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CAPITOLO II

21

Che cosa sono le emozioni

Le emozioni sono delle reazioni affettive, di breve ma intensa durata,

a un determinato stimolo, interno o esterno, che coinvolgono mente e corpo.

Garantiscono la sopravvivenza, in quanto aiutano ad indentificare i pericoli

e a scegliere quali comportamenti adottare di fronte a essi. Sono delle forze

dinamiche che consentono di inseguire il piacere ed evitare il dispiacere.

Inoltre, sono responsabili dei processi di decisione, giudizio e ragionamento

e informano su come stiamo e sui nostri livelli di benessere interiore

(Fredrickson, 1998). Le emozioni assumono delle funzioni socializzanti

contribuendo alla creazione di legami e facilitando la comunicazione sociale:

quando facciamo capire agli altri il nostro stato d’animo, anche solo tramite

le espressioni facciali, le emozioni influenzano il loro comportamento nei

nostri confronti (Isaacs, 1998). Questa capacità è chiamata empatia e

consiste nell’immedesimarsi nei panni di un’altra persona al fine di

comprenderne i pensieri e le emozioni; è più spiccata nelle persone sensibili

tutto l’arco di vita.

ma si può sviluppare durante Invece, viene chiamata

l’emozione che segue le azioni, percependole come buone

risonanza emotiva

L’opposto dell’empatia è l’alessitimia,

o cattive. ovvero la difficoltà nel

riconoscere, descrivere e comprendere le proprie emozioni e quelle altrui:

questa condizione comporta dei problemi, in quanto saper identificare e

capire quello che si sta provando è di fondamentale importanza per poterlo

gestire in modo adeguato e soprattutto per riuscire a provare senso di colpa

e commuoversi per il dolore altrui.

Gli stati emotivi hanno delle caratteristiche comuni: vengono attivati

da stimoli elicitanti (situazioni, persone, oggetti o eventi, ma anche immagini

mentali), sono influenzati dalle valutazioni che si fanno di questi e

comprendono tendenze comportamentali espressive o strumentali. I processi

l’emergere di risposte emotive,

mentali aiutano suggestionando il modo in

22

cui vengono espresse e le azioni che derivano da esse: infatti, dare un

significato a uno stimolo permette di rispondere in modo adeguato a una

situazione (Frijda et al., 2005). Bisogna però, fare una distinzione

fondamentale tra emozione e umore, in quanto il secondo è più stabile ma

meno intenso, più simile a un tratto caratteriale. Gli aspetti fisiologici

comprendono cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella temperatura

nelle espressioni facciali, nell’attivazione muscolare e nel livello

corporea,

di ossigeno del sangue.

Possiamo distinguere diversi tipi di emozioni: le emozioni primarie

sono biologicamente radicate e comuni a tutte le culture e comprendono

un’emozione istintiva

paura, tristezza, rabbia, disgusto e gioia. La paura è

che allerta in una situazione di pericolo e ha una funzione protettiva; la

tristezza invece nasce da una perdita o da un fallimento personale e porta a

chiudersi per poi aprirsi di nuovo; la rabbia ha funzione di autodifesa che

verso l’esterno,

può essere espressa, indirizzandola o repressa, causando

sintomi psicosomatici; il disgusto è una repulsione nei confronti di qualcosa

che potrebbe essere potenzialmente dannosa o che semplicemente non piace;

infine, la gioia nasce da una soddisfazione e spinge ad agire. Combinando le

emozioni primarie con altri stati d’animo si arriva alle emozioni secondarie

per esempio, l’allegria, l’invidia, la vergogna, l’ansia,

che sono, la speranza

ecc. (Ekman, 1992; Panskepp, 1998). Saper riconoscere cosa si prova è

importantissimo per il proprio organismo che altrimenti diventerebbe vittima

di somatizzazioni causate dalla repressione dei sentimenti, i quali

consentono di dialogare con il mondo interiore, fanno sbocciare la

personalità e come viene espressa e permettono di rapportarsi nel mondo.

Questo può avvenire se l’individuo è dotato di consapevolezza e

autocontrollo, altrimenti le emozioni prendono il sopravvento e influenzano

il comportamento in modo negativo, rimanendo incomprese.

23

Il tempo attuale, caratterizzato dalla razionalità tecnica, ha

emotiva che prevede,

un’ambivalenza da un lato, la rimozione delle

e dall’altro una

emozioni a favore della razionalità risposta contro

questa razionalità, espressa come un ritiro emotivo nel proprio sentimento,

“Io

assorbito come unica legge di vita. Quando un individuo dice sento”,

cerca di produrre un mondo che rispecchia la propria visione, credendo di

essere autosufficiente e spezzando così ogni legame con gli altri e con la

dall’ostentazione

società. Tutto questo è alimentato e dalla mercificazione

delle emozioni, usate per orientare le scelte del mercato che pubblicizza i

propri prodotti facendo leva sulla base emotiva. Ma, reprimendo i sentimenti,

si avranno conseguenze sotto tutti gli aspetti, da quelli fisici a quelli

cognitivi, fino ad arrivare all’utilizzo di modelli relazionali disfunzionali che

non permettono di instaurare rapporti sani. Persino Freud sostiene che «le

emozioni represse non muoiono mai. Vengono sepolte vive e in futuro

usciranno nel peggiore dei modi». Sin da piccoli si apprende dalla società

quali emozioni reprimere perché considerate segno di debolezza e quali

invece esprimere. Ma non accettarle e reprimerle, potrebbe scatenare un

terremoto emotivo.

