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La conquista della democrazia politica e il diritto individuale di votare

E ancora: "Sia nei tempi antichi sia in quelli moderni, la conquista della democrazia politica ha coinciso con la conquista del diritto individuale di votare, conformemente all'idea cruciale secondo la quale democrazia significa non mobilitazione di massa od organizzazione di massa, ma uguale libertà di espressione di ognuno, individualmente, e non della totalità. La definizione di N. Urbinati, Democrazia sfigurata. Il popolo fra opinione e verità, Milano, Università Bocconi Editore, 2014. Ibidem. Ibidem. La democrazia contempla sempre sia l'uguaglianza sia l'espressività individuale o libertà; per questa ragione fu Atene ad essere percepita come democrazia, non Sparta". Se pur denotata da caratteri democratici, Sparta non ne realizza la piena attuazione per la mancanza proprio del concetto fondamentale di libertà. Intendendo quest'ultima come la possibilità di discutere, presentare le proprie opinioni,

in mano a un ristretto gruppo di individui. A differenza di Atene, dove la partecipazione politica era aperta a tutti i cittadini, a Sparta solo una piccola élite aveva il potere decisionale. Il concetto di pluralismo, che è alla base della democrazia, è completamente assente nel sistema spartano. Mentre ad Atene si cercava di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini nelle decisioni politiche, a Sparta si privilegiava l'unità e l'omogeneità del popolo, con l'obiettivo di mantenere un forte controllo sulle masse. In conclusione, sebbene entrambe le città-stato fossero considerate democratiche per i criteri dell'epoca, la differenza fondamentale tra Atene e Sparta risiedeva nella concezione stessa della democrazia. Mentre ad Atene si cercava di dare voce a tutti i cittadini, a Sparta si preferiva un sistema oligarchico, in cui solo pochi privilegiati avevano il potere decisionale.

affidato nelle mani di un gruppo ristretto di individui.

La vita politica nella Civitas Romana

Le prime fasi di sviluppo dell'antica Roma, contestualmente a quella greca, appare caratterizzata da sovrani "mitici", le cui figure appaiono leggendarie. Ad ognuno di essi veniva attribuito un importante contributo alla crescit socio-politica di Roma, affiancata dalla nascita dei primi centri di culto e dal costante flusso migratorio proveniente dalle periferie, perlopiù abitanti di città vicine conquistate. La trasmissione orale delle informazioni e le varie devastazioni che colpirono Roma resero le fonti di quel periodo legate all'incertezza. Secondo la tradizione, l'età regia, compresa tra il 753 a.C. e il 509 a.C., fu retta da un sistema monarchico e si colloca immediatamente prima dell'instaurazione della Repubblica. Si suppone che Roma sia nata come colonia di Alba Longa sul colle Palatino, in una posizione strategica,

attornoIbidem.26 Ibidem.27 “Capitolivm”: http://www.capitolivm.it/storia-romana/leta-regia-di-roma/ (28/10/2017).28 34all’anno 1000 a.C.. Si estese poi il suo dominio sugli altri colli e si ritiene cheRomolo sia stato il primo sovrano albano inviato per governare la nuovacomunità. La prima fase dell’età regia viene denominata “monarchia romano-sabina”, in quanto si alternarono al trono sovrani romani e sabini.La prima monarchia di Roma vide come primi quattro re, Romolo, NumaPompilio, Tullo Ostilio e Anco Marzio, che regnarono, secondo la tradizione,dal 753 al 616 a.C. Le prime forme organizzative furono i Gens, ovvero insiemedi alcune famiglie, ognuna delle quali viveva sotto un patriarca, chiamato paterfamilias. Ogni gens si autogovernava e gli individui che lo componevanogodevano degli stessi diritti e responsabilità di tutti gli altri membri.L’organizzazione interna variava dal tipo democratico, quando ogni membroaveva

diritto di voto, al tipo aristocratico, quando solo un gruppo di persone della gens, i più anziani, avevano facoltà di decidere. L'aggregazione di gentes costituiva la pagus, che spesso si aggregava e fortificava un arx. A sua volta in ogni pagus si poteva delineare un ordinamento democratico o aristocratico. Prima della fondazione di Roma, un gruppo di pagi si aggregò in una federazione ad Alba Longa, ma ad un certo punto, la sede di questa confederazione cambiò e si trasferì a Roma. I primi insediamenti indipendenti furono probabilmente posti sul colle Palatino, mentre pagi indipendenti sorsero su altri colli vicini. In un periodo successivo questi insediamenti si fusero nella città di Roma.

Romolo per primo divise la popolazione di Roma nelle tre tribù, ciascuno corrispondente ad un differente gruppo etnico, dei Ramnes, Tities e Luceres.

