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I↓ Y↓
Quindi il balance sheet channel avrà, come risultato rilevante in una crisi economica,
sia una diminuzione del valore delle imprese che la riduzione delle risorse a loro
disposizione.
Il secondo ( bank lending channel ), che è alla base del modello di Bernanke-Blinder, si
riferisce al fatto che le banche giocano un ruolo importante nella concessione di prestiti
alle imprese, siano esse medie o piccole. Il meccanismo che si può generare è il
seguente: ⇒ ⇒ ⇒
M↓ bank deposits↓ bank loans↓ I↓⇒ Y↓
Una politica monetaria restrittiva, farà diminuire i depositi bancari, di conseguenza i
prestiti bancari, questo fenomeno avrà una gravante aggiuntiva nei confronti delle
piccole imprese che, a differenza delle imprese di grandi dimensione, avranno difficoltà
a trovare risorse che non provengano dalle banche, quindi nel momento in cui le stesse
banche saranno più avverse a concedere dei prestiti a causa di una crisi del credito, le
piccole imprese saranno quelle ad avere una maggiore sofferenza, perché si vedranno
vedersi rifiutare un prestito, che rappresenta una parte rilevante del fabbisogno
finanziario per poter portare avanti il processo produttivo. In definitiva, le imprese più
piccole saranno quelle più fortemente collegate al sistema bancario, la crisi genererà
ancora una volta una contrazione negli investimenti e quindi nella produzione a livello
aggregato, questo, in particolar modo, in quei paesi dove il tessuto industriale è
85
composto in prevalenza da piccole e medie imprese. Quindi, i due meccanismi del
canale del credito, hanno entrambe delle ripercussioni sul livello generale della
produzione.
2.7 Asimmetria informativa e mercato del credito
Nell’andare ad approcciarsi nello studio dell’economia monetaria, è importante
capire a fondo l’importanza, e le conseguenze, delle imperfezioni dell’informazione, ed
il ruolo delle banche e quindi del mercato del credito. Poiché, risulta difficile non
considerare un aspetto che meglio è rappresentativo dell’economia reale.
La difficoltà di considerare l’offerta del credito è connessa al fatto che esso è legato al
concetto di informazione ( il problema principale è quello di accertare se chi richiede il
prestito è meritevole, questo comporta l’assunzione di un certo livello di rischio di
credito ).
I problemi informativi potrebbero condurre ad un comportamento del mercato che
differisce da quello del mercato convenzionale in cui non vi sono problemi informativi.
Per esempio, problemi informativi potrebbero far aumentare il fenomeno del
razionamento del credito ( credit rationing ). Questo significa che, quando c’è un
eccesso di domanda del credito, un mutuatario insoddisfatto potrebbe offrire alla banca
un tasso di interesse più alto per ottenere un prestito. Come il tasso sale, la domanda del
credito diminuisce, e l’offerta quindi aumenta, fino a quando non si sia raggiunto
l’equilibrio. Considerando ora, che, se si considera il tasso di interesse che massimizza
l’expected return della banca, ed inoltre un eccesso di domanda per il credito. In questo
86
caso, la banca dovrebbe rifiutare la richiesta di un cliente che offre un tasso di interesse
77
più alto, aumentando la quantità di progetti che non trovano finanziamento .
Problemi informativi si hanno anche nel caso di equity rationing, situazione nel quale le
imprese che hanno problemi di fabbisogno, cercano di evitare di aumentare l’equity
capital, poiché un aumento di queste hanno un effetto negativo nel valore netto delle
78
imprese . Questa è la ragione per cui le imprese finanziano i propri progetti attraverso
la richiesta di prestiti. La volontà a vendere azioni sul mercato trasmette un segnale
negativo al mercato che avrà un riflesso anche sul prezzo delle azioni. E di
conseguenza, rende le imprese riluttanti a vendere azioni per finanziare i propri progetti.
L’equity rationing gioca un ruolo importante, perché mette in risalto il fatto che le
imprese non hanno molti modi per diversificare i loro rischi, quindi l’imprenditore non
potendo condividere il rischio, lo porterà ad avere un comportamento che non è neutrale
ma avverso al rischio.
2.7.1 L’origine e la propagazione di una crisi finanziaria
Le crisi finanziarie sono caratterizzate da una riduzione delle intermediazioni
finanziarie e spesso anche a delle ripercussioni economiche negative sugli istituti
bancari che, in casi abbastanza gravi, possono comportare il fallimento, rappresentando
un fenomeno in comune in diversi paesi.
77
Stiglitz e Weiss ( 1981 ).
78
Vedi Asquith e Mullins ( 1983 ). 87
La causa di una crisi dipende anche dalle aspettative dell’andamento del mercato,
dipendente da come gli agenti percepiscano le informazioni, in base a queste, si può
creare l’eventualità di nascita di turbolenze nell’economia. Quindi, il ruolo delle
asimmetrie informative gioca una parte importante nel sistema economico, si è assistito
più volte nella storia a momenti di difficoltà accentuati da comportamenti da parte del
mercato che andavano ad amplificare la situazione. Con questa consapevolezza del
ruolo che giocano le asimmetrie ed i vari attori del mercato, possiamo di seguito andare
ad ipotizzare un possibile percorso di fluttuazione ciclica che sfocia in una crisi
finanziaria ( come si può osservare nella figura n. 9 ).
