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ANALISI DEI RAGGRUPPAMENTI
1) Heineken & Peroni
La loro redditività è media, sono imprese che puntano sul volume attraverso birre standard. La struttura ha dei costi fissi alti e vi sono economie di scala. Sono imprese molto focalizzate sulla strategia dei costi.
2) Ab InBev
Non producono in Italia, non ci sono stabilimenti produttivi e questo spiega il ROI. Il capitale investito sarà dunque molto più basso. Punta su marchi premium e politica commerciale, sacrificando meno i margini.
3) Carlsberg & Menabrea
Con una redditività media, fanno solo birra e non possono beneficiare di sinergie di gruppo. Le strategie di differenziazione attraverso prezzi più alti e immagini de brand.
4) Castello
Redditività superiore ad Heineken, quasi come quella di Peroni, pur essendo una realtà molto piccola. Lavora su un'area geografica ben presidiata.
Conclusioni sul settore/ Opportunità che mi offre il mercato per migliorare la mia
posizione- Oggettivamente, il settore della birra in Italia non ha una redditività altissima ma nonostante questo, rispetto ad altri paesi, c'è ancora margine di crescita. La reputazione della birra italiana è molto buona e ci sono ancora spazi nei segmenti premium-. Per i settori piccoli ci sono delle possibilità ma si guadagna poco.- Le opportunità che si aprono sono di un'azienda italiana stratificata premium (come Castello) che potrebbe interessare a Kirim, leader globale giapponese non presente in Italia che può offrire grandi opportunità di sviluppo. Un altro target potrebbe essere un brand locale forte come Peroni.
2.2 LE STRATEGIE COMPETITIVE DI BASE
L'analisi delle strategie competitive di base assume come punto di partenza l'analisi del settore, che è volta ad individuare le cause che spiegano:
- La redditività media del settore in un certo periodo (espressa come rapporto tra risultato operativo del
La variabilità della redditività del settore da un gruppo di aziende all'altro, nello stesso periodo
La variabilità della redditività media del settore in periodi successivi (al trend di medio-lungo periodo).
2.2.1 IL CONCETTO DI VANTAGGIO COMPETITIVO
Il vantaggio competitivo è una condizione di superiorità rispetto alla media dei concorrenti nella redditività del capitale investito di medio-lungo periodo. Si fonda su una condizione di vantaggio rispetto ai concorrenti basata sul prezzo di vendita (vantaggio competitivo di prezzo) o sui costi di produzione (vantaggio competitivo di costo) intendendo per costi di produzione non solo quelli industriali ma tutti quelli sostenuti per l'esercizio delle attività aziendali.
COSA NON È IL VANTAGGIO COMPETITIVO
Il vantaggio competitivo non è il vantaggio ottenuto dal punto di vista della
“customersatisfaction”. Ai fini del vantaggio competitivo, la customer satisfaction è condizione necessaria, ma non sufficiente. Il vantaggio competitivo di prezzo presuppone che:
- La redditività del capitale investito sia superiore alla media del settore nel medio-lungo periodo
- I prezzi di vendita siano maggiori rispetto al prezzo medio dei concorrenti (si dice nel caso che l’azienda in vantaggio gode di premium price che scaturisce un price premium rispetto alla media dei concorrenti)
- I costi di produzione non presentino, rispetto ai costi di produzione dei concorrenti, una differenza tale da compensare il premio ottenuto nei prezzi di vendita.
Queste tre condizioni presuppongono a loro volta tre condizioni ulteriori:
- Che il prodotto o il servizio offerto sia in certa misura percepito e apprezzato come unico: se così non fosse, non sarebbe venduto ad un prezzo maggiore
- Che le attività svolte all’interno dell’azienda presentino
offerto sia percepito e apprezzato come idoneo a soddisfare i bisogni fondamentali del target di clientela a cui è destinato: se così non fosse, non sarebbe preso in considerazione e non sarebbe venduto (o sarebbe venduto a condizioni penalizzanti per il produttore)
Che le attività svolte all'interno dell'azienda presentino elementi di unicità rispetto a quelle dei concorrenti: se così non fosse, i costi non potrebbero essere inferiori a quelli di tutti i concorrenti pur salvaguardando i requisiti di accettabilità del prodotto da parte della clientela di riferimento
Che le attività svolte per produrre e offrire il prodotto siano coerenti con le aspettative dei clienti e al proprio interno: se così non fosse il prodotto o il servizio non risulterebbero vendibili se non a condizioni penalizzanti o i costi sarebbero eccessivi in rapporto al prezzo ottenuto. In ognuno dei due casi, l'azienda non otterrebbe una
redditività del capitale investito superiore a quella dei concorrenti di medio-lungo periodo. Il vantaggio competitivo di costo si distingue da quello di prezzo per due aspetti:- La condizione di vantaggio è definita rispetto a tutti i concorrenti di riferimento e non rispetto alla media.
