Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 84
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 1 Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi - A Modest Proposal Jonathan Swift Pag. 81
1 su 84
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

55 E. Lombardo, CONSIDERAZIONI SU UN'EDIZIONE CRITICA FRANCESE DELLE "NATURAL AND

POLITICAL OBSERVATIONS" DI JOHN GRAUNT, in Genus, Vol. 41, No. 1/2 (Gen.-Giu. 1985), pp. 189-193

56 Le notizie su Malthus e il malthusianesimo, come degli altri autori che affrontarono lo stesso tema della

popolazione, sono state prese dal libro di P. Angerame La politica della popolazione e lo sviluppo umano, 2006,

ed. Nuova Cultura, Roma 30

alla manodopera: un terreno ricco e fertile poteva fornire non solo la sussistenza per gli

57

all’esportazione

abitanti ma anche materiale necessario . Secondo Malthus bisognava

porre dei limiti alla riproduzione, ad esempio, impedendo il matrimonio e quindi i figli

a chi era ancor privo di lavoro. In tal modo la popolazione sarebbe diminuita e avrebbe

capito che il loro non era uno standard di vita accettabile, così avrebbero iniziato a

lavorare e il salario in questa maniera sarebbe salito da solo. Ovviamente oltre ai freni

posti dallo stato ci sarebbero stati anche quei freni posti da Dio, come carestia o

epidemie. Malthus vedeva le Poor Laws un problema: queste avevano permesso ai

poveri un sussidio, quindi avevano aumentato il reddito delle famiglie e quindi i poveri

erano stati spinti alla procreazione. La popolazione così organizzata, senza freni,

risultava essere un problema e come tale bisognava risolverlo il più presto possibile.

Anche Walter Raleigh, in History of the World (1614), manifestò una certa

preoccupazione per la pressione demografica e credeva poco nell’efficienza di limiti

come astinenza prematrimoniale, posticipo dell’età matrimoniale o sterilità: quel

mondo così pieno non sarebbe stato salvabile neanche con fame, miseria, peste o

crimini. E Mandeville era dello stesso avviso ed espresse la sua reticenza verso i limiti

applicabili alla popolazione in The Fable of the Bees (1724). Tutta questa

preoccupazione sembrò svanire solo con la nascita del mercantilismo e con

l’affermazione che la popolazione è la ricchezza della nazione.

57 Swift’s economic views and mercantilism

L. A. Landa, 31

2.4 Poor Laws, a metà tra il bene e il male per la popolazione.

I poveri non potevano essere tutti uguali, non avevano tutti le stesse

caratteristiche. C’erano quei poveri che potevano lavorare, altri che invece volevano

ma non potevano perché infermi o perché mancava lavoro, tanti altri però non

volevano proprio lavorare e preferivano chiedere l’elemosina, rubare, accontentarsi di

piccoli crimini su commissione. È ovvio che tale popolazione non potesse essere certo

considerata una ricchezza per la nazione. Così la visione mercantilista della

popolazione come ricchezza di una nazione iniziò a subire qualche rivisitazione: i

mercantilisti affermarono che solo la popolazione effettivamente occupata costituiva la

ricchezza di una nazione perché contribuiva alla realizzazione del benessere

58

nazionale . A questo punto bisognava classificare i poveri e a questo avevano

provveduto le Poor Laws.

Secondo le Poor Laws i poveri venivano classificati nel seguente modo:

 Impotent poor, facevano parte di questo gruppo i malati, gli infermi, gli anziani

e i bambini orfani. Erano coloro che non potevano badare a se stessi e che di

conseguenza non potevano neanche lavorare.

 Able-bodied poor, a questo gruppo appartenevano i disoccupati che volevano

lavorare ma non trovavano occupazione.

 Idle poor, coloro che potevano ma non volevano lavorare.

 Vagrants o Beggars, chi preferiva rubare o elemosinare piuttosto che lavorare.

Senza fare distinzioni, le Poor Laws avevano concesso a tutti questi poveri dei sussidi

per mantenersi. Ovviamente nessun folle avrebbe cercato un lavoro quando lo stato gli

passava il pane gratis. Le Poor Laws risultarono essere un problema grande da

risolvere, molti pensarono alla loro sospensione e all’investimento di quel denaro per

occupare i poveri, per dare loro un lavoro, per permettere ai poveri di guadagnarsi col

c’era John

sudore e la fatica il pranzo o la cena. Tra gli oppositori alle Poor Laws

Townsend che nel 1786 pubblicò A Dissertation on the Poor Laws. Proprio in questa

sua opera possiamo cogliere la sua disapprovazione:

58 Wittkowsky, op. cit. 32

But what is most perplexing is, that poverty and wretchedness have increased in

exact proportion to the efforts in which have been made for the comfortable

subsistence of the poor. […] If laws alone could make a nation happy, ours

would be the happiest nation upon earth: idleness and vice could not exist,

poverty would be unknown, we should be like a prosperous hive of bees, all

would have enough and none too much. The reverse of this we find to be the

case: the poverty and vice prevail, and the most vicious have access to the

common stock. Under the best administration, the laws relating to the poor give

occasion to much injustice, under the worst, they are too often the instruments

of oppression and revenge. The natural tendency of those laws is to increase the

number of the poor, and greatly to extend the bound of human misery. Tacitus

puts into the mouth of the emperor Tiberius “hope and fear are the springs of

industry”. It is the part of a good politician to strengthen these: but our laws

weaken the one and destroy the other. […] Their hopes and fears should center

in themselves: they should have no hope but from their own sobriety, diligence,

fidelity and from the well-earnt friendship of their employers, and then their

only fear would be the fear of forfeiting by their misconduct, that favour and

protection which would be their principal resource in times of sickness and

59

distress.

