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LETTURA LIBRO I

Gli esseri umani per come sono >avere una posizione antropologicamente corretta, nè che li

esalti nè che li sminuisca in modo pessimistico

Le leggi per come possono essere> non prendere le organizzazioni politiche sociali, principi

convenzionali della morale come dei dati. Non prendere per necessari e immutabili le leggi (sia

norme politiche e giuridiche sia quelle morali)

Questa frase è stata ripresa per riaffermare lo stesso principio ,chiarendo cosa c’è dietro all’idea

di Rousseau, da John Rawls per affermare la sua posizione metodologica ovvero “un’utopia

realistica” (un’espressione ambigua che volutamente contiene due termini opposti).

Vuol dire prendere gli umani per quello che sono, nè migliori nè peggiori di quello che sono

effettivamente, e a partire da questo pensare alle leggi, all’organizzazione politica-sociale-

morale, indipendentemente dal nostro contesto sociale e cercare di arrivare fin dove è possibile

attraverso le leggi.

Non essere limitati da , ad esempio, le condizioni politiche-sociali di un determinato periodo.

Rousseau> è necessario conciliare la giustizia e l’utilità= ovvero conciliare quanto ci prescrive il

principio di giustizia mantenendo un vincolo di realismo basato sul fatto che gli esseri umani

ricerchino sempre il proprio interesse.

Bilanciamento fra realismo e idealismo (valutazione onesta e realistica degli esseri umani)

Fin dove possiamo arrivare nel creare un’organizzazione politica e sociale giusta dati i vincoli

fattuali ( come è l’umanità)?

CAPITOLO 1 ARGOMENTO DI QUESTO PRIMO LIBRO

L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene> gli esseri umani idealmente nascono

liberi ma sono in catene, sono tutti dipendenti da qualcun altro o da una dipenenza personale

Anche chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di loro> perchè è schiavo, pur

traendone vantaggio, di un sistema sociale ingiusto

Gli esseri umani sono quasi tutti schiavi perchè sono soggetti a regimi ingiusti, non democratici

e non frutto di una loro autonoma scelta

Se non considerassi che la forza e l’effetto che ne deriva> la pura e semplice coercizione, il

fatto che chi è al potere ha la capacità di doominare i suoi sottoposti

Finchè un popolo è costretto a obbedire e obbedisce fa bene , appena può scuotere il

giogo (ribellarsi) e lo scuote fa ancora meglio

Rousseau dice: da un lato la stabilità di un regime ingiusto è determinata dal fatto che il regime

sia forte dunque il popolo non è in grado di ribellarsi ed è costretto ad obbedire ma questo non

genera la legittimità dell’ordine stesso.

L’ordine sociale è un diritto sacro,che serve da base a tutti gli altri> l’ordine sociale è un

principio fondamentale alla base di tutti gli altri

La ragione per cui un ordine è legittimo oppure no è alla base di tutti gli altri e questo diritto non

deriva dalla natura, non è un qualcosa che troviamo in natura.

Non viene dalla natura ma dalle convenzioni. Cosa sono le convenzioni? Tutti quegli aspetti

dell’organizzazione sociale che accettiamo o non accettiamo.

La legittimità di un ordine sociale è data dal fatto che si abbia ragione di accettarlo oppure no, la

legittimità deriva dal nostro assenso.

Convenzioni= cose valide perchè le persone le accettano, la leggittimità è data dall’accettazione

non è nella natura delle cose

La legittimità dello stato è data dal nostro accordo che può venir espresso in vari modi.

CAPITOLO 2 LE PRIME SOCIETà

Alla base il principio fondamentale è l’indipendenza e l’autonomia degli esseri umani una volta

diventati adulti quindi capaci di provvedere a sè stessi.

L’origine del potere> si pensa alla prima forma di organizzazione naturale: la famiglia.

È il primo modello perchè vi è qualcuno che viene riconosciuto come fonte dell’autorità in

maniera particolare (l’amore per i figli e il loro bisogno)

Una volta adulti i figli possono riconoscere l’autorit del padre solo se lo desiderano quindi

l’autorità del padre dipende dal loro volere> la volontarietà è il principio fondamentale

Forma primordiale di esercizio del potere> schiavitù: non può essere il modello di uno stato

sociale organizzato

CAPITOLO 3 IL DIRITTO DEL PIù FORTE

Dalla forza non può nascere il diritto> dalla forza non può nascere la legittimità del potere, il

diritto a governare.

Il più forte non è mai abbastanza forte da essere sempre il padrone se non trasforma la

sua forza in diritto e l’obbedienza in dovere

Un conto è avere un individuo che fra tutti è il più forte dunque il popolo non si ribella per paura

Un altro è il diritto di governare, cioè avere autorità legittima e trasformare l’obbedienza, ovvero

la paura delle persone in dovere> un qualcosa che devono fare perchè l’individuo è

legittimamente titolato a governare.

