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Simone de Beauvoir
Solo nel 1979, ma scritta in gioventù e rimasta a lungo inedita. Il secondo e il quarto fanno ampio ricorso al monologo interiore, utilizzandolo soprattutto per mostrare le dinamiche della malafede, cioè della tendenza a mentire a se stessi.
Nel secondo racconto, intitolato Chantal, il monologo si svolge attraverso un diario. Chantal Plattard si presenta come un personaggio che critica la mentalità “ristretta” emancipato, una giovane professoressa di Rougemont, la cittadina di provincia in cui insegna; ma in effetti è diversa da come si presenta, concentrata sul proprio interesse e incapace di emanciparsi davvero. Il racconto alterna le pagine del suo diario ad altre narrate in terza persona; la donna evidenzia le difficoltà iniziali incontrate per adattarsi al nuovo stile di vita, in una cittadina in cui si sente sola ma anche annoiata poiché si tratta di un ambiente non frenetico ma ostacolante: «Soffoco; ho
L'impressione di trovarmi dentro una tomba" 3. Chantal stabilisce ottimi rapporti con le sue studentesse, in particolare con Monique e Andrée, due ragazze molto sveglie, che apprezza a tal punto da considerarle quasi sue amiche nonostante l'evidente differenza d'età; invece, non riesce a fare amicizia con le colleghe, che reputa eccessivamente retrograde. Quando Monique le fa notare che non è sempre apprezzata per i suoi atteggiamenti, prima mente a se stessa sostenendo che 1 Cfr. S. de Beauvoir, Lo spirituale un tempo (1979), Torino, Einaudi, 1980. E. Biagini, Simone de Beauvoir, Firenze, La Nuova Italia, 1982, p. 31, giudica il testo, più che una raccolta, un racconto-romanzo, visti i legami tra le storie delle cinque protagoniste. Verdad, mala fe y situación de la mujer en "Le deuxième sexe" y "La 2 Secondo A. Ariño Verdú, femme rompue", "Agora: Papeles de filosofía", 28,
1, 2009, p. 52, il concetto rimanda al passaggio dalla trascendenza all'immanenza, degradazione che può essere autoinflitta oppure causata da altri: nel primo caso si parla di malafede mentre nel secondo di oppressione. Cfr. inoltre M. Smaldone, E. Carrizo Villar, Intersticios literario-filosóficos en La mujer rota de Simone de Beauvoir, "Descentrada", 6, 1, 2022, p. 8: la nozione di malafede deriva dalla filosofia di Sartre, che la vede come tentativo di "sfuggire" da un sentimento di angustia.3 Cfr. S. de Beauvoir, Lo spirituale un tempo, cit., p. 46.
62 non è poi così importante piacere a tutti, poi riconosce che non essere stimata in fondo le provoca dispiacere. Il testo sottolinea "Non le piaceva non piacere"; indica che non è così noncurante del pensiero altrui. L'alternanza tra la prima e la terza persona permette di scoprire i suoi reali sentimenti. dell'epoca a Attraverso di lei Beauvoir
mostra la tendenza di molte donne in favore dell'emancipazione dichiararsi astrattamente femminile, ma quando emergono delle "complicazioni" che richiederebbero una mentalità aperta, a tirarsi indietro, temendo di essere ritenute "sovversive" rispetto a una morale sociale, che non può non essere tenuta in considerazione. L'intreccio prende una piega drammatica: Monique rimane incinta, senza averlo pianificato, del suo ragazzo Serge a cui però non si vuole legare per la vita poiché si è resa conto di non amarlo davvero. Una volta che si trova con le spalle al muro, la sua migliore amica Andrée la costringe a confidarsi, e appena scopre la gravidanza le propone di chiedere aiuto a Chantal, che finora si è dimostrata di ampie vedute e che appare grado di darle un consiglio utile su come risolvere il problema senza doversi sposare. Ma quando le racconta tutto, le chiede un consiglio, eIpotizza la possibilità di un aborto, ha una replica che non si sarebbe mai aspettata: "«Ma che influenze subisce, lei? Non ha alcun senso morale? E’… è mostruoso!»".
Per Chantal la situazione è chiara: Monique si è comportata in modo deprecabile, la cosa va nascosta per rispetto delle regole, e l’unica soluzione è che si sposi il prima possibile nonostante non voglia. Inoltre si sente a disagio perché ha fino ad allora favorito la relazione tra i due ragazzi, convinta che si trattasse di un idillio innocente, e pensa che l’abbiano presa in giro: "«Che risate doveva essersi fatto Serge, sentendola approvare le sue rivolte e la sua intransigenza»".
Pensa innanzitutto a salvare la propria reputazione e a non essere compromessa, si mostra da cui le ragazze l’avevano tutto soggetta a quelle convenzioni sociali ritenuta libera.
