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M
m=0
Si osserva che in corrispondenza delle superfici drenanti esiste un elevato
gradiente idraulico che porta le sovrapressioni a zero subito dopo l'applicazione del
sovraccarico. Sono diagrammate in Figura 6.1 le isocrone delle sovrapressioni neutre
indotte, al variare della profondità, per quattro istanti di tempo t < t < t < t .
0 1 2 f
t = t t = t t = t t = t
0 1 2 f
Figura 6.1 - Dissipazione delle sovrapressioni nel tempo 41
Cedimenti di rilevati su terreni compressibili Luca Canovi (matr. N 45937)
Possiamo inoltre definire il grado di consolidazione U(z,t) in un determinato
istante t, come rapporto tra sovrapressione dissipata nell'intervallo (t , t) e quella
0
iniziale u , e il grado di consolidazione medio U (t) relativo all'intero spessore dello
0 v
strato considerato. Ricordiamo che all'istante iniziale, la sovrapressione neutra u è
0
uguale in ogni punto alla variazione di tensione totale σ costante.
v
u ,t z)−u z ,t ' z , t)
−u (z ) σ ( ( ) σ (
0 v v
U z , t)
( = = = (6.8)
u z
σ (z ) σ ( )
0 v v
2H 2H
∫ ∫
' z ,t)dz ' z ,t
σ ( σ ( )dz
v v
0 0
U (t) = = (6.9)
v 2H 2H σ v
∫ dz
σ v
0
Poichè i cedimenti procedono di pari passo con la dissipazione delle
sovrapressioni, detto δ(t) il cedimento al generico istante t e δ il cedimento ultimo
u
all'istante t (calcolabile con il metodo edometrico visto nel §3.2, Cap.3 ) si può
∞
esprimere un grado di consolidazione medio U (t) in funzione dei cedimenti:
v
( )
2H
∫
m ' dz
⋅ σ
v v (6.10)
t)
δ( 0
U (t) = =
v ( )
m
δ ⋅2H σ
u v
6.3 Calcolo del cedimento
Una volta noto il cedimento finale calcolato con il metodo edometrico, è
dunque possibile conoscerne l'evoluzione nel tempo, sia in termini di percentuale di
cedimento sviluppato in un certo istante, sia in termini di tempo impiegato a
raggiungere il valore ultimo. In particolare il cedimento ad un generico istante t è
dato da:
42 Capitolo 6 Teoria della consolidazione di Terzaghi
t) U
δ( = (t)⋅δ (6.11)
v u
Per facilitare i calcoli solitamente si fa riferimento ai parametri adimensionali.
Terzaghi propone, per il calcolo di U la formula seguente:
v
∞ π
2 M
2 = (2m+1)
∑ T
−M
U 1− e
(T ) = con (6.12)
v 2
v v 2
M
m =0
Sono riportati in Figura 6.2 gli andamenti di U al variare di Z per diversi
z
valori di T e E' inoltre tabulato in Figura 6.3 l'andamento di U in funzione di T nel
v v v
caso di isocrona iniziale costante con la profondità (vedi andamento riportato in
figura 6.1 per t=t ).
0 Z U
z
Figura 6.2 - Grado di consolidazione U ( Z,T )
v 43
Cedimenti di rilevati su terreni compressibili Luca Canovi (matr. N 45937)
U
v T v
Figura 6.3 - Grado di consolidazione medio U (T )
v v
Risulta quindi più immediato il calcolo di un cedimento relativo ad un
determinato fattore tempo T :
v
U
δ(T ) = (T )⋅δ (6.13)
v v v u
dove T = f(t)
v
6.4 Dipendenza dalle tensioni efficaci indotte
Osservando la (6.10) si conclude che l'andamento dei cedimenti superficiali
dipende sì dalle caratteristiche meccaniche e idrauliche proprie del terreno, dalla
stratigrafia del sito e dalle condizioni al contorno, ma anche dalla distribuzione delle
tensioni verticali indotte nel terreno sottostante dal sovraccarico sul piano di
fondazione. Queste dipendono strettamente dall'entità e dall'impronta di carico
applicati, e sono calcolate in ipotesi di terreno elastico lineare, omogeneo e isotropo,
ipotesi che seppure si distaccano dalla natura reale dei terreni, permettono di ottenere
comunque risultati attentibili ai fini progettuali.
44 Capitolo 7 Teoria di Barron
7. Teoria della consolidazione
radiale (Barron)
Visti nel precedente capitolo gli elementi che condizionano la velocità di
sviluppo dei cedimenti, è possibile, tramite opportuni accorgimenti, controllarne
l'andamento e far sì che abbiano luogo in periodi di tempo definiti in precedenza. Il
fine ultimo è quello di accelerare i tempi di consolidazione e avere, al momento della
costruzione dell'opera, un terreno meccanicamente migliorato che ha già sviluppato
la maggior parte del cedimento possibile, solitamente attorno al 90% del totale. Ciò è
possibile o incrementando le tensioni di preconsolidazione (tecnica del precarico
descritta nel Cap. 4), o diminuendo il massimo percorso di filtrazione H, o sfruttando
una diversa direzione di filtrazione lungo la quale si abbia una diversa permeabilità.
7.1 Filtrazione radiale in regime transitorio
La teoria della consolidazione monodimensionale ammette il deflusso
dell'acqua soltanto in direzione verticale, poichè gli strati di terreno sono ipotizzati
infinitamente estesi orizzontalmente. A causa dei processi di sedimentazione, nei
terreni stratificati bisogna osservare che la conducibilità idraulica in direzione
45
Cedimenti di rilevati su terreni compressibili Luca Canovi (matr. N 45937)
orizzontale risulta maggiore di quella in verticale, dalle 2 fino alle 100 volte.
