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Il cambiamento dei ruoli di genere nei cartoni animati Disney
Dalla seconda metà del secolo scorso, nelle società occidentali, i ruoli e gli ideali di genere si sono evoluti seguendo il ritmo di fattori economici e culturali, che hanno cambiato drasticamente la concezione di genere. I rapporti tra i generi si sono trasformati, così come il loro significato in ambito familiare: questa stessa evoluzione hanno subito i protagonisti dei cartoni animati Disney che hanno modellato gli ideali di genere di intere generazioni di bambini. Da Cenerentola a Oceania, dal Principe Azzurro a Maui, i modelli di maschio e femmina riflettono il cambiamento che riscontriamo nella nostra società. Baserò l'analisi del tema trattato sfruttando principalmente il testo: "Principi e Principesse, identità di genere in adolescenza e stereotipi di ruolo nei cartoni animati" di E. Riva, S. Bignamini, L. Julita, L. Turuani (insieme ad ulteriori articoli), proponendo un focus su alcuni esempi che influenzano le.generazioni odierne. Inquadramento teorico L'identità di genere è il senso di appartenenza di una persona a un sesso o a un genere (maschile, femminile o non-binario) con cui essa si identifica. Se una persona presenta un'identità di genere diversa dal sesso e/o dal genere assegnatole alla nascita, allora è definita transgender, al contrario, è definita cisgender. (Wikipedia - identità di genere, s.d.). Diverse sono le teorie che si impongono nell'ambito dello studio del genere: Le teorie della socializzazione di genere, distinguono il sesso biologico dal genere: il primo è innato, determinato da fattori puramente biologici, il genere è invece appreso attraverso il contatto con diversi agenti di socializzazione. In questa teoria si distingue un processo di socializzazione circolare tra individuo e società: a fronte di caratteristiche sessuali acquisite, si attribuiscono delle aspettative sull'individuo.fronte al comportamento manifestato vengono quindi stipulate sanzioni positive o negative: le sanzioni positive e negative, orientano i comportamenti. Una teoria più moderna si basa invece sulla costruzione sociale del genere e del sesso biologico. Genere e sesso biologico sono plasmati da forze sociali, che li modellano e danno loro un significato. Il significato che si associa ai due termini, non ha connotati naturalistici, ma è il prodotto di dinamiche sociali e culturali. Durante gli anni cinquanta e sessanta, gli psicologi iniziarono a studiare lo sviluppo del genere nei bambini, per cercare di comprendere e determinare le origini dell'omosessualità, all'epoca ancora vista come un disturbo mentale. Lo psicoanalista Robert Stroller fu uno dei primi a pubblicare dei risultati rilevanti nei suoi libri: gli venne anche attribuita l'introduzione del termine identità di genere, durante il Congresso internazionale della psicoanalisi del 1963. Anche loIl psico-endocrinologo John Money, ebbe un ruolo importante nello sviluppo delle prime teorie sull'identità di genere. Fondò nel 1965 all'interno dell'Università Johns Hopkins, la "Clinica per l'Identità di Genere" per aiutare pazienti con sintomi transessuali. Il suo lavoro alla clinica sviluppò e rese popolare la teoria interazionista, la quale implica che, dopo una certa età, l'identità di genere è relativamente fluida e soggetta a costanti aggiustamenti.
Presentazione del caso di studio
Per analizzare meglio il caso di studio scelto, è importante introdurre la convenzionale suddivisione dei lungometraggi Disney. I tre macro periodi sono i seguenti: fase della Tradizione, che va dagli anni Trenta alla fine dei Settanta, fase di Transizione, che si instaura tra gli anni Ottanta e Novanta, e la fase Moderna, detta anche Nuovo Millennio, che include i lungometraggi odierni.
La suddivisione in macro
Il testo fornito parla dei film d'animazione e della loro evoluzione nel corso dei periodi storici. I film d'animazione riflettono i mutamenti sociali del tempo in cui sono stati realizzati.
Nell'era della Tradizione, i modelli maschili e femminili sono molto stereotipati. Le donne sono associate a ruoli casalinghi e di cura, mentre gli uomini sono responsabili del sostentamento della famiglia.
Nella fase di Transizione, si iniziano a osservare le prime evoluzioni, anche se alcuni elementi della tradizione vengono mantenuti. Ad esempio, la figura paterna continua ad avere un ruolo di dipendenza per le donne, nonostante queste inizino a prendere consapevolezza della propria indipendenza.
Nella fase Moderna, i film d'animazione riflettono le differenze sociali del Nuovo Millennio.
proponendo personaggi nuovi, originali, che si scardinano dalla tradizione e prendono consapevolezza delle loro possibilità, schiodandosi dai vincoli e dalle figure da cui dipendevano.
Il caso studiato può essere generalizzato ad entrambi i generi: nell'analisi verranno analizzati 6 film d'animazione, uno per ogni macro periodo: 3 evidenziano l'evoluzione del genere femminile ("Biancaneve", "Mulan", "La Principessa e il Ranocchio"), 3 di quello maschile ("La spada nella roccia", "Hercules", "Big Hero 6").
Analisi del caso di studio
Rappresentazione del genere femminile
Il profilo della Walt Disney Corporation i cui film d'animazione sono accessibili a tutti, ha fatto sì che le sue principesse divenissero il modello di femminilità per generazioni di bambine del mondo occidentale.
