliferazione di colonie di microalghe, batteri e altri organismi microbici sulle superfici

di plastica e altri materiali, che può alterare gli equilibri ecologici locali, favorendo la

formazione di zone di anossia o di squilibrio biologico. Questo processo può influenzare

anche la catena alimentare marina, con effetti a catena sulla biodiversità e sulla salute degli

ecosistemi. 20

5. Discussione

5.1 Interpretazione dei risultati

L’analisi approfondita condotta durante questa indagine ha fornito numerose conferme riguardo alla

distribuzione e alle caratteristiche dei rifiuti galleggianti presenti nelle aree di studio. In particolare,

è emerso con chiarezza che le zone che presentano i maggiori livelli di accumulo di rifiuti sono

strettamente correlate a quelle di maggiore attività umana e di intenso traffico marittimo, come porti

commerciali, zone turistiche frequentate e aree di attracco di imbarcazioni da diporto. La presenza

predominante di materiali plastici, come bottiglie di plastica, sacchetti, contenitori e altri oggetti di

consumo quotidiano, evidenzia una problematica di vasta portata legata alla gestione dei rifiuti urbani

e alle pratiche di smaltimento dei materiali di plastica, spesso insufficienti o mal gestite. Questo dato

sottolinea l’importanza di interventi di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolti sia alle

comunità locali che ai visitatori, per promuovere comportamenti più responsabili e sostenibili.

Le analisi delle rotte di trasporto marine hanno ulteriormente chiarito come i rifiuti di origine lontana

possano essere trasportati dalle correnti oceaniche e atmosferiche, arrivando a concentrarsi in

specifici hotspot di accumulo. Queste aree rappresentano punti di raccolta naturale per i rifiuti

galleggianti, che vengono trasportati e concentrati nel tempo, creando zone di grande criticità

ecologica e ambientale. Le correnti marittime, insieme alle condizioni climatiche stagionali, giocano

un ruolo fondamentale nel determinare la distribuzione spaziale di questi rifiuti, influenzando le

strategie di monitoraggio e di intervento. La conoscenza di tali rotte permette di prevedere con

maggiore precisione le aree di futura concentrazione e di pianificare interventi di bonifica più efficaci

ed efficienti, riducendo l’impatto sulla biodiversità marina e sulle attività umane.

5.2 Implicazioni ambientali e di gestione

La presenza significativa di rifiuti di plastica e di reti da pesca abbandonate o perdute rappresenta una

minaccia concreta e crescente per la salute degli ecosistemi marini e per le attività umane che

dipendono da questi ambienti. La plastica, per la sua durabilità e per la sua capacità di dispersione,

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entra nella catena alimentare marina attraverso l’ingestione da parte di pesci, molluschi e altri

organismi, causando danni diretti alla fauna e potenzialmente anche all’uomo attraverso la catena

alimentare. Le collisioni tra grandi imbarcazioni e reti abbandonate possono provocare danni alle

attrezzature di pesca, mentre le reti da pesca perdute o abbandonate possono continuare a catturare e

uccidere in modo non intenzionale numerosi organismi marini, contribuendo così al fenomeno

chiamato "pesca fantasma".

L’accumulo di rifiuti di plastica e reti può anche alterare gli habitat costieri e subacquei,

compromettendo la biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi. La presenza di grandi quantità di

rifiuti galleggianti può alterare i processi naturali di sedimentazione e di filtrazione dell’acqua, oltre

a rappresentare un ostacolo alle attività di pesca e di turismo, che costituiscono fonti di sostentamento

e di benessere per le comunità locali.

Per affrontare efficacemente queste problematiche, è necessario adottare strategie di gestione

integrate e multidisciplinari che coinvolgano enti pubblici, associazioni di settore, comunità locali e

stakeholder di vario genere. Tra le azioni prioritarie si annoverano:

▪ Il miglioramento e l’ampliamento dei sistemi di raccolta differenziata e di riciclo dei rifiuti

urbani, con particolare attenzione alla plastica e ai materiali più frequentemente rinvenuti in

mare;

▪ La creazione di aree di sbarco dedicate e di depositi temporanei per i rifiuti galleggianti, in

modo da facilitare la raccolta e lo smaltimento efficiente di grandi volumi di materiali;

▪ La promozione di campagne di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolte alle

comunità di pescatori, alle attività turistiche e ai cittadini, affinché adottino pratiche più

sostenibili e responsabili;

▪ L’implementazione di sistemi di monitoraggio continuo e di intervento rapido, attraverso

l’utilizzo di tecnologie di rilevamento come i droni, i sensori satellitari e le piattaforme

digitali, per individuare tempestivamente le zone di maggiore criticità e pianificare interventi

di bonifica mirati e tempestivi.