I primi, probabilmente latini, abitanti degli insediamenti collinari; i secondi, costituiti da...

insediamenti sabini, furono integrato nei primi; i Luceres,rappresentavano gli insediamenti etruschi. Questi gruppi etnici erano le prime famiglie "patrizie", che, nel tentativo di migliorare il livello di organizzazione, furono divise nelle cosiddette "curie". Nei primi raggruppamenti sociali erano inquadrati tutti i cittadini romani e ciascuna tribù era costituita da dieci curie, ogni tribù aveva come capo, un tribunus .31 Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, II, 37, 2.29 Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 13.30 Marco Tullio Cicerone, De Republica, II, 14.31 35 All'interno del sistema politico erano ricomprese due assemblee, i "Comitia curiata" ed i "Comitia calata", espressione delle tendenze democratiche di alcune delle loro prime gentes. Espressione di democrazia diretta, le due assemblee furono create per rispecchiare le divisioni etniche della città delle tre tribù. Una tendenza aristocraticaera invece il consiglio degli anziani, formato da anziani provenienti dalle famiglie più importanti, ovvero degli anziani delle principali gentes cittadine, a cui fu dato il nome di senato romano, di fatto i patres divennero i primi senatori romani. Il leader estremo era il rex, eletto attraverso i comitia e consigliato dai patres durante il suo mandato. Il re era il capo del potere esecutivo, dell'esercito, capo di Stato, pontefice massimo, legislatore e giudice supremo, inoltre, gli si attribuivano funzioni sacrali, rappresentando Roma di fronte agli dei. La morte del sovrano prevedeva un periodo chiamato interregnum, durante il quale, il supremo potere dello Stato andava al Senato responsabile di trovare un nuovo re, scegliendo uno dei suoi membri come interrex per un periodo di cinque giorni, col compito di nominare il nuovo sovrano di Roma. Terminato questo periodo, l'interrex sceglieva un altro senatore per un altro periodo di cinque giorni. Trovato un candidato.

Adatto a salire sul trono, lo si sottoponeva all'esame del Senato. L'interré riuniva i Comizi curiati, presiedendoli come presidente, i Comizi potevano accettare ma anche respingere il candidato, occorreva inoltre la benevolenza degli dei. Teoricamente il popolo eleggeva il proprio sovrano, ma in realtà, il Senato godeva del ruolo primario nel controllare questo processo.

Caratteristiche della civitas erano la cittadinanza, concessa ai soli patrizi, e la concentrazione dei cives in un piccolo centro urbano denominato urbs. Quest'ultimo presentava un'acropoli chiamata arx, la parte più alta e fortificata della città, circondata da un contado, tutto ciò rappresentava l'organizzazione territoriale dell'antica civitas. I primi quattro secoli della storia romana sono anche noti come civiltà "quiritaria" i cui cittadini erano solo i quirites o patricii, divisi in:

  • Cives di piena capacità giuridica,

Ammessi a partecipare a tutte le funzioni di governo compresa l'elezione al senatus;

Cives con capacità limitata, ammessi soltanto ai comitia curiata, ed esclusi da altre funzioni di governo;

Mulieres, sottoposti al regime di potestas del pater familias, senza prospettive di liberazione.

In una posizione di sudditanza rispetto ai cives, vi erano i clientes, rappresentanti della classe "povera" e costituiti da individui espulsi da altri gruppi, proprietari terrieri con un reddito basso, schiavi liberati, stranieri, ecc. Essi appartenevano alle singole gentes quiritarie sotto diretto controllo del pater familias. Il rapporto di assoggettamento al patronus dei propri clientes presentava un fondamento giuridico-religioso denominato fides.

Nell'eventualità di tradimento, o abbandono, il rapporto di fiducia esistente veniva meno ed incorreva un illecito gravissimo, ponendo le basi per una sanzione, la sacerta, in cui il pater poteva sacrificare.

Il proprio cliente. Infine, i plebei costituivano il resto della popolazione riunendo tutti gli individui che non avevano nobili origini, che provenivano da famiglie del contado o tribù.

Oltre alla particolare suddivisione della società, appare interessante sottolineare il complesso di norme che regolavano tali suddivisioni, nello specifico il diritto privato e familiare del tempo.

Lo Ius Quiritium o diritto romano privato, costituì la base dello ius civile vetus, basato su credenze arcaiche religiose più che su strumenti giuridici di per sé. Tale forma di diritto stabiliva che i patres familiae godevano della P. De Francisci, Sintesi storica del diritto romano, Roma, Bulzoni, 1968, p.30.

Ibidem, p. 29.

"Nel diritto romano, nei rapporti obbligatori di diritto privato a carattere orale, l'obbligo a far "corrispondere strettamente il proprio comportamento al contenuto della parola data" da "Sapere.it".

http://www.sapere.it/enciclopedia/fides.html (01/12/2017). Ibidem. 35 «Il “ius civile vetus” rappresentò il nucleo dell’ordinamento giuridico romano in epoca36preclassica. Le sue fonti erano gli antichi “mores maiorum” del “ius Quiritium”, le “leges” del“ius legitimus vetus” e la “interpretatio prudentium”, attività interpretativa esercitata, non piùdai “pontifices”, ma da giuristi laici “prudentes”. Questi non furono solo degli interpreti deldiritto, ma anche elementi dell’evoluzione giuridica, esercitando una vera e propria attivitàcreativa ed infatti si arrivò a dire che tutto il “ius civile” si realizzava solo nell’interpretazionegiurisprudenziale» da Simone.it
Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
147 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher oc-1969 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero politico contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Falchi Maria Antonietta.