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Hezbollah dirottarono un aereo della TWA diretto da Atene a Roma, con a bordo 100

passeggeri statunitensi. Le richieste del Partito di Dio (o di Teheran) implicavano il

rilascio di 766 soldati sciiti detenuti dalle forze israeliane, e alla fine trovarono un

accordo circa il rilascio di 725 ostaggi, senza vittime. Il secondo dirottamento motivo

di interesse fu quello di dicembre 1986, questa volta quattro sciiti dirottarono un aereo

diretto da Baghdad in Arabia saudita, ma l’esplosione di una granata nella cabina di

comando fece schiantare l’aereo, uccidendo quasi tutti i passeggeri e due dei terroristi.

Altri dirottamenti furono compiuti su aerei di linea kuwaitiani, tutti col fine del rilascio

degli ostaggi (Cragin et al. 2005, p43).

Una parte della strategia di guerriglia che caratterizza da sempre, e ancora oggi,

Hezbollah è quella dell’utilizzo sopraffino degli ordigni esplosivi improvvisati (in

inglese IED, Improvised Explosive Devices). Il Partito di Dio è solito piazzare questi

ordigni lungo le strade principali, dove le truppe israeliane transitano, e sono usati sia

come segnale per dare inizio ad un assalto, per poi ritirarsi, oppure solamente per

creare danni e ferire i soldati nemici. Nelle zone montuose del Libano gli IED sono

camuffati come rocce e pietre, rendendoli di fatto invisibili. Questi ordigni hanno

subito, negli anni, un importante evoluzione. Infatti, inizialmente erano detonati

tramite cavo, con un soldato addetto nelle vicinanze incaricato del compito di

azionarlo, rendendo difficile il processo di piazzamento, aumentando il rischio di

72 Trans World Airlines, compagnia aerea statunitense

38

essere scoperti. Inoltre, l’IDF sviluppò un sistema “taglia-cavo” da equipaggiare sui

veicoli, rendendo inefficaci gli IED. Si arrivò così all’implementazione dei radio-

detonatori, neutralizzati però dai disturbatori di frequenza (i c.d. Jammer), oppure fatte

saltare direttamente dall’IDF utilizzando le stesse frequenze radio di Hezbollah. Si

passò allora all’utilizzo dei cellulari, prima singolarmente e dopo in coppia, ma senza

particolari successi. Oggi gli IED sfruttano o un sistema di fotocellule ad infrarossi,

oppure sono detonati da computer che utilizzano segnali multifrequenza, oppure

ancora utilizzano dei detonatori con dei dispositivi scrambler, in grado di criptare la

ricezione e la trasmissione dei segnali. Di importante analisi è anche la strategia delle

cosiddette seven minute bombs. Questo tipo di bomba si compone di due o più ordigni,

una volta detonato il primo un timer di sette minuti parte, e al termine del tempo

vengono detonati anche gli altri. In questa maniera le truppe colpite dal primo ordigno

sono ancora alle prese con i danni subiti quando gli altri esplosivi vengono detonati,

aumentando ancora di più il totale dei danni. Hezbollah utilizza anche degli ordigni

trappola, facilmente visibili, così da attirare l’attenzione delle forze israeliane per poi

detonare altri IED disposti nelle vicinanze. Non sono rare nemmeno le mine

73

claymore contenenti viti, chiodi e pezzi metallici tra gli IED del Partito di Dio

(Cragin et al. 2005, p49; Mulhern 2012, pp54-55). La dottrina di guerriglia di

Hezbollah risulta molto chiara da questa serie di strategie, tutti non implicanti

particolari equipaggiamenti o unità speciali, ma invece volte a massimizzare

l’efficienza di ciò che Hezbollah ha, e aveva, a disposizione.

