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Autore: Marina Roma
ANALISI PRELIMINARE GEOLOGICO - APPLICATIVA PER LA COLLOCAZIONE DI UNA DISCARICA NEL COMUNE DI SORA
Corso di Geologia applicata alla protezione del territorio Università Degli Studi Di Cassino - Facoltà Di Ingegneria
La presente relazione affronta il problema del conferimento dei rifiuti in discarica dal punto di vista geologico. Dopo un primo capitolo dedicato all'introduzione generale del problema ed alla normativa di riferimento in materia, si passa nel secondo capitolo alla descrizione di una metodologia per l'individuazione di siti idonei per la realizzazione di discariche. Con riferimento allo specifico caso di studio di una discarica da ubicarsi nel comune di Sora (FR), vengono analizzati più nel dettaglio alcuni fattori che hanno inciso sulla scelta del sito, quali ad esempio i caratteri geologici, idrogeologici e stratigrafici, la presenza di acquiferi e loro vulnerabilità, la stabilità geomeccanica e la sismicità, valutando altresì la presenza di vincoli nell'area (fasce di rispetto, distanze dai centri abitati, regime vincolistico ai sensi della Legge Galasso, aree protette, etc.). Nel quarto capitolo sono descritti i possibili effetti dell’opera sull’ambiente e le misure di mitigazione disponibili per contenerli, prima fra tutte lo sfruttamento di formazioni argillose da impiegare come barriera geologica in supporto alla barriera artificiale. Nel quinto capitolo, infine, alla luce di quanto trattato nelle pagine precedenti, si caratterizza l'opera soffermandosi su: dimensionamento di massima, sistemi di impermeabilizzazione e drenaggio del fondo, monitoraggio delle principali componenti ambientali (acque, aria, suolo) e prevista sistemazione finale dell’area: tutti aspetti che fanno di una discarica una "discarica controllata". Segue una breve rassegna dei metodi di disinquinamento ai quali si può ricorrere nei casi in cui - malgrado tutte le misure precauzionali adottate - dovesse verificarsi contaminazione del sottosuolo.
L’autore declina ogni responsabilità per le eventuali inesattezze ed errori riportati nel presente elaborato nonché per i danni che dall’utilizzo dello stesso possono derivarne.
Sommario
- Introduzione
- Lo smaltimento dei rifiuti in discarica
- Problematiche legate alla realizzazione di una discarica
- Normativa di riferimento
- Monitoraggio ambientale della discarica
- Criteri per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione di una discarica per RSU
- Requisiti per l’idoneità
- Parametri presi in considerazione
- Analisi del sito individuato
- Inquadramento geologico
- Caratteri geologici e stratigrafici
- Inquadramento idrogeologico
- Tavola della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi
- La vulnerabilità di un acquifero
- Sismicità
- Stabilità geomeccanica
- Altri elementi di criticità
- Distanza dai centri abitati
- Presenza di falde
- Regime vincolistico ai sensi della Legge Galasso (legge 431/85)
- Possibilità di esondazione del fiume Liri
- Analisi dei potenziali effetti dell’opera sull’ambiente
- L’inquinamento delle acque/sottosuolo
- Altri possibili effetti e misure di mitigazione adottabili
- Le argille come barriera geologica
- Caratterizzazione dell’opera
- Dimensionamento di massima
- Sistema di impermeabilizzazione e drenaggio del fondo
- Misure di monitoraggio
- Gestione delle emergenze
- Sistemazione finale dell’area
Conclusioni
Bibliografia
2. Criteri per l'individuazione di un sito idoneo alla realizzazione di una discarica per RSU
2.1 Requisiti per l'idoneità
Un sito di smaltimento di rifiuti può ritenersi idoneo da un punto di vista geologico quando possiede le seguenti caratteristiche:
- bassa permeabilità;
- spessore del terreno sufficientemente elevato, in modo tale che possa fungere da barriera geologica;
- stabilità nel tempo della suddetta barriera;
- alta capacità di ritenzione delle sostanze pericolose (grazie a fenomeni di assorbimento, precipitazione, capacità tampone, degradazione, etc.);
- stabilità del terreno dal punto di vista geomeccanico.
