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CAPITOLO 1: IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE DALLA PRE ALLA POST
MENOPAUSA
1.1 L’impatto della menopausa sul rischio cardiovascolare nelle donne
Le malattie cardiovascolari (cardiovascular disease, CVD) rappresentano una delle principali sfide
per la salute pubblica in Europa, contribuendo in modo significativo alla mortalità, morbilità e
disabilità. In particolare, queste patologie sono responsabili del 45% di tutti i decessi nel continente
europeo, causando circa 3,9 milioni di morti ogni anno(1). In Italia, le CVD sono state identificate
nel 2015 come la principale causa di mortalità, morbilità e disabilità, evidenziando l'urgente
necessità di implementare interventi preventivi efficaci per contrastare questa tendenza crescente.
2
Tra le donne le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità, si stima che
nel 2019 abbiano causato il 35% dei decessi totali (2, 3,4).
Il legame tra genere e rischio cardiovascolare diventa particolarmente rilevante durante la
menopausa, una fase di transizione che comporta cambiamenti fisiologici significativi con effetti
diretti sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. La riduzione degli estrogeni, che
caratterizza la menopausa, rappresenta un punto critico per la salute cardiovascolare femminile,
poiché questi ormoni hanno un ruolo centrale nella protezione vascolare e metabolica(1).
La menopausa, generalmente compresa tra i 45 e i 55 anni, è segnata dalla cessazione delle
mestruazioni e dalla fine della capacità riproduttiva(6). La conseguente diminuzione degli estrogeni
porta a un aumento del rischio cardiovascolare. Gli estrogeni svolgono un'importante funzione
protettiva, poiché contribuiscono a mantenere profili lipidici favorevoli, promuovono la
vasodilatazione e riducono l'infiammazione vascolare, attenuando così i principali fattori di rischio
per le malattie cardiovascolari(7).
Il processo della menopausa non si manifesta in modo improvviso, ma avviene attraverso diverse
fasi, ognuna caratterizzata da specifici cambiamenti ormonali e sintomi clinici che influenzano in
modo significativo la salute della donna, inclusa la sua salute cardiovascolare(8). Le fasi di seguito
riportate illustrano questo percorso di transizione e i relativi effetti fisiologici:
- Perimenopausa: rappresenta il periodo di transizione che precede la menopausa definitiva.
In questa fase, i livelli di estrogeni e progesterone iniziano a fluttuare, provocando
irregolarità del ciclo mestruale. La donna può iniziare a manifestare sintomi come vampate
di calore, sudorazioni notturne e alterazioni dell'umore.
- Menopausa: viene definita clinicamente come la cessazione delle mestruazioni per un
periodo di 12 mesi consecutivi, segnando la fine della fertilità. I sintomi manifestati durante
la perimenopausa possono intensificarsi, con l'aggiunta di ulteriori problematiche, come
secchezza vaginale e riduzione della libido.
- Postmenopausa: inizia dopo 12 mesi di amenorrea. Durante questa fase, i sintomi della
menopausa possono persistere, ma tendono a diminuire progressivamente nel tempo.
Tuttavia, la riduzione dei livelli di estrogeni può influire significativamente sul rischio di
sviluppare malattie cardiovascolari.
Durante la menopausa, molte donne possono sperimentare una serie di sintomi che variano in
intensità e durata. Questi sintomi, direttamente correlati alle fluttuazioni ormonali di questa fase,
possono influenzare significativamente la qualità della vita(9). Tra i più comuni si annoverano:
- Vampate di calore e sudorazioni notturne: rappresentano i sintomi più frequentemente
riportati, manifestandosi come episodi improvvisi di calore, la cui durata può variare da
3
pochi secondi a diversi minuti. Le vampate possono disturbare il sonno, causando ulteriore
disagio.
- Disturbi del sonno: le alterazioni ormonali possono interferire con i normali ritmi del sonno,
determinando insonnia e risvegli frequenti (3).
- Alterazioni dell’umore: le fluttuazioni ormonali possono contribuire allo sviluppo di sintomi
psicologici, quali ansia e depressione, spesso accompagnati da irritabilità e crisi di pianto
improvvise (4).
- Problemi di salute vaginale e sessuale: la riduzione dei livelli di estrogeni può causare
secchezza vaginale e atrofia delle mucose, con conseguente riduzione della libido e
dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali).
- Difficoltà cognitive: alcune donne possono riportare difficoltà cognitive, tra cui problemi di
memoria e ridotta capacità di concentrazione, sebbene questi sintomi siano meno comuni
rispetto ad altri.
Affrontare i sintomi della menopausa, sopra descritti, è essenziale per migliorare la qualità della vita
delle donne in questa fase di transizione. Diverse strategie possono essere implementate per
alleviare i disagi associati. Una delle opzioni più comuni è la terapia ormonale sostitutiva (HRT),
che ha dimostrato di essere efficace nella gestione dei sintomi(10) . Tuttavia, è importante
sottolineare che gli effetti della HRT possono variare notevolmente da donna a donna, rendendo
fondamentale una valutazione approfondita con il medico prima di intraprendere questa terapia.
In aggiunta alla HRT, è possibile adottare approcci non ormonali che si concentrano su modifiche
dello stile di vita(11). Una dieta equilibrata, un regolare esercizio fisico e tecniche di gestione dello
stress possono contribuire non solo a ridurre i sintomi, ma anche a prevenire patologie
cardiovascolari, che rappresentano un rischio aumentato durante la menopausa (5).
