Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift
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2.4 Poor Laws, a metà tra il bene e il male per la popolazione.
I poveri non potevano essere tutti uguali, non avevano tutti le stesse
caratteristiche. C’erano quei poveri che potevano lavorare, altri che invece volevano
ma non potevano perché infermi o perché mancava lavoro, tanti altri però non
volevano proprio lavorare e preferivano chiedere l’elemosina, rubare, accontentarsi di
piccoli crimini su commissione. È ovvio che tale popolazione non potesse essere certo
considerata una ricchezza per la nazione. Così la visione mercantilista della
popolazione come ricchezza di una nazione iniziò a subire qualche rivisitazione: i
mercantilisti affermarono che solo la popolazione effettivamente occupata costituiva la
ricchezza di una nazione perché contribuiva alla realizzazione del benessere
58
nazionale . A questo punto bisognava classificare i poveri e a questo avevano
provveduto le Poor Laws.
Secondo le Poor Laws i poveri venivano classificati nel seguente modo:
Impotent poor, facevano parte di questo gruppo i malati, gli infermi, gli anziani
e i bambini orfani. Erano coloro che non potevano badare a se stessi e che di
conseguenza non potevano neanche lavorare.
Able-bodied poor, a questo gruppo appartenevano i disoccupati che volevano
lavorare ma non trovavano occupazione.
Idle poor, coloro che potevano ma non volevano lavorare.
Vagrants o Beggars, chi preferiva rubare o elemosinare piuttosto che lavorare.
Senza fare distinzioni, le Poor Laws avevano concesso a tutti questi poveri dei sussidi
per mantenersi. Ovviamente nessun folle avrebbe cercato un lavoro quando lo stato gli
passava il pane gratis. Le Poor Laws risultarono essere un problema grande da
risolvere, molti pensarono alla loro sospensione e all’investimento di quel denaro per
occupare i poveri, per dare loro un lavoro, per permettere ai poveri di guadagnarsi col
c’era John
sudore e la fatica il pranzo o la cena. Tra gli oppositori alle Poor Laws
Townsend che nel 1786 pubblicò A Dissertation on the Poor Laws. Proprio in questa
sua opera possiamo cogliere la sua disapprovazione:
58 Wittkowsky, op. cit. 32
But what is most perplexing is, that poverty and wretchedness have increased in
exact proportion to the efforts in which have been made for the comfortable
subsistence of the poor. […] If laws alone could make a nation happy, ours
would be the happiest nation upon earth: idleness and vice could not exist,
poverty would be unknown, we should be like a prosperous hive of bees, all
would have enough and none too much. The reverse of this we find to be the
case: the poverty and vice prevail, and the most vicious have access to the
common stock. Under the best administration, the laws relating to the poor give
occasion to much injustice, under the worst, they are too often the instruments
of oppression and revenge. The natural tendency of those laws is to increase the
number of the poor, and greatly to extend the bound of human misery. Tacitus
puts into the mouth of the emperor Tiberius “hope and fear are the springs of
industry”. It is the part of a good politician to strengthen these: but our laws
weaken the one and destroy the other. […] Their hopes and fears should center
in themselves: they should have no hope but from their own sobriety, diligence,
fidelity and from the well-earnt friendship of their employers, and then their
only fear would be the fear of forfeiting by their misconduct, that favour and
protection which would be their principal resource in times of sickness and
59
distress.
Townsend attaccava non solo i governanti ma anche i poveri che non facevano altro
che legarsi ai loro vizi e alla loro pigrizia, raccomandandosi al fato per ottenere un
tozzo di pane. Il suo era un invito a non agevolare i poveri ad essere viziosi, perché era
questo che le Poor Laws stavano facendo, ma educare questi poveri alla laboriosità.
Townsend ovviamente non credeva nelle leggi che non avevano fatto altro che
proporre visioni utopiche di benessere nazionale e lo stesso accadeva con i projects
che appunto risultavano essere solo sogni. Per questa sua disapprovazione
dell’assistenza ai poveri Townsend è stato considerato uno dei precursori di Malthus.
59 J. Townsend, A dissertation on the Poor Laws, 1786, ed. Gale Ecco, Print Editions (Giugno 2010)
33
Come abbiamo detto anche Mandeville nel 1724 con The fable of the Bees
espresse la sua contrarietà verso le Poor Laws, criticandone diversi aspetti. Uno di
questi era l’istruzione dei poveri. Mandeville era contrario alle scuole di carità che
venivano finanziate dallo stato per far studiare i figli dei poveri. Afferma che se tutti
avessero iniziato ad istruirsi nessuno sarebbe stato più disposto a fare lavori pesanti
60
come lavorare in fabbrica o lavorare la terra . Finanziamenti di questo genere furono
proposti da Adam Smith nel 1776 con il suo lavoro La ricchezza delle nazioni. Le
scuole sarebbero state mantenute con i soldi dei privati e i soldi pubblici. Cioè, se i
genitori ricchi erano interessati all’educazione dei loro figli allora sarebbero stati
disposti a pagare per questo. Per le scuole dei poveri Smith chiedeva dei
contrario all’educazione di tutti scrisse nella sua
provvedimenti allo stato. Mandeville
favola:
In un paese, dove non si possono avere schiavi, il benessere sicuro è disporre di
una moltitudine di laboriosi poveri, utili nelle flotte, nelle armate e
nell’industria. E non sarebbero solo poveri, vivrebbero anche nelle più
61
spregevoli condizioni. Sarebbero non solo poveri, anche ignoranti.
Mandeville sul piano economico sosteneva l’autonomia della politica dalla morale.
La sua opera fu considerata uno scandalo. Basata sul dibattito che opponeva le
ragioni dell’economia a quelle della morale, l’opera mandevilliana finì per
avanzare i pensieri libertini sul lusso. Secondo Mandeville un libertino che agiva
per soddisfare le sue necessità, per seguire i suoi vizi, offriva anche lavoro perché
l’economia, faceva circolare denaro. Mandeville confessò quello che
muoveva
nessun altro aveva osato confessare: attraverso il vizio la società fiorisce, la virtù
62
non fa bene al progresso . Il nostro autore racconta la storia di un alveare felice,
ammirato e temuto da tutti che sembra essere proprio quella virtuosa Inghilterra
seicentesca, dove il vizio dilagava ovunque e seppur le leggi tentassero di
reprimerlo per molti versi lo consentivano. E Mandeville richiama Socrate quando
dice che lo stato perfetto è uno stato in cui il vizio è consentito, in cui la
60 C. De Boni, Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo, 2009.
61 B. Mandeville, The fable of the bees, 1728, ed. consultata Mandeville B., Hundert E. J. (a cura di) The Fable of
the Bees and other writings, Hackett Publishing, 1997
62 C. Sini, Introduzione a La favola delle api, ed. BUR, Rizzoli 2011
34
popolazione ama il lusso e dove la giustizia fra i cittadini è qualcosa di difficile da
63
realizzare . ***
Le opere trattate fino a questo momento possono essere considerate come
sfondo all’opera di Swift A Modest Proposal, seppur molti testi siano stati scritti
dopo ci sono stati utili per capire meglio qual era l’attitudine verso la popolazione
prima e dopo di Swift. In Proposal troveremo critiche sulla massima la
popolazione è la ricchezza di una nazione. Troveremo riferimenti riguardanti le
Poor Laws come riferimenti riguardo le pessime condizioni in cui vivevano i
poveri. Troveremo la critica sui projects e projectors che non fecero altro che
quest’opera, diversi
imbottire i libri economici di utopia. Swift non scrisse a caso
furono i motivi: la scrisse per far svegliare i cittadini irlandesi, ma anche e
soprattutto per fare ‘parodia degli scritti d’ispirazione mercantilista che si
prefiggevano di risollevare l’economia inglese o irlandese attraverso l’incremento
demografico o la messa a profitto della popolazione meno abbiente’ (Capoferro,
64
2013) . Approfondimenti su questi temi e quindi una focalizzazione su Proposal
verranno esposti nei capitoli successivi. ***
63 Ibidem.
64 R. Capoferro, Leggere Swift, p. 109, ed. Carocci 2013.
35
2.5 Economicamente coinvolto.
iniziò ad interessarsi all’economia irlandese quando vide che questa era in
Swift 65
grave pericolo e soprattutto quando si rese conto che ormai tutto era in mani inglesi .
Tutti gli atti discriminatori di cui abbiamo parlato venivano visti dagli inglesi come
a servire l’interesse economico dell’Inghilterra: da buona colonia, l’Irlanda
necessari 66
doveva accettare quelle restrizioni. Come ci dice Landa , Swift insisteva sul fatto che
gli irlandesi non erano in alcun modo diversi dagli inglesi e che quindi entrambi
avevano diritto agli stessi trattamenti e agli stessi diritti di libertà. Tale tema è
sicuramente uno dei più trattati da Swift perché è una delle tante cose che visse sulla
sua pelle. Swift non accettava la sottomissione all’Inghilterra imposta all’Irlanda,
Swift considerava il suo un paese povero, ma capace di sostenersi da solo e se fornito
67
delle giuste condizioni sarebbe stato uno dei paesi più ricchi . È chiaro che Swift
volesse per la sua nazione il meglio ma ovviamente voleva che anche il resto degli
abitanti lo volessero, e per ottenere questo bisognava renderli consapevoli, svegliarli.
Swift si dimostrava d’accordo con la massima mercantilista che diceva che
bisognava importare dagli altri paesi e esportare in altri paesi, in modo da ottenere un
bilancio che potesse consentire la crescita. Ma allo stesso tempo vedeva la necessità di
far accettare ai suoi compatrioti l’idea di consumare la merce prodotta in casa propria
prima di andare a comprare quella importata. Così chiedeva agli ecclesiastici di
68
vestirsi con stoffe ricavate dal loro territorio irlandese . Swift considerava le
importazioni gravose per l’Irlanda: l’Irlanda non poteva permettersi di importare da
altri paesi. Qualsiasi genere importato veniva considerato un importo di lusso, e non si
69
trattava solo di thè, tabacco, cioccolato . Se si continuava ad importare la produzione
propria non avrebbe avuto senso, le fabbriche avrebbero chiuso e la popolazione
avrebbe comunque sofferto la fame: bisognava incentivare l’industria di casa per
65 Swift’s economic views and mercantilism,
L. A. Landa, ELH Vol. 10, No. 4 (dicembre 1943) pp. 310-335
66 Ibidem
67 Jonathan Swift, A short view of the state of Ireland in The prose writings of Jonathan Swift, ed. H. Davis, Vol.
12
68 Ibidem
69 Jonathan Swift, Letter to the Archbishop of Dublin concerning the Weavers , in questa lettera Swift condanna
la vanità e il lusso delle donne. 36
per crescere. Swift puntava anche all’avanzamento del settore agricolo,
risanarsi,
settore che veniva spesso sottovalutato da tutti.
