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55 E. Lombardo, CONSIDERAZIONI SU UN'EDIZIONE CRITICA FRANCESE DELLE "NATURAL AND
POLITICAL OBSERVATIONS" DI JOHN GRAUNT, in Genus, Vol. 41, No. 1/2 (Gen.-Giu. 1985), pp. 189-193
56 Le notizie su Malthus e il malthusianesimo, come degli altri autori che affrontarono lo stesso tema della
popolazione, sono state prese dal libro di P. Angerame La politica della popolazione e lo sviluppo umano, 2006,
ed. Nuova Cultura, Roma 30
alla manodopera: un terreno ricco e fertile poteva fornire non solo la sussistenza per gli
57
all’esportazione
abitanti ma anche materiale necessario . Secondo Malthus bisognava
porre dei limiti alla riproduzione, ad esempio, impedendo il matrimonio e quindi i figli
a chi era ancor privo di lavoro. In tal modo la popolazione sarebbe diminuita e avrebbe
capito che il loro non era uno standard di vita accettabile, così avrebbero iniziato a
lavorare e il salario in questa maniera sarebbe salito da solo. Ovviamente oltre ai freni
posti dallo stato ci sarebbero stati anche quei freni posti da Dio, come carestia o
epidemie. Malthus vedeva le Poor Laws un problema: queste avevano permesso ai
poveri un sussidio, quindi avevano aumentato il reddito delle famiglie e quindi i poveri
erano stati spinti alla procreazione. La popolazione così organizzata, senza freni,
risultava essere un problema e come tale bisognava risolverlo il più presto possibile.
Anche Walter Raleigh, in History of the World (1614), manifestò una certa
preoccupazione per la pressione demografica e credeva poco nell’efficienza di limiti
come astinenza prematrimoniale, posticipo dell’età matrimoniale o sterilità: quel
mondo così pieno non sarebbe stato salvabile neanche con fame, miseria, peste o
crimini. E Mandeville era dello stesso avviso ed espresse la sua reticenza verso i limiti
applicabili alla popolazione in The Fable of the Bees (1724). Tutta questa
preoccupazione sembrò svanire solo con la nascita del mercantilismo e con
l’affermazione che la popolazione è la ricchezza della nazione.
57 Swift’s economic views and mercantilism
L. A. Landa, 31
2.4 Poor Laws, a metà tra il bene e il male per la popolazione.
I poveri non potevano essere tutti uguali, non avevano tutti le stesse
caratteristiche. C’erano quei poveri che potevano lavorare, altri che invece volevano
ma non potevano perché infermi o perché mancava lavoro, tanti altri però non
volevano proprio lavorare e preferivano chiedere l’elemosina, rubare, accontentarsi di
piccoli crimini su commissione. È ovvio che tale popolazione non potesse essere certo
considerata una ricchezza per la nazione. Così la visione mercantilista della
popolazione come ricchezza di una nazione iniziò a subire qualche rivisitazione: i
mercantilisti affermarono che solo la popolazione effettivamente occupata costituiva la
ricchezza di una nazione perché contribuiva alla realizzazione del benessere
58
nazionale . A questo punto bisognava classificare i poveri e a questo avevano
provveduto le Poor Laws.
Secondo le Poor Laws i poveri venivano classificati nel seguente modo:
Impotent poor, facevano parte di questo gruppo i malati, gli infermi, gli anziani
e i bambini orfani. Erano coloro che non potevano badare a se stessi e che di
conseguenza non potevano neanche lavorare.
Able-bodied poor, a questo gruppo appartenevano i disoccupati che volevano
lavorare ma non trovavano occupazione.
Idle poor, coloro che potevano ma non volevano lavorare.
Vagrants o Beggars, chi preferiva rubare o elemosinare piuttosto che lavorare.
Senza fare distinzioni, le Poor Laws avevano concesso a tutti questi poveri dei sussidi
per mantenersi. Ovviamente nessun folle avrebbe cercato un lavoro quando lo stato gli
passava il pane gratis. Le Poor Laws risultarono essere un problema grande da
risolvere, molti pensarono alla loro sospensione e all’investimento di quel denaro per
occupare i poveri, per dare loro un lavoro, per permettere ai poveri di guadagnarsi col
c’era John
sudore e la fatica il pranzo o la cena. Tra gli oppositori alle Poor Laws
Townsend che nel 1786 pubblicò A Dissertation on the Poor Laws. Proprio in questa
sua opera possiamo cogliere la sua disapprovazione:
58 Wittkowsky, op. cit. 32
But what is most perplexing is, that poverty and wretchedness have increased in
exact proportion to the efforts in which have been made for the comfortable
subsistence of the poor. […] If laws alone could make a nation happy, ours
would be the happiest nation upon earth: idleness and vice could not exist,
poverty would be unknown, we should be like a prosperous hive of bees, all
would have enough and none too much. The reverse of this we find to be the
case: the poverty and vice prevail, and the most vicious have access to the
common stock. Under the best administration, the laws relating to the poor give
occasion to much injustice, under the worst, they are too often the instruments
of oppression and revenge. The natural tendency of those laws is to increase the
number of the poor, and greatly to extend the bound of human misery. Tacitus
puts into the mouth of the emperor Tiberius “hope and fear are the springs of
industry”. It is the part of a good politician to strengthen these: but our laws
weaken the one and destroy the other. […] Their hopes and fears should center
in themselves: they should have no hope but from their own sobriety, diligence,
fidelity and from the well-earnt friendship of their employers, and then their
only fear would be the fear of forfeiting by their misconduct, that favour and
protection which would be their principal resource in times of sickness and
59
distress.