Infine, il supporto psicologico può rivelarsi particolarmente benefico per le donne che sperimentano
sintomi comportamentali e cognitivi intensi. Un intervento di questo tipo può fornire strumenti utili
per affrontare le sfide emotive e psicologiche legate alla menopausa, favorendo un approccio
globale al benessere (12).
Comprendere la menopausa, i suoi sintomi e le strategie di gestione è fondamentale, poiché questa
fase della vita femminile non solo influisce sul benessere generale, ma comporta anche un aumento
significativo del rischio cardiovascolare. Come già anticipato precedentemente, durante la
menopausa, la drastica riduzione dei livelli di estrogeni porta a cambiamenti fisiologici e metabolici
che possono compromettere la salute cardiovascolare(13).
In particolare, il periodo post-menopausale è associato a una maggiore incidenza di patologie
cardiovascolari. Tra queste, l'ipertensione arteriosa emerge come una delle condizioni più comuni,
4
dovuta alla perdita della protezione vascolare precedentemente fornita dagli estrogeni.
L'ipertensione arteriosa, definita come un elevato livello di pressione sanguigna nelle arterie, è
influenzata da diversi fattori, inclusa la resistenza vascolare e il volume di sangue pompato dal
cuore(14).
Un altro importante fattore di rischio è l'aterosclerosi, che si sviluppa a causa di una combinazione
di maggiore rigidità arteriosa e livelli elevati di colesterolo LDL. L'aterosclerosi è caratterizzata
dalla formazione di placche nelle pareti vascolari, costituite da lipidi, cellule infiammatorie e
tessuto fibroso. Questa condizione può portare a un restringimento del lume vasale, ostacolando il
flusso ematico e aumentando il rischio di trombosi. La rottura delle placche aterosclerotiche
rappresenta un evento critico che può scatenare un infarto miocardico o un ictus(15).
L’insieme di questi fattori contribuisce a un significativo incremento del rischio di eventi
cardiovascolari acuti, rendendo necessario un monitoraggio attento e interventi preventivi. Pertanto,
un approccio multidisciplinare che integri la gestione della sintomatologia con strategie preventive
per la salute cardiovascolare è essenziale per migliorare la qualità della vita delle donne in post-
menopausa(16).
La transizione menopausale: definizione, stadiazione e implicazioni cliniche
1.2
Alla luce dell'impatto significativo della menopausa sul rischio cardiovascolare nelle donne, è
fondamentale esaminare la transizione menopausale, che non solo segna l'inizio di cambiamenti
ormonali critici, ma porta anche a una serie di implicazioni cliniche che richiedono attenzione e
gestione adeguata. La transizione menopausale, comunemente nota come perimenopausa,
rappresenta un periodo cruciale nella vita della donna, caratterizzato da significativi cambiamenti
fisiologici e clinici. Questo periodo, che può durare diversi anni, culmina con la menopausa
definitiva, definita come la cessazione permanente delle mestruazioni per 12 mesi consecutivi senza
altre cause patologiche(17).
La transizione menopausale è suddivisa in fasi secondo il sistema STRAW (Stages of Reproductive
Aging Workshop), ampiamente utilizzato in ambito medico per classificare le diverse fasi della vita
riproduttiva femminile(18). Le fasi del sistema STRAW sono le seguenti:
- Fase riproduttiva tardiva: caratterizzata da cicli mestruali regolari, ma con una diminuzione
progressiva della fertilità.
- Transizione menopausale precoce: in questa fase si osservano variazioni nella durata e nella
regolarità del ciclo mestruale. 5
- Transizione menopausale tardiva: contraddistinta da periodi di amenorrea (assenza di
mestruazioni) che possono durare 60 giorni o più, accompagnati da un aumento dei livelli
dell’ormone follicolo-stimolante (FSH).
- Menopausa: diagnosticata dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea.
Comprendere queste fasi non solo aiuta a contestualizzare i cambiamenti fisiologici, ma è
fondamentale per affrontare le implicazioni cliniche che ne derivano.
Le implicazioni cliniche della transizione menopausale sono ampie e includono sintomi vasomotori,
come vampate di calore e sudorazioni notturne, insieme a disturbi del sonno, alterazioni dell’umore,
secchezza vaginale e variazioni nella funzione sessuale (9). Tali sintomi possono variare in intensità
e durata, incidendo significativamente sulla qualità della vita delle donne. Recenti studi evidenziano
che durante questa fase esiste un aumento del rischio di sviluppare condizioni croniche, come
l'osteoporosi e le malattie cardiovascolari, suggerendo l'importanza di una gestione proattiva (19).
Di conseguenza, è cruciale sviluppare strategie di gestione che possano affrontare efficacemente
questi sintomi e migliorare il benessere delle donne in questa fase.
La gestione clinica dei sintomi associati alla menopausa può includere sia terapie ormonali
sostitutive, che si sono dimostrate efficaci nel trattamento dei sintomi vasomotori e della secchezza
vaginale, sia approcci non ormonali focalizzati su modifiche dello stile di vita. È fondamentale
adottare un approccio individualizzato, poiché le risposte ai trattamenti possono variare
notevolmente da donna a donna(20). L