2.6 Una nazione ricca di povertà.
Come abbiamo visto nelle sezioni precedenti, la statistica economica aveva
raggiunto livelli di stima altissimi e ciò aveva spinto molti ad interessarsi a questa
materia e a fare i primi calcoli seppur molte volte erronei. Calcoli erronei vennero fatti
sulla popolazione e sulla stima della ricchezza nazionale tanto in Inghilterra quanto in
70
Irlanda . Il problema era che si disponeva di pochi dati attendibili per poter stimare la
popolazione, i documenti di cui disponevano gli studiosi erano pressoché frammentari
e quindi rimaneva difficile fornire delle stime precise. Era proprio questo che si
chiesero gli irlandesi quando vennero a conoscenza che molti studiosi, inglesi,
avevano affermato che la popolazione irlandese si aggirasse intorno al milione e che le
esportazioni verso l’Inghilterra fossero davvero sostanziose. Il dato sulle esportazioni
considerare l’Irlanda un paese davvero ricco. Ma come poteva spiegarsi
portava a
questo? La popolazione viveva in condizioni di miseria e gli inglesi affermavano che
l’Irlanda fosse ricca. Le due cose non riuscivano a combaciare e molti furono quelli
che si scagliarono contro queste false affermazioni.
Tra i più aspri critici c’era l’amico di Swift, Sheridan, che sull’Intelligencer
affermò: “those vile betrayers and insulters of Ireland who insinuate themselves into
favour, by saying, it is a rich nation”. La descrizione di Sheridan sulla condizione
irlandese finisce con il desiderio
to know for what ends, and by what persons, this new opinion of our flourishing
state has of late been so industriously advanced: one thing is certain, that the
advancers have either already found their own account, or have been heartily
promised, or at least have been entertained with hopes, by seeing such an
71
opinion pleasing to those who have it in their power to reward.
Le statistiche sulla popolazione iniziarono con Petty e la sua Political Aritmetick
divenne il punto di partenza per le discussioni economiche che si svilupparono nei
secoli successivi. Ma ciò che Swift e buona parte dei suoi contemporanei attaccarono
non fu la Political Aritmetick di Petty ma i calcoli di John Browne.
Se inizialmente Swift e Browne viaggiarono sulla stessa linea di pensiero riguardo
la popolazione e l’economia irlandesi, quando Browne iniziò a studiare le miserie
d’Irlanda si aggiundicò l’odio di Swift che iniziò a considerarlo come tutti gli altri
70 R. Capoferro, Leggere Swift, Carocci 2013
71 Clayton D. Lein, Jonathan Swift and the population of Ireland, in Eighteenth Century Study, Vol. 8, No. 4
(1975), pp. 431-453 37
l’Irlanda.
inglesi che tentavano di far sprofondare Alcuni studiosi hanno visto A short
view of the state of Ireland una risposta a Seasonable Remarks on Trade (1728) di
72 In tutti questi calcoli aritmetici della popolazione va ricordato che l’Irlanda
Browne .
conobbe tre carestie in questo periodo: la prima dal 1708 al 1710, la seconda dal 1718
al 1721 e la terza dall’anno prima della pubblicazione di A Modest proposal fino al
73
Molte persone optarono per l’emigrazione verso l’America
1730. (mentre Swift in
Proposal dice che emigrarono in Spagna). Nonostante questo, nonostante la fame e
l’emigrazione i landlords continuarono a trasformare terre fertili in terreni da
74
pascolo . Swift considerò questo un crimine: non solo la popolazione veniva spinta
verso l’America ma coloro che scelsero di restare persero il lavoro e quindi vivevano
di stenti. Non solo non furono avanzate delle proposte per il miglioramento delle
ma non si fece nulla neanche per risollevare l’agricoltura,
condizioni della popolazione
che era alla base dell’economia irlandese. La disintegrazione del settore agricolo
coincideva con la disintegrazione della popolazione: quindi era quasi impossibile
affermare che l’Irlanda fosse un paese ricco con una popolazione in calo e
un’agricoltura sull’orlo del fallimento. E se Petty affermava che la popolazione inglese
come quella irlandese sarebbe raddoppiata in venticinque anni, si sbagliava di grosso
75
perché la popolazione irlandese in un secolo era aumentata solo di 200.000 persone .
Un altro problema che si collegava a quello della popolazione era il concetto di
Secondo Davenant “Securing
libertà. the liberties of a nation, may be laid down as a
of its people…for liberty encourages
fundamental for increasing the numbers
procreation”. La popolazione irlandese tutto sembrava tranne che libera. Anche
Arbuthnot legava la popolazione alla libertà e credeva al fatto che nel momento in cui
fosse venuta a mancare la libertà si sarebbe giunti alla rovina di una nazione. Era
proprio quello che accadeva in Irlanda: l’oppressione inglese aveva violato i diritti
umani, aveva indotto la popolazione ad uno stato di povertà e così l’Irlanda perdeva
76
pezzo dopo pezzo. Era ovvio a questo punto che gli irlandesi credessero in una
nazione ricca solo se libera e per questo rivendicavano la loro libertà e la loro
indipendenza dall’Inghilterra che appunto essendo un paese libero sia a livello civile
che religioso riusciva a splendere a livello economico.
Tutte le tasse che gravavano sulla popolazione irlandese costituivano ulteriori limiti
alle libertà individuali e lo stesso Swift in una conversazione con Lady Carteret colse
72 Questo è quanto afferma Oliver Ferguson in Swift and Ireland (1962), University of Illinois Press, Urbana (IL)
73 R. J. Dickson, Ulster emigration to Colonial America, 1718-1775, 1966
74 O. Ferguson, op. cit.
75 K. H. Connell, The Population of Ireland, 1750-1845, in The Economic Journal, Vol. 61, No. 241 (Marzo 1951),
pp. 158-160
76 L. M. Beattie, John Arbuthnot: Mathematician and Satirist, 1935, Oxford University Press
38
la palla al balzo quando la donna disse che l’aria irlandese era così salutare, Swift disse
77
“For God’s sake, Madam, don’t say so in England; they will certainly tax it” .
La povertà irlandese si toccava con mano e diversi scrittori avevano trattato questo
tema collegandolo al problema degli assenteisti, della sovrappopolazione e del conio,
78
Wood’s Halfpence.
di quel famoso Un pensiero abbastanza diffuso in Irlanda era che
79
questa aveva prosciugato le sue tasche per arricchire quelle inglesi e Dobbs era
dell’opinione che l’Inghilterra non avrebbe potuto continuare a tassare gli irlandesi se
non li avesse prima lasciati liberi di costruire il loro commercio, di dare lavoro agli
irlandesi e quindi di aumentare la loro popolazione.
Precedentemente ho affermato che Swift divenne uno dei più accaniti nemici di
Browne e la cosa sembra abbastanza ovvia quando veniamo a conoscenza del fatto che
Browne non solo aveva affermato che l’Irlanda si trovava in una posizione geografica
che giovava molto al suo commercio, ma che questa godeva di una popolazione
numerosa ma che purtroppo mancava della voglia di lavorare e che addirittura sugli
irlandesi gravassero in realtà pochissime tasse, questo consentiva loro di potersi nutrire
80
e che quindi era quasi impossibile parlare di povertà in Irlanda . Browne non solo era
stato cieco nel vedere le reali condizioni irlandesi, nel vedere che ormai le tasse
avevano sfiorato cifre esorbitanti: non era stato capace di vedere che buona parte della
l’alto tasso di povertà (cosa che Browne continuava a
popolazione irlandese dato
negare) non riuscisse a pagare quelle tasse neanche in parte. Anche gli arcivescovi
King e Boulter continuavano ad affermare che la popolazione irlandese viveva nella
l’emigrazione verso l’America sarebbe stato un
più profonda povertà e che fermare
errore soprattutto per quelle persone che non riuscivano a portare a casa né pane né
soldi. Swift stesso aveva affermato che qualsiasi trattato che abbia affrontato il tema
81
della ricchezza in Irlanda si è trovato davanti a una ben radicata povertà .
I poveri da sempre hanno ispirato aiuto, innocenza, compassione. Eppure nel XVIII
secolo non tutti la pensarono allo stesso modo. Non tutti i poveri venivano considerati
stesso modo: compassione e carità c’erano
poveri e non tutti venivano considerati allo
82
solo verso chi li meritava davvero . Tra tutti i poveri coloro che suscitavano maggiori
emozioni erano sicuramente i bambini. Ma anche riguardo a questi c’erano diverse
considerazioni dovute soprattutto alle due correnti di pensiero parallele: illuminismo e
77 Questa discussione fa parte delle lettere inedite di Swift raccolte da George Birkbeck Hill in Unpublished
Letters of Dean Swift (1899)
78 Clayton D. Lein, op. cit.
79 T. Prior, “ Ireland has parted with all its substance, and reduced itself to the greatest poverty, to enrich
England” in A list of the absentees of Ireland and the yearly value of their estates and incomes spent abroad,
(1729)
80 O. Ferguson, op. cit.
81 Jonathan Swift and the population of Ireland
82 A. Levene, The children of the poor: welfare in XVIII century London, (2012)
39
mercantilismo. L’unica cosa su cui queste due correnti andavano d’accordo era
considerare i bambini come possibili adulti produttivi. Secondo Locke, ad esempio, i
bambini avrebbero dovuto essere ben educati per poter diventare dei bravi adulti e per
l’educazione dei bambini poveri si sarebbe dovuto provvedere alla creazione di istituti
separati. In questi istituiti i bambini avrebbero imparato molte cose non solo a livello
scolastico ma anche a livello sociale, morale e religioso. Molti videro questa come una
possibilità per diffondere le buone maniere tra i poveri: i bambini tornando a casa
avrebbero insegnato ai genitori e sarebbero cresciuti come li voleva la società, quindi
industriosi, produttivi, educati. Anche Rousseau era dello stesso avviso e affermava
83
che bisognasse infondere nei bambini la giusta morale e la fiducia in loro stessi .
84
A. Levene ci mostra come i progetti riguardanti i poveri durante il XVIII secolo
abbracciassero sempre tre costanti: profitto, sentimentalismo e soluzioni per
trasformare i poveri in esseri produttivi. Furono questi tre temi a rendere i bambini
delle risorse valutabili: in termini più pratici venivano considerati merce. Jonas
Hanway studiò i bambini proprio come fossero merce, facendo dei calcoli molto
accurati per sapere quanto costasse un bambino povero allo stato e quanto ne avrebbe
ricavato lo stato se quel bambino fosse stato salvato, quindi istruito o reso produttivo
85
affiancandolo a qualche artigiano o commerciante . Hanway attraverso i suoi calcoli
scoprì che un bambino costava 50 scellini all’anno e 25 sterline in dieci anni, un
trovatello invece costava 6 sterline all’anno e 60 sterline in dieci anni. Un bambino
povero in sintesi costava allo stato intorno alle 85 sterline fino ai tredici anni, età in cui
avrebbe dovuto iniziare a lavorare. Se questo bambino avesse iniziato a lavorare al
fianco di un artigiano, avrebbe imparato il mestiere e da grande avrebbe restituito,
degli artigiani, 184 sterline all’anno
sulla base di un calcolo effettuato sugli stipendi
allo stato: quindi lo stato avrebbe guadagnato di gran lunga su un bambino salvato e
avrebbe perso molto continuando a mantenere i poveri senza lavoro attraverso i sussidi
forniti dallo stato stesso o dagli istituti di carità.