4 Ivi, p. 52.
5 Ivi, p. 77.
6 Ivi, p. 79.
Oltre a mentire agli altri
facendosi credere qualcosa che non è, mente anche a se stessa pensando di essere diversa dalle insegnanti di provincia a suo avviso tanto retrograde; ma quando bisogna agire davvero in favore della libertà di scelta delle donne indietreggia e quindi dimostra con il suo atteggiamento di essere uguale a tutte le altre. Mette anche lei al primo posto l'apparenza e l'ipocrisia sociale, considera anche lei l'aborto un "omicidio"; non si discosta dall'opinione comune praticamente in fondo perché ancora non sa "esporsi in difesa" di se stessa e dei diritti delle donne. Nel quarto racconto, intitolato Anne, il primo capitolo e poi di nuovo il quarto sono scanditi dalle preghiere della madre di Anne, la signora Vignon; anch'esse dei monologhi contraddistinti dalla malafede, perché mentre la donna si rivolge a Dio, convinta di comportarsi come una perfetta cristiana, intercala continuamente alle espressioni devote.Considerazioni in cui risulta la classica signora borghese, sottomessa alle convenzioni e alle ipocrisie sociali. Prega perché le figlie si sposino, si mostra preoccupata per Anne a causa di alcune lettere che le ha inviato Pascal, un ragazzo irreprensibile ma che non può sposarla subito; la madre decide di mettere fine a questa loro corrispondenza e per farlo deve "aprirle gli occhi, fare appello alla sua; usa la morale cattolica per "preservare" l'onestà, alla sua dirittura morale" la purezza di Anne. È altrettanto infastidita dalle esitazioni di Lucette, la figlia maggiore, sul suo prossimo fidanzamento, pensa che se non si sposa la sua sola alternativa sarà il convento: "Che si faccia suora, ma zitella non è una vocazione". Per lei infatti una donna si definisce solo se adempie ai suoi doveri di sposa e madre. Durante un acceso confronto la signora ricorda ad Anne che in quanto cristiana deve attenersi a un adeguato
comportamento per non essere condannata da Dio e non commettere peccati ma che in ogni caso le apparenze devono essere mantenute a tutti i costi: «Vivi nell’anarchia morale più completa; se la tua coscienza se ne accontenta, sono affari tuoi;7 Ivi, p. 104.8 Ivi, p. 105. 64 9al di fuori, cerca di comportarti correttamente» . Alla fine Anne viene un po’ solacostretta ad adeguarsi ai voleri della madre; per potere rimanere ed evitare un soggiorno sgradito presso amici di famiglia deve addirittura darsi un colpo di accetta sul piede. L’alternanza tra i punti di vista dei personaggi lascia in sospeso domande che via via si chiariscono; si capisce infatti solo a un certo punto che è stata la ragazza a infliggersi l’infortunio solo per non essere asfissiata dalla madre con i doveri e le apparenze sociali: «In casa mia, il peggiore dei 10 comportamenti è prestare il fianco ai sospetti, è la loro mania» . Il racconto si conclude.Tragicamente, dopo una crisi di nervi, Anne si sente male e muore pochi giorni dopo il ricovero in ospedale. I medici parlano di un probabile tumore per cui non si sarebbe potuto fare nulla, ma Chantal, che compare anche in questo racconto in quanto amica di Anne, la "Non credeva alla faccenda del tumore; se l'erano pensata diversamente: inventata quei due per mettersi la coscienza in pace. Anne era morta di un'amica malamore". Il personaggio e la sua storia sono ispirati a Zaza, dell'autrice, morta improvvisamente a causa di una malattia misteriosa ma soprattutto vittima dell'eccessiva rigidità morale della madre, che ha ostacolato una sua storia d'amore. Dopo la scomparsa di Anne la madre si rivolge di nuovo a Dio, ma riesce solo in parte a riconoscersi responsabile della sua sofferenza: "Doveva proprio venirle da me tutta quella pena, Signore! Proprio io dovevo affrettare la sua fine! Se avessi saputo che era ammalata..."
Come in tutta l'opera di Beauvoir la scrittura ha un ruolo importante; la corrispondenza e le lettere lasciate da Anne rappresentano per la madre l'ultimo mezzo per capirla davvero e sentirla più vicina. Ma questo tentativo di redenzione non basta per farla sentire meglio; si rifugia perciò di nuovo nella malafede, fingendo con se stessa di essere parte di un progetto divino in cui lei è stata solo una pedina:
"Come potevo sapere che quello che va bene per gli altri non andava bene per lei, mio Dio? Non sono che una delle Tue umili serve e mi avevi affidato una santa! Dio, Tu lo sai, ho agito"
(Ivi, p. 110)
(Ivi, p. 123)
(Ivi, pp. 148-149)
Cfr. L. Appignanesi, Simone de Beauvoir, Londra, Haus Publishing, 2005, p. 23. Zaza si era innamorata di Maurice Merleau-Ponty, poi celebre filosofo, ma i genitori si erano opposti al matrimonio, dopo aver saputo che era figlio di un'unione illegittima.
S. de Beauvoir, Lo spirituale un tempo, cit., p. 145.
secondo coscienza; se non hai voluto illuminarmi dipiù vuol dire che quelle prove erano necessarie per la sua gloria, per la Tua gloria,14Signore. Sono stata solo uno strumento nelle Tue mani» .spiritualismo e l’ateismoLo sono entrambi usati per accettare egiustificare la morte di Anne. Sempre in contraddizione con se stessa,Chantal biasima la madre dell’amica; ma da parte sua non è stata in grado dioffrirle un vero modo per sentirsi libera.Il confronto tra il punto di vista della madre di Anne e quello di Chantal,l’incoerenza che le caratterizza entrambe,mette in luce la loro incapacità diassumersi le proprie colpe. Tutte e due mentono a se stesse per appariremigliori di quello che sono.4.2 Tra monologo interiore e narrazione classica: Les Belles ImagesLes Belles Images, romanzo del 196