Queste strategie devono essere accompagnate da politiche di lungo termine che favoriscano la

riduzione complessiva della produzione di rifiuti plastici, incentivino il riutilizzo e il riciclo dei

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materiali e promuovano l’adozione di tecnologie innovative per il trattamento e lo smaltimento

sostenibile dei rifiuti marini. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile

arginare efficacemente il fenomeno e tutelare gli ecosistemi marini per le generazioni future.

5.3 Validità e limiti dello studio

I risultati ottenuti nell’ambito di questa ricerca sono coerenti con quanto riscontrato in studi

precedenti condotti in altre aree geografiche e rappresentano un valido contributo alla comprensione

del fenomeno dell’inquinamento da rifiuti galleggianti. La metodologia adottata, basata su tecniche

di rilevamento visivo e sull’analisi delle rotte marine, si è dimostrata efficace nel rilevare e mappare

le zone di maggiore concentrazione di rifiuti, offrendo dati affidabili e utili per la pianificazione di

interventi di bonifica e prevenzione.

Tuttavia, alcune limitazioni devono essere riconosciute e considerate per una corretta interpretazione

dei risultati. Innanzitutto, la copertura temporale del monitoraggio è stata limitata a un periodo

specifico dell’anno, che potrebbe non rappresentare tutte le variazioni stagionali nella distribuzione

dei rifiuti e nei flussi di trasporto. La stagionalità, infatti, può influenzare significativamente le

quantità di rifiuti in mare, così come le condizioni meteorologiche e le correnti marine, che possono

alterare le rotte di trasporto e di accumulo.

Inoltre, la distinzione tra rifiuti di origine locale e quelli trasportati da altre aree rappresenta un

ulteriore elemento di complessità. Non sempre è possibile attribuire con certezza la provenienza di

ogni singolo oggetto rinvenuto, a causa della mancanza di marcature identificative e delle dinamiche

di dispersione dei materiali nel mare. Questo può portare a una sovrastima o a una sotto-stima della

reale origine dei rifiuti.

Un altro limite riguarda la possibilità di errori di rilevamento dovuti alle condizioni meteorologiche

avverse, come mareggiate o forti venti, che possono ostacolare la visibilità e la precisione delle

operazioni di rilievo visivo. Per ovviare a queste limitazioni, si suggerisce di estendere nel tempo il

periodo di monitoraggio, includendo più stagioni e condizioni climatiche diverse, e di integrare le

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tecnologie di rilevamento remoto, come i sensori satellitari e i droni, per ottenere dati più completi e

affidabili.

Infine, la complessità del fenomeno richiede un continuo aggiornamento delle metodologie di studio,

anche attraverso l’impiego di modelli predittivi e di sistemi di simulazione che possano migliorare la

comprensione dei flussi di rifiuti e delle dinamiche di accumulo, contribuendo così a una gestione più

efficace e sostenibile del problema. 24

6. Conclusioni

6.1 Sintesi dei principali risultati

L’indagine approfondita e dettagliata condotta nel corso di questo studio ha fornito una panoramica

esaustiva e complessa delle attuali condizioni relative alla presenza di rifiuti galleggianti nelle aree

costiere e portuali di interesse. Dai dati raccolti e analizzati emerge chiaramente come queste zone

rappresentino i principali hotspot di accumulo di materiali di scarto di origine antropica, in particolare

di plastica, che si concentrano in modo significativo in prossimità di porti, insediamenti umani costieri

e zone di forte attività turistica e commerciale. La predominanza di materiali plastici, come bottiglie,

sacchetti, imballaggi e reti da pesca abbandonate o smaltite in modo scorretto, evidenzia una delle

maggiori problematiche ambientali che affliggono gli ecosistemi marini e le coste.

Un altro aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda il ruolo cruciale delle rotte di trasporto marine,

che si sono rivelate come vettori principali nel trasferimento di rifiuti provenienti da aree lontane,

spesso di altri Paesi o regioni, verso le zone di accumulo. Le correnti oceaniche e i venti giocano un

ruolo fondamentale nel distribuire e concentrare i rifiuti lungo determinate traiettorie, creando delle

vere e proprie “zone di accumulo” che richiedono un intervento tempestivo e mirato. La varietà e

l’origine dei rifiuti rinvenuti sottolineano la complessità del problema, evidenziando come siano

necessari approcci multidisciplinari e collaborativi per affrontarlo in modo efficace.

Inoltre, l’analisi ha mostrato che la tipologia di rifiuti varia notevolmente, con una maggioranza di

plastiche di piccole e medie dimensioni, reti da pesca abbandonate, oggetti di uso quotidiano e

materiali di imballaggio. Questa diversità rende ancora più complessa la gestione e la bonifica delle

aree interessate, poiché ogni tipologia richiede strategie specifiche di intervento. La presenza di rifiuti

di origine locale, ma anche di quelli trasportati da lunghe distanze, evidenzia come il problema sia di

natura globale, richiedendo accordi e politiche condivise a livello internazionale

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessioamore88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ingegneria sanitaria ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Esposito Giovanni.
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