Mesh) Surch in 10 years, Journal 2010; Nurs Stand
Pubmed categories Nursing 2002)
“Reducing anxiety journals
in preoperative
patients”
Dei 137 articoli recuperati, 22 studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione ma per la revisione della
letteratura ne sono stati presi in considerazione solo 3, la scelta non è stata solo dettata dalla più attualità
possibile ma anche per la pertinenza ovvia al contesto trattato. Ci sono stati alcuni intoppi per la reperibilità
di alcuni testi in quanto anche la Digital Library ne era sprovvista ed online non erano disponibili come free
text. Tabella 3: strategie di ricerca manuale, numero referenze selezionate
Referenze totali Referenze selezionate Full text recuperati e
analizzati
22 2 (Nurs. Stand. 2002; Inter.
Anesthesia Research Society
2008)
16 4 (Inter. Anesthesia Research
Society 2011; Can J. Anesth.
2002; British Journal of Nursing
2007; Arthur E. Jongsma, Jr.
Series Editor 2004)
34 3 (Ambulatory Surgery 2000;
Enferm Clin. 2006; Ann Surg
Oncol 2012)
Questa tabella illustra i 72 articoli recuperati con una ricerca manuale delle varie bibliografia dei testi
rinvenuti dalla ricerca sulla banca dati Pubmed Medline. Si è ritenuto opportuno effettuare una più
minuziosa ricerca per uno scarso esito degli articoli rinvenuti dalla banca dati in quanto avevano una scarsa
attinenza del tema trattato. Fortunatamente la Digital Library era fornita della maggior parte dei testi
richiesti ed è stato molto produttivo averli potuti analizzare.
4. RISULTATI
I tre articoli presi in considerazioni prendono come principio base l’ansia, partendo da una breve
introduzione sulla tematica, le conseguente che essa provoca sui pazienti in quanto l’impatto di essa può
dare effetti di tachipnea, limitazioni fisiche e mentali, che condizionano lo svolgimento delle normali
attività quotidiane della persona condizionando anche la qualità della vita; ma prendendo in considerazione
il contesto trattato l’ansia nei pazienti interferisce nel processo chirurgico e può indurre pericoli per il
paziente stesso prima, durante e dopo l’operazione (Perks, 2009) inoltre è spesso associata al dolore post
operatorio che di conseguenza fa aumentare la richiesta di analgesici post operatori (Kil, 2012).
L’ansia , una risposta ad una causa di stress, è considerato un evento bio-fisiologico, soggettivo ed
individuale (Kapnoullas 1988, Boore 1987) in quanto il prolungarsi di questo stato porta ad un aumento
della composizione delle proteine che di consueto tendono a diminuire nella fase di guarigione
aumentando così il rischio di infezioni e ritardando il recupero del paziente nel post chirurgico.
Questo segnale di allarme non è altro che il frutto di un avviso di un pericolo imminente non ben
conosciuto che non crea timore solo al paziente stesso ,che si trova a dover affrontare l’intervento, ma,
l’intervento crea responsi di timore anche alle famiglie che può dare esiti più o meno incisivi. Anche la
storia chirurgica del paziente è da considerarsi rilevante, differenziando se ne è già in possesso o meno (e
questo aspetto è preso in considerazione solo in due degli studi trattati), infatti un paziente già con una
precedente storia chirurgica alle spalle può avere un disagio biopsicosociale minore rispetto ad una persona
che sta affrontando il primo intervento; infatti il Sistema Sanitario deve tener conto delle aspettative ed
esigenze dei cittadini , in questo senso permettendo di attuare delle attività chirurgiche personalizzate in
base alle esigenze che ogni paziente può avere differentemente dai vari aspetti coinvolti.
Lo stato di ansia causato, come detto precedentemente, da una situazione di stress, o l’ignoranza che il
paziente ha nei confronti del processo che sta per affrontare, o la minaccia di un cambiamento di ruolo e
status di salute, possono creare crisi situazionali che generano un energia che può essere incanalata e
parzialmente risolta con accurate visite preo-operatorie, strutturate verso un atteggiamento di
collaborazione e partecipazione attiva, prima, durante e dopo la procedura chirurgica.
La visita pre-opertoria non è altro che una comunicazione tra un paziente chirurgico e l’infermiere nel
periodo poco prima dell’intervento chirurgico (Hyward 1975). Ma l’apprendimento del paziente e quindi il
sollevamento dalla paure dipende principalmente da chi insegna, in quanto la capacità del paziente di
comprendere e mantenere informazioni dipende dalla competenza, l’esperienza e la buona comunicazione
che deve avere l’operatore sanitario.
Tabella 4 - Aree di informazione degli studi
Area di informazione degli studi Studi
L’informazione preoperatoria poco prima di 1 studio
entrare in sala come metodologia per ridurre
l’ansia ai pazienti chirurgici prima, durate e dopo (Enferm Clin 2012)
l’intervento
Informazioni aggiuntive in una visita 1 studio
preoperatoria, del dolore e della soddisfazione dei
pazienti nel post operatorio con assistenza (Enferm Clin. 2006)
infermieristica come metodologia per ridurre
l’ansia ai pazienti chirurgici.
L’informazione preoperatoria con l’ausilio di 1 studio
supporti multimediali poco prima di entrare in sala
come metodologia per ridurre l’ansia ai pazienti (Ann Surg Oncol. 2012)
chirurgici.
Gli studi presi in considerazione nella revisione della letteratura suggeriscono un positivo utilizzo della
comunicazione tra paziente ed infermiere prima di entrare in sala e non solo nella visita preoperatoria che
viene effettuata diversi giorni prima, servo considerazioni delle caratteristiche singolari di ogni paziente,
della sua storia chirurgica e del contesto sociale in cui è istaurato; comporta un miglioramento dello stato di
ansia del paziente in prossimità dell’intervento in quanto può trovarsi in condizione di poter colmare delle
eventuali lacune su ciò che avverrà in sala e su quale sarà il suo ruolo nell’intervento ed eventualmente le
conseguenze che si troverà ad affrontare successivamente.
Gli studi selezionati, si sono svolti in situazioni cliniche diverse, ma considerando comunque pazienti visitati
in consultazione pre-anestesia di età superiore o uguale ai 18 anni e che presentano valori di rischio
anestetico della ASA I, II, o livello III; sono stati esclusi pazienti sottoposti a chirurgia ambulatoriale e
pazienti con livello ASA IV o V e pazienti con patologie o oncologia che avevano difficoltà verbali e non.
La percentuale di bambini è molto bassa; in aggiunta ai risultati in termini di efficacia sono stati considerate
variabili socio demografiche e cliniche raccolte come sesso, età, stato civile, livello di studi, specialità
chirurgiche alle quali dovranno essere sottoposti, lingue stato di occupazione.
I due studi presi in considerazione per la comparazione dei livelli di informazione dividono il campione di
pazienti in due gruppi: il gruppo di intervento e di controllo, per aver il miglior riscontro possibile. La
randomizzazione è stata eseguita in blocchi di 10, distribuendo i pazienti in due gruppi; i pazienti del gruppo
di intervento hanno ricevuto ulteriori informazioni sul processo chirurgico con un visita strutturata di cura
preoperatoria dal chirurgo, mentre i pazienti nel gruppo di controllo hanno ricevuto la visita preoperatoria
infermieristica di routine ma tutti i pazienti hanno ricevuto una visita preoperatoria 24-48 ore dopo
l’intervento chirurgico ( ). Si potrebbe sostenere che i vantaggi dell’informazione
Enferm Clin. 2006
preoperatoria sono evidenti per una miglior completezza e veridicità potrebbero aver fornito ad entrambi i
gruppi presi in considerazione l’informazione ma di diverso livello e da qui sarebbero emerse le differenze
Questa evidenza suggerisce che un informazione pre-operatoria adeguata ai pazienti prima dell’intervento
produrrà un out come positivo riducendo l’ansia post operatoria, livelli di dolore e minor tempo di degenza
ospedaliera.
Nello studio Ann Surg Oncol 2012 vengono randomizzati i pazienti di lingua tedesca in blocchi di 10 del
dipartimento di Urologia, Università di Heidelberg, ad entrambi i gruppi è stato fornito un modulo di
consenso come di routine clinica ed è stata eseguita la visita preoperatoria di consueto attuata. Al gruppo
di intervento oltre a quanto detto in precedenza è stata condotta una valutazione strutturata in quanto è
stato fornito ai paziente un supporto multimediale illustrante l’anatomia, la procedura chirurgica alla quale
i pazienti andranno incontro, gli effetti collaterali ed il trattamento generale lasciando la possibilità ai
pazienti di stoppare e riavviare il video su aspetti che ritengono più importanti.
Figura 1 Diagramma di flusso dello studio e delle cause di esclusione.
No intervento
(7: nessun dato)
Randomizzazione
partecipa 360
Campione
pazienti Si intervento
368 173
10: interruzione durante validi
l’intervento,
353
NO PARTECIPAZIONE 3: incompiuto per
mancanza di tempo 162
5: nessun dato validi
Il campione iniziale, come evidenzia il testo analizzato Enferm. Clin. 2012 comprendeva 366 pazienti di cui
,
però escluso l’8,47%, per i motivi indicati in figura 1 e da qui il campione finale risultava costituito da 335
individui di cui 173 costituivano il gruppo di controllo.
Figura 2 Diagramma di flusso dello studio e delle cause di esclusione.
Come evidenzia il testo analizzato Enferm. Clin. 2006 le informazioni complete sono state ottenute da 350
,
pazienti : 183 nel gruppo di controllo e 167 nel gruppo di intervento ed è stata osservata una riduzione
statisticamente significativa dell’ansia situazionale nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo
con anche un maggior soddisfazione in quanto una visita infermieristica struttura preoperatoria ha un
notevole impatto nella riduzione dell’ansia e nel miglioramento processo successivo di cura.
Figura 3 Diagramma di flusso dello studio e delle cause di esclusione.
Nel testo preso in considerazione Ann. Surg. Oncol. (2012), i risultati ottenuti sono stati da una media e
deviazione standard con un confronto tra i gruppi intervento e controllo. Sono stati randomizzati 203
pazienti MME(N = 102) o SE (n= 101); è risultata una maggiore soddisfazione nei pazienti MME che hanno
presentato anche più domande in quanto sono stati stimolati dai filmati visti, i pazienti hanno giudicato il
supporto multimediale come uno strumento molto positivo e il 74% dei pazienti MME hanno ritenuto di
aver avuto un educazione superiore rispetto al gruppo SE.
Non sono state trovate significative differenze tra i due gruppi per ogni caratteristica dei pazienti presa in
considerazione. L’impatto dell’int
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