Come abbiamo detto non tutti meritavano la carità: le famiglie venivano divise in
base alla loro voglia di lavorare e alla possibilità di lavorare. Le famiglie dove nessuno
dei membri lavorava erano considerate allo sbando e troppo costose per i contribuenti
che le avrebbero aiutate. I genitori che non riuscivano a provvedere per i loro figli
erano considerati fallimentari e attentatori alla stabilità sociale: in questo caso i
genitori non venivano classificati come bisognosi. Diversi erano quei casi in cui il
capo famiglia fosse risultato malato o vedovo: in quel caso non sarebbe dipeso dal
genitore se la famiglia si fosse trovata in uno stato di povertà ma da cause di forza
maggiore. Tra i non bisognosi c’erano anche quei genitori incapaci di gestire le loro
83 Jean-Jacques Rousseau, Emile, (1762)
84 A. Levene, op. cit.
85 J. S. Taylor, Jonas Hanway, founder of the Marine society: charity and policy in eighteenth century, Scolar
Press, 1985 40
abitudini e continuavano a fare figli. Secondo lo schema di Patrick Colquhoun, i
bambini orfani o abbandonati erano innocenti, ma i genitori che si ubriacavano,
lasciavano la famiglia o contavano sui sussidi per i poveri erano etichettabili come
86
colpevoli . Questo era il punto debole delle Poor laws: molti poveri si cullavano del
fatto che tanto con o senza lavoro qualcosa avrebbero mangiato perché ci sarebbero
stati i sussidi.
I bambini costituivano la parte più consistente dei poveri. Se consideriamo quanto
viene fuori dai documenti della parrocchia di St James Westminster questa si occupava
di 300 bambini poveri e il totale dei poveri della zona era 730. 300.000 persone sul
87
totale di un milione avevano meno di quindici anni . Non deve stupire quindi se molti
si industriarono per risolvere il problema ma che molte di queste soluzioni non videro
mai la luce. Swift era stanco proprio di questo, di vedere proposte su proposte senza
nessuna applicazione. Se c’era chi avanzava proposte per costruire della scuole per i
bambini poveri, chi invece li vedeva meglio accanto agli artigiani e ai commercianti,
Swift li vedeva in qualsiasi caso sfruttati come sfruttati erano i loro genitori. Per
risollevare la condizione di povertà, la condizione di questi bambini che continuavano
ad essere un peso per le famiglie, per lo stato, per i contribuenti, non c’era altra via
d’uscita: se la nuova visione mercantilista li considerava merce, per migliorare la
situazione tanto valeva venderli come carne. È ovvio che Swift non pensasse
realmente ad una soluzione così crudele ma una proposta così crudele seppur ironica
sembrava essere l’unico modo per poter svegliare i suoi contemporanei projectors
affinché provvedessero a questi bambini dando loro una prospettiva di futuro che non
fosse stato morire di fame o essere sfruttati come lo erano stati i loro genitori.
86 Patrick Colquhoun pubblicò nel 1794 un pamphlet dal titolo “A plan for affording extensive relief to the poor,
by raising a moderate sum of money by subscription, to be laid out in redeeming pledges of honest, industrious
families, who have been compelled to pledge their goods and working-tools for subsistence during the late
severe weather”
87 The case of the Parish of St James Westminster as to their poor and a workhouse designed to be built for
employing them. Questo documento, apparentemente senza autore, è stato trovato tra la bibliografia del libro
The Children of the poor: welfare in XVIII century London di Alysa Levene
41
2.7 Rispettare il principio di deservingness.
Molti studiosi di Swift hanno a lungo affermato che la sua attività caritatevole
verso i poveri fosse solo uno sfoggio di ricchezza e non che invece volesse davvero
contribuire ai sussidi per i poveri del suo paese. Louis Landa, con il suo saggio, va
invece contro queste affermazioni dicendo che Swift voleva solo aiutare i suoi poveri
88 . Lo descrive come un uomo che vedeva la carità attraverso l’ottica
compatrioti 89
cristiana e che a sua volta credeva nel principio di deservingness . Swift sapeva bene
che il problema della povertà fosse legato ad altri problemi economici e sociali che
riguardavano l’Irlanda nel complesso e dei tentativi che fece per risollevare questa
situazione abbiamo già parlato. Come affermava Arthur Dobbs in An Essay on the
Trade and Improvement of Ireland (1729) i poveri che non meritavano i sussidi erano
in continua crescita e questo non faceva altro che rappresentare una perdita per lo stato
in questione economica. Per questo motivo Swift avanzò la proposta di far gestire i
poveri direttamente alle parrocchie di appartenenza e quindi togliendo la responsabilità
allo stato: per l’Irlanda le Poor laws non erano in vigore e Swift le vedeva applicate
solo in Inghilterra.
Swift, da quanto attestano le fonti biografiche, controllava i poveri che circolavano
intorno alla cattedrale di St Patrick e credeva in quelle persone in quanto poveri
bisognosi, mentre screditava quei poveri che non meritavano i sussidi ma che invece li
ottenevano ugualmente: per questo i parroci, che sapevano chi era davvero povero nel
90
quartiere dovevano provvedere a controllarli . Si riferiva a quei poveri appartenenti ad
altri quartieri o ad altre zone d’Irlanda che arrivavano a Dublino, soprattutto nel
periodo estivo, ed elemosinavano per le strade, e questo era anche quello che diceva
Dobbs:
it is very well known that great numbers of the native Irish in the Mountainous
part of the kingdom, that have houses and small farms, by which they might
very well maintain themselves, when they have sown their corn, planted their
potatoes and cut their turf for firing, do either hire out their cows or send them
to the mountains, then shut up their doors and go a begging the whole summer
until harvest, with their wives and children, in the most tatter’d and moving
condition they can appear in, and dispense themselves over all the richest part
of the kingdom. This practice has been so much incourag’d of late by the
88 Louis Landa, Swift and Charity, 1942, in Journal of English and Germanic Philology 40, pp. 1-14
89 Termine utilizzato nel libro della Levene per indicare appunto quei poveri che necessitavano davvero i sussidi
e che li meritavano, distinguendoli in questo modo da coloro che invece non facevano altro che approfittare
della situazione e godevano dei sussidi. Come abbiamo già detto molti erano i poveri che cercavano lavoro e
cercavano di rimboccarsi le maniche per dare una mano alla famiglia, per portare il cibo a casa e che quindi non
si accontentavano di vivere di sussidi; c’erano poi quelli che invece non volevano lavorare e aspettavano il
sussidio per tirare avanti la famiglia.
90 Jonathan Swift, A proposal for giving badges to the beggars in all the parishes of Dublin (1741).
42
success these strolers have met with, that in several places many who pay at
least 4 pounds per annum rent, hire 3 or 4 servants and give to each of them 3
91
pounds for their chance of the summers begging.
Swift non solo esortava i parroci a rendersi attivi in questi controlli ma era lui
stesso un uomo di carità che, indipendentemente dalla sua funzione di uomo di Chiesa,
spesso faceva l’elemosina ai poveri. Landa ci offre alcune testimonianze sulla carità di
Swift come ad esempio l’offerta fatta all’ospedale del Dr. Steevens oppure la
costruzione a spese proprie di una casa d’accoglienza per i poveri anziani e le vedove
vicino la cattedrale. È noto anche che Swift abbia contribuito alla costruzione di una
workhouse a Dublino che avrebbe dovuto avere come scopo quello di mantenere i
poveri e gli orfani della città nel momento in cui le parrocchie non fossero state in
grado di farlo, così le strade di Dublino sarebbero state pulite da vagabondi, barboni e
poveri stranieri.
Swift era stato anche uno dei sostenitori della fondazione delle charity-schools che,
come affermò il vescovo Brown della parrocchia di St Andrews a Dublino, avrebbero
provveduto ai bambini dando loro vestiti, libri, i giusti insegnamenti e i primi dettami
della religione cristiana, in modo tale da farli crescere come uomini responsabili
capaci di portare a casa il pane per la famiglia e allo stesso tempo sarebbero stati utili
92 . Dello stesso avviso erano gli inglesi per quanto riguardava l’educazione
alla società
in Irlanda, solo che volevano apportare qualche modifica all’insegnamento: i bambini
cattolici avrebbero imparato la dottrina protestante e solo così sarebbero diventati
93
industriosi e utili al commercio e all’economia inglesi
davvero . È pur vero che in
quel periodo non preoccupavano solo gli inglesi che volevano la supremazia della
scuola inglese ma anche la borghesia irlandese: la paura era quella di veder crescere
una nuova classe sociale istruita nascente dalla classe dei poveri e che questi nuovi
94
“educati” avrebbero preso il posto dei figli della borghesia angloirlandese .
Come vedremo successivamente uno degli oppositori alle charity-schools era
Mandeville, che vedeva molto più utile alla società insegnare a quei bambini a lavorare
piuttosto che a scrivere. Anche Swift pensava che quei bambini un giorno sarebbero
stati utili alla società perché laboriosi e quindi non vedeva la charity-school come una
scuola che avrebbe dovuto insegnare loro a leggere libri di alto grado oppure a cantare,
95
come invece pensava il vescovo di Londra Edmund Gibson : secondo Swift le
91 A. Dobbs, An Essay on the Trade and improvement of Ireland, (1729).
92 th
A sermon preached at the parish church of St Andrew’s Dublin, on Sunday the 15 of April, 1716. For the
benefit of the charity-school for boys in that parish.
93 A brief review of the rise and progress of the incorporated society in Dublin, for promoting English Protestant
th th
Schools in Ireland. From the opening of His Majesty’s Royal Charter, February 6 , 1733, to November 6 , 1743.
94 Landa, op. cit.
95 Gibson affermò in un suo sermone <<if Charity-schools should grow by degrees into a more polite sort of
education; if the boys should be taught fine writings, and the girls fine working, and both of them dine singing;
43
charity-schools avrebbero contribuito alla formazione di educati servitori della patria,
responsabili e pronti al sacrificio per guadagnarsi da vivere. Eppure secondo molti
oppositori le charity-schools sembra non abbiano soddisfatto la richiesta di formare
buoni servi.
Da sempre i bambini hanno rappresentato una speranza per gli adulti, soprattutto
per i genitori. D’altronde i genitori ormai vivevano nella loro ignoranza, nella povertà,
si erano abbandonati ai vizi del tempo e avevano smesso di pensare alla morale. Se
c’era una speranza per quella popolazione questa risiedeva nei giovani, nei piccoli, più
facili da plasmare e da portare sulla retta via. Giustamente, come pensavano molti,
questi bambini tornando a casa avrebbero trasmesso qualcosa ai genitori delle cose
apprese a scuola e magari anche loro avrebbero modificato le loro azioni. Anche
forse era una visione un po’ troppo utopistica, contrastata dalla borghesia e dai
questa
protestanti che volevano inquadrare la popolazione irlandese nell’ottica protestante,
partendo appunto dalla scuola e dall’insegnamento.
in which cases also the masters and mistresses would hardly refrain from teaching the children to value
themselves upon these attainments; all this, I own, would have a natural tendency to set them above the
meaner and more laborious stations and offices of life. And therefore all these things should be carefully kept
out from our charity-schools.>> 44
45
Capitolo III
I figli delle accademie.