La strategia di Hezbollah, e anche il suo carattere politico, però cambiarono in maniera

importante con la fine della guerra civile libanese. Dopo il ritiro definitivo dell’OLP

con l’Operazione Pace in Galilea e l’ingresso in campo di Amal ed Hezbollah il paese

dei cedri non smetteva di essere fragile e tempestato dal conflitto. L’arrivo della già

citata Forza Multinazionale, e il suo ritiro dopo pochi mesi dà una forte dimostrazione

della gravità della situazione del Libano negli anni ’80. Nella seconda metà del

decennio tante piccole guerre caratterizzarono l’andamento del conflitto civile. Le

fazioni in gioco, sempre numerose, comprendevano i Cristiani maroniti, in guerra con

73 Una mina antiuomo direzionale detonata da remoto

39

le fazioni dei musulmani drusi, le forze siriane a supporto di Amal negli scontri contro

le ultime sacche di resistenza palestinese e, in generale, i gruppi armati di sinistra, e

infine l’IDF, impegnato in azioni di contro-guerriglia messa in atto da Hezbollah.

Israele optò anche per la creazione di una “zona sicura” di circa 850 chilometri quadrati

nel Sud del paese. Negli anni finali del conflitto civile tre sono le cose da analizzare:

la prima è lo scontro tra Hezbollah ed Amal per il controllo della comunità sciita nella

cosiddetta “guerra dei fratelli”; la seconda è la presa di potere del cristiano-maronita

Michael Aoun in seguito all’assassinio, nel giugno 1987 di Rashid Karami; e la terza

è proprio la “guerra di liberazione” di Aoun combattuta contro le forze siriane e che

portò agli accordi di Ta’if e, quindi, al termine formale della guerra civile libanese

(Paul et al. 2013, pp389-391). Gli accordi di Ta’if furono firmati il 22 ottobre 1989,

nell’omonima città saudita dai leader delle comunità dei cristiani-maroniti, dei

musulmani sunniti, sciiti e drusi tramite la mediazione dell’Arabia saudita,

dell’Algeria, del Marocco e della Lega araba. Tali accordi prevedevano la

riaffermazione della sovranità libanese sul proprio territorio, dopodiché un riequilibrio

dei poteri all’interno del mosaico parlamentare e governativo e infine il ritiro di tutte

le truppe straniere dal pese e il completo disarmo di ogni forza nel paese dei cedri,

eccezione fatta per Hezbollah, ritenuta necessaria nella guerra contro il nemico

74

sionista (Hiro 1993). E di fatto nonostante il termine della guerra civile il Partito di

Dio continuò la sua campagna di scontri contro Israele, evolvendo però in questa

seconda fase, la propria strategia.

La prima novità di Hezbollah negli scontri degli anni ’90 è sicuramente l’utilizzo,

molto simile all’OLP, di razzi lanciati dalle postazioni a Sud verso il confine con

Israele. A partire dal 1992 il Partito di Dio utilizzò diversi modelli di missili Katyusha

distinti in base a tre caratteristiche: raggio, testata e peso. I razzi erano da 107 o da 122

75

mm e venivano, almeno inizialmente, singolarmente lanciati dai treppiedi nelle

postazioni individuali, facili da montare e smontare così da garantire una ritirata

76

veloce. Successivamente iniziarono a lanciare i Katyusha con il lanciarazzi multiplo

74 Le dinamiche degli scontri e dei rapporti politici in questi anni sono state semplificate per motivi di

spazio, per approfondimenti vedi Hiro 1993

75 Solitamente quelli da 122 mm erano i Type-81cinesi

76 Vedi nota 35 40

BM-21 Grad. L’Iran forniva al Partito di Dio anche missili Fajr-1, sempre da 107 mm

e anche i lanciarazzi multipli Haseb, che garantivano un raggio massimo di dieci

chilometri. Tra gli altri missili terra-terra non guidati Hezbollah disponeva anche dei

Falaq-1 iraniani da 240 mm, con un raggio simile ai precedenti, e i Falaq-2, più grandi

