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CAPITOLO II
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Che cosa sono le emozioni
Le emozioni sono delle reazioni affettive, di breve ma intensa durata,
a un determinato stimolo, interno o esterno, che coinvolgono mente e corpo.
Garantiscono la sopravvivenza, in quanto aiutano ad indentificare i pericoli
e a scegliere quali comportamenti adottare di fronte a essi. Sono delle forze
dinamiche che consentono di inseguire il piacere ed evitare il dispiacere.
Inoltre, sono responsabili dei processi di decisione, giudizio e ragionamento
e informano su come stiamo e sui nostri livelli di benessere interiore
(Fredrickson, 1998). Le emozioni assumono delle funzioni socializzanti
contribuendo alla creazione di legami e facilitando la comunicazione sociale:
quando facciamo capire agli altri il nostro stato d’animo, anche solo tramite
le espressioni facciali, le emozioni influenzano il loro comportamento nei
nostri confronti (Isaacs, 1998). Questa capacità è chiamata empatia e
consiste nell’immedesimarsi nei panni di un’altra persona al fine di
comprenderne i pensieri e le emozioni; è più spiccata nelle persone sensibili
tutto l’arco di vita.
ma si può sviluppare durante Invece, viene chiamata
l’emozione che segue le azioni, percependole come buone
risonanza emotiva
L’opposto dell’empatia è l’alessitimia,
o cattive. ovvero la difficoltà nel
riconoscere, descrivere e comprendere le proprie emozioni e quelle altrui:
questa condizione comporta dei problemi, in quanto saper identificare e
capire quello che si sta provando è di fondamentale importanza per poterlo
gestire in modo adeguato e soprattutto per riuscire a provare senso di colpa
e commuoversi per il dolore altrui.
Gli stati emotivi hanno delle caratteristiche comuni: vengono attivati
da stimoli elicitanti (situazioni, persone, oggetti o eventi, ma anche immagini
mentali), sono influenzati dalle valutazioni che si fanno di questi e
comprendono tendenze comportamentali espressive o strumentali. I processi
l’emergere di risposte emotive,
mentali aiutano suggestionando il modo in
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cui vengono espresse e le azioni che derivano da esse: infatti, dare un
significato a uno stimolo permette di rispondere in modo adeguato a una
situazione (Frijda et al., 2005). Bisogna però, fare una distinzione
fondamentale tra emozione e umore, in quanto il secondo è più stabile ma
meno intenso, più simile a un tratto caratteriale. Gli aspetti fisiologici
comprendono cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella temperatura
nelle espressioni facciali, nell’attivazione muscolare e nel livello
corporea,
di ossigeno del sangue.
Possiamo distinguere diversi tipi di emozioni: le emozioni primarie
sono biologicamente radicate e comuni a tutte le culture e comprendono
un’emozione istintiva
paura, tristezza, rabbia, disgusto e gioia. La paura è
che allerta in una situazione di pericolo e ha una funzione protettiva; la
tristezza invece nasce da una perdita o da un fallimento personale e porta a
chiudersi per poi aprirsi di nuovo; la rabbia ha funzione di autodifesa che
verso l’esterno,
può essere espressa, indirizzandola o repressa, causando
sintomi psicosomatici; il disgusto è una repulsione nei confronti di qualcosa
che potrebbe essere potenzialmente dannosa o che semplicemente non piace;
infine, la gioia nasce da una soddisfazione e spinge ad agire. Combinando le
emozioni primarie con altri stati d’animo si arriva alle emozioni secondarie
per esempio, l’allegria, l’invidia, la vergogna, l’ansia,
che sono, la speranza
ecc. (Ekman, 1992; Panskepp, 1998). Saper riconoscere cosa si prova è
importantissimo per il proprio organismo che altrimenti diventerebbe vittima
di somatizzazioni causate dalla repressione dei sentimenti, i quali
consentono di dialogare con il mondo interiore, fanno sbocciare la
personalità e come viene espressa e permettono di rapportarsi nel mondo.
Questo può avvenire se l’individuo è dotato di consapevolezza e
autocontrollo, altrimenti le emozioni prendono il sopravvento e influenzano
il comportamento in modo negativo, rimanendo incomprese.
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Il tempo attuale, caratterizzato dalla razionalità tecnica, ha
emotiva che prevede,
un’ambivalenza da un lato, la rimozione delle
e dall’altro una
emozioni a favore della razionalità risposta contro
questa razionalità, espressa come un ritiro emotivo nel proprio sentimento,
“Io
assorbito come unica legge di vita. Quando un individuo dice sento”,
cerca di produrre un mondo che rispecchia la propria visione, credendo di
essere autosufficiente e spezzando così ogni legame con gli altri e con la
dall’ostentazione
società. Tutto questo è alimentato e dalla mercificazione
delle emozioni, usate per orientare le scelte del mercato che pubblicizza i
propri prodotti facendo leva sulla base emotiva. Ma, reprimendo i sentimenti,
si avranno conseguenze sotto tutti gli aspetti, da quelli fisici a quelli
cognitivi, fino ad arrivare all’utilizzo di modelli relazionali disfunzionali che
non permettono di instaurare rapporti sani. Persino Freud sostiene che «le
emozioni represse non muoiono mai. Vengono sepolte vive e in futuro
usciranno nel peggiore dei modi». Sin da piccoli si apprende dalla società
quali emozioni reprimere perché considerate segno di debolezza e quali
invece esprimere. Ma non accettarle e reprimerle, potrebbe scatenare un
terremoto emotivo.