Finora abbiamo parlato di politica, storia ed economia. Ma non abbiamo ancora
parlato di scienza e del nuovo metodo scientifico introdotto dalla Royal Society,
contro la quale Swift si schierò. Nonostante la finzione, la satira, l’ironia e la parodia,
Swift utilizza sempre avvenimenti e personaggi reali. Essendo stato fortemente toccato
dalla storia del suo paese, dalla colonizzazione che subiva l’Irlanda, qualsiasi decreto,
qualsiasi legge che ledesse l’Irlanda era per lui uno stimolo alla scrittura. Il suo scopo
non era solo quello di far ridere i suoi lettori, Swift più che divertire intendeva criticare
96
l’operato di projectors, politici, economisti e scienziati utilizzando la satira .
Le opere di Swift hanno sempre un qualcosa che ha rilevanza ancora oggi. Non
possiamo considerare Swift solo un uomo e uno scrittore del passato che criticava la
sua società. Senza accorgercene la storia fa sempre lo stesso giro, comportamenti,
avvenimenti, personaggi, prima o poi si ripresentano, magari con nomi diversi, date
diverse, ma con lo stesso potere distruttivo. Seppur condizionato dal suo tempo, da
anni di crisi e rivoluzione tanto nella chiesa quanto nella politica, Swift ci parla anche
del nostro tempo disfatto e corrotto con un’acutezza che si addice a un uomo del
97
nostro secolo: ciò lo renderà sempre un nostro contemporaneo . Ma a considerarlo un
contemporaneo, un moderno non sono solo io o Patrick Reilly, anche uno scrittore del
98 . D’altronde la colonizzazione di alcune
calibro di Geogre Orwell la pensava così
zone del mondo non è mai finita, la discriminazione continua a camminare inosservata
tra le strade delle nostre città, i nostri politici sono corrotti come lo erano nel
Settecento, Ottocento, Novecento; alcune nazioni soffrono il problema della
sovrappopolazione e la fame, la Chiesa rimane sempre lì a guardare e giudicare tutto
dall’alto: è cambiato qualcosa? No, nulla è cambiato, la storia di ieri è la storia di oggi,
e forse sarà anche quella di domani. Proprio perché Swift sperava in una storia che non
si sarebbe ripetuta, tentava di correggere la sua società, i suoi concittadini e
96 Patrick Reilly, Swift: our contemporary, in P. Reilly (a cura di), Jonathan Swift the Brave Despoder,
Manchester University Press, Gennaio 1982, pp.1-19.
97 Ibidem.
98 John Traugott, Swift, our contemporary, in Irish University Review, Vol. 4, No. 1, Jonathan Swift
Trecentenary Issue, primavera 1967, pp. 11-34. 46
compatrioti in modo da non commettere più gli stessi errori: ad oggi possiamo
affermare che ancora non siamo riusciti nell’intento.
Che Swift sia un uomo senza tempo e i suoi argomenti abbiano una validità
eterna è riscontrabile anche nella sua critica alla scienza. Swift fu l’umanista difensore
del passato, dei veri valori morali del tempo, fu uno scrittore che tentò di preparare
l’uomo a un futuro disastroso: un futuro disastroso portato dalla scienza che avrebbe
spostato l’attenzione dell’uomo su cose più materiali che spirituali. La sua attitudine
verso la Royal Society fu sicuramente quella di un umanista un po’ superbo, che
considerava le teorie scientifiche come cose prive di senso. Se da un lato Swift
riteneva il nuovo metodo scientifico ridicolo, dall’altro c’erano molti altri che avevano
fatto della scienza un idolo. Ritroveremo la Royal Society criticata in diverse opere del
nostro Swift ma la critica più acuta è sicuramente riscontrabile nei Travels quando
99
Gulliver entra nell’Accademia di Lagado .
Tra Laputa e l’Irlanda:
3.1 proposte utopicamente reali.
Come detto nei capitoli precedenti, i projectors sembravano proprio perfetti per
la satira. Promotori di nuove invenzioni e miglioramenti per la società, i projectors
tutto sembravano essere meno che onesti. O meglio buona parte di loro non lo erano.
Swift rifiutava questi finti miglioratori della condizione irlandese che non facevano
L’Irlanda era proprio come Laputa, tutti
altro che abusare dei loro poteri intellettuali.
“the
avanzavano le proposte più disparate, only inconvenience is, that none of these
projects are yet brought to perfection, and in the mean time, the wholy country lies
100
miserably waste, the houses in ruins, and the people without food or clothes” . In
qualsiasi opera che riguardi l’Irlanda Swift criticherà sempre questi personaggi che
avevano trasformato la sua terra in un laboratorio a cielo aperto dove si
101 . Tra le corrispondenze di Swift c’è una lettera che
sperimentavano nuovi progetti
mostra la sua preoccupazione per ciò che stava vivendo l’Irlanda:
99 Gulliver’s Travels
Jonathan Swift,
100 Ibidem
101 Home and Away: Gulliver’s Travels
D. Kiberd, in D. Kiberd (a cura di) Irish Classics, Harvard University
Press, 2000, p. 86-106 47
there is not an acre of the land in Ireland turned to half its advantage, yet it is
better improved than the people; and all these evils are effects of English
tyranny, so your sons and grandchildren will find to their sorrow.
La tirannia inglese aveva spinto questi projectors a sperimentare i loro progetti
sul territorio irlandese ed erano troppo avari di denaro, troppo attratti dal lusso e dalla
realizzazione professionale per badare alle vere necessità della società. Era concesso
anche ingannare il popolo se ciò avrebbe portato guadagno e fama. Ovviamente Swift
questo: sperava in un’Irlanda migliore ma non vedeva
non poteva passare sopra a tutto
persone pronte alla realizzazione di questa nuova libertà. Swift considerava i
projectors dei maniaci della razionalità, incapaci di gestire le questioni pratiche della
102
vita . I projectors avevano reso il razionalismo qualcosa di controproducente e gli
irlandesi sembravano essere troppo occupati a pensare a cosa mangiare piuttosto che
ribellarsi: bisognava trovare qualcuno capace di svegliarli per fargli capire che quel
solo se l’Irlanda fosse stata una nazione libera di
pezzo di pane se lo sarebbero preso
poter decidere sulla sua economia, sulla sua politica, sulla sua religione.
Appunto, tra i vari bersagli di Swift c’erano i projectors. I projectors erano
simbolo di avidità, vanità: soggetti perfetti per essere presi in giro. Swift, nei panni di
Gulliver, ha occasione di incontrare molti projectors, di entrare nella loro accademia,
di vedere da vicino cosa si facesse all’interno di quell’edificio prodigioso. Si studia
per migliorare l’agricoltura, l’industria,
freneticamente, si cercano nuovi metodi
l’economia: Gulliver nell’Accademia di Lagado è paragonabile a Swift nella Royal
Society. La critica di quest’ultima si fa sempre più acuta in Swift: considerava il
lavoro svolto al suo interno inutile.
Tra i projectors più strani, Gulliver ne incontra uno davvero particolare. È il più
anziano dell’accademia, un uomo che ha dedicato una vita alla realizzazione del suo
progetto: tanti anni di studio per giungere a fondere meccanico e organico in un unico
Citiamo un passo dell’opera per capire di cosa stiamo parlando e per scoprire
ingegno.
qual è questo ingegno favoloso:
102 G. Lynall, Swift and Science: The Satire, Politics and Theology of Natural Knowledge, 1690-1730, Palgrave
Macmillian, 22 Maggio 2012 48
The first professor I saw was in a very large room, with forty pupils about him.
[…] Every one knew how laborious the usual method is of attaining to arts and
sciences; whereas by his contriavance the most ignorant person at a reasonable
charge, and with a little bodily labour, may write books in philosophy, poetry,
law mathematics, and theology, without the least assistance from genius or
study. It was twenty foot square, placed in the middle of the room. The
superficies was composed of several bits of wood. They were all linked together
by sleder wires. These bits of wood were covered on every square with paper
pasted on them, and on these papers were written the words of their language,
in the several moods, tenses, and declensions, but without any order. The
professor then desired me to observe, for he was going to see his engine at
work. The pupils at his command took each of them hold of an iron handle,
whereof there were forty fixed round the edges of the frame, and giving them a
sudden turn, the whole disposition of the words was entirely changed, he the
commanded six and thirty of the lads to read the several lines softly as they
appear upon the frame; and where they found three or four words together that
might make part of a sentence, they dictated to the four remaining boys who
103
were scribes.
Questo progetto avrebbe cambiato il mondo del linguaggio e questo projector
non è un caso isolato nel manifestare la sua volontà di cambiamento perché anche
dell’accademia sono ossessionati dall’obiettivo di cambiare il
gli altri projectors
mondo attraverso i loro progetti e le loro ricerche ed era questo lo stesso obiettivo
scientifica inglese. Tutto nell’accademia sembrava essere
dell’accademia
organizzato alla perfezione. La Royal Society, ieri come oggi, era una struttura
amministrativa gestita da un consiglio presieduto da un presidente. I membri del
consiglio, dopo aver esposto la loro candidatura, venivano eletti tramite elezioni
interne all’accademia stessa. Possiamo parlare di organizzazione
dell’organizzazione che è simbolo dell’accademia come di altre istituzioni, dove
per istituzioni possiamo intendere anche famiglia, ospedali, scuole, legge. Come
103 Gulliver’s Travels
Jonathan Swift, 49 l’organizzazione
afferma Sprat nella sua History of the Royal Society,
dell’organizzazione è nata proprio con questa accademia:
thus they have formed that Society, which intends a Philosophy, for the use of
Cities, and not for the retirements of Schools, to resemble the Cities themselves:
which are compounded of all sorts of men, of the Grow, of the Sword, of the Field,
of the Court, of the Sea; all mutually assisting each other.
È come se informazione, conoscenza e organizzazione siano alla base del
cambiamento: il nuovo metodo scientifico avrebbe portato a questo, a cambiare il
mondo in generale. Nuovi metodi scientifici, nuovi metodi di apprendimento,
scienza e conoscenza confluivano nella Royal Society. La Royal Society era aperta
a nuove metodologie e questo aveva portato quasi tutti ad occuparsi dei temi più
disparati, non solo temi scientifici. Questo è proprio quello che Swift critica della
Royal Society: tutti potevano dire la loro, tutti potevano scrivere un libro, tutti
potevano interessarsi di teologia, ad esempio, non essendo teologi. Oltre a
perfezionare il linguaggio anche a questo serviva la macchina da scrivere
dell’accademia di Lagado: a permettere a tutti di dimostrarsi colti e capaci di
104
insegnare, anche quando non era vero . Ricordiamo che per accedere alla Royal
Society, per essere eletti non venivano richiesti particolari requisiti né particolari
105
conoscenze scientifiche o professionali . Se molti videro nella Royal Society
un’associazione organizzata per il bene della società, Swift vide solo un insieme di
egoisti. Swift non credeva al fatto che questi scienziati, progettisti e altri
professionisti lavorassero per il bene nazionale: lavoravano piuttosto per loro stessi
e per le loro tasche. C’erano però molti altri che non la pensavano allo stesso modo
e ora vedremo chi.