77

e potenti con un diametro di 333mm . Durante i primi anni di utilizzo dei missili non

guidati Hezbollah non necessitava di equipaggiamenti particolarmente sofisticati, i

quali verranno forniti solamente dagli anni 2000. Infatti, oggi il Partito di Dio dispone

di missili molto più potenti come i Fajr-3, i Fajr-5, gli Zelzal-1 e Zelzal-2 da 610 mm

e con un raggio di 160 chilometri e anche i Fateh-110 da 500 mm con raggio da 300

chilometri. Oltre a questi oggi la dotazione comprende missili costieri antinave guidati

C-802 Noor e anche gli Yakhont russi. Da aggiungere all’equipaggiamento sono

78

sicuramente i missili anticarro RPG-29 , AT-3 Sagger, AT-4 Spigot, AT-5 Spandrel tutti

sovietici, AT-13 Saxhorn-2, AT-14 Spriggan russi e anche il BGM-21 TOW

statunitense. Infine a livello di missili antiaereo Hezbollah dispone dei Misagh-1,

Misagh-2, ZU-23, SA-7 Grail, SA-8 Gecko, SA-14 Gremlin sovietici e i SA-16 Gimlet,

79

SA-17 Grizzly, SA-18 Grouse, e SA-22 Greyhound russi (Mulhern 2012, Tab.4.1

pp56-58; Missiles and Rockets of Hezbollah su Missilethreat.csis.org). I missili

lanciati durante gli anni ’90, tuttavia, non erano precisi e particolarmente tecnologici,

e venivano quindi utilizzati come mezzo di guerra psicologica contro Israele, si

contano circa 4000 missili lanciati tra il 1990 e il 2000 (Sousa 2014, p6). È stato

stimato un danno economico pari a 46.7 milioni di dollari statunitensi causato

solamente da una campagna di bombardamenti di 16 giorni nel 1996, tramite l’uso di

80

soli Katyusha (Gabrielsen 2014, p261), e sommato all’enorme pressione psicologica

che i raid incutono sulla popolazione e sul governo è possibile affermare che la

strategia, come già accaduto per l’OLP, di lanciare i razzi funzionava e funziona ancora

oggi.

77 Spesso l’Iran prendeva i dispositivi cinesi e sovietici e ne copiava il progetto così da produrli in

autonomia

78 L’RPG-29 ha maggiore precisione e raggio rispetto all’RPG-7 (RPG-29 su Weaponsystem.net)

79 I nomi utilizzati per l’equipaggiamento anticarro e antiaereo è quello scelto dalla NATO, i nomi

originali sono diversi

80 Anche dovuto alla sospensione delle attività lavorative delle persone. È quindi altissima la cifra dei

danni che questa strategia può portare 41

Altre tattiche di guerra psicologica utilizzati da Hezbollah riguardano la registrazione

di video di alcune offensive prive di valore strategico, ma con grande impatto visivo

81

per poi essere trasmesse alla popolazione tramite la televisione nazionale . Oppure i

bombardamenti a vuoto molto vicini a obiettivi strategici, così da tenere all’erta l’IDF,

esattamente come espresso nel punto numero otto dei 13 principi elencati prima.

Hezbollah utilizzava anche le enti televisive israeliane contro Israele stesso, tramite

operazioni studiate appositamente per mettere in cattiva luce le azioni dell’IDF contro

magari nemici indifesi. Infine non mancavano anche le minacce dirette al nemico,

pubblicate dai canali di propaganda del Partito e che fomentavano la motivazione della

popolazione a supporto di Hezbollah (Gabrielsen 2014, pp259-260). Esattamente

come l’OLP anche il Partito di Dio utilizzava (e usa tutt’ora) sia tunnel, sia bunker. Un

documento pubblicato dall’IDF nel 2011 afferma di aver scoperto circa 550 bunker,

300 postazioni di ascolto e 100 depositi nascosti (Bressan 2012, p45). Un altro

interessante dato, fornito sempre da Gabrielsen, riguarda l’aumento, nel periodo di

tempo compreso tra aprile 1994

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Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

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