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Ambienti di apprendimento formale

L'apprendimento formale è quell'apprendimento che si realizza in un organismo di istruzione e formazione, negli istituti e università, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio riconosciuto o diploma professionale, acquisiti anche tramite tirocinio, o di un'attestazione convenuta nel rispetto della legge in materia degli ordinamenti scolastici e universitari.

"L'apprendimento formale si verifica quando un insegnante ha l'autorità di determinare se un individuo possa apprendere in modo più efficace attraverso un curriculum strutturato di conoscenze prestabilite, sotto forma di sistemi scolastici d'età, o di individui più anziani che iniziano i giovani alle conoscenze distinte per facce tradizionali" (David W. Livingstone, NALL Working).

Paper 21-2001, cit. p. 224

Gli ambienti di apprendimento formale sono la scuola, l'università e i corsi di formazione.

In gran parte dei Paesi del mondo, dell'educazione di ogni soggetto è incaricata la scuola, nei suoi diversi gradi, pubblica o privata che sia. L'ordinamento scolastico italiano, caratterizzato dalla cosiddetta "scuola dell'obbligo", comprende cinque anni di scuola elementare e tre di scuola secondaria di primo grado ed impone una frequenza scolastica dal compimento del sesto anno di età fino al diciottesimo.

Dopo aver conseguito il titolo di studio finale, che anni fa era la licenza media, mentre ai giorni nostri è il diploma conclusivo di primo ciclo di studi, entra in azione il diritto-dovere di istruzione e formazione (legge 53/2003) che dà la possibilità di iscriversi a una scuola secondaria di secondo grado (o scuola superiore) o, in caso contrario, di avviare percorsi di formazione professionale.

E lavoro o alternanza scuola-lavoro. Nell'ordinamento amministrativo del nostro paese, la scuola pubblica veniva normalmente catalogata come "Pubblica Istruzione". Successivamente, con l'aumentare dei contributi statali assegnati alla scuola, viene "pubblica" per indicare l'istituzione scolastica. Infatti, lo stesso eliminata il termine "Ministero della Pubblica Istruzione (MPI)" ha subito una modifica in "Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR)". In seguito, nel 2006, vengono separati, chiamati "Ministero della Pubblica Istruzione (MPI)" e costituiti due ministeri "Ministero dell'Università e della Ricerca (MIUR)". Negli ultimi tempi emerge l'inevitabile dal punto di vista sociale e psico-pedagogico necessità che le aule scolastiche si convertano in ambienti di apprendimento rivolti a rendersi sicura per tutti gli allievi la piena.

debbono essere concretizzate principalmente in forma cooperativa, cercando in primo luogo di includere quegli alunni che si trovano in condizioni problematiche. Questa necessità di trasformazione non può essere trascurata per alcuna motivazione, l'insufficiente salario degli insegnanti, perché rappresenta la scuola in tutta la sua nè per essenza. Se tale mutamento non avviene, la scuola può chiudere, con danneggiamenti paradossalmente minori, anzi con il vantaggio che l'inefficace frequenza della scuola non reca quantomeno danno agli alunni demoralizzandoli, in quanto l'istituto, come segnalava Don Milani, adopera i voti negativi più per demotivarli, piuttosto che per motivarli. C'è bisogno dunque di affrontare e denunciare la criticità di questa situazione, scrollandosi di dosso l'indifferenza, la mancanza di coraggio, poiché la scuola rappresenta il bene più grande della nostra nazione e, dunque,

Per mantenere una sua funzionalità ed efficienza sono necessari l'impegno e l'attenzione di ogni singolo cittadino.

La fase successiva alla scuola è, facoltativamente, la frequentazione di un corso di laurea universitario. Le università in Italia sono istituzioni incaricate di sostenere la ricerca e l'evoluzione delle conoscenze e la formazione di livello superiore. Si distinguono in organismi pubblici, appartenenti alla pubblica amministrazione italiana, o in enti privati.

Dinanzi alla legge, sono considerate università gli istituti di istruzione superiore, gli istituti di alta formazione dottorale, le università statali e non statali, le università telematiche e le scuole superiori universitarie.

Le università statali sono quelle organizzazioni che, secondo il Regio Decreto del 31 agosto 1933, n. 1592, non possono essere formate se non con legge ordinaria; successivamente molteplici riforme hanno toccato l'istituto, come

La legge n. 168 del 9 maggio 1989, che stabilisce l'indipendenza, il decreto Brunetta del 2008 e la riforma Gelmini, compiuta tra il 2008 e il 2010. Le università telematiche italiane sono istituti universitari che offrono la possibilità di accedere a corsi di studio a distanza, primariamente tramite l'utilizzo di tecnologie di comunicazione, che si concludono con il conseguimento di titoli accademici riconosciuti dallo Stato.

