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BREVE BIOGRAFIA DI LÉO DELIBES
2. E ARTHUR SAINT-LÉON
7
Léo Delibes Clément-Philibert-
Léo Delibes, nasce il 21 Febbraio 1836 a
Saint-Germain-du-Val in Francia. Dal 1847 studia al Conservatorio di Parigi sotto
la guida del compositore d’opera Adolphe Adam, autore della musica del balletto
Giselle.
Le sue prime opere prodotte (1865-71) sono una serie di divertenti operette,
parodie, e farse grazie alle quali viene associato a Jacques Offenbach e altri
compositori di operette.
Nel 1866 compone la musica del balletto La Source, che scrive con Léon Minkus;
è un balletto in tre atti e quattro scene: Minkus ha scritto il primo atto e la seconda
scena del terzo atto, mentre Delibes ha scritto il secondo atto e la prima scena del
terzo atto. La coreografia è di Arthur Saint-Léon, che collabora con Charles
Nuitter per il libretto. 8
Tuttavia Delibes arriva alla vera fama con il successo del balletto Coppélia per il
quale compone la musica. Il titolo si riferisce ad una bambola meccanica e prende
spunto dal racconto L'uomo della sabbia, di E.T.A. Hoffmann.
Nel frattempo sviluppa le sue doti per l’opera: l’opéra comique Le Roi l’a dit
(1873) è seguita dalle opere serie Jean de Nivelle (1880) e Lakmé (1883), il suo
capolavoro, di cui scrive la musica fra il 1881 ed il 1883. Come molte altre opere
francesi di quel periodo, anche Lakmé coglie l'atmosfera orientale in voga
all'epoca: l'opera, infatti, è ambientata in India durante il periodo della
dominazione inglese. La prima rappresentazione ha luogo al teatro
dell'Opéra-Comique di Parigi il 14 aprile 1883.
Nel 1876 Delibes compone la musica del balletto Sylvia, il cui libretto è spesso
considerato come uno dei suoi punti deboli, poiché il semplice intreccio non
permette molta azione e neppure una forte presa sullo spettatore.
Delibes scrive anche musica da chiesa ed alcune canzoni pittoresche, tra le quali
Le ragazze di Cadice, che suggerisce lo stile di Georges Bizet.
Muore il 16 Gennaio 1891 a Parigi; al momento della sua morte, Léo Delibes
lascia incompiuta l’opera Kassya, che sarà orchestrata postuma da Jules
Massenet.
Delibes scrisse musica di alta qualità per il balletto, estendendo le ricerche
intraprese dal maestro Adam: per esempio, sviluppò l’uso del leitmotiv. La sua
pionieristica opera per il balletto spalanca un campo per i compositori di musica
per la danza e la sua influenza può essere rintracciata nell’opera di Tchaikovskij.
La sua musica – leggera, aggraziata, elegante, con una tendenza verso l’esotismo
– riflette lo spirito del Secondo Impero in Francia.
Arthur Saint – Léon 9
Charles Victor Arthur Michael Saint-Léon nasce a Parigi il 17 settembre 1815. Il
giovane Arthur Michael trascorre gran parte della sua infanzia e adolescenza a
Stoccarda, dove suo padre è maestro di ballo al Wuertemberg Ducal Theatre. Sin
dall'inizio mostra doti notevoli per la danza: prima allenato dal padre, studia poi
con François Decombe, ex ballerino del Teatro dell'Opera di Parigi, diventando
maestro di ballo a Bruxelles, noto per la sua capacità di sviluppare il virtuosismo
nei suoi studenti.
Se la danza è rimasta il suo obiettivo primario, Arthur Saint-Léon rivela anche
un precoce talento per il violino studiando con Giuseppe Mayseder e poi con
Niccolò Paganini; debutterà come violinista all’età di tredici anni a Stoccarda.
All’età di quattordici anni, si cimenta per la prima volta come ballerino in un
pas de deux per un balletto di Joseph Schneider a Monaco. Il giovane St. Leon
debutta come ballerino di danza di démi-charactère sul palcoscenico del Teatro de
la Monnaie di Bruxelles, balla poi a Vienna e Milano. Mentre si trova a Vienna ha
10
l’opportunità di danzare con la grande ballerina Fanny Cerrito; in seguito la
coppia collaborerà in numerose occasioni, diventando inoltre marito e moglie.
Nel 1843 Saint-Léon esordisce come coreografo, mettendo in scena a Roma La
Vivandière.
Saint-Léon e Cerrito sono impegnati per tre stagioni al Teatro dell'Opéra de Paris,
dove viene commissionato a Saint-Léon un nuovo balletto: La fille de marbre
(1847). Successivamente la coppia parte per Venezia, dove al Teatro La Fenice
debutta in altri tre nuovi balletti, seguiti da nuovi lavori, sempre di Saint-Léon per
l’Opéra di Parigi (tra i quali Le violon du diable in cui Saint-Léon danza
accompagnandosi in scena con il violino e Stella ou Les Contrabandiers, del
1850) e tournée in tutta Europa.
Nel marzo 1851, dopo alcuni dissapori, i due si separano e Saint-Léon accetta il
posto di maestro di ballo principale ed insegnante della classe di perfezionamento
all’Opéra di Parigi. Insieme alla Cerrito danzerà un’altra sola volta durante un
gala nell’ottobre e, quando sua moglie viene scritturata dall’Opéra nel dicembre
1852, Saint-Léon si mette elegantemente da parte ritirandosi dall’incarico prima
della fine del suo contratto. Rimane però a Parigi per continuare a coreografare ed
a comporre musica per il Théâtre Lyrique, soprattutto per violino.