Diritto considerato in apparenza ironicamente> riconoscimento ironico: all’origine di tutto,

del potere vi è la forza

Se prendiamo sul serio il principio che vede il più forte assumere il comando a cui dobbiamo

obbedire non stiamo affermando la legittimità incondizionata di obbedire a chi comanda perchè

è più forte ma stiamo dicendo che si obbedirà fintanto che colui che comanda rimarrà il più forte

ma (paradosso) l’implicazione di questo principio è che non ci dice: rispetta l’autorità di questo

potere perchè è più forte ma implicitamente ci dice di disobbedire nel momento in cui tale forza

inizia a cedere.

La forza non genera un vero e proprio dovere, genera paura.

Ma se non si ha paura di disobbedire o si è più forti non vi è alcun motivo, alcun dovere di

obbedire.

Il principio della forza non è in grado, dunque, di giustificare l’autorità di un potere

Rousseau ha identificato le legittimazioni naturali del potere:

– La famiglia

– Il potere personale sullo schiavo

– Il preteso diritto del più forte

Ma queste non sono forme di vera e propria legittimità perchè per quanto riguarda la famiglia il

potere viene esercitato solo su i figli, per quanto riguarda la schiavitù non è un potere naturale e

presuppone che qualcuno sia stato schiavizzato ingiustamente e il diritto del più forte non è un

vero e proprio diritto ma è solo un fatto> un individuo governa fintanto che è il più forte.

CAPITOLO 4 LA SCHIAVITù

Qual è la ragione per cui abbiamo il dovere di obbedire? Si tratta di un dovere che non viene

generato dalla forza o dalla natura ma da una convenzione> da un qualcosa che noi abbiamo

ragione di accettare

Ma un popolo per che cosa si vende? Il re garantisce tranquillità civile

Cosa ci guadagnano se le guerre…? Anche se concedessimo che un sovrano porti alla fine

dei conflitti civili e generi stabilità vi sono poi tutti gli altri problemi causati dalle ambizioni del

re…

Quindi non c’è ragione per cui un popolo dovrebbe voler sottomettersi a un potere assoluto

Anche se ciascuno potesse alienare se stesso> assumiamo che sia legittima l’idea che una

persona ha il diritto di alienarsi a qualcun altro (sottoporsi a qualcun altro)

Rousseau riformula l’idea hobbesiana e dice> sottomettersi è una pura cessione di tutto quanto

senza alcuna condizione (condizione di hobbes: mantenimento della pace)

Il sovrano mantiene la pace interna ma porta a guerre per ambizione

È un patto nullo perchè è una unilaterale cessione e non uno scambio

CAPITOLO 5 BISOGNA SEMPRE RISALIRE A UNA PRIMA CONVENZIONE (1)

CAPITOLO 6 IL PATTO SOCIALE

1> rousseau fino a questo punto ha fatto una breve ricostruzione delle prime forme di

aggregazione sociale (la famiglia, i possedimenti, il diritto del più forte> forme primordiali)

In parallelo dice: ammettiamo che siamo giunti a un punto dello sviluppo dell’umanità in cui gli

esseri umani non possono vivere autonomamente ma è più conveniente ,per una serie di

ragioni, vivere insieme.

2> l’uscita dallo stato di natura implica una messa in comune delle forze (intende: le capacità, le

predisposizioni, la volontà dell’individuo)

3> trovare quella forma di stare insieme che tuteli la persona, i beni e crei il vantaggio della

cooperazione sociale, perchè lo stare da soli in uno stato di natura non è più un’alternativa,

Una forma che unendosi con gli altri ciascuno riconosca come propria e che quindi continui

legittimamente a pensare di essere padrone di sè stesso

Questo è il prblema fondamentale di cui il contratto sociale offre la soluzione> come trarrè i

vantaggi della cooperazione sociale che implica apparentemente la rinuncia alla propria autorità

su tutto pur mantenendo la piena libertà

Stare in società ma essere pienamente liberi come nello stato di natura

Si può fare nella misura in cui il contratto sociale è una forma di vita comune in cui riconosco di

non obbedire che a me stesso

Bisogna costruire una forma di accordo, un tipo di contratto sociale che garantisca i beni della

cooperazione: leggi comuni, coordinamento

Ma allo stesso tempo che non neghi l’autonomia delle persone perchè ciascuno si possa

riconoscere come padrone di sè stesso e pienamente libero.

Come bisogna formulare il contratto sociale? (problema che rousseau si pone)

4> riprende il problema di hobbes: come deve essere un contratto sociale per generare la

condizione fondamentale di leggitimità, ovvero un potere che sia legittimo e può esserlo se

genera obblighi che l’individuo riconosce come validi e che non lo fanno sentire schiavo ma

padrone di sè stesso.?

Deve esserci un tipo di contratto in cui c’è una alienazione totale, nessuno si tiene dei diritti di

per sè. Ma l’alienazione totale, a differenza di hobbes, non è fatta a favore di un terzo del

sovrano che prende tutti i diritti e con la forza garantisce l’efficacia degli accordi.

L’alienazione, dice invece rousseau deve essere fatta nei confronti di tutta la comunità in modo

tale che essendo tutti nella stessa condizione nessuno ha interesse a renderla onerosa per gli

altri.

5> se noi alieniamo tutti i nostri diritti, i nostri beni, la nostra forza non a favore di qualcun altro

ma a favore della comunità, di noi stessi.

Aleniamo i

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
12 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sammy.betto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Zuolo Federico.