Townsend attaccava non solo i governanti ma anche i poveri che non facevano altro
che legarsi ai loro vizi e alla loro pigrizia, raccomandandosi al fato per ottenere un
tozzo di pane. Il suo era un invito a non agevolare i poveri ad essere viziosi, perché era
questo che le Poor Laws stavano facendo, ma educare questi poveri alla laboriosità.
Townsend ovviamente non credeva nelle leggi che non avevano fatto altro che
proporre visioni utopiche di benessere nazionale e lo stesso accadeva con i projects
che appunto risultavano essere solo sogni. Per questa sua disapprovazione
dell’assistenza ai poveri Townsend è stato considerato uno dei precursori di Malthus.
59 J. Townsend, A dissertation on the Poor Laws, 1786, ed. Gale Ecco, Print Editions (Giugno 2010)
33
Come abbiamo detto anche Mandeville nel 1724 con The fable of the Bees
espresse la sua contrarietà verso le Poor Laws, criticandone diversi aspetti. Uno di
questi era l’istruzione dei poveri. Mandeville era contrario alle scuole di carità che
venivano finanziate dallo stato per far studiare i figli dei poveri. Afferma che se tutti
avessero iniziato ad istruirsi nessuno sarebbe stato più disposto a fare lavori pesanti
60
come lavorare in fabbrica o lavorare la terra . Finanziamenti di questo genere furono
proposti da Adam Smith nel 1776 con il suo lavoro La ricchezza delle nazioni. Le
scuole sarebbero state mantenute con i soldi dei privati e i soldi pubblici. Cioè, se i
genitori ricchi erano interessati all’educazione dei loro figli allora sarebbero stati
disposti a pagare per questo. Per le scuole dei poveri Smith chiedeva dei
contrario all’educazione di tutti scrisse nella sua
provvedimenti allo stato. Mandeville
favola:
In un paese, dove non si possono avere schiavi, il benessere sicuro è disporre di
una moltitudine di laboriosi poveri, utili nelle flotte, nelle armate e
nell’industria. E non sarebbero solo poveri, vivrebbero anche nelle più
61
spregevoli condizioni. Sarebbero non solo poveri, anche ignoranti.
Mandeville sul piano economico sosteneva l’autonomia della politica dalla morale.
La sua opera fu considerata uno scandalo. Basata sul dibattito che opponeva le
ragioni dell’economia a quelle della morale, l’opera mandevilliana finì per
avanzare i pensieri libertini sul lusso. Secondo Mandeville un libertino che agiva
per soddisfare le sue necessità, per seguire i suoi vizi, offriva anche lavoro perché
l’economia, faceva circolare denaro. Mandeville confessò quello che
muoveva
nessun altro aveva osato confessare: attraverso il vizio la società fiorisce, la virtù
62
non fa bene al progresso . Il nostro autore racconta la storia di un alveare felice,
ammirato e temuto da tutti che sembra essere proprio quella virtuosa Inghilterra
seicentesca, dove il vizio dilagava ovunque e seppur le leggi tentassero di
reprimerlo per molti versi lo consentivano. E Mandeville richiama Socrate quando
dice che lo stato perfetto è uno stato in cui il vizio è consentito, in cui la
60 C. De Boni, Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo, 2009.
61 B. Mandeville, The fable of the bees, 1728, ed. consultata Mandeville B., Hundert E. J. (a cura di) The Fable of
the Bees and other writings, Hackett Publishing, 1997
62 C. Sini, Introduzione a La favola delle api, ed. BUR, Rizzoli 2011
34
popolazione ama il lusso e dove la giustizia fra i cittadini è qualcosa di difficile da
63
realizzare . ***
Le opere trattate fino a questo momento possono essere considerate come
sfondo all’opera di Swift A Modest Proposal, seppur molti testi siano stati scritti
dopo ci sono stati utili per capire meglio qual era l’attitudine verso la popolazione
prima e dopo di Swift. In Proposal troveremo critiche sulla massima la
popolazione è la ricchezza di una nazione. Troveremo riferimenti riguardanti le
Poor Laws come riferimenti riguardo le pessime condizioni in cui vivevano i
poveri. Troveremo la critica sui projects e projectors che non fecero altro che
quest’opera, diversi
imbottire i libri economici di utopia. Swift non scrisse a caso
furono i motivi: la scrisse per far svegliare i cittadini irlandesi, ma anche e
soprattutto per fare ‘parodia degli scritti d’ispirazione mercantilista che si
prefiggevano di risollevare l’economia inglese o irlandese attraverso l’incremento
demografico o la messa a profitto della popolazione meno abbiente’ (Capoferro,
64
2013) . Approfondimenti su questi temi e quindi una focalizzazione su Proposal
verranno esposti nei capitoli successivi. ***
63 Ibidem.
64 R. Capoferro, Leggere Swift, p. 109, ed. Carocci 2013.
35
2.5 Economicamente coinvolto.
iniziò ad interessarsi all’economia irlandese quando vide che questa era in
Swift 65
grave pericolo e soprattutto quando si rese conto che ormai tutto era in mani inglesi .
Tutti gli atti discriminatori di cui abbiamo parlato venivano visti dagli inglesi come
a servire l’interesse economico dell’Inghilterra: da buona colonia, l’Irlanda
necessari 66
doveva accettare quelle restrizioni. Come