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Elezioni dei segretari di commissione
Vennero eletti due segretari di commissione nelle figure di Camillo Quercia70 e Luigi Rivara, il primo nel 1943 ricoprì la carica di segretario presso il "Consiglio Nazionale dell'Educazione, delle Scienze e delle Arti" che tornerà in seguito a chiamarsi Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Pur non avendo un chiaro quadro della sua personalità si può supporre che Querrcia fosse uno di quei funzionari politici che avevano dato per scontata la successione cattolica, nella gestione educativa, a quella fascista. Il secondo, il Rivara, era una figura maggiormente politica: fu provveditore agli studi presso il ministero per nomina di Bottai e fu uno dei pochi a salvarsi dall'epurazione post fascista da parte delle nuove strutture democratiche.
L'aspetto che maggiormente era richiesto, fu quello di avere esperti di diverse correnti ideologiche. Complessivamente la Commissione era composta da 88 elementi: erano presenti 26 incaricati.
ai–69 Cfr. A. Gaudio, La politica scolastica dei cattolici, cit., pp. 115-125 e L.Bellatalla, G. Genovesi e E. Marescotti,–La Scuola in Italia, cit., pp. 40-49.–70 Camillo Quercia (1885-1950). Una immagine molto forte è quella che si trova nell'opuscolo "In Commemorazione di Camillo Quercia" (a cura della famiglia). Discorso pronunciato in Roma nella sala della Fondazione Besso il 18 Febbraio 1950 da Piero Bargellini. Egli aveva percorso una carriera all'interno del Ministero della Pubblica Istruzione già dal 1910 prestando servizio presso la Direzione Generale dell'Istruzione Primaria. 26 problemi scolastici in rappresentanza dei gruppi politici, 8 redattori del periodico "La Riforma della Scuola", 8 membri dell'ufficio studi del ministero, 15 esperti di problemi universitari, 15 di problemi dell'istruzione media e 6 per l'istruzione elementare. L'ultima categoria, quella dei tecnici dell'amministrazione della scuola,era composta da 6 ispettori centrali, 2 provveditori agli studi e 2 rappresentanti dei Consorzi per l'istruzione tecnica. Il grande numero degli addetti ai lavori, in rappresentanza di diverse categorie, garantiva sicuramente un pluralità di opinioni e idee rendendo un'impostazione "costituente" praticabile un lavoro impostato per sottocommissioni così da ribadire dell'apparato statale. Dunque all'interno delle varie sottocommissioni si ritagliarono un posto tutte le forze politiche, le stesse che si stavano confrontando in sede costituente. Per preparare i lavori delle sottocommissioni, fu distribuita una "Proposta di questionario per l'inchiesta sulla scuola". I temi trattati all'interno di questa proposta consideravano vari aspetti e, tra questi, troviamo la questione dell'eccessivo affollamento dell'istruzione secondaria classica e dell'università. Per quanto riguarda l'istruzione elementare, ilIl questionario presentava un'attenzione particolare per la lotta contro l'analfabetismo e per una più attenta regolamentazione della scuola materna. L'istruzione secondaria era considerata fondamentale soprattutto per l'individuazione dell'età in cui consolidare l'obbligo scolastico e si propose l'abolizione della media unica (fascista) con l'istituzione di una post elementare obbligatoria. Le ultime due parti erano dedicate, la prima tecnica ribadendo il suo "svantaggio" nei confronti dell'istruzione classica così come aveva previsto l'impianto fascista gentiliano e la seconda all'Università. Il questionario definitivo non fu mai discusso in seduta plenaria ma, una volta approvato, venne distribuito tra il 1° ottobre e il 30 novembre del 1948. Contestualmente alle discussioni nelle varie sottocommissioni il 1° gennaio del 1948 fu promulgata la Costituzione e, in aprile.ebbero luogo le prime elezioni72 della nuova Repubblica. Il pattoMarzorati, Milano 1991; E. Gelsomini, Le Campagne– –elettorali della prima Repubblica (1948 1963), Lacaita, Mandura-Bari-Roma 2009; pp. 13 106; S. Colarizi,–Storia politica della Repubblica, cit., pp. 39 46; P. Carusi, I partiti politici italiani dall'Unità ad oggi, Ed.– –aStudium, Roma 2008 (2 ed.), pp.113 116.
Sul fronte cattolico si veda: P. Craveri, De Gasperi, cit., pp. 573 610;–sul fronte comunista si veda: D. Sassoon, Togliatti e il partito di massa, cit., pp. 129 160.
Sulle contrappostemitologie politiche cfr. M. Isnenghi, Alle origini del 18 Aprile. Miti, riti, mass media, in AA.VV, La DemocraziaCristiana dal fascismo al 18 Aprile, Marsilio, Venezia 1978 e P.P. D'Attore (a cura di), Nemici per la pelle. Sognoamericano e mito sovietico nell'Italia contemporanea, Franco Angeli, Milano 1991.