Townsend attaccava non solo i governanti ma anche i poveri che non facevano altro

che legarsi ai loro vizi e alla loro pigrizia, raccomandandosi al fato per ottenere un

tozzo di pane. Il suo era un invito a non agevolare i poveri ad essere viziosi, perché era

questo che le Poor Laws stavano facendo, ma educare questi poveri alla laboriosità.

Townsend ovviamente non credeva nelle leggi che non avevano fatto altro che

proporre visioni utopiche di benessere nazionale e lo stesso accadeva con i projects

che appunto risultavano essere solo sogni. Per questa sua disapprovazione

dell’assistenza ai poveri Townsend è stato considerato uno dei precursori di Malthus.

59 J. Townsend, A dissertation on the Poor Laws, 1786, ed. Gale Ecco, Print Editions (Giugno 2010)

33

Come abbiamo detto anche Mandeville nel 1724 con The fable of the Bees

espresse la sua contrarietà verso le Poor Laws, criticandone diversi aspetti. Uno di

questi era l’istruzione dei poveri. Mandeville era contrario alle scuole di carità che

venivano finanziate dallo stato per far studiare i figli dei poveri. Afferma che se tutti

avessero iniziato ad istruirsi nessuno sarebbe stato più disposto a fare lavori pesanti

60

come lavorare in fabbrica o lavorare la terra . Finanziamenti di questo genere furono

proposti da Adam Smith nel 1776 con il suo lavoro La ricchezza delle nazioni. Le

scuole sarebbero state mantenute con i soldi dei privati e i soldi pubblici. Cioè, se i

genitori ricchi erano interessati all’educazione dei loro figli allora sarebbero stati

disposti a pagare per questo. Per le scuole dei poveri Smith chiedeva dei

contrario all’educazione di tutti scrisse nella sua

provvedimenti allo stato. Mandeville

favola:

In un paese, dove non si possono avere schiavi, il benessere sicuro è disporre di

una moltitudine di laboriosi poveri, utili nelle flotte, nelle armate e

nell’industria. E non sarebbero solo poveri, vivrebbero anche nelle più

61

spregevoli condizioni. Sarebbero non solo poveri, anche ignoranti.

Mandeville sul piano economico sosteneva l’autonomia della politica dalla morale.

La sua opera fu considerata uno scandalo. Basata sul dibattito che opponeva le

ragioni dell’economia a quelle della morale, l’opera mandevilliana finì per

avanzare i pensieri libertini sul lusso. Secondo Mandeville un libertino che agiva

per soddisfare le sue necessità, per seguire i suoi vizi, offriva anche lavoro perché

l’economia, faceva circolare denaro. Mandeville confessò quello che

muoveva

nessun altro aveva osato confessare: attraverso il vizio la società fiorisce, la virtù

62

non fa bene al progresso . Il nostro autore racconta la storia di un alveare felice,

ammirato e temuto da tutti che sembra essere proprio quella virtuosa Inghilterra

seicentesca, dove il vizio dilagava ovunque e seppur le leggi tentassero di

reprimerlo per molti versi lo consentivano. E Mandeville richiama Socrate quando

dice che lo stato perfetto è uno stato in cui il vizio è consentito, in cui la

60 C. De Boni, Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo, 2009.

61 B. Mandeville, The fable of the bees, 1728, ed. consultata Mandeville B., Hundert E. J. (a cura di) The Fable of

the Bees and other writings, Hackett Publishing, 1997

62 C. Sini, Introduzione a La favola delle api, ed. BUR, Rizzoli 2011

34

popolazione ama il lusso e dove la giustizia fra i cittadini è qualcosa di difficile da

63

realizzare . ***

Le opere trattate fino a questo momento possono essere considerate come

sfondo all’opera di Swift A Modest Proposal, seppur molti testi siano stati scritti

dopo ci sono stati utili per capire meglio qual era l’attitudine verso la popolazione

prima e dopo di Swift. In Proposal troveremo critiche sulla massima la

popolazione è la ricchezza di una nazione. Troveremo riferimenti riguardanti le

Poor Laws come riferimenti riguardo le pessime condizioni in cui vivevano i

poveri. Troveremo la critica sui projects e projectors che non fecero altro che

quest’opera, diversi

imbottire i libri economici di utopia. Swift non scrisse a caso

furono i motivi: la scrisse per far svegliare i cittadini irlandesi, ma anche e

soprattutto per fare ‘parodia degli scritti d’ispirazione mercantilista che si

prefiggevano di risollevare l’economia inglese o irlandese attraverso l’incremento

demografico o la messa a profitto della popolazione meno abbiente’ (Capoferro,

64

2013) . Approfondimenti su questi temi e quindi una focalizzazione su Proposal

verranno esposti nei capitoli successivi. ***

63 Ibidem.

64 R. Capoferro, Leggere Swift, p. 109, ed. Carocci 2013.

35

2.5 Economicamente coinvolto.

iniziò ad interessarsi all’economia irlandese quando vide che questa era in

Swift 65

grave pericolo e soprattutto quando si rese conto che ormai tutto era in mani inglesi .

Tutti gli atti discriminatori di cui abbiamo parlato venivano visti dagli inglesi come

a servire l’interesse economico dell’Inghilterra: da buona colonia, l’Irlanda

necessari 66

doveva accettare quelle restrizioni. Come

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
84 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanity_90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura Inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Capoferro Riccardo.