Lo stress deriva dal modo in cui valutiamo gli eventi (Lazarus, 1998)
e può avere valenza positiva o negativa: se positivo, attiva e dà la
motivazione a superare i problemi (Ng et al., 2009). Si può controllare in
due modi, o tramite le strategie di coping centrate sul problema, in cui i
fattori di stress vengono affrontati direttamente perché si ha un controllo
adeguato della situazione che permette di poter cambiare le circostanze, o
tramite le strategie di coping centrate sulle emozioni, messe in atto quando
invece si ha un grado di controllo minore che non consente di agire sulla
situazione (Connor-Smith e Flachsbart, 2007). Negli esseri umani, le
minacce che non possono essere controllate innescano le risposte di stress
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più forti (Dickerson e Kemeny, 2004) e rendono più vulnerabili anche
rispetto allo sviluppo di malattie (Rodin, 1986).
Il sostegno sociale offre dei benefici alla salute: dà la sensazione di
essere amati e incoraggiati; favorisce felicità e calma; riduce la pressione
arteriosa (Graham et al., 2006; Uchino et al., 1996, 1999) e rafforza il sistema
delle emozioni
immunitario (Cohen et al., 1997, 2004). L’espressione inoltre
di
è contagiosa e può determinare la percezione dell’andamento
un’interazione in positivo o in negativo: se una persona è triste, chi gli sta
accanto tenderà ad assumere la stessa espressione facciale per cercare di
immedesimarsi. Invidia e gelosia sono i sentimenti sociali più comuni che
affiorano quando si entra in relazione con le altre persone, seguite da
ammirazione, compassione, solidarietà, amore e vergogna.
Oggi, al contrario di quanto si possa pensare, le nuove tecniche di
comunicazione impediscono la circolazione di idee e sentimenti perché
nessuno ha più segreti e tutti hanno la stessa esperienza del mondo e le stesse
parole per descriverlo. Così, grazie al numero di mezzi di comunicazione
l’impressione di avere
disponibili, si ha più libertà quando in realtà se ne ha
di meno perché si comunicano le stesse cose. Le immagini che vengono
mostrate servono a costruire il proprio mondo, diventato ormai una
rappresentazione che rende impossibile distinguere realtà e apparenza. I
media sono responsabili del processo di identificazione degli spettatori:
attraverso il loro uso si impara cosa comprare, cosa mangiare, come
comunicare, come vivere. Ormai non si è più capaci di stare al mondo e
vivere le relazioni senza cellulare, tablet o qualsiasi altro apparecchio
che fungono da moderatori e regolatori dell’angoscia di
elettronico
separazione che insorge dalla mancanza o dalla perdita del contatto con
l’Altro. Inoltre, danno l’illusione di
questi strumenti di comunicazione
onnipotenza e controllo delle persone e degli eventi permettendo di tenere a
bada l’ansia. 25
Le emozioni durante e dopo il lockdown
vita dell’essere umano, oltre che la
Una delle fonti di angoscia per la
morte e l’Altro, è l’imprevedibilità della natura. Il coronavirus, nemico degli
ultimi anni, ha creato un trauma collettivo in quanto è stato un evento
inaspettato e non controllabile.
Di fronte al trauma, un taglio che separa il prima dal dopo, la vita è
passata dallo scorrere ordinario e continuo a una discontinuità in cui si è
ribaltata la potenza in impotenza. Una condizione di sconforto ha preso il
Un’esperienza
sopravvento lasciando cadere il narcisismo. di angoscia,
causata dalla mancanza di un oggetto definito, ha accomunato la vita di tutti:
difatti, il Covid è un virus non localizzabile, impossibile da definire ma allo
stesso tempo presenza imminente e minaccia permanente. È ovunque e rende
è invisibile, non ha un volto ed è nell’ordine dell’ignoto.
la fuga impossibile:
Questo produce nell’essere umano la paura di essere travolto da qualcosa di
estraneo, alimentata dal fatto che nemmeno la scienza, inizialmente, è
a dare un’identità a questa minaccia.
riuscita È saltato lo schema difensivo
che permette di distinguere gli amici dai nemici, i familiari dagli sconosciuti:
l’amico, la moglie, il fratello
di fronte al Covid o qualsiasi altra persona può
essere mezzo di trasporto del virus. Non ci sono più amici che lottano contro
il nemico ma è quest’ultimo ad essersi infiltrato tra gli amici, non
permettendo più di eseguire una distinzione. Questa prima forma di angoscia
e si fonda su un’intrusione minacciosa in quanto
è definita persecutoria
comporta pericolo di malattia e di morte, per sé stessi e per i propri cari. La
difesa di fronte a questo rischio è stata il confinamento: i decreti del governo
sono stati una misura di sicurezza che ha imposto a ciascun individuo
l’isolamento, al fine di proteggere la vita e rallentare la diffusione del virus.
Ha permesso di salvarsi e allo stesso tempo ha slatentizzato una profonda
il rapporto con l’Altro:
ambivalenza caratterizzante mentre prima la presenza
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dell’Altro destabilizzava, dopo essere stati vittime dei confini stabiliti dal
covid ci si è resi