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BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI: Luoghi dove avvengono le prepotenze - Valori
Luoghi
- Bagni: 2,8%
- Spazi del convitto: 3,7%
- Laboratori: 4,5%
- Mensa interna: 4,5%
- Palestra: 5,8%
- Spogliatoi: 7,0%
- In nessun luogo: 12,9%
- Corridoi: 14,4%
- Cortile: 16,8%
- Aula: 27,6%
Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001
Le prepotenze subite da soggetti della stessa scuola sono più diffuse tra i maschi mentre sono più numerose le ragazze che dichiarano di aver subito prepotenze da soggetti non appartenenti alla stessa scuola. L'episodio di prepotenza non sembra suscitare tra i presenti reazioni di difesa della vittima. Solo il 15% circa degli intervistati afferma che gli altri compagni cercano "spesso" o "sempre" di porre fine alle prepotenze mentre il 15,2% afferma che ciò accade raramente e il 28,3% qualche volta. Nella maggioranza dei casi si subisce in silenzio, sia all'interno della scuola che all'interno della famiglia.
Il 28,1% delle vittime dunque non ha la possibilità o non vuole far partecipare nessuno delle violenze subite, elaborando da sola strategie per sottrarsi al ripetersi di tali esperienze e alle loro eventuali conseguenze. La scuola comprende un insieme di relazioni tra coetanei che dovrebbero essere prese maggiormente in considerazione dagli adulti. Bisogna tenere conto che ogni scuola ha una sua sub-cultura di convivenza. Il bisogno di "sentirsi parte", di essere accolti e valorizzati, spesso deve essere pagato a caro prezzo da chi per la prima volta accede agli spazi di vita di una scuola. Il gruppo dominante impone le sue leggi e i suoi prezzi da pagare per il "diritto di cittadinanza". Chi non è disposto ad accettarne le richieste o non condivide i principi di prepotenza su cui si regge, diventa bersaglio di persecuzione e anche di violenza.
BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Tipologia di prepotenze subite - Valori %
Prepotenze subite %
Nessuna 28,4
Fisiche
26,5 Verbali
39,2 Psicologiche
5,9 Tipologie prepotenze subite
Non c'è nessuno che mi rivolge la 3,4 parola
Sono stato offeso per il colore della pelle o per la mia provenienza 5,8 geografica
Ho subito furti 6,5
Ho subito danni alle mie cose 7,2 (oggetti, vestiti, ...)
Ho ricevuto minacce 10,8
Ho subito dei colpi (pugni, spinte, ...) 16,9
Sono state messe in giro storie sul mio 23,4 conto
28 Ho subito delle offese 30,1
Sono stato preso in giro 41,9
Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001.
Gli atti di bullismo che i ragazzi hanno denunciato più frequentemente nell'ambito della ricerca sono parolacce, offese e prese in giro, ma anche minacce, botte e danni alle proprie cose.
Il bullismo è un fenomeno in crescita all'interno della scuola, riguarda allievi di tutto il mondo già dai primi anni di scolarizzazione, specialmente nei paesi industrializzati e nei contesti urbani. In una ricerca del 1997 risulta che
Nelle scuole italiane il bullismo si presenta con indici complessivi che vanno dal 41% nella scuola elementare al 36% in quella media, in rapporto agli alunni che dichiarano di aver subito prepotenze.
Capitolo 2: Le nuove frontiere del bullismo
Gli studi sul bullismo tradizionale sono stati accompagnati da recenti ricerche sulle nuove forme di prevaricazione che oggi si manifestano tra i ragazzi e che avvengono attraverso il supporto di mezzi elettronici (bullismo elettronico o cyberbullismo) e/o quelle prevaricazioni che prevedono abusi o l'uso di un linguaggio connotato sessualmente (bullismo omofobico).
2.1 Cyberbullismo
Con il termine cyberbullismo o bullismo online si indicano quelle azioni aggressive e intenzionali effettuate da singole persone o da un gruppo, mediante mezzi elettronici come le e-mail, i blog, le chat, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web (la circolazione di foto o video spiacevoli, inviare e-mail o messaggi offensivi).
Oggi questa tipologia di bullismo rappresenta circa un terzo del bullismo totale. In Italia, secondo alcune ricerche, è emerso che il 24% degli adolescenti subisce in questo modo prevaricazioni, offese o prepotenze. Il cyberbullismo pur presentando le tre caratteristiche del bullismo tradizionale mostra contemporaneamente caratteristiche che ne fanno un fenomeno nuovo, non paragonabile del tutto alla sua forma tradizionale. 2.2 Confronto tra bullismo e cyberbullismo A differenza del bullismo tradizionale, grazie all'utilizzo di mezzi elettronici, il cyberbullismo possiede delle caratteristiche particolari: - spesso il bullo è protetto da anonimato (in realtà è un anonimato illusorio poiché le conversazioni elettroniche sono rintracciabili, anche se per la vittima non è così facile risalire da sola al molestatore); - la possibilità di assumere un'identità diversa dalla propria quando si è online, può indebolire.Le remore morali, infatti spesso la gente fa edice online cose che non farebbe o non direbbe nella vita reale;-la mancanza di limiti spazio-temporali (mentre il bullismotradizionale avviene in luoghi e momenti ben precisi, il cyberbullismocoinvolge la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronicoutilizzato dal bullo).