104 Maximillian Novak, The Age of Projects
105 T. Birch, History of the Royal Society, Londra, 1756-57
50
3.2 Scontro scientifico.
Thomas Sprat dedicò un’opera intera alla Royal Society: History of the
Royal Society. Qui Sprat attacca il metodo di conoscenza ecclesiastico ancora
all’antichità e alla classicità tanto da essere considerato fuorimoda.
troppo legato
Se quella era l’epoca moderna allora tutto doveva essere moderno. La Royal
Society aveva aperto all’uomo le porte della modernità, della conoscenza. Sprat più
che trattare la storia della Royal Society tratta la storia del nuovo metodo
scientifico, partendo dalla battaglia tra antichi e moderni. Sprat in questa battaglia
106
sta dalla parte dei moderni, seguendo l’idea baconiana della conoscenza pratica .
107
Un concetto centrale dell’opera di riforma del sapere baconiana è che
108
attraverso la collaborazione tra scienziati e ricercatori la scienza possa giungere a
risultati davvero stupefacenti. Nelle arti meccaniche e nei loro metodi bisognava
cercare le basi per la creazione di una nuova cultura e di una nuova scienza che
proceda sulla base dello sperimentalismo. La logica baconiana vuole essere lo
strumento di conquista di verità nuove piuttosto che il mezzo di trasmissione di
verità già acquisite. La conquista di verità nuove era resa realizzabile solo dalla
collaborazione di scienziati e professionisti organizzati. Questa idea di creare una
collettività organizzata di scienziati finanziata dallo stato o da altri enti pubblici fu
109
una delle idee che Bacone portò avanti per tutta la vita . Seppur Bacone non
riuscì a realizzare il suo sogno, questo costituì la base della Royal Society per i suoi
fondatori.
Come scrive Angelo Papi:<<L'attenzione per i procedimenti della tecnica e
delle arti meccaniche, il riconoscimento della loro utilità per il progresso del
sapere, l'insistenza sul loro valore "educativo" caratterizzano in larghissima parte la
cultura dei secoli XVI e XVII. I procedimenti quotidiani degli artigiani, degli
ingegneri, dei tecnici, dei navigatori, degli inventori vengono elevati a dignità di
106 C. T. Probyn, Thomas Sprat in C. T. Probyn (a cura di) Jonathan Swift: the contemporary background,
Manchester University Press, 1978
107 L’opera di Bacone che sto trattando in analisi è Novum Organun o Novum Organum Scientiarium, ossia
Nuovo Strumento.
108 A. Sabetti, Francesco Bacone e la fondazione della scienza, Liguori, 1968
109 A. Papi, Francis Bacon (1561-1626) 51
fatto culturale e uomini come Bacone, Harvey, Galileo riconoscono esplicitamente
110
il loro "debito" verso gli artigiani.>> Bacone rifiuta quella scienza che nasce solo
quando sono stati forniti tutti i dati necessari alla vita umana, ciò che desidera è una
ricerca e una contemplazione della verità. Bacone vedeva la creazione delle arti
meccaniche fondamentali, ma dello stesso avviso non sembrava essere Aristotele
che non vedeva necessaria la costruzione di macchine sostituenti il lavoro umano
l’uomo di per sé poteva svolgere la funzione di macchina vivente: questo
quando
era alla base della società schiavista. Proprio per questo stesso motivo Aristotele
considerava il lavoro di artigiano e commerciante privo di nobiltà ed inoltre non
c’era bisogno di grande istruzione per quegli impieghi. Il loro stile di vita veniva
considerato contro la virtù e nessuna delle loro attività richiedeva grande
eccellenza. Bacone considerando le arti meccaniche come un grande fatto culturale
ribalta la tesi aristotelica che le considerava appunto delle inezie. Per Bacone la
scienza era cooperazione, contributo alla scoperta della verità assoluta, apporto del
pensiero personale per poter scoprire cose utili alla comunità. Considerando la
scienza una cosa democratica, Bacone fa cadere anche la credenza dello scienziato
portatore dell’estrema conoscenza. Se prima lo scienziato veniva visto come un
eremita che se ne stava nel suo angolo solitario del mondo, illuminato dalla
conoscenza, con Bacone lo scienziato viene visto come collaboratore, come uomo
pronto alla realizzazione di qualcosa insieme ad altri scienziati. Risulta ovvio che
Bacone non lasciasse certo spazio al singolo e non accettasse che ciò che veniva
scoperto rimanesse tra le mura delle accademie: le scoperte non dovevano restare
segrete, tutti dovevano sapere.
Secondo Sprat, come abbiamo già detto, la Royal Society era proprio
questo: un’organizzazione di scienziati e ricercatori che hanno a disposizione un
universale magazzino di informazione. Secondo Swift invece il nuovo metodo
riguardava gli individui e non la collettività. Swift si basava su ciò che vedeva e
provava, si basava sul fatto che molti scienziati o comunque molti studiosi non
facevano alto che pensare a loro stessi, avanzando allo stesso tempo proposte e
110 A. Papi, Francis Bacon (1561-1626) 52
progetti irrealizzabili. Anche Bacone, a mio avviso, la pensava un po’ come Swift
riguardo agli scienziati e ciò è riscontrabile in Nuova Atlantide dove il padre del
nuovo metodo scientifico descrive una città immaginaria dove tutti gli scienziati
collaborano e dove vengono realizzati tutti i progetti fino a quel momento rimasti
nascosti. Nei Travels Swift critica quei seguaci di Bacon che non avevano
111
continuato a portare avanti le sue teorie . Il conte di Orrey, biografo di Swift disse
che nel viaggio a Laputa, nel descrivere quella stramba accademia Swift aveva lo
112
stesso intento di Bacon: mostrare le vane attività di quei saccenti accademici .
Fra gli scienziati solitari c’era Robert Boyle. Da molti, compreso Gilbert
113
Burnet , Boyle veniva descritto come un uomo devoto ai suoi studi che aveva
allontanato la società per dedicarsi alla contemplazione. Se per alcuni versi la
contemplazione veniva considerata come il giusto metodo per essere creativi, per
altri poteva essere considerata un attacco alla razionalità umana che a quanto pare
114
veniva stimolata e regolata dalle interazioni sociali. Nella Battle Of the Books, il
ritratto del ragno ci fa capire che Swift non avrebbe applaudito alla contemplazione
solitaria della natura praticata da Boyle, ne tanto meno al suo rifiuto della società:
115
ciò avrebbe portato alla produzione di cose utili solo a Boyle . Swift considerava
“a very silly writer”, riferendosi all’opera di questi
Boyle Occasional Reflections
“wise man”.
upon several subjects dove invece Boyle si classifica come un Nelle
Reflections Boyle racconta di come cose apparentemente insignificanti ed ovvie lo
abbiano spinto ad una profonda contemplazione. Secondo Boyle l’uomo poteva
ricercare Dio nella natura dato che Dio era partecipe in tutte le attività
116
dell’universo . La sua meditazione si divideva in due fasi fondamentali nominate,
secondo i dettami della retorica classica, protasi e apodosi: è chiaro che questo fu
un facile bersaglio satirico per Swift che pensava al linguaggio come a qualcosa di
ordinario, semplice, conversativo. Questo linguaggio pomposo e articolato fu
111 Lynall, op. cit.
112 Ibidem
113 Gilbert Burnet in History of his own time parla della vita contemplativa di Boyle
114 Lynall, op. cit.
115 G. Lynall, Talking flowers in Swift and science, pp. 18- 23
116 J. E. Jenkins, Arguing about Nothing: Henry More and Robert Boyle on the Theological Implications of the
Void, in M. J. Osler (a cura di) Rethinking the Scientific Revolution, Cambridge, 2000, pp. 153-179
53
proprio rifiutato da Sprat che richiedeva una riforma del linguaggio tornando ad un
linguaggio primitivo di purezza attraverso il quale si potesse trattare qualsiasi tema.
Eppure Sprat fu accusato di ipocrisia dal suo contemporaneo scrittore di satire
Samuel Butler, perché a quanto pare colui che dichiarava bandito il linguaggio
117
oratorio non faceva altro che usarlo.
Lynall ci dice che anche Thomas Shadwell non amava tanto Boyle ed
esprime, attraverso la satira, la sua reticenza verso le Occasional Reflections nella
“a swallow
sua opera The Virtuoso (1676), dove afferma che il progetto di Boyle è
rhetorical exercise which grants insight only into one’s self-love rather than the
118
of the divine author”.
providence
Filosofi e scienziati in questo periodo vedevano qualsiasi cosa come
macchine, anche l’uomo stesso era considerato una macchina in cui la vita
risiedeva solo nella sua anima. Boyle era convinto del fatto che il corpo umano
potesse essere spiegato attraverso termini tecnicamente meccanici. Questa
considerazione dell’uomo come una macchina o come ingranaggio di una
macchina potrebbe in qualche modo riportare all’accademia di Lagado: d’altronde
quegli studenti vengono impiegati dal loro professore come piccoli ingranaggi di
una macchina, sono loro ad azionarla e a muovere i tasselli. Ogni creatura divina
era considerata un ingegno, una macchina, non solo l’uomo ed è per questo che
Swift criticherà sempre la presunzione dell’uomo nel paragonare una macchina a
119
una creazione di Dio . Gulliver stesso viene considerato dal re di Brobdingnag un
fantastico pezzo per una macchina, ad esempio un orologio dato che cammina con
una postura così eretta: d’altronde il re aveva studiato matematica quindi era uno
scienziato e se ne intendeva di queste cose.
Gulliver’s Travels
I sono un insieme di tradizioni letterarie, dibattiti tra
Quest’opera è anche una
moderni e antichi, proposte scientifiche e projects.
risposta al pensiero scientifico di Bacone, Sprat, Newton, Boyle, Leibniz.
117 Samuel Butler fu uno dei critici più accaniti della Royal Society e di Sprat disse proprio:<<The historian of
Gresham College endeavours to cry down oratory and declamation while he uses nothing else>>.
118 Lynall, op. cit.
119 Lynall, op. cit. 54
Durante la sua vita Swift lesse molti trattati scientifici ma frequentò anche
alcuni scienziati che avevano una visione della scienza totalmente opposta alla sua.
Si tratta di fermi sostenitori del nuovo metodo scientifico e della Royal Society.
Come è possibile che Swift si sia avvicinato a queste persone se le criticava
120
tanto? Perché per far satira bisogna conoscere bene il soggetto che si intende
criticare, quindi l’unica via era essere in contatto con queste persone. Il primo
contatto lo ebbe con il suo professore al Trinity College George Ashe. Poi incontrò
lo zecchista della Regina Anna, Arbuthnot, che divenne un amico intimo di Swift.
Proprio a lui Swift chiedeva delle delucidazioni scientifiche e proprio a lui
chiedeva di fornirgli qualche caratteristica dei projectors o comunque dei
professionisti che frequentava. Swift lo chiamava il re della disattenzione: così
tanto simile ai projectors di Laputa e così distratto.