I primi lungometraggi, detti della Tradizione, vengono prodotti nel periodo seguente la Seconda Guerra
Mondiale: questo elemento permette di comprendere come venivano assegnati i diversi ruoli agli individui nella società del tempo. In particolare la donna viene "relegata" all'ambito domestico, impedendole di fatto di crearsi una propria personalità e sviluppare delle competenze. Guardando i film tradizionali salta all'occhio come la principessa abbia delle caratteristiche ricorrenti: bellezza, gentilezza, innocenza e dipendenza da una figura maschile. Di fatto ciò che contraddistingue ogni protagonista è una qualità innata (canto, gentilezza d'animo, bellezza smisurata...): doti naturali che non richiedono alcun tipo di apprendimento. I cartoni animati di questo periodo sono lo specchio di un mondo che, uscito dal caos e dalla distruzione della Seconda Guerra Mondiale, torna a essere ordinato, regolato da norme chiare, fondate sulla "natura" dell'uomo e della donna. (E. Riva) L'esempio piùL'esempio eclatante di stereotipo della Tradizione è sicuramente "Biancaneve e i settenani" (1937), il primo lungometraggio prodotto da Walt Disney. Biancaneve si interfaccia con una figura che ha una forte influenza su di lei, la Regina Cattiva, che la porta a interfacciarsi con una realtà nuova. Come accennato precedentemente, la sua bellezza naturale (dote innata), le permette di superare gli ostacoli che incontra (la gelosia della matrigna, il cacciatore che vuole ucciderla, la mela avvelenata...) facendo sbocciare la sua femminilità in maniera spontanea. Biancaneve entrando nella casetta del bosco si lascia indietro la fanciullezza, introducendosi nell'età adulta: lo notiamo dalle azioni che svolge con naturalezza, come prendersi cura dei settenani, cucinare una torta o pulire la casa. È come se si presupponesse che queste azioni relative all'ambito domestico, siano connotati tipici della natura femminile, che si sviluppano di pari.
passo con la crescita biologica, senza bisogno di alcun addestramento. Si affianca a questa propensione per le attività casalinghe anche un'incapacità di orientamento nel mondo esterno: basti osservare il disperato vagare di Biancaneve nel bosco. L'ultimo elemento caratteristico di questo stereotipo è sicuramente la dipendenza da una figura maschile, che non coincide con quella paterna, ma con un compagno ideale pronto a proteggere la sua amata e a tirarla fuori dai guai. Si presuppone quindi che il Principe Azzurro rispecchi l'ideale di sicurezza di cui una donna ha bisogno per vivere la sua vita. È importante sottolineare come l'idea di indipendenza della donna, che può vivere la propria vita usando solo le proprie risorse, sia ancora un miraggio. Nella fase di Transizione, evidente è il desiderio di autonomia e la curiosità delle protagoniste, che vogliono esplorare il mondo al di fuori delle mura domestiche, dimostrando audacia,
più che paura. A prevalere è la figura paterna, costante nei diversi lungometraggi: i padri non rimpiangono l’assenza di un figlio, come conferma il padre di Mulan nell’omonimo film (“Il più grande onore per me e avere te come figlia!”, “Mulan”). La figlia femmina non rappresenta un ostacolo per il padre come potrebbe essere un maschio: è motivo di orgoglio e non di preoccupazione.
Notiamo quindi un’evoluzione in quelle che sono le possibilità della donna: la nuova principessa si distacca dalla tradizione e disubbidisce al padre che non riesce a comprendere il nuovo tipo di femminilità. Mulan ad esempio giunge a travestirsi e a sottoporsi a prove tipicamente maschili per salvare la vita al padre e riconquistare l’onore perduto all’inizio del film, durante l’iniziazione all’età adulta. I comportamenti delle nuove protagoniste, spaventano molto la propria famiglia e la
comunità: tutti si chiedono che tipo di donna stia crescendo nelle loro case, cercano di capire se sostenerle, mettendo indiscussione i valori tradizionali, oppure rinnegarle. Non a caso queste principesse della transizione rappresentano le adolescenti degli anni '70: intraprendenti, trasgressive, curiose del mondo, che non danno molto peso ai limiti che la famiglia e la tradizione impongono. Come ci dimostra il film "Mulan", per diventare adulte, le giovani donne si appropriano di doti considerate maschili, pur avendo dalla loro parte la bellezza delle progenitrici, e cercano di salvarsi da sole, usando le proprie capacità, il proprio coraggio e il proprio intelletto. Nonostante ciò, risulta essere centrale nello sviluppo delle varie trame, la figura del Principe, che non assume più un ruolo unicamente di protezione, ma affianca la protagonista nelle proprie avventure, e talvolta non rappresenta l'ideale compagno desiderato dai padri. PassandoNuovo Millennio, si liberano dalle gabbie dei castelli e si trasformano in donne forti e indipendenti. I principi non sono più solo affascinanti cavalieri, ma anche uomini sensibili e consapevoli. Le storie d'amore non sono più basate solo sul romanticismo, ma anche sulla complicità e sulla parità. I cattivi non sono solo malvagi, ma spesso hanno una motivazione profonda e complessa. I finali felici non sono più scontati, ma vengono conquistati con impegno e determinazione. Il Nuovo Millennio porta con sé una ventata di freschezza e innovazione, rompendo gli schemi del passato e aprendo nuove possibilità.