Naturalmente, date le diverse permeabilità, la direzione preferenziale di espulsione
dell'acqua sarà quella orizzontale; nella pratica è dunque di uso comune inserire
artificialmente dei canali verticali ad elevata permeabilità (detti dreni verticali) che
interessano tutto lo spessore argilloso 2H e che funzionano da recettori per l'acqua
filtrante orizzontalmente. Si può supporre ora che il moto verticale sia confinato
all'interno dei dreni, seppure una parte trascurabile continua a verificarsi anche nel
terreno. Questa tecnica non sostituisce l'utilizzo del precarico, ma ne accelera gli
effetti consolidanti: è quest'ultimo difatti la causa della comparsa nel sottosuolo di un
gradiente piezometrico in tutte le direzioni che innesca la filtrazione (Figura 7.1).
Figura 7.1 - Dreni verticali in presenza di precarico
Come già sottolineato, in presenza di dreni verticali interessa una
consolidazione di tipo radiale. Di fatto essi modificano inoltre il percorso di
filtrazione massimo, da definire a seconda della disposizione reciproca dei dreni.
Questa può essere a maglia triangolare (economicamente più vantaggiosa) o a maglia
quadrata, ove la prima non sia possibile (Figura 7.2). In entrambi i casi però si può
fare riferimento al cosiddetto cilindro equivalente, ossia il volume di influenza di un
singolo elemento, schematizzato in Figura 7.3. Si tratta di un cilindro cavo la cui
superficie laterale esterna è considerata impermeabile, quella interna a contatto con il
46 Capitolo 7 Teoria di Barron
dreno artificiale e quelle superiore e inferiore a contatto con le superfici drenanti
orizzontali, previste già nella teoria monodimensionale. Il diametro d del cilindo
eq
infine dipende dalla disposizione spaziale dei dreni e, detto S la minima distanza tra
due dreni adiacenti, sarà:
d 1,05 S
= nel caso di maglia triangolare
eq
d 1,13 S
= nel caso di maglia quadrata
eq Figura 7.2 - Disposizione a maglia dei dreni
Figura 7.3 - Cilindro equivalente 47
Cedimenti di rilevati su terreni compressibili Luca Canovi (matr. N 45937)
7.2 Formulazione dell'equazione di Barron
Viene introdotta una nuova teoria di consolidazione, elaborata da Barron nel
1948, che si propone di descrivere le deformazioni verticali del cilindro equivalente
dovute all'espulsione di acqua tramite filtrazione orizzontale. Sono assunte valide,
come per la teoria della consolidazione verticale di Terzaghi, le ipotesi di:
terreno omogeneo e saturo (S = 1)
• r
proprietà idrauliche e meccaniche costanti, per ciascuna direzione, durante
• tutto il processo
deformazioni soltanto verticali
• flusso d'acqua soltanto orizzontale
• deformazioni piccole in confronto allo spessore del cilindro preso in esame
• carico esterno applicato istantaneamente
• V costante e V variabile durante il processo
• s w
Occorre in primo luogo definire il diametro del cilindro cavo centrale d del
w
dreno, che sarà: nel caso di dreno circolare (come colonne in sabbia o in ghiaia) pari
al diametro reale dello stesso:
d d
=
w
e nel caso di dreno non circolare (come dreni lamellari a sezione rettangolare ) pari
al diametro equivalente alla sezione, cioe:
2(a+b) (Hansbo, 1981) (7.1)
d = π
w La consolidazione, anche in questo caso accompagnata da filtrazione a regime
transitorio, è regolata dalla (7.2), detta r l'ascissa curvilinea uscente dall'asse del
48 Capitolo 7 Teoria di Barron
cilidro e ortogonale ad esso:
( )
2
1 ∂ u ∂ u ∂u
c ⋅ ⋅ + = (7.2)
h 2
r dr ∂t
∂ r
K h
c
dove è detto coefficiente di consolidazione dovuta a flusso
=
h γ ⋅m
w v orizzontale
Anch'essa, come l'equazione di Terzaghi, è di tipo differenziale a derivate miste di
secondo ordine.
7.3 Soluzione all'equazione di Barron
La soluzione all'equazione di Barron, prevede l'ipotesi di "deformazioni
verticali uguali", ovvero che, durante la consolidazione, le infinite sezioni trasversali
del cilindo equivalente si mantengano parallele e uguali a quelle indeformate.
Vengono tuttavia trascurate la capacità idraulica del dreno e la diversa conducibilità
del terreno rimaneggiato adiacente al dreno a causa delle modalità di installazione
dello stesso. Nella maggioranza dei casi applicativi queste ipotesi hanno pochissima
influenza sul risultato finate, per cui sono accettabili.
Definito un nuovo fattore tempo adimensionale T ,
h
c ⋅t
h
T = (7.3)
h 2
d eq
si definisce infine il grado di consolidazione medio U all'istante t ed espresso in
h
funzione del fattore tempo adimensionale T come:
h 49
Cedimenti di rilevati su terreni compressibili Luca Canovi (matr. N 45937)
T
−8 h (7.4)
F
U 1 e
(T ) = −
h h
dove d eq
n
F ln( n)−0,75 =
≈ con (7.5)
d w
Come nel caso di consolidazione dovuta a filtrazione verticale, noto U(T ) è
h
possibile conoscere l'andamento nel tempo dei cedimenti, sempre verticali ma dovuti
a filtrazione orizzontale. Per facilità di calcolo, è riportato in Figura 7.4 l'andamento
de