In The Humble Petition del 1716, Arbuthnot espose un progetto che sarebbe
stato gradito nell’accademia di Lagado. In quest’opera Arbuthnot sembra essere
molto ironico nel considerare i projectors della Royal Society. Dato che ormai tutto
è sotto il loro controllo, tanto vale metterci anche i raggi solari dato che molti se ne
servirebbero per qualsiasi scopo, valeva la pena farci qualche progetto in modo da
monopolizzarli:
That the said Catoptrical Victuallers do profane the Emanations of that Glorious
Luminary the Sun, which is appointed to Rule the Day, and not to Roast
Mutton. And we humbly conceive, It will be found contrary to the known Laws
of this Kingdom, to Confine, Forestall, and Monopolize the Beams of the Sun.
And whereas the said Catoptrical Victuallers have undertaken, by Burning-
Glasses made of Ice, to Roast an Ox upon the Thames next Winter: We
conceive all such Practices to be an Encroachment upon the Rights and
121
Privileges of the Company Watermen.
Quella di Arbuthnot vuole essere una critica contro questi Catoptrical Victuallers
che avevano proposto di utilizzare i raggi solari per diversi scopi, come ad esempio
120 C. T. Probyh, Scientists and satire in Jonathan Swift: the contemporary background, pp. 145-153
121 J. Arbuthnot, The Humble Petition - Eighteenth Century Collections Online Text Creation partership.
University of Oxford 55
cuocere la carne: è chiaro che questo progetto sarebbe stato accettato
di Lagado. La proposta sembra essere così assurda che sembra
nell’accademia Gulliver’s Travels
essere uscita proprio da un libro come i seppur la proposta di
Arbuthnot fu scritta nel 1716. Lo stesso si potrebbe dire dell’opera God’s Revenge
Against Punning, anche questa del 1716, dove il fisico sembra anticipare la paura
degli accademici di Laputa di una distruzione causata da un fenomeno celeste.
Swift successivamente, quando morì la regina Anna e quando quindi Arbuthnot
perse l’incarico di fisico reale, attribuì il silenzio epistolare del suo amico a quel
122
fenomeno atmosferico di cui aveva parlato . Arbuthnot oltre ad essere un membro
della Royal Society era anche un autore di satire e forse proprio per questo
contrasto stridente tra la sua personalità e il suo incarico era un amico di Swift.
3.3 Transazioni: da projectors reali a projectors letterari
Molti dei projectors che incontriamo nelle opere di Swift sono frutto della
sua fantasia, ma molti altri sono projectors realmente esistiti. Ricordiamo il
dell’accademia che cercava di estrarre i raggi di sole dai cetrioli e aveva
projector
speso otto anni della sua vita per quel progetto. Ecco, una fonte per questo bizzarro
projector sembra essere Stephen Hale che scrisse Vegetable Staticks. Qui lo
investigava sull’importanza dei raggi solari nella respirazione delle piante
studioso
ed aveva preso la temperatura delle radici delle piante di cocomero. Perché? Perché
pensava che quel calore sarebbe stato utile al riscaldamento delle case se
123
canalizzato appropriatamente . Swift considerò questi esperimenti dei veri e
propri fallimenti. Questi studiosi erano così tanto presi dai loro calcoli matematici
che non erano capaci di sbrigare delle faccende pratiche: non erano capaci di cucire
un abito per Gulliver oppure di far stare in piedi una casa. Nei loro progetti non
c’era nulla di utile per l’umanità: tanto nella vita reale quanto nel libro, i projectors
tutto facevano tranne che aiutare l’umanità. Non erano capaci neanche di
apprezzare l’arte, la bellezza o la musica. Tutto per loro era collegabile alla
122 Lynall, op. cit.
123 Ibidem 56
scienza, anche la musica lo era. Anche per servire la carne bisognava servirla in
124
pezzi perfettamente geometrici .
La critica dei matematici di Laputa sembra essere una critica diretta a
Newton. Newton era l’archetipo dell’uomo di scienza, del filosofo, il classico
projector eccentrico: proprio per la sua eccellenza, tanti suoi colleghi si chiedevano
se fosse un uomo come tutti gli altri, se dormisse o bevesse o mangiasse proprio
come tutto il resto dell’umanità. E poi Swift ce l’aveva un po’ con lui perché aveva
seguito tutte le pratiche del progetto del conio di Wood, cosa che a Swift proprio
non andava giù, tant’è che per questo fatto iniziò a scrivere le Drapier’s Letters.
Nel 1722 William Wood ottenne l’autorizzazione per coniare 360 tonnellate
di monete di rame destinate al mercato irlandese. L’autorizzazione non fu ottenuta
in modi del tutto onesti: iniziarono a circolare delle voci sulla possibile corruzione
della duchessa di Kendal. Questo progetto secondo Wood e molti altri avrebbe
ristabilito l’economia irlandese. Gli irlandesi non erano della stessa opinione:
quelle monete erano contraffatte e gli irlandesi temevano che il mercato ne avrebbe
risentito, causando così una forte inflazione. L’Irlanda non aveva la zecca
nazionale ed erano i coniatori privati a produrre monete. Swift non criticava il
progetto del conio solo perché avrebbe peggiorato ulteriormente la fragile
economia irlandese, ma anche perché quel progetto era stato affidato a un inglese e
non a un irlandese. Agli irlandesi non fu neanche chiesto cosa pensassero al
riguardo: dovettero accettare le disposizioni inglesi. È per questo che Swift lasciò
Drapier’s Letters
da parte la stesura dei Travels e si dedicò alla scrittura delle dove
che l’Irlanda veniva considerata dall’Inghilterra una semplice colonia che
ricorda
doveva sottomettersi a qualsiasi decisione. Swift considerò quello di Wotton il
progetto più distruttivo concepito con l’intento di aiutare la popolazione
125
irlandese. Perché Swift se la prese con Newton? Perché Newton al tempo era
124 “A shoulder of mutton cut into an aequilateral triangle, a piece of beef into a rhomboids and a pudding into a
In Gulliver’s Travels
cycloid.”
125 Doing Good: A Sermon, on the occasion of Wood’s project
J. Swift, in J. Swift, T. Sheridan (a cura di) The
Works of Rev. Jonathan Swift, W. Durell and Company, 1812, pp. 142-152: the meanest instruments often
succeed in doing public mischief […] by deceiving us with plausible arguments, to make us believe, that the
most ruinous project they can offer is intended for our good.
57
capo della zecca nazionale e gli fu chiesto di analizzare le monete coniate da
Wood. Newton affermò che quelle monete avevano lo stesso valore che avevano le
monete inglesi e che Wood aveva rispettato il contratto. Swift nella seconda lettera
Drapier’s Letters
delle critica proprio questa affermazione, non riesce a capire di
quale contratto parli Newton: nessun contratto era stato stipulato con il parlamento
o con la popolazione irlandese, questi rifiutavano quelle monete. Secondo Swift era
impensabile che i metodi scientifici venissero utilizzati per giustificare quel
progetto che in tutto evidenziava la tirannia inglese e soprattutto criticava il fatto
che Newton venisse considerato un grande filosofo: come poteva essere tale se era
capace di acconsentire a tali progetti? Dopo aver ritenuto il progetto di Wood
appropriato per risollevare l’economia irlandese, Swift iniziò a dubitare
dell’integrità di Newton: Swift pensava che il grande filosofo fosse stato corrotto.
Qualsiasi attacco Swift abbia fatto a Newton come uomo colpisce inevitabilmente
anche il Newton filosofo. Drapier’s Letters
Avendo finito di scrivere le Swift tornò sui passi di
Gulliver. Buona parte dello spirito critico delle lettere si ritrova nei Travels dove
partendo dalla politica Swift finisce per attaccare la scienza e il nuovo metodo
scientifico. Il modo in cui Swift scrisse il terzo libro dei Travels era così diverso
rispetto agli altri viaggi che fece pensare a molti che si trattasse di un altro autore.
126
Pope pensava che il racconto dell’isola volante fosse il lavoro di un altro autore .
Il perché quel racconto sembrasse così diverso dagli altri non è ancora certo, una
possibile ipotesi potrebbe essere la discussione che Swift ebbe con Motte, primo
editore dei Travels. La discussione fu scatenata da alcune modifiche che Motte
decise di apportare all’opera senza il consenso di Swift. Questa decisione di Motte
127
infastidì Swift che affermò di aver trovato egli stesso alcuni passaggi non suoi .
Arbuthnot trovò la sezione dei Travels relativa ai projectors meno brillante
rispetto al resto del libro. Probabilmente Arbuthnot si era accorto della critica
diretta a Newton ed evidentemente la cosa non gli andò a genio. Forse quella parte
non gli piaceva anche perché Swift non gli chiese una mano: di questo disappunto
126 Lynall, op. cit.
127 Ibidem 58
di Arbuthnot possiamo leggere in una lettera inviata a Swift del 17 ottobre del 1725
dove appunto lo studioso afferma che grazie al suo aiuto Swift avrebbe potuto
128
scrivere molte altre cose riguardanti altri soggetti .
3.4 Leibniz e Swift: ideatori di macchine.
Prima abbiamo detto che Swift criticava la visione scientifica dei suoi
contemporanei e tra questi abbiamo nominato Leibniz. Leibniz fu il fondatore
dell’accademia prussiana, un istituto fatto a sua somiglianza dato che Leibniz era
129
avvocato, storico, filosofo, architetto, matematico . Anche Leibniz come il
projector di Swift ha inventato una macchina: come ci dice Martin Gierl, entrambi
gli ingegni consistevano in raffigurazioni di un sistema di informazione con
l’abilità di riconoscere e memorizzare tali rappresentazioni. La differenza sta nel
sull’irrazionalità, mentre quella di
fatto che la macchina scrivente di Swift è basata
Leibniz intendeva tradurre la logica dei movimenti di una macchina in modo del
tutto razionale. Il progetto di Leibniz si basa sul sistema binario, sistema
fondamentale per i computer di oggi, basato su due solo cifre 0 e 1, dalle quali è
130
possibile ottenere qualsiasi cifra . In questo Leibniz si paragona in qualche modo
a Dio che dal nulla creò il tutto, e porta avanti il suo motto “one is enough to draw
everything out of nothing”. è anche l’accademia. L’accademia
Il punto in comune tra Leibinz e Swift
prussiana sembra essere proprio l’accademia di Lagado, così stramba per le
proposte avanzate: illuminare le strade di Berlino mettendo sulla testa dei cavalli
131
delle lampade, fare di Berlino una città verde con girasoli e castagni . Per queste
somiglianze molti sono stati portati a considerare l’accademia di Lagado come la
presa in giro dell’accademia prussiana: non è proprio così, Swift intendeva far
satira su tutte le accademie che si prefiggevano come scopo principale il benessere
della collettività e poi finivano per perseguire gli interessi dei singoli escludendo
del tutto la società.
128 Lynall, opera già citata.
129 Science, projects, computers and the state: Swift’s Lagadian and Leibniz’s Prussian Academy,
Martin Gierl,
in M. Novak (a cura di) The Age of Projects, University of Toronto Press, 2008, pp. 297-317
130 Daniele Fusi, Informatica per le scienze umane, Nuova Cultura, 2011
131 Gierl 59
60
Capitolo IV
Un mondo stanco di utopie e oppressioni.
