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La teoria dei quattro temperamenti secondo Galeno
Galeno integrando questa teoria evidenzia come è proprio lo squilibrio degli umori ad influenzare il modo di essere, di sentire, di pensare, di comportarsi di ciascun individuo. Da qui la teoria dei quattro temperamenti: il melanconico con prevalenza di bile nera, il collerico con prevalenza di bile gialla, il flemmatico con prevalenza del muco ed il sanguigno con prevalenza del sangue. Il temperamento, dunque, risulta essere una sorta di base caratteriale, dipendente dalla salute fisica del soggetto, che si mantiene per tutta la vita psichica dell'individuo. Diventa anche la chiave interpretativa fondamentale nel sistema diagnostico, prognostico e terapeutico della medicina galenica.
La teoria umorale di Ippocrate, quindi, nata come scienza che intendeva ricercare le cause dell'insorgenza della malattia nell'uomo, diventa con Galeno una teoria della personalità. Inoltre possono crearsi una serie di corrispondenze interessanti tra i quattro umori, tra i...
quattroelementi e le loro qualità elementari, tra le quattro stagioni, tra le quattro età della vita, tra i quattromomenti della giornata e tra i quattro organi del corpo in cui hanno sede. Ne consegue che il fuococorrisponde alla bile gialla con proprietà di secchezza e caldo, all'estate, alla giovinezza eall'impulsività (fegato); la terra alla bile nera con proprietà di secchezza e freddo, all'autunno e all'etàadulta (milza); l'aria al sangue con proprietà di umidità e caldo, alla primavera e all'infanzia (cuore);l'acqua al flegma con qualità di umidità e freddo, inverno e vecchiaia (testa). La dottrina umorale, purpresentandosi come altamente individualista, poiché riconosce ad ogni individuo una propriacomposizione di umori, adotta un approccio olistico alla terapia proprio in virtù del fatto che lapredisposizione all'eccesso di uno dei quattro umori
definisce gli aspetti psichici, caratteriali e la costituzione fisica (complessione) di ciascuno. Si basa sul concetto di equilibrio e di armonia degli umori e l'eventuale squilibrio di questi può essere influenzato da diversi fattori, tra i quali il principale è quello alimentare, ma anche da scompensi esterni al corpo umano quali la posizione geografica, il clima, l'ambiente in genere che lo circonda. Galeno attraverso i suoi studi scientifici, basati sia sulla dissezione di animali che sull'osservazione di cadaveri morti di morte violenta (gladiatori), dà maggiore vigore alla teoria umorale di Ippocrate introducendo il concetto che la vita è pneuma, cioè aria, alito, spirito, corrispondente al sangue che scorre nel corpo attraverso i nervi, le arterie e le vene ed è capace di fornire al corpo la necessaria spinta per muoversi e dare forza a tutte le sue funzioni psichiche. Già gli stoici avevano parlato di pneuma riferendosi.All'anima e alla natura organica riconoscendo, altresì, che lo pneuma in natura risulta più umido e più freddo mentre quello nell'anima è più asciutto e più caldo. Lo consideravano una specie di materia primordiale molto simile all'anima la cui forma si manifestava attraverso la mescolanza di sostanze aeree e ignee in giuste proporzioni.
Per Galeno, quindi, i nervi connessi al cervello e al midollo spinale contengono pneuma psichico prodotto dall'aria inspirata che permettono a questo organo di ricevere, attraverso i nervi sensori e motori, gli stimoli che provengono dall'esterno e gli ordini razionali del movimento volontario. Il cervello risulta, quindi, la sede delle funzioni psichiche superiori, dunque la parte razionale dell'anima. Il sistema venoso, composto dal cuore e dalle arterie, contenente pneuma vitale, è, invece, responsabile delle funzioni involontarie necessarie alla vita dell'organismo (la
digestione) e dei fenomeni emotivi di tipo passionale (collera e paura). Sebbene Galeno non prenda posizioni sulla natura o sostanza dell'anima, in questo modo distingue tre facoltà di questa: la facoltà razionale che colloca nel cervello, la facoltà passionale che si concede nel cuore e quella appetitiva propria del fegato; l'anima è materiale e strettamente condizionata dal corpo. In realtà non può trovarsi altra definizione nel momento in cui si argomenta che i temperamenti e gli umori possono influenzare la psiche. Di contro tende a considerare le parti del corpo come strettamente interdipendenti e fonda la propria morale sull'igiene vitale e umorale della persona. Sulla base del finalismo che regola la natura, Galeno concorda con Aristotele: ogni organo possiede una sua "facoltà naturale" che ne spiega la funzione specifica e che può essere attrattiva, trasformativa o espulsiva (il fegato è in grado di).attrarre i cibi e trasformarli in sangue, nutrimento principale dell'organismo). La facoltà intesa come modo di agire della natura è l'evoluzione del concetto di dynamis, diventato forza, potenza, virtù. Centrale nella concezione di Galeno la facultas è anche il suo tallone di Achille da un lato perché è tautologica (che nello stomaco risieda la facoltà digestiva e nel cuore quella pulsante non ci dice nulla) dall'altro perché è ipotetica ("finché non conosciamo l'essenza della causa che opera, la chiamiamo facoltà"). Concepisce il corpo in modo passivo (Galeno a differenza di Ippocrate non accetta il potere di auto-guarigione del corpo) e parcellizzato (poiché ogni parte del corpo agisce autonomamente, secondo la propria facoltà, che può entrare in contrasto con le altre) e sulla scia di Platone interpreta questo finalismo come provvidenza divina; le funzioni diOgni organo corrisponde perfettamente alla qualità che gli è propria e questo non può che essere un segno divino.