Per corso di formazione si intende un percorso formativo da intraprendere per avvicinarsi ad una professione e per essere preparati ad entrare, o rientrare, nel mondo lavorativo. Si suddividono in corsi di formazione professionale iniziale, rivolti ai giovani privi di qualsiasi esperienza lavorativa, e corsi di formazione professionale continua (legata al concetto di lifelong learning) riguardanti adulti che sono disoccupati e/o che vogliono migliorare in vista di un nuovo e superiore collocamento.

1.3.2 Ambienti di apprendimento non

L'apprendimento non formale riguarda l'acquisizione continua di conoscenze collegato ad attività organizzate, ma non apertamente concepite come apprendimento distribuito da un'istituzione formativa e che non prevede generalmente il conseguimento di alcuna certificazione. Ogni essere umano matura e apprende cose diverse, in differenti momenti e ambiti della propria vita. Tutte le molteplici opportunità che ci consentono di apprendere, al di fuori di un contesto accademico, fanno parte dell'apprendimento non formale, una fonte di sapere importante, rappresentante soprattutto una "seconda chance" per i giovani con minori possibilità.

Nell'intero globo, la maggior parte degli uomini durante la propria vita ha ricevuto diverse forme d'istruzione scolastica formale, basata generalmente su un rapporto tra docente, colui che trasmette il sapere attraverso corsi e piani di studio, e studente, colui che riceve suddetta conoscenza.

Al termine del percorso di apprendimento, un attestato scritto (certificato o diploma) fornisce prova del conseguimento di conoscenze da parte dello studente, in conformità a specifici criteri ufficiali. Sfortunatamente, finora non si hanno sistemi di certificazione per le conoscenze acquisite attraverso l'apprendimento non formale.

Di tanto in tanto si crea confusione tra apprendimento informale e apprendimento non formale. Non viene considerato come "informale" l'apprendimento che si verifica durante la vita quotidiana; al contrario, l'apprendimento non formale è studiato e organizzato da un formatore, educatore o animatore, che mette a disposizione il suo supporto e le proprie conoscenze durante tutto il percorso. Tra i maggiori ambienti di apprendimento non formale vi sono i contesti lavorativi e l'associazionismo professionale, in cui si accrescono competenze, capacità ed esperienze primarie, tramite apprendimenti fondati sui rapporti e la collaborazione.

sulleattività professionali, ma anche su esercizi formativi di perfezionamento e riqualificazione preparati appositamente.
  1. Ambienti di apprendimento informale

Contrariamente all'apprendimento formale e non formale, l'apprendimento informale è una conseguenza naturale della vita quotidiana, non obbligatoriamente programmato e di conseguenza può non essere individuato come aggiunta alle proprie competenze e conoscenze, talvolta neppure dallo stesso interessato. Si acquisisce giorno dopo giorno e si può presentare nell'ambito di situazioni nuove da sperimentare, difficoltà da superare o nell'ipotizzare situazioni che potranno presentarsi in seguito. Queste occasioni si possono verificare in varie circostanze e in condizioni culturali e socio-economiche differenti; ciò determina feedback diversi per ogni persona.

L'apprendimento informale, che comprende anche quello incidentale, presume un pieno controllo

dell'apprendimento da parte di colui che impara ed è intenzionalmente sostenuto dalle circostanze sociali in cui accade o può verificarsi, anche se suddette condizioni possono sembrare sconvenienti. Sebbene vi sia l'incapacità di programmare interamente il progresso e i risultati, è fondamentale chiedersi quali siano le qualità necessarie che permettano di agevolare e sostenere tali percorsi di apprendimento. Secondo lo schema di apprendimento informale ideato da Marsick e Watkins (fig. 1), l'apprendimento informale nasce durante gli avvenimenti di ogni giorno e in determinati contesti. Tale modello implica che ogni uomo sia spinto a proiettare il proprio vissuto, insieme alle competenze acquisite nel tempo, in ambienti in cui poter vagliare le questioni chein un certo momento, un giovane ragazzo si trovò di fronte a una scelta difficile. Aveva due strade davanti a sé: una era la strada della sicurezza e della convenzione, l'altra era la strada dell'avventura e dell'incertezza.
Dettagli
A.A. 2018-2019
84 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher yhoshuamoscato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Sorrentino Clorinda.