Scienza, politica, economia, storia: tutto fa da sfondo a quella che risulta essere
una tra le satire più acute di Swift: A Modest Proposal (1729). Visti i diversi progetti
che nacquero in quel periodo anche Swift avanzò il suo (ironico). La popolazione era
ormai abituata a sentir parlare di umili proposte per risollevare la nazione. Le proposte
assurde andavano per la maggiore: buona parte di quelle proposte erano impossibili, o
quasi, da applicare e risultavano essere un’inutile perdita di tempo. La popolazione era
stanca di ascoltare utopie ma a quanto pare le uniche voci ad alzarsi dalla folla
sembravano essere quelle degli scrittori indignati. Anche il famoso scrittore del
dizionario della lingua inglese Samuel Johnson, fiero conservatore tanto quanto Swift,
rideva degli schemi politici sul miglioramento e ce ne fa testimonianza il suo biografo
James Boswell che nella sua opera, Vita di Samuel Johnson (1787), raccoglie dati,
informazioni, eventi, idee ed emozioni del protagonista, aprendo le porte della società
inglese del Settecento. Johnson per il suo linguaggio poetico incisivo e il suo radicale
pessimismo è stato spesso accostato a Swift: proprio come i contemporanei di Swift
furono attratti dalla sua personalità, stesso successo riscontrò quella di Johnson e la sua
testimonianza realistica della società settecentesca.
4.1 Riportare trattati economici in chiave ironica.
132
Come ci mostra Wittkowsky , la popolazione era ormai abituata a proposte
riguardanti la popolazione e ce ne elenca alcuni come ad esempio:
- An essay or modest proposal, of a way to encrease the number of people,
and consequently the strength of this kingdom (1693)
- Modest proposal for the more certain and yet more easie provision for the
poor (1696)
- Humble proposal of G.M. for making England Flourishing and happy.
È chiaro che il titolo A Modest proposal for preventing the children of poor people
from being a burden to their parents or country, and for making them beneficial to the
publick, non è pura abilità fraseologica ma una vera e propria burla di trattati
economici.
132 G. Wittkowsky, , Swift’s Modest Proposal: the biography of an early georgian pamphlet, in Journal of The
History of Ideas, Vol. 4, No. 1, Gennaio 1943, pp. 75-104
61
Quest’opera è intrisa di considerazioni sui problemi economici contemporanei al
nostro scrittore. Cerchiamo quindi di ritrovare all’interno del testo questi problemi. Il
primo che può essere preso in considerazione è il disaccordo di Swift con i Navigation
Acts (1663):
But, as to my self, having been wearied out for many years with offering vain,
idle, visionary thoughts, and at length utterly despairing of success, I
fortunately fell upon this proposal, which, as it is wholly new, so it hath
something solid and real, of no expence and little trouble, full in our own
power, and whereby we can incur no danger in disobliging England. For this
kind of commodity will not bear exportation, and flesh being of too tender a
consistence, to admit a long continuance in salt, although perhaps I could name
133
a country, which would be glad to eat up our whole nation without it.
Quando il narratore della Proposal dice che quel suo progetto non recherebbe danno
all’Inghilterra è facile cogliere il suo riferimento verso i Navigation Acts che, come
abbiamo visto, imponevano all’Irlanda di esportare solo sul territorio inglese. Altro
problema è quello dei poveri, della disoccupazione: Swift vede come speranza e fonte
di salvezza non solo per loro stessi ma anche per la nazione, la morte. E la sua
attenzione è rivolta non tanto ai poveri malati perché è più facile liberarsene proprio a
134
causa delle malattie , si interessa piuttosto dei bambini e dei poveri adulti che
continuano ad elemosinare, oppure delle donne che continuano a procreare e molte di
loro, senza un soldo, se ne vanno in giro in portantina (quindi il narratore sta alludendo
alla prostituzione). Per quanto riguarda la prostituzione, il narratore si ricollega ad un
fatto che gli è stato raccontato da un suo amico circa una ragazza che era stata prima
uccisa e poi venduta a fette e crede che tale metodo potrebbe essere utilizzato con
several plump young girls in this town, who without one single groat to their
fortunes, cannot stir abroad without a chair, and appear at a play-house and
assemblies in foreign fineries which they never will pay for; the kingdom would
135
not be the worse. riporta a un’idea
Anche il fatto che i loro vestiti vengano dall’estero molto cara a
Swift, che era appunto quella di utilizzare i prodotti irlandesi ed evitare l’importazione,
cosa che aveva consigliato anche agli ecclesiastici: vestirsi con stoffe rigorosamente
136
irlandesi . i bambini come merce, ma non solo dato che l’intera
La tendenza a considerare
popolazione veniva considerata tale, era un tema molto caro a Swift che, sebbene
133 J. Swift, A Modest Proposal
134 R. Capoferro, Leggere Swift, p. 109, ed. Carocci, 2013
135 J. Swift, A Modest Proposal
136 Wittkowsky, op. cit. 62
continuasse a far satira sui poveri, era attivo negli istituti di carità e cercava di aiutare i
137
più poveri tra i poveri irlandesi . Come affermò nella Proposal
But my intention is very far from being confined to provide only for the
children of professed beggars: it is of a much greater extent, and shall take in
the whole number of infants at a certain age, who are born of parents in effect
138
as little able to support them, as those who demand our charity.
Visto che ormai la statistica sembrava essere alla base di molti discorsi economici
anche il projector della Proposal la utilizzò accorgendosi anche che molti altri studiosi
avevano sbagliato alcuni calcoli. Portiamo a tal proposito un esempio di calcolo
avanzato nell’opera in questione:
It is true, a child just drop from its dam, may be supported by her milk, for a
solar year, with little other nourishment: at most not above the value of two
shillings, which the mother may certainly get, or the value in scraps, by her
lawful occupation of begging; and it is exactly at one year old that I propose to
provide for them in such a manner, as, instead of being a charge upon their
parents, or the parish, or wanting food and raiment for the rest of their lives,
they shall, on the contrary, contribute to the feeding and partly to the cloathing
139
of many thousands.
Sappiamo bene che con Proposal Swift non intendeva solo suggerire nuove
pietanze, ma risolvere anche il problema della sovrappopolazione, come abbiamo detto
già nel capitolo II di questa tesi. Il problema della sovrappopolazione per molti
non era un problema, anzi era una fortuna: dall’abbondanza della
mercantilisti
popolazione dipendeva la ricchezza di una nazione. Swift si occupa di questo
problema anche nei Travels quando i cavalli saggi preoccupati per la crescita
demografica decisero di limitare le coppie ad avere solo due figli. A questa decisione
dimostrò favorevole. Houyhnhnmland così come l’Irlanda e
Gulliver/Swift si
l’Inghilterra era sovrappopolata e bisognava trovare un rimedio perché la popolazione
viveva in uno stato di degrado. La popolazione era in uno stato di schiavitù. Ed è
che Swift definisce l’oppressione tanto in Irlanda
proprio con la parola schiavitù
quanto in Houyhnhnmland.
137 L. A. Landa, Swift and Charity, in The Journal of English and Germanic Philology 44.4 (1945), pp. 337-350
138 Wittkowsky, op. cit.
139 Ibidem 63
4.2 La schiavitù: uno stato naturale.
Lavorando ai Travels Swift fu preso da una appassionata battaglia letteraria per
l’indipendenza economica irlandese. Ci sembra ovvio dire che il regime di schiavitù
vigente nella terra dei saggi cavalli era molto simile al regime di oppressione imposto
dagli inglesi agli irlandesi. Gli irlandesi sembravano restare impassibili a quel dominio
e ciò faceva pensare a molti, compreso Swift, che ormai non solo il loro corpo avesse
140
accettato la schiavitù ma che anche la loro mente. Swift era giunto a due possibili
risposte a questo dilemma: forse gli irlandesi erano così servili a causa di un loro
difetto caratteriale che li portava ad accettare la sottomissione, oppure il loro istinto
alla ribellione era stato placato da una politica programmata a questo scopo.
Questa stessa domanda si può porre parlando di Yahoos. Swift ci presenta un
mondo in cui i cavalli sono più saggi degli umani e le creature con sembianze umane
sono come bestie. Ci si chiede se quello sia un processo biologico o solo un processo
causato da altre circostanze. Gulliver dice che in Inghilterra i cavalli erano saggi
quanto quelli di Houyhnhnmland ma che poi l’uomo li rese bestie, forse lo stesso si
potrebbe dire degli Yahoos: magari anche loro precedentemente erano stati saggi e
ragionevoli ma poi furono brutalizzati tramite una pianificata strategia. Se gli uomini
sono stati trattati costantemente come animali, forse la loro umanità è andata perduta.
La schiavitù sembra che abbia portato alla perdita dei diritti umani.
Swift, come possiamo leggere dal saggio di Ann Kelly, tratta spesso nelle sue
opere il tema dell’oppressione inglese sugli irlandesi: piuttosto che essere alla pari con
l’Inghilterra, l’Irlanda era sempre inferiore, era sempre una colonia e doveva sottostare
alle decisioni dei colonizzatori. In A Short View of the State of Ireland (1727/1728)
Swift afferma che gli irlandesi non hanno colpe perché non hanno la giusta guida per
potersi ribellare alla loro condizione di sottomissione. Secondo Swift è giusto che lo
schiavo lotti per la libertà ed è convinto che se l’uomo dovesse continuare a sottostare
a tale regime ogni concetto di libertà andrebbe perso. Nelle sue opere cerca sempre di
richiamare l’attenzione degli irlandesi cercando di scuoterli e di farli svegliare dal loro
stato di coma. Chiama l’Irlanda Land of slaves, una terra incapace di aprire gli occhi e
e lottare per l’indipendenza.
rendersi conto della sua situazione, ribellarsi per questa
La povertà aveva condotto queste persone allo stato animale, proprio come gli Yahoos.
Secondo Ann Kelly gli schiavi imprigionati fanno della schiavitù la loro natura. È
come se la sottomissione piuttosto che stimolare la popolazione alla libertà, alimenti la
perpetuazione della schiavitù. Secondo Swift gli irlandesi si autoinfliggevano
l’oppressione, per questo motivo Swift odiava, in un certo senso, gli irlandesi: avevano
accettato un regime di sottomissione che li aveva indotti ad assumere comportamenti
140 Ann Cline Kelly, Swift’s explorations of slavery in Houyhnhnmland and Ireland, PMLA, Vol. 91, No. 5, Ott.
1976, pp. 846-855 64
animali. Il fatto che in Houyhnhnmland la schiavitù rappresentasse uno dei pilastri che
reggevano l’ordine sociale, è cosa che deve far riflettere su cosa pensasse Swift
dell’organizzazione sociale irlandese: anche in Irlanda la schiavitù faceva da padrona,
gli irlandesi come abbiamo visto non venivano considerati poi così diversi dai selvaggi
delle colonie. Così come nella terra dei cavalli saggi anni di oppressione avevano
portato gli uomini a nutrirsi di carne in decomposizione, ad essere animali, a perdere
l’umanità; in Irlanda quella stessa oppressione aveva condotto alla povertà e alla
malattia spirituale. È come se gli Yahoos rappresentassero uno specchio per gli
irlandesi: di lì a poco anche gli irlandesi si sarebbero trasformati in vere e proprie
bestie. Quella trasformazione poteva essere bloccata, poteva essere deviata con la
forza di volontà alla ribellione, con la volontà di cambiare quella condizione. Gli
irlandesi accettavano quello che gli inglesi sceglievano per loro e così facevano gli
Yahoos che accettavano di mangiare carcasse perché gli venivano concesse come
unico cibo. Il cibo che mangiavano gli Houyhnhnms non era adatto agli Yahoos perché
non erano considerati esseri razionali, a loro venivano concesse, oltre alle carcasse, le
radici e le erbacce.