Lo stress deriva dal modo in cui valutiamo gli eventi (Lazarus, 1998)

e può avere valenza positiva o negativa: se positivo, attiva e dà la

motivazione a superare i problemi (Ng et al., 2009). Si può controllare in

due modi, o tramite le strategie di coping centrate sul problema, in cui i

fattori di stress vengono affrontati direttamente perché si ha un controllo

adeguato della situazione che permette di poter cambiare le circostanze, o

tramite le strategie di coping centrate sulle emozioni, messe in atto quando

invece si ha un grado di controllo minore che non consente di agire sulla

situazione (Connor-Smith e Flachsbart, 2007). Negli esseri umani, le

minacce che non possono essere controllate innescano le risposte di stress

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più forti (Dickerson e Kemeny, 2004) e rendono più vulnerabili anche

rispetto allo sviluppo di malattie (Rodin, 1986).

Il sostegno sociale offre dei benefici alla salute: dà la sensazione di

essere amati e incoraggiati; favorisce felicità e calma; riduce la pressione

arteriosa (Graham et al., 2006; Uchino et al., 1996, 1999) e rafforza il sistema

delle emozioni

immunitario (Cohen et al., 1997, 2004). L’espressione inoltre

di

è contagiosa e può determinare la percezione dell’andamento

un’interazione in positivo o in negativo: se una persona è triste, chi gli sta

accanto tenderà ad assumere la stessa espressione facciale per cercare di

immedesimarsi. Invidia e gelosia sono i sentimenti sociali più comuni che

affiorano quando si entra in relazione con le altre persone, seguite da

ammirazione, compassione, solidarietà, amore e vergogna.

Oggi, al contrario di quanto si possa pensare, le nuove tecniche di

comunicazione impediscono la circolazione di idee e sentimenti perché

nessuno ha più segreti e tutti hanno la stessa esperienza del mondo e le stesse

parole per descriverlo. Così, grazie al numero di mezzi di comunicazione

l’impressione di avere

disponibili, si ha più libertà quando in realtà se ne ha

di meno perché si comunicano le stesse cose. Le immagini che vengono

mostrate servono a costruire il proprio mondo, diventato ormai una

rappresentazione che rende impossibile distinguere realtà e apparenza. I

media sono responsabili del processo di identificazione degli spettatori:

attraverso il loro uso si impara cosa comprare, cosa mangiare, come

comunicare, come vivere. Ormai non si è più capaci di stare al mondo e

vivere le relazioni senza cellulare, tablet o qualsiasi altro apparecchio

che fungono da moderatori e regolatori dell’angoscia di

elettronico

separazione che insorge dalla mancanza o dalla perdita del contatto con

l’Altro. Inoltre, danno l’illusione di

questi strumenti di comunicazione

onnipotenza e controllo delle persone e degli eventi permettendo di tenere a

bada l’ansia. 25

Le emozioni durante e dopo il lockdown

vita dell’essere umano, oltre che la

Una delle fonti di angoscia per la

morte e l’Altro, è l’imprevedibilità della natura. Il coronavirus, nemico degli

ultimi anni, ha creato un trauma collettivo in quanto è stato un evento

inaspettato e non controllabile.

Di fronte al trauma, un taglio che separa il prima dal dopo, la vita è

passata dallo scorrere ordinario e continuo a una discontinuità in cui si è

ribaltata la potenza in impotenza. Una condizione di sconforto ha preso il

Un’esperienza

sopravvento lasciando cadere il narcisismo. di angoscia,

causata dalla mancanza di un oggetto definito, ha accomunato la vita di tutti:

difatti, il Covid è un virus non localizzabile, impossibile da definire ma allo

stesso tempo presenza imminente e minaccia permanente. È ovunque e rende

è invisibile, non ha un volto ed è nell’ordine dell’ignoto.

la fuga impossibile:

Questo produce nell’essere umano la paura di essere travolto da qualcosa di

estraneo, alimentata dal fatto che nemmeno la scienza, inizialmente, è

a dare un’identità a questa minaccia.

riuscita È saltato lo schema difensivo

che permette di distinguere gli amici dai nemici, i familiari dagli sconosciuti:

l’amico, la moglie, il fratello

di fronte al Covid o qualsiasi altra persona può

essere mezzo di trasporto del virus. Non ci sono più amici che lottano contro

il nemico ma è quest’ultimo ad essersi infiltrato tra gli amici, non

permettendo più di eseguire una distinzione. Questa prima forma di angoscia

e si fonda su un’intrusione minacciosa in quanto

è definita persecutoria

comporta pericolo di malattia e di morte, per sé stessi e per i propri cari. La

difesa di fronte a questo rischio è stata il confinamento: i decreti del governo

sono stati una misura di sicurezza che ha imposto a ciascun individuo

l’isolamento, al fine di proteggere la vita e rallentare la diffusione del virus.

Ha permesso di salvarsi e allo stesso tempo ha slatentizzato una profonda

il rapporto con l’Altro:

ambivalenza caratterizzante mentre prima la presenza

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dell’Altro destabilizzava, dopo essere stati vittime dei confini stabiliti dal

covid ci si è resi

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
88 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Debbeatles di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Bruno Elena.