312.3 Modalità del cyberbullismoIl cyberbullismo è una cyber-violenza dalle molteplici forme,suddivisibili in diverse tipologie (Willard, 2007a, 2007b, Pisano,Saturno, 2008):
- Flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglieverbali in un forum.
- Harassment: consiste in messaggi scortesi, offensivi, insultanti, chevengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso E-mail, SMS,MMS, telefonate sgradite o talvolta mute. La vittima è sempre inposizione "one down" (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971), cioèsubisce passivamente le molestie.
- Cyber-stalking: quando l'harassment diventa
particolarmente insistente e intimidatorio e la vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica.
Denigration: "sparlare" di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc.
Impersonation: farsi passare per un'altra persona per poi spedire messaggi o pubblicare testi riprensibili.
Outing and trickery: avviene quando il cyberbullo dopo aver "salvato" le confidenze spontanee di un coetaneo, o immagini riservate ed intime decide di pubblicarle e diffonderle.
Exclusion: quando il cyberbullo decide di escludere deliberatamente una persona da un gruppo online, da una chat o da un game interattivo.
Cyberbashing o Happy slapping: quando un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano o danno degli schiaffi ad un coetaneo, mentre altri riprendono l'aggressione con il telefonino. Le immagini vengono poi pubblicate e diffuse in rete.
2.4 Bullismo omofobico
Il termine omofobia indica generalmente un insieme di
Sentimenti, pensieri e comportamenti avversi all'omosessualità o alle persone omosessuali, includono credenze negative, atteggiamenti, stereotipi, comportamenti negativi verso persone gay e lesbiche (Wright, Adams 17 http://www.cyberbullismo.com/cyberbullismo/tipologie/ 33 & Bernat, 1999).
Se un maschio assume atteggiamenti più effeminati e una femmina è troppo mascolina, entrambi corrono il rischio di essere messi in ridicolo dai compagni e dagli insegnanti. In certi casi possono subire anche attacchi fisici. Le offese omofobiche, oltre a danneggiare le persone omosessuali, sono utilizzate per sanzionare un insieme di comportamenti considerati inappropriati, che non rispettano gli stereotipi e le aspettative di genere.
La nostra società è caratterizzata dal pregiudizio verso gli omosessuali e questo influenza i pensieri dei bambini. Gli effetti si vedono nei loro comportamenti di derisione, disapprovazione e attacco violento. Quando la dimensione di
La discriminazione attiva e violenta avviene tra pari nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza, parliamo di "Bullismo Omofobico" con il quale si intende una forma di abuso verbale o psichico diretto a una persona, a causa del suo orientamento sessuale o percepita sessualità. Può includere aggressione verbale, psichica e relazionale così come l'uso di epiteti omofobici, verso studenti omosessuali o con comportamenti che non risultano tipici dell'identità di genere. In altri casi, le vittime vengono colpite perché hanno un parente oppure uno o entrambi i genitori sono dichiaratamente gay, lesbiche o transessuali. Chi è stato vittima di bullismo assume diversi comportamenti "tipici" quali un atteggiamento difensivo e di sfiducia verso l'altro, volto a proteggere le proprie emozioni e la propria sensibilità che difficilmente verrà mostrata.
Nuovamente all'esterno. Si sceglierà la via del silenzio e del conformismo per "regolarsi alla norma" per non essere giudicati, talvolta non sapendo che questo "compromesso" con se stessi non farà altro che alimentare un dolore inespresso. In questo senso, infatti, gli atteggiamenti ostili verso gli altri vengono difficilmente sopportati, amplificando il senso di giustizia. Il bullismo omofobico possiede alcuni fattori che lo differenziano dalla comune forma di bullismo: le prepotenze chiamano sempre in causa una dimensione nucleare del Sé psicologico e sessuale; la vittima può avere difficoltà nel chiedere aiuto agli adulti per paura di richiamare l'attenzione sulla propria sessualità; può avere difficoltà anche ad individuare dei sostenitori tra i pari, poiché il numero di "difensori della vittima" si abbassa notevolmente nel caso di bullismo omofobico.
Se si guarda al bullismo omofobico ne emerge un quadro articolato e complesso, che rimanda ad una varietà di dinamiche all'interno del gruppo dei pari. Recenti ricerche hanno cercato di studiare la natura sociale e interpersonale del bullismo omofobico fra gli adolescenti e i risultati suggeriscono che tale fenomeno è un modo attraverso il quale i maschi affermano e provano la loro mascolinità e eterosessualità ai pari (Mandel & Shakeshaft, 2000; Phoenix et al., 2003). Altre ricerche hanno comparato l'uso di epiteti omofobici fra maschi e femmine e suggeriscono che sebbene questo comportamento sia più frequente fra i maschi, esso