- Il fatto di non presupporre l'unicità del prodotto/servizio, in molti casi le strategie fondate sul vantaggio di costo si affermano proprio nei settori dove i prodotti presentano opportunità di differenziazione relativamente minori.
LA SCELTA FRA I DUE VANTAGGI È INDISPENSABILE
Solo in casi eccezionali o transitori è possibile godere di entrambi i vantaggi:
- Quando il leader ha un vantaggio competitivo molto elevato dovuto a quota di mercato o interrelazioni;
- Quando un concorrente introduce per primo una innovazione radicale;
- Quando tutti i concorrenti sono bloccati a metà del guado (ma in questo caso tutti conseguono redditività insufficienti,
è per lo più una situazione transitoria)
2.2.2 L’IMPATTO DELLE POLITICHE DI PREZZO SUL POSIZIONAMENTO STRATEGICO
La scelta di perseguire il vantaggio competitivo di costo o il vantaggio competitivo di prezzo non è sufficiente a definire il posizionamento strategico dell’azienda. Esso dipende infatti anche da altre due decisioni fondamentali:
- Politica di prezzo
- Configurazione delle attività correnti che definiscono la base del vantaggio competitivo
Per capire l’impatto della politica di prezzo sul posizionamento strategico dell’azienda conviene ragionare distintamente per:
- le strategie orientate al vantaggio di costo;
- le strategie orientate al vantaggio di prezzo.
Le strategie orientate al vantaggio di costo, quando siano perseguite su un ambito ampio, impegnano chi voglia conquistare una posizione difendibile a cercare un vantaggio nei confronti di tutti i concorrenti. Chi persegue la leadership di costo finisce per trovarsi in un
trade-off tra: - la ricerca della posizione di prezzo che massimizza la propria redditività in un certo periodo - la ricerca della posizione di prezzo necessaria per la dissuasione dell'attacco al leader, da parte dei produttori attuali, dei potenziali entranti e dei produttori di beni sostitutivi. L'impatto di una politica "aggressiva" sulle variabili alla base del vantaggio competitivo di costo: Le aziende che perseguono il vantaggio competitivo di prezzo incontrano lo stesso trade off che incontrano le aziende orientate al vantaggio competitivo di costo. Ogni scelta di prezzo di vendita pone infatti di fronte alla scelta in merito a: - quale parte del valore creato trattenere - quale parte del valore creato lasciare al cliente nella consapevolezza che la parte del valore creato lasciata al cliente avrà un effetto propulsivo sulle loro quote di mercato e sulla loro affermazione commerciale. Anche nelle aziende che perseguono il vantaggio di prezzo,indipendentemente dal fatto che offrano prodotti di valore unitario alto o basso, rileviamo casi di aziende che preferiscono cercare i posizionamenti di prezzo più alti possibile, anche a costo di sacrificare in modo sostanziale le quote di mercato ottenibili (es. Nespresso o Mercedes Benz). Casi di aziende che rinunciano a chiedere e a ottenere il prezzo più alto possibile, sacrificando almeno in parte i margini del singolo prodotto in vista di obiettivi di aumento delle quote di mercato (es. Lavazza o Volkswagen). L'impatto di una politica "selettiva" e di una politica "aggressiva" sulle variabili alla base del vantaggio competitivo di prezzo. Questa opzione può avere due tipi diversi di giustificazione economica: la consapevolezza che, una volta aumentati i volumi di vendita, l'effetto complessivo sui risultati sia positivo, già nell'immediato (tecnica costi-volumi-risultati); la convinzione che, malgrado irisultati relativamente minori che possono essere ottenuti nel breve periodo, la conquista di maggiori quote di mercato sia destinata ad assicurare all'azienda un posizionamento migliore nel medio-lungo periodo. Secondo l'opzione di posizionamento prescelta, le "strategie di base" possono dare origine a risultati disomogenei sotto i profili: - della redditività del capitale investito nel medio-lungo periodo, dal momento che le politiche di prezzo aggressive possono essere perseguite anche per periodi pluriennali - delle quote di mercato raggiunte - della difendibilità del posizionamento acquisito rispetto all'attacco dei concorrenti. Per questo motivo, il giudizio su queste strategie non dovrebbe essere basato tanto sul ROI rilevato.