I cavalli saggi si erano posti lo stesso scopo che si erano posti gli inglesi:
distruggere le popolazioni che avevano sotto il loro dominio, indebolirle e sfinire la
141
loro condizione, annientarli risultava essere la soluzione più adatta . Se quelle
popolazioni erano così incivili perché non educarli, istruirli? È cosa ormai risaputa che
ai governanti le masse pensanti, razionali e istruite facevano paura: con la coercizione,
l’ignoranza, la brutalità si otteneva tutto con estrema facilità. E il bello stava nel fatto
che l’oppresso non sognava di essere libero, di lasciare la schiavitù ma sognava di
essere oppressore a sua volta: si tendeva ad assumere lo stesso comportamento
violento dell’oppressore. D’altronde questa è cosa che succede anche ai giorni nostri,
anche i cani più docili se picchiati sono portati a mordere successivamente. È quindi
ovvio sostenere che il problema della povertà e della barbarie irlandesi furono causati
dalla barbarità inglese.
141 Ann Cline Kelly, op. cit. 65
4.3 Scrivere per criticare.
Abbiamo visto che quando Swift scriveva non si poneva come unico obiettivo
142 . C’è molto di
quello di far ridere i suoi lettori: Swift intendeva anche criticare
diverso tra questo Swift e quello delle prime opere che si poneva come primo obiettivo
143 . D’altronde i lettori erano le persone istruite,
quello di far ridere la sua audience
magari erano quei projectors, quei politici, quei ricchi e potenti possidenti terrieri che
Swift criticava. Non possiamo neanche dimenticare che in A Tale of a Tub (1704),
144
Swift affermò che quell’autore scriveva per “those who were like himself” . E se il
suo scopo era appunto questo di infastidire, non come fa una zanzara ma come fa un
uomo che tenta di scoprire quanto progettavano gli inglesi per l’Irlanda, con A Modest
sembra essere riuscito nell’intento.
Proposal induce nel lettore uno stato d’ansia e
Più che rilassare, il testo della Proposal
malessere per le cose che racconta. Quanto può far ridere leggere una soluzione così
grottesca? Non può far ridere pensare di nutrirsi di bambini come possibile soluzione
al problema di una pressione demografica ormai insopportabile. Ma sicuramente
infastidirà quel lettore inglese che coglierà tra le righe che è proprio lui ad aver
consumato le terre d’Irlanda dei genitori di questi bambini e che ormai dopo essersi
nutrito, metaforicamente e ironicamente, di questi genitori ha sicuramente più diritto
sui loro figli. La lista dei metodi culinari affascina e diverte allo stesso tempo.
Ovviamente, come ci dice Robert Phiddian, sarebbe lecito trattando un tema come il
cannibalismo cercare di mantenere il più alto livello d’astrazione piuttosto che
145
scendere nei particolari : quei particolari avrebbero potuto in un certo senso
scioccare gli ascoltatori o lettori.
d’astrazione viene mantenuto da un altro autore che abbiamo già
Questo livello
citato diverse volte: Daniel Defoe. Anche Defoe avanzò una proposta di genocidio nel
1702 con The shortest way with the dissenters, e anche lui come Swift lo fece in
chiave ironica. Attraverso le metafore Defoe rende bruciare i dissenzienti la cosa più
naturale al mondo. A tal proposito citiamo un breve passaggio:
I answer, ‘TIS Cruelty to kill a Snake or a Toad in cold blood, but the Poyson of
their Nature makes it a Charity to our Neighbours, to destroy those Creatures,
not for any personal Injury receiv’d, but for prevention, not for the Evil they
have done, but the Evil they may do.
142 Swift affermò la stessa cosa in una lettera indirizzata a Pope del 29 settembre 1725 “the chief end I propose
to myself in all my labours is to vex the world rather than divert it”.
143 Richard I. Cook, The uses of saeva indignation: Swift’s Political Tracts (1710-1714) and his sense of audience,
in English Literature, 1500-1900, Vol. 2, No. 3, Restoration and Eighteenth Century (1962), Rice University, pp.
287-307
144 Ibidem
145 Robert Phiddian, Have you eaten yet? The reader in A Modest Proposal (1996) in Studies in English
Literature, 1500-1900, Vol. 36, No. 3, pp. 603-621 66
Serpents, Toads, Vipers, &c, are noxious to the Body, and poison the sensitive
Life, these poison the Soul, corrupt our Posterity, ensnare our Children, destroy
the Vitals of our Happyness, our future Felicity, and contaminate the whole
Mass!
Shall any law be given to such wild Creatures? Some Beasts are for Sport and
the Huntsmen give them advantages of Ground, but some are knockt on the
Head by all possible ways of Violence and Surprize
I do not prescribe Fire and Faggot, but as Scipio said of Carthage, Delenda est
Carthago, they are to be rooted out of this Nation, if we will live in Peace, serve
God, or enjoy our Own; as for the Manner, I leave it to those Hands, who have
146
a Right to execute God’s Justice on the Nation’s and the Church’s Enemies.
I dissenzienti vengono disumanizzati: la loro è una natura animale sulla quale non
hanno controllo. Il lettore non è portato a scegliere perché tutto è nelle mani di chi ha il
potere di eseguire la giustizia di Dio. Il fatto di riportare la storia di Cartagine è
significativo non solo perché ci mostra che Defoe era uno studente di latino, ma perché
alle fiamme Cartagine Roma prosperò: se l’Inghilterra avesse bruciato i
proprio dando
dissenzienti avrebbe ottenuto lo stesso risultato. Sotto questa maschera da studente di
latino, Defoe evita critiche e neutralizza la brutalità. Il proposer di Swift invece
discute in modo del tutto naturale di come cucinare carne di bambino. Come afferma
Phiddian nel suo saggio, proprio dove Defoe cerca di spegnere la satira, Swift la
accende.
Swift porta il lettore all’interno del suo inganno: lo porta al centro della
situazione, continua ad ingannarlo fino al punto in cui il lettore inizia a capire il suo
errore ed inizia a riflettere sulla condizione irlandese. Il testo è aggressivo, attacca e
rende vulnerabile il lettore. Swift espone il lettore ad una scelta morale, cosa che
Defoe non fa: deve scegliere tra risolvere la situazione o continuare a vivere
nell’oppressione fino al punto di mangiarsi l’un l’altro a causa della povertà. Swift
considera il lettore come razionale e capace di cogliere facilmente la satira, come
afferma in A Tale of a Tub:
There is one Thing which the judicious Reader cannot but have observed, that
some of those Passages in this Discourse, which appear most liable to Objection
are what they call Parodies, where the Author personates the Style and Manner
of other Writers, whom he has a mind to expose.
Swift qui smaschera tutte le sue opere e tutti i suoi personaggi. Non c’è bisogno di
o Gulliver c’è Swift, è lui
critiche che affermino che dietro il drappiere, il projector
146 Daniel Defoe, The shortest way with the dissenters, 1702
67
stesso ad affermarlo. Questo discorso ci riporta a quanto abbiamo affermato a
proposito degli uomini di scienza amici di Swift e al fatto che la loro amicizia gli fu
utile per studiarne la mente e gli atteggiamenti in maniera tale da far satira in modo
perfetto. E le sue satire sono così perfette che i lettori dei Travels sembra siano andati
147
a cercare Lilliput sulla carta geografica . Tanti altri fecero lo stesso con Proposal: ci
misero molto a capire che si trattava di una satira, che era tutto un inganno e che Swift
148
non intendesse sul serio cucinare bambini .
4.4 Le voci nella Proposal.
Se appunto come abbiamo detto Swift indossa delle maschere e in Proposal
indossa quella di un projector, dobbiamo vedere fino a che punto queste due voci sono
separate, quando parla Swift e quando invece è il proposer a parlare. Come dice David
149 nel suo studio su Swift, la chiave dell’opera sta nella voce del
Nokes proposer. È
sempre Nokes ad affermare che le due voci sono quasi indistinguibili perché i confini
che le distanziano sono così sottili da poter fare confusione. È il proposer a fare una
lista dei possibili vantaggi che la popolazione e la nazione trarrebbero dalla sua
proposta ed è invece Swift ad avanzare consigli culinari. È il proposer a farci capire
che il denaro ricavato dalla vendita di carne di bambino non resterà certo nelle mani
dei genitori ma finirà nelle mani di coloro che hanno il diritto di possedere quei soldi:
attraverso questa maschera Swift mostra il suo disdegno per il saccheggio che stavano
subendo gli irlandesi. La scelta del discorso economico non è una scelta casuale: tutti
quegli esempi, quei vantaggi, quei calcoli economici non fanno altro che far capire al
lettore l’avidità e la crudeltà dell’economia. Al centro del discorso c’è sempre il
vantaggio per i ricchi, nuove entrate per i ricchi e mai per i poveri: si parla di
150
benessere per i ricchi non di necessità per i poveri . I landlords divorano i tenants
piuttosto che proteggerli. Quel verbo divorare si lega ai sostantivi dear e proper perché
solo l’essere caro può indicare qualcosa che abbia valore economico. D’altronde quei
bambini così cari ai loro genitori possono essere cari anche come valore economico-
monetario.
La voce del proposer appare quella di un mercenario, è la voce della scienza
moderna che attraverso la legalità maschera l’inettitudine e l’ingiustizia, mentre la
voce di Swift è quella di un uomo ormai stanco e arrabbiato che ha già scritto altre
proposte ma che nessuna di queste è stata accettata, è la voce di un uomo che
aggredisce gli inglesi per aver ridotto gli irlandesi alla fame, per aver abusato di loro;
ma allo stesso tempo attacca gli irlandesi indiscutibili complici di quella sottomissione.
147 Phiddian, op. cit.
148 Wittkowsky, op. cit.
149 David Nokes ha trattato diversi autori del diciottesimo secolo e tra questi anche Swift nel libro Jonathan
Swift, a Hypocrite Reversed: a critical biography, Oxford University Press, 1985
150 Phiddian, op. cit 68
DESCRIZIONE TESI
Questa è una tesi che esplora una delle proposte meno conosciute di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi: Jonathan Swift. Se molti associano questo nome al solo Gulliver's Travels è giusto che si sappia di più, che si vada a vedere quanto quest'uomo sia stato coinvolto nelle vicende del suo paese e come abbia tentato di avanzare proposte (molte satiriche) per risollevare la condizione della popolazione. A Modest Proposal è un'opera satirica che cerca di scuotere la mentalità del tempo, un'opera che va contro un colonialismo mascherato (se non del tutto) nei confronti dell'Irlanda. A Modest Proposal è la voce di un irlandese (Swift) che non ci sta, che è stanco di soprusi e povertà.
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