Figura n. 9 – origine e propagazione di una tipica crisi finanziaria
88
(1) Cambiamenti negativi nell’economia
(2) Peggioramento nei problemi di asimmetria informativa
(3) Aumento del costo del capitale e contrazione del credito
(4) Diminuzione degli investimenti e della crescita economica
(5a) Problemi di insolvenza (5b) declino nella confidenza dei
delle banche depositanti e problemi di liquidità
(6) Crisi finanziaria
Quindi seguendo il percorso sopra, si può vedere che un peggioramento della situazione
economica ( 1 ) come per esempio, un aumento dei tassi di interesse ( come detto per le
due modalità di realizzazione del canale del credito ), guida ad una difficoltà da parte
delle banche di concedere prestiti e di conseguenza un peggioramento dei
comportamenti di asimmetria informativa ( 2).
Gli intermediari finanziari quindi, renderanno le proprie politiche di concessione del
credito molto più rigide, il che avrà ripercussioni sul costo del capitale ( 3 ).
Come principale conseguenza nell’immediato, si ha, che dal lato dei debitori, essi non
riescono a cercare nuove fonti di finanziamento sostitutivi a quello bancario portandoli a
rinunciare ai nuovi progetti o a ridimensionare i progetti ancora attivi, guidando il paese
verso la perdita di forza produttiva e quindi della crescita economica, inoltre, come
89
ulteriore ripercussione si verificherà la sfiducia da parte dei risparmiatori, con
conseguente possibile corsa agli sportelli e quindi problemi di liquidità da parte delle
banche ( 5b). Il processo però non si ferma qui, infatti, l’incertezza generale che si crea
sul mercato, oltre a colpire le banche direttamente, le colpirà anche indirettamente come
riflesso della sfiducia dei correntisti, quindi si creerà un effetto contagio anche alle
banche che in realtà godono di ottima salute, il tutto culminerà in una crisi finanziaria
79
( 6 ) .
La situazione appena descritta rappresenta un buono specchio di quanto successo nelle
ultime crisi viste nel paragrafo precedente, naturalmente il quadro appena esposto è
rappresentativo di una situazione molto semplificata, che non tiene conto di tanti altri
fattori di influenza e che non tiene conto dei processi che precedono una crisi, i quali
giocano un ruolo imponente e che fanno da preludio allo schema esposto.
2.7.1.1 Un caso: le crisi finanziarie degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, più di tutti gli altri stati del mondo, ha una lunga storia di crisi sia
bancarie che finanziarie. Di seguito espliciteremo alcuni fattori tipici delle varie crisi
che hanno afflitto il paese ed anche alcune conseguenze, comunque tutti fattori
precedentemente esplicitati.
Le crisi americane hanno visto la loro nascita per lo più tramite un deterioramento dei
bilanci bancari, ma anche da incrementi dei tassi di interesse, caduta del mercato
79
Secondo Mishkin (2010 ), le categorie in grado di innescare una crisi finanziaria sono quattro: l’aumento
dei tassi di interesse, la crescita dell’incertezza, gli effetti sui bilanci delle variazioni dei prezzi delle
attività ed il panico bancario. 90
azionario ed aumento dell’incertezza. Questi fattori sono stati la giusta benzina per
l’incremento di azioni di selezione avversa e di azzardo morale, con conseguente
declino dell’attività economica, di solito seguita da un panico bancario generando un
effetto amplificativo dei problemi economici, questi fattori sono quelli tipici di una crisi
finanziaria, tuttavia le crisi americane quasi sempre si sono trasformate in crisi di
deflazione del debito, in cui si registrava una diminuzione del livello dei prezzi che
rappresentavano un altro fattore amplificativo per la crisi ( il declino del livello dei
prezzi rappresenta un ulteriore deterioramento del capitale a disposizione delle imprese
dovuto all’aumento dell’indebitamento ).
Capitolo III
Analisi empirica: ciclo economico italiano
Introduzione 91
Gli anni Novanta saranno ricordati per il forte aumento dell’integrazione
economico-finanziaria, ma anche per le ricorrenti turbolenze sui mercati valutari e
finanziari. Lo studio delle crisi finanziarie si è sviluppato negli anni Ottanta, mentre è
solo dalla prima metà degli anni Novanta che l’attenzione si è concentrata sulla loro
trasmissione.
In questo capitolo si studierà e si analizzerà il ciclo economico italiano, cercando di
sottolineare i diversi periodi in cui l’economia ha attraversato una recessione, ed infine,
si proporrà una metodologia per la misurazione del fenomeno del credit boom, e la
relazione che esiste tra quest’ultimo e le dinamiche macro, sempre riferito al paese
Italia. 3.1 Il ciclo economico italiano
Secondo la definizione classica di Burns e Mitchell ( 1946 ), “ una
caratteristica principale del ciclo economico è la contemporanea espansione e
contrazione delle attività economiche” ( il PIL, il consumo, gli investimenti,
l’occupazione, i prezzi, il tasso di interesse, ecc ).
Anche Lucas, in uno dei suoi numerosi contributi alla metodologia dell’analisi
economica, da la semplice idea, che comprendere le fluttuazioni macroeconomiche
significa riuscire a costruire