27nuovo scacchiere mondiale73 sotto ogni punto di vista: politico, economico e sociale.La Guerra Fredda iniziava ufficialmente anche
in Italia; da un una parte la DC, filoamericana e filocattolica, e dall'altra il PCI filosovietico con una intrinseca forza rivoluzionaria. In questo contesto la presenza dei comunisti nella Commissione per la riforma della scuola era rappresentata da figure che già si erano rese protagoniste nelle commissioni dell'Assemblea Costituente; in particolare mi riferisco a Concetto Marchesi, Lucio Lombardo Radice, Stellio Lozza e Luigi Silipo. Pur presentandosi con imponenti promesse costruttive il progetto Gonella non riusciva a fare breccia nelle forze comuniste che consideravano i mezzi e gli obiettivi che si stava ponendo il Ministro e il suo entourage di difficile attuazione nel breve e medio periodo. Potremmo provare a giustificare le rivendicazioni comuniste come una via per defilarsi dal dibattito e questo era testimoniato dal fatto che in ogni caso all'interno delle commissioni il PCI era notevolmente rappresentato. Alla fase consultiva della quale si èparlato fin ora, se ne era avuta una costruttivo-sistematica nella quale, attraverso studi e ricerche, si procedette alla definizione di un'ipotesi di riforma da presentare in Parlamento. I lavori di questo progetto vennero raccolti nel volume "Lineamenti di riforma della scuola" e vennero ridiscussi e rielaborati dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione tra gennaio e marzo del 1950 dopo che in Dicembre gli era stata consegnata tutta la documentazione. In aprile il Ministro Gonella assunse l'incarico di segretario politico, pur conservando la carica di ministro, e questa nuova disposizione rallentò notevolmente i lavori per il progetto di riforma. Ampie furono le critiche da parte del mondo comunista che aveva delle riserve importanti in merito al progetto e, in particolare, si soffermava nel criticare l'opera del Ministro per ciò che riguardava le indicazioni che emergevano dall'inchiesta che erano prevalentemente orientate allaconservazione del modello fascista egentiliano, piuttosto che all'attuazione degli articoli costituzionali.
L'aspra opposizione da parte di pedagogisti ed intellettuali aveva preso corpo attraverso un'intensa campagna di stampa. Tuttavia il PCI rimase isolato. Le altre forze politiche, soprattutto socialisti e repubblicani, impauriti da una politica maggiormente filosovietica, si ritagliarono una posizione di collaborazione verso la DC che garantì degli ampi
Sulla guerra fredda: A. Gambino, Le conseguenze della seconda guerra mondiale. L'Europa da Yalta a Praga, Laterza, Bari 1972; A. Fontaine, Storia della guerra fredda, Il Saggiatore, Milano 1968; R. Crockatt, Cinquant'anni di guerra fredda, Salerno, Roma 1997; M. Del Pero, La guerra fredda, Carocci, Roma 2001 e E.A. Rossi (a cura di), Gli Stati Uniti e le origini della guerra fredda, Il Mulino, Bologna 1984.
F. Pruneri, La politica scolastica del Partito Comunista italiano, cit., p. 394.
T. Tomasi, Scuola e pedagogia in Italia 1948-1960, Editori Riuniti, Roma 1977 e Di Pol Redi Sante, La scuola di base nella società italiana dal dopoguerra ad oggi: analisi dei fenomeni quantitativi dell'istruzione infantile e dell'obbligo, Sintagma, Torino 1996.
28 margini risolutivi per quanto riguardava alcune importanti questioni scolastiche. Inoltre, pur ammettendo all'interno della prima fase un intenso spirito collaborativo tra forze democristiane e comuniste, i vertici del PCI ravvisarono nella seconda fase un cambio di atteggiamento nei loro confronti. Forse non avevano preso in considerazione che anche loro stavano intraprendendo una strada politica di tutt'altra natura costituita dal fatto che la collaborazione antifascista ormai era terminata.
Eliminato il pericolo fascista, rimaneva per i democristiani e tutto il mondo clericale, l'incubo di una società comunista e, quindi, senza Dio. Secondo il parere delle componenti comuniste in commissione,
I due temi di fondamentale importanza, ampiamente dibattuti in Assemblea Costituente, non vennero affrontati con le dovute accortezze all'interno del progetto di riforma; in particolare non vennero analizzati attentamente il problema della libertà della scuola e quello dell'attuazione dell'istruzione obbligatoria.
Assunsero un ruolo non meno importante i dibattiti relativi alla centralità degli studi classici, alla costituzione di uno specifico reparto per l'istruzione professionale e l'istituzione di una vera e propria scuola materna pubblica.
Per ciò che riguardava il problema della "scuola aperta a tutti", non ci si occupò dell'insegnamento della religione, ormai ampiamente tutelato dall'articolo 7, bensì del delicato tema della parità tra scuola pubblica e privata. Il tentativo di regolamentare questo settore della vita scolastica rivelò al suo interno un problema soprattutto per il mondo cattolico.
infatti, nel caso in cui si fosse volutiad “ingabbiare” la scuola, i dettati costituzionali