Dopo una stagione a Londra, si reca a Lisbona dove per tre anni presenta un
repertorio di vecchi e nuovi lavori al Teatro de São Carlo ed è nominato maestro
di balletto del Conservatorio e insignito della Croce dell'Ordine di Cristo dal re
del Portogallo. A causa di problemi finanziari da parte del Teatro, Saint-Léon
sarà costretto a tornare a girare l’Europa per diciotto mesi.
Nel 1859 è chiamato a San Pietroburgo come maestro di ballo del Teatro
Imperiale – una posizione che occuperà fino alla sua morte. L’impegno consiste in
un incarico annuale di sei mesi, per cui egli è libero nei mesi restanti di continuare
il suo lavoro di coreografo in altre città europee. È interessante il fatto che
Saint-Léon, un francese, sia stato il primo a produrre un balletto - Il Cavallino
Gobbo - basato su un soggetto russo. Avendo il tempo di viaggiare, in particolare
a Parigi, è quindi in grado di coreografare e mettere nuovamente in scena molte
opere in ogni città durante gli anni successivi.
11
Un anno dopo aver messo in scena con grande successo a San Pietroburgo Il
cavallino gobbo, Saint-Léon incontra la giovane ballerina tedesca Adèle
Grantzow, che aveva già visto danzare nel 1858 ad Hannover, e ne rimane colpito
tanto da proporla come prima ballerina al Teatro Bolshoi di Mosca. Da quel
momento in poi Adèle diventa la sua musa ispiratrice, anche se per circostanze
avverse non potrà essere l’interprete dei suoi lavori. Infatti, dopo aver preparato il
debutto de La Source a Parigi, la Grantzow viene richiamata a Mosca e, all’ultimo
momento, è sostituita da Guglielmina Salvioni.
I successi di Saint-Léon a Parigi non sono eguagliati in Russia, dove le sue nuove
opere sono mal ricevute: egli si spinge fino a sfidare un critico a duello.
Nel 1870 mette una notevole energia nel completamento di Coppelia,
commissionata dall'Opéra di Parigi nel 1868. Quando sta per andare in scena la
prima di Coppelia, la Grantzow si ammala e viene sostituita da Giuseppina
Bozzacchi, una giovane allieva della Scuola di ballo, esordiente ad appena sedici
anni: Coppelia è un successo immediato.
Sin dal 1866, tuttavia, Saint-Léon aveva cominciato ad accusare problemi di
salute, per cui per un certo periodo si reca a Wiesbaden per curarsi. Tornato a
Parigi, muore colpito da un attacco cardiaco, il 2 settembre 1870, appena tre mesi
dopo la prima di Coppelia. Nello stesso anno e nel giorno del suo diciassettesimo
compleanno, muore a Parigi, a seguito di un’epidemia di vaiolo, la giovanissima
promessa della danza, Giuseppina Bozzacchi (23 novembre 1853 - 23 novembre
1870), che aveva dato vita alla bambola dagli occhi di smalto.
Saint-Léon è stato l'ultimo dei grandi coreografi europei del XIX secolo, ma ha
anche precorso il virtuosismo tecnico richiesto dai coreografi del periodo a
seguire. L’inserimento di danze nazionali nei balletti classici (per il quale è stato
criticato a suo tempo) è diventato un pilastro dei successivi balletti di Petipa.
Ha coreografato abilmente, adeguando i movimenti alla musica e, al fine di
compiacere il gusto del pubblico, inserì nei balletti danze popolari, molto in voga
all’epoca. Anche se ha coreografato numerosi balletti, solo Coppelia viene
eseguita oggi. 12
Infine come traccia del suo lavoro, oltre a Coppelia, il suo unico balletto
arrivato a noi attraverso una tradizione che non ha conosciuto soluzione di
continuità, il teorico Saint-Léon lasciò ai posteri un interessante trattato, La
Sténochoréographie ou l’Art d’écrire promptement la Danse (1852), incentrato su
un sistema di notazione del movimento innovativo e addirittura rivoluzionario per
allora. A questo trattato si ispireranno le nuove generazioni di maestri della
didattica della danza negli anni a venire. Il metodo di notazione della danza
utilizza un pentagramma per le posizioni delle gambe, con una singola linea al di
sopra di esso per le posizioni della testa e delle braccia – su cui sono annotate
figure stilizzate. Questo sistema di notazione è abbinato alla partitura ed è
stampato sopra la musica, allineato alle battute musicali. Il suo è stato il primo
sistema per registrare i movimenti della parte superiore del corpo. Nel libro sono
inclusi e dotati di notazione solo il pas de six da La Vivandière, il pas de deux dei
contadini da Giselle e parte de Il Basilico, Saint-Léon infatti non diede veste
stenocoreografica a nessun’altro dei suoi balletti, poiché troppo impegnato a
creare opere per dedicarsi scrupolosamente alla notazione delle coreografie, al
fine di preservarle per il futuro. Lo svantaggio di questo sistema è che non può
registrare la temporizzazione o il coordinamento musicale di movimenti, infatti
successivamente altri teorici cercarono di produrre un sistema basato su note
musicali che desse non solo un dettaglio anatomico ma anche la durata del
movimento. 13
Esempio di notazione stenocoreografica tratto da “La Sténochoréographie” (1852, Saint-Léon)
TRAMA DI COPPELIA
3.
Balletto pantomimico in tre atti e tre scene (1870)
14
Coppelia, Adeline Genée
Coppelia, sottotitolato La ragazza dagli occhi di smalto, nacque dalla stretta
collaborazione di tre grandi maestri: Arthur Saint-Léon per la coreografia e
co-autore del soggetto