Ora se per il pensiero filosofico di Platone il cattivo funzionamento della ragione dipende, come abbiamo detto precedentemente, da una supremazia illegittima dell'anima concupiscibile; per Galeno, invece, essa è il risultato di un cattivo temperamento del cervello che non ha alcuna relazione con quello del cuore e del fegato. Per Galeno l'anima quindi è dipendente dal corpo ed è addirittura "schiava dei temperamenti del corpo"; la dimostrazione è che anche l'uomo più saggio quando beve troppo perde la sua facoltà razionale. Il vino ingerito infatti agisce nel corpo alterando la parte razionale così come può farlo anche una febbre violenta.
Galeno nega la politica di educazione dell'anima sostenuta da Platone, rivendicando al medico il compito di trattare le facoltà psichiche.
La salute dell'anima, infatti, coincidente con le virtù, non risulta per Galeno da una educazione filosofica ma da un preciso trattamento medico in termini di dieta e di igiene: la medicina ed il medico contendono alla filosofia ed al filosofo il primato dell'educazione degli individui e divengono depositari di una scienza del comportamento virtuoso; nondimeno alla concezione virtù-salute è connesso l'importante corollario del ridimensionamento della responsabilità morale. Ma se è vero che il medico può dare consigli sui regimi alimentari da seguire, di fronte invece ad una cattiva formazione primaria deve pronunciare una diagnosi, che nei casi più gravi è quella di malattia incurabile. Non solo, ma deve essere sempre lui a decidere l'eliminazione fisica di quei soggetti la cui patologia li porta a delinquere. Allo stesso modo, come dice Galeno, vengono eliminati gli scorpioni, i ragni velenosi e le vipere, in quanto.essere letali "per natura e non per propria scelta". Il medico, quindi, è carnefice dei malvagi per costituzione. Questa proposta "terapeutica" o meglio di pulizia sociale, se da un lato è coerente con l'esigenza di salvaguardare un genere di vita considerato come superiore, dall'altro genera un distinguo cruciale tra la "responsabilità" e la "non-responsabilità" di chi delinque. Platone riteneva che non ci si potesse dedicare allo studio della salute dell'uomo senza impegnarsi prima nella riforma della società contemporanea che, corrotta dal lusso, era la causa prima del disequilibrio. Poiché spetta al filosofo stabilire ciò che è sano per la società e la salute dello stato può provenire solo dalla retta conoscenza, ne consegue che il vero medico è il filosofo. Se la medicina può avere uno scopo, in funzione della vera conoscenza, questo è.Quello di rendere possibile che la conoscenza del corpo si armonizzi con quella dell'anima, mostrando in quale modo i due mondi corporeo e psichico siano congiunti.
Secondo Aristotele i medici si distinguono in medici empirici, i quali sono abili nel praticare e si basano solo su osservazione e memoria, i medici teorici che conoscono solo la teoria ed i medici che sono capaci di ricercare le cause della malattia e anche ciò che rende più efficace la terapia. Sono questi ultimi i medici eccellenti perché riescono a coniugare la scienza e l'arte medica. La scienza intesa come conoscenza delle circostanze relative alla salute dell'uomo e l'arte medica come capacità di applicare questa conoscenza alla cura della malattia.
Per Galeno il sapere medico deve fondarsi sia sull'evidenza razionale, ottenuta da informazioni che scaturiscono dall'esperienza, che sull'evidenza empirica acquisita con l'osservazione diretta.
Alla medicina serve quindi la ragione per conoscere il funzionamento dei corpi e le cause delle patologie e l'esperienza per conoscere i sintomi, i decorsi ed i rimedi. Conoscere il corpo significa avere una perfetta conoscenza anatomico-fisiologica dei singoli organi e delle loro funzioni in quanto è attraverso la loro corretta descrizione che il medico può offrire un fondamento certo alle tesi che i filosofi possono argomentare solo retoricamente. La medicina galenica parte dall'affermazione della connessione profonda tra mente (anima) e il corpo, tra la condotta morale e la salute: il temperamento alterato, quindi, non può essere causa di delinquenza. Nella trattazione in esame, quindi, la conclusione del ragionamento di Galeno è che il garante della condotta, dei comportamenti intellettuali e morali dei singoli individui, non è più la comunità politica, né l'educatore, né il filosofo morale ma il medico. Solo lui.Infatti, è in grado di diagnosticare quelle disfunzioni cerebrali che portano difetti intellettuali e morali, e soltanto il medico è in grado eventualmente di porvi rimedio e di curarli. Si tratta di un approccio che porta ad una for