Questi sono i requisiti generali; poi ovviamente bisognerà prendere in considerazione anche le caratteristiche del tipo di rifiuti di stoccaggio: ad esempio per rifiuti pericolosi si adotteranno maggiori cautele rispetto al caso di discarica per rifiuti solidi urbani (es. barriera geologica di maggior spessore, falda idrica, se presente, posta a maggior profondità, etc.). Utilizzando comunque la litologia delle formazioni, le condizioni di giacitura degli strati e il grado di fratturazione, è possibile classificare i potenziali siti con un parametro che ne definisca la tipologia in funzione della sicurezza. Il criterio seguito è quello di assegnare alla classe più sicura quei siti che presentano una migliore tenuta in condizioni naturali, senza gli interventi artificiali che possono sempre essere aggiunti per migliorare la tenuta del sito. La diversità dei parametri geologici nei terreni di montagna, rispetto a quelli di pianura, giustifica una classificazione separata per i due ambienti geomorfologici.
distingue per la ricca presenza di rudiste nella parte alta. Dopo un sottile strato di calcari organogeni a briozoi e litotamni dell’Eveziano, si colloca l’alternanza di arenarie marnose e marne argillose grigio-giallastre del miocene, con prevalenza di livelli argillosi verso la base e di banchi gradati arenaci verso la parte alta. Successivamente, dal pleistocene superiore all’olocene, si formano sedimenti alluvionali terrazzati costituiti da ciotolame prevalentemente calcareo con lenti sabbiose e tasche di terra rossa ed argilla.
3.1.2 Geologia e tettonica dei Monti Ernici
La parte sud-orientale della catena degli Ernici, localizzata nel lembo sud-ovest del foglio, culmina con il monte del Passeggio (2064m) mentre le altre cime sono alte mediamente 2000m. I Monti Ernici sono una catena montuosa del sub-appennino centrale e costituiscono con il loro spartiacque il confine naturale tra il Lazio (nord-Ciocciaria) e l’Abruzzo, con versanti conseguentemente esposti ad ovest (più articolati e meno ripidi) e ad est (più diretti e ripidi).
La dorsale dei monti Simbruini-Ernici, cosi come quella dei Lepini-Ausoni-Aurunci, è una dorsale calcarea che rappresenta ciò che rimane dell’antica piattaforma carbonatica Laziale-Abbruzzese. I Monti Ernici iniziarono la loro emersione dovuta a movimenti tettonici nel periodo triassico (circa 230 milioni di anni fa). Ciò può essere verificato dalla presenza di numerosi lamellibranchi fossili (conchiglie coniche dette Rudiste) distribuiti a diverse altitudini e facilmente osservabili all’inizio del sentiero Campocatino - Monna. In generale si tratta di un massiccio calcareo - dolomitico costituito in prevalenza da rocce calcaree affioranti e da evidenti fenomeni carsici.
3.4 Sismicità
L’analisi della distribuzione dei terremoti storici sottolinea come la sismicità in Italia sia peculiare in alcune zone mentre è assente in altre, come la Sardegna; questo aspetto è illustrato carta degli epicentri redatta per il Catalogo nazionale del programma finalizzato geodinamica, mostrata in figura 4. La maggior parte dei terremoti più forti è correlata alle depressioni appenniniche, quali la Val di Magra, il Mugello, la Val Tiberina, la Val nerina, la conca Aquilana, il bacino del Fucino e la valle del Liri.
Figura 4 - Carta degli epicentri dei terremoti compresi fra 8.0 e 12.0 della scala Mcs, ricavata dal catalogo nazionale dei terremoti del Progetto finalizzato geodinamica
Il Sorano (che ricade nell’area evidenziata dal rettangolino rosso) è una zona geologica caratterizzata da una forte sismicità, ed i terremoti hanno sempre interessato la città; il più antico sisma di cui si hanno notizie certe risale al 9 settembre 1349 ed ebbe come epicentro Montecassino; Sora ne fu quasi completamente distrutta.
Un altro forte movimento tellurico avvenne nel dicembre 1456, poi nel 1593, ed un altro ancora, molto forte, nel 1654, e distrusse anche la Basilica di Santa Restituta; altri gravi sconvolgimenti si sono avuti nel 1688, 1777, 1857, 1873, 1874, 1891, 1915, 1922, 1980, e 1984.
Di questo lungo elenco il più ricordato è il sisma marsicano-sorano del 13 gennaio 1915, con epicentro Avezzano, che nell’intervallo di tempo di appena 18 secondi distrusse Sora all’ 80%, uccidendo circa 600 persone e ferendone un migliaio.