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LAVORO AUTONOMO
1. Tassazione del reddito da lavoro autonomo pag.
40
1.1. Il principio di inerenza quantitativo e qualitativo
pag.
44
1.2. Determinazione e principio di cassa
pag.
48
1.3. )
Art. 54 Testo Unico Imposte sui Redditi (T.U.I.R
pag.
51
2. Componenti positive e negative del reddito da lavoro autonomo
pag. 54
2.1. I ricavi dell’attività pag.
57
2.2. I costi dell’attività pag.
59
2.3. La ritenuta d’acconto pag.
61
2.4. Novità fiscali in tema di spese deducibili e detraibili
pag. 66
Capitolo terzo
I REGIMI PARTICOLARI
1. Regime dei contribuenti minimi pag.
72 ~ 3 ~
2. Lavoratori autonomi non residenti pag.
82
Conclusioni pag.
92
Bibliografia
pag. 95
Sito grafia pag.
97 INTRODUZIONE
Nel presente elaborato si affronta il tema del lavoro autonomo, dando vita
ad una disamina esaustiva degli aspetti della tassazione e della
determinazione dello stesso.
Il percorso mira ad affrontare tali tematiche sia in modo teorico-descrittivo
sia con l’ausilio di immagini per rendere più completo l’elaborato.
~ 4 ~
Inoltre, nei primi due capitoli gli argomenti sono trattati mettendone in luce
anche gli aspetti normativi.
In particolare, nel primo capitolo si definiscono le caratteristiche e le
generalità del lavoro autonomo, i cui redditi derivano da un’attività in cui tre
sono gli aspetti rilevanti, ovvero che è svolta in modo autonomo, è abituale
e ha natura non commerciale.
Si entra poi nel merito delle caratteristiche dell’abitualità e della
professionalità, anche per individuare la corretta disciplina di
determinazione del reddito imponibile ai fini dell’IRPEF, della mancanza di
subordinazione, in quanto il lavoratore autonomo svolge la propria attività
utilizzando una propria organizzazione di lavoro e decidendo i tempi e le
modalità di realizzazione, ed infine del contratto d’opera, in cui il requisito
centrale è il lavoro prevalentemente proprio.
L’analisi prosegue incentrandosi sull’analisi del quadro normativo, partendo
dalle disposizioni del codice civile in materia di lavoro autonomo, in quanto
oggetto di un concentrato esame sia da parte della dottrina che della
giurisprudenza.
Si procede, infatti, ad analizzare in primis le diposizioni del codice civile per
poi passare alla valutazione dei redditi di lavoro autonomo in base a quanto
stabilito dall’art. 53 del TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
In ultimo, la legge n. 81/2017, mette in risalto un sistema di regole volte a
migliorare il mercato del lavoro offrendo un sostegno alle necessità sia dei
~ 5 ~
lavoratori dipendenti sia dei lavoratori autonomi, anche tramite il
rafforzamento delle tutele sul piano economico e sociale.
Il secondo capitolo ha l’obiettivo di indagare la tassazione dei redditi da
lavoro autonomo, analizzandola sia mediante il modello 730 sia mediante il
modello Redditi Persone Fisiche, con l’ausilio della grafica dei vari quadri.
Una condizione fondamentale, per la tassazione dei redditi, è il principio
d’inerenza che si affianca alle regole per la determinazione degli elementi
che concorrono alla formazione del reddito di lavoro autonomo e trovano
fondamento nel principio di cassa.
A completamento di questa prima parte, s’inserisce l’art. 54 del TUIR che
stabilisce i requisiti per la determinazione del reddito da lavoro autonomo.
Nella seconda parte di tale capitolo, si procede all’analisi delle componenti
positive e negative del reddito da lavoro autonomo, ovvero i ricavi definibili
come i soli compensi percepiti nell’anno, e non quelli attinenti a lavori svolti
ma per i quali non vi è stata una manifestazione finanziaria, ed i costi
dell’attività, cioè le spese effettivamente sostenute durante l’anno dal
professionista, per poi soffermarsi sulla ritenuta d’acconto, una trattenuta
che viene effettuata dal committente e che verrà utilizzata come anticipo
IRPEF e sarà versata dal committente che agirà da sostituito d’imposta.
Per le ritenute d’acconto l’aliquota di riferimento per i lavoratori autonomi
con partita Iva è pari al 20% dell’imponibile se il soggetto è residente in
Italia, altrimenti, per i non residenti verrà applicata una ritenuta a titolo
d’imposta del 30% dell’imponibile. ~ 6 ~
In conclusione, nel terzo capitolo l’esposizione si concentra sui regimi
particolari, andando ad analizzare dapprima il regime dei contribuenti
minimi, che è stato introdotto a partire dal 1° Gennaio 2008, al fine di
agevolare e semplificare gli adempimenti e limitare le imposte.
Si conclude con l’analisi delle imposte sul reddito dei lavoratori autonomi
non residenti, i quali hanno il dovere di liquidare le imposte allo Stato
Italiano per i redditi conseguiti e/o per i beni posseduti in Italia, sempre nel
rispetto delle convenzioni vigenti volte ad evitare le doppie imposizioni.
Capitolo primo
I REDDITI DA LAVORO AUTONOMO
~ 7 ~
1. Caratteristiche e generalità del lavoro
autonomo
“Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall'esercizio di arti
e professioni.
Per esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio per professione
abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diverse
da quelle che danno vita a reddito d’impresa”. 1
Una volta posta la definizione generale di reddito di lavoro autonomo, il
legislatore considera alcune categorie di reddito assimilate a quelli di
lavoro autonomo.
La prima ipotesi è costituita dai redditi derivanti dai diritti d’autore (e dai
diritti equiparabili).
“Possono essere qualificati come diritti d'autore quei redditi derivanti
dalla utilizzazione economica, da parte dell’autore o dell’inventore, di
opere dell’ingegno, di brevetti industriali e processi, formule o
informazioni relative ad esperienze acquisite in campo commerciale,
industriale o scientifico.” 2
In secondo luogo, vengono presi in considerazione gli utili derivanti da
contratti di associazione in partecipazione quando il capitale è
esclusivamente composto da prestazioni di lavoro.
Inoltre, possono essere considerati redditi di lavoro autonomo gli utili
spettanti ai promotori e ai soci fondatori di società di capitali; questi
redditi sono compresi tra quelli di lavoro autonomo e non tra i redditi di
capitale, in quanto derivano dall’attività svolta per sostenere o avviare la
società.
1 Art. 53 TUIR.
2 https://www.fiscomania.com/2014/09/lavoro-autonomo-abitualita-della-
prestazione/ ~ 8 ~
“Sono infine redditi da lavoro autonomo, soggetti a tassazione separata,
le indennità per la cessazione di rapporti di agenzia; cui vanno aggiunti,
per competenza, i redditi derivanti dall’attività di levata dei protesti
cambiari esercitata dai segretari comunali e i redditi degli sportivi
professionisti.” 3
Nel d.p.r. 29 settembre 1973, n. 597 che nel d.p.r 22 dicembre 1986,
n.917, la determinazione della categoria dei redditi di lavoro autonomo è
stata fondata sulla derivazione dei redditi derivanti dall’esercizio di arti o
professionisti.
“Il nucleo identificativo di questa categoria di reddito è costituito
dall’esercizio per professione abituale, di arti e professioni svolte in forma
di lavoro autonomo, riferendosi a quelle professioni protette (avvocato,
dottore, commercialista, notaio, medico, ecc.) nonché le arti in senso
proprio e più in generale, quelle attività la cui abilità richiede un elevato
apporto intellettuale. 4
“
Il concetto di reddito da lavoro autonomo può essere esaminato da due
punti di vista uno positivo nel quale l’elemento patrimoniale è legato alla
peculiarità e soggettività della prestazione stessa nell’esercizio della
professione, uno negativo in quanto, in questa seconda accezione, il
conseguimento di un elemento patrimoniale assume, invece, una
rilevanza accessoria rispetto alle caratteristiche personali dell’esercizio
della professione.
“La sentenza n. 20265 del 4 ottobre 2011, ha affermato che per
qualificare come autonomo o subordinato un rapporto di lavoro
3 Tesauro Francesco, “Istituzioni di diritto tributario vol.II: parte speciale”, Utet
Giuridica, 2018.
4 Tinelli Giuseppe, “Commentario al testo unico delle imposte sui redditi”, Cedam,
2009. ~ 9 ~
caratterizzato da una prestazione al potere direttivo, organizzativo e
disciplinare, occorre fare ricorso a criteri distintivi quali” :
5
1. La prevalenza del lavoro personale del prestatore d’opera sui
beni impiegati nell’attività;
2. La mancanza del vincolo della subordinazione;
3. La libera pattuizione del compenso in funzione dell’attività
concordata con il committente;
4. L’orario di lavoro;
5. L’assunzione a carico del lavoratore degli oneri relativi
all’esecuzione della prestazione e del rischio inerente
all’esecuzione della prestazione stessa;
6. L’esistenza di un’organizzazione aziendale ecc.
Un lavoratore autonomo, rispetto a un lavoratore dipendente, non è
tenuto a rispettare l’orario di lavoro e il controllo delle modalità di
svolgimento dell’attività.
I redditi di lavoro autonomo possono essere definiti come redditi derivanti
da un’attività caratterizzata da tre aspetti:
1. È un’attività svolta in modo autonomo, in quanto distingue i
redditi di lavoro autonomo da quelli di lavoro dipendente;
2. È un’attività abituale, dato che i redditi di lavoro autonomo sono
redditi derivanti da un’attività continuativa. Se invece l’attività è
occasionale, i redditi che ne derivano sono “redditi diversi”;
3. È un’attività di natura non commerciale, ovvero distingue i redditi
di lavoro autonomo da quelli d’impresa.
“Il lavoro autonomo si distingue dall’esercizio d’impresa commerciale (ex
art. 2195 cod.civ.) sotto il profilo dell’oggetto dell’attività: se l’attività ha
5 Ferranti Ginfranco, “IRPEF E IRAP nel lavoro autonomo”, IPSOA, 2012.
~ 10 ~
uno degli oggetti considerato nell’art. 2195, si ha impresa commerciale;
se l’attività non fa parte dell’art. 2195, si ha lavoro autonomo.” 6
Le prestazioni di servizi, non rientranti nell’art. 2195 cod.civ., danno
origine a redditi